Michele D'Amico | Università degli Studi "G. d'Annunzio" Chieti Pescara (original) (raw)
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Papers by Michele D'Amico
Negli ultimi tempi la città convive con un problema comune, ha “perso” i luoghi della socialità e... more Negli ultimi tempi la città convive con un problema comune, ha “perso” i luoghi della socialità e della vita pubblica. Gli abitanti scelgono di vivere altri spazi, aree lontane dai nuclei abitati, incontrandosi in centri commerciali piuttosto che nelle piazze urbane. L’Aquila non è estranea a tali problematiche. Questo accade perché la città, in generale, viene riconosciuta solo come essenza edi cata e non come nucleo vitale. Tutto ciò provoca una “assenza” di protagonismo degli abitanti dalla scena urbana generando luoghi senza identità. Questo problema può essere risolto solo attraverso una nuova concezione dell’urbe, una prospettiva che riporti la collettività a sentirsi parte dei propri spazi. È necessario, quindi, dapprima interrogarsi sul ruolo che la città ha sugli abitanti per poi riconoscere nel partecipare, nell’abitare e nel de-crescere le azioni utili a rigenerare collettivamente lo spazio pubblico.
Talks by Michele D'Amico
La tecnologia e la cibernetica sono state il mezzo che ha permesso alla società di interagire con... more La tecnologia e la cibernetica sono state il mezzo che ha permesso alla società di interagire con l’architettura, generando un dialogo interessante e stimolante. In Responsive Architecture Instruments il prof. Omar Khan sottolinea come Cedric Price e Joan Littlewood abbiano avuto l’intuizione di creare un dispositivo architettonico capace di rendere la società partecipe dei cambiamenti morfologici dello spazio architettonico, il Fun Palace (1961). Il lavoro condotto dal prof. Khan in “Open Columns”, ideologicamente molto simile al lavoro di Price e Littlewood, considera la forma architettonica dell’istallazione adattabile ai ussi della collettività. Si indaga, inoltre, come istallazioni “adattabili” possono diventare strumento per la socialità degli abitanti, considerando il progetto urbano un’occasione per la città.
Technology and cybernetics have been the instrument which allowed society to interact with the architecture, creating an interesting and stimulating dialogue. In Responsive Architecture Instruments prof. Omar Khan points out how Cedric Price and Joan Littlewood have had the intuition to create an architectural device capable of making society participant of the morphological changes of the architectural space, the Fun Palace (1961). The work conducted by prof. Khan in “Open Columns”, ideologically very similar to the work of Price and Littlewood, considers the architectural form of the installation adaptable to the community ows. The conversation, also, addresses as “adaptable” installations can become a tool for socialization of the inhabitants, considering the urban design an opportunity for the city.
Books by Michele D'Amico
Rischio | Socio-logiche | Microclima | Infrastrutture. Quattro strategie per un unico tema. Ricic... more Rischio | Socio-logiche | Microclima | Infrastrutture.
Quattro strategie per un unico tema.
Riciclare parti di città, rendere l'ambiente una infrastruttura o l'infrastruttura un ambiente, potrebbero sembrare ossimori. Il testo indaga come la trasformazione urbana possa cogliere, in queste apparenti contraddizioni, energie e temi per un progetto integrato ecologicamente.
Il caso studio è stato individuato nell'area della stazione ferroviaria de l'aquila, un'area compressa e compromessa da due infrastrutture, una naturale ed una artificiale, ma strategica, in cui l'opportunità di nuove connessioni urbane può diventare l’incipit per la rigenerazione della città stessa.
Quindi... ricostruire o riciclare L'Aquila?
Negli ultimi tempi la città convive con un problema comune, ha “perso” i luoghi della socialità e... more Negli ultimi tempi la città convive con un problema comune, ha “perso” i luoghi della socialità e della vita pubblica. Gli abitanti scelgono di vivere altri spazi, aree lontane dai nuclei abitati, incontrandosi in centri commerciali piuttosto che nelle piazze urbane. L’Aquila non è estranea a tali problematiche. Questo accade perché la città, in generale, viene riconosciuta solo come essenza edi cata e non come nucleo vitale. Tutto ciò provoca una “assenza” di protagonismo degli abitanti dalla scena urbana generando luoghi senza identità. Questo problema può essere risolto solo attraverso una nuova concezione dell’urbe, una prospettiva che riporti la collettività a sentirsi parte dei propri spazi. È necessario, quindi, dapprima interrogarsi sul ruolo che la città ha sugli abitanti per poi riconoscere nel partecipare, nell’abitare e nel de-crescere le azioni utili a rigenerare collettivamente lo spazio pubblico.
La tecnologia e la cibernetica sono state il mezzo che ha permesso alla società di interagire con... more La tecnologia e la cibernetica sono state il mezzo che ha permesso alla società di interagire con l’architettura, generando un dialogo interessante e stimolante. In Responsive Architecture Instruments il prof. Omar Khan sottolinea come Cedric Price e Joan Littlewood abbiano avuto l’intuizione di creare un dispositivo architettonico capace di rendere la società partecipe dei cambiamenti morfologici dello spazio architettonico, il Fun Palace (1961). Il lavoro condotto dal prof. Khan in “Open Columns”, ideologicamente molto simile al lavoro di Price e Littlewood, considera la forma architettonica dell’istallazione adattabile ai ussi della collettività. Si indaga, inoltre, come istallazioni “adattabili” possono diventare strumento per la socialità degli abitanti, considerando il progetto urbano un’occasione per la città.
Technology and cybernetics have been the instrument which allowed society to interact with the architecture, creating an interesting and stimulating dialogue. In Responsive Architecture Instruments prof. Omar Khan points out how Cedric Price and Joan Littlewood have had the intuition to create an architectural device capable of making society participant of the morphological changes of the architectural space, the Fun Palace (1961). The work conducted by prof. Khan in “Open Columns”, ideologically very similar to the work of Price and Littlewood, considers the architectural form of the installation adaptable to the community ows. The conversation, also, addresses as “adaptable” installations can become a tool for socialization of the inhabitants, considering the urban design an opportunity for the city.
Rischio | Socio-logiche | Microclima | Infrastrutture. Quattro strategie per un unico tema. Ricic... more Rischio | Socio-logiche | Microclima | Infrastrutture.
Quattro strategie per un unico tema.
Riciclare parti di città, rendere l'ambiente una infrastruttura o l'infrastruttura un ambiente, potrebbero sembrare ossimori. Il testo indaga come la trasformazione urbana possa cogliere, in queste apparenti contraddizioni, energie e temi per un progetto integrato ecologicamente.
Il caso studio è stato individuato nell'area della stazione ferroviaria de l'aquila, un'area compressa e compromessa da due infrastrutture, una naturale ed una artificiale, ma strategica, in cui l'opportunità di nuove connessioni urbane può diventare l’incipit per la rigenerazione della città stessa.
Quindi... ricostruire o riciclare L'Aquila?