Laura Bertoni | Università degli Studi di Milano - State University of Milan (Italy) (original) (raw)
Papers by Laura Bertoni
in "Il fuoco e l’acqua. Prevenzione e gestione dei disastri ambientali fra Medioevo e Età Moderna". Studi di storia medioevale e di diplomatica, VII 2022, pp. 35-46 https://riviste.unimi.it/index.php/SSMD/article/view/18278, 2022
I cambiamenti climatici globali e la carestia che seguirono l’eruzione del vulcano indonesiano Sa... more I cambiamenti climatici globali e la carestia che seguirono l’eruzione del vulcano indonesiano Samalas stimolarono il comune di Pavia a sviluppare un sistema di registrazioni e di accertamenti annonari necessari a mitigare gli effetti della crisi granaria. Le misure, modellate prendendo spunto da pratiche emergenziali già utilizzate, stimolarono la creazione di sistemi di accertamento, registrazione e controllo più pervasivi e capillari delle disponibilità granarie e delle loro movimentazioni, richiedendo uno sforzo notevole in termini di capacità progettuali, risorse economiche e umane impiegate. Le pratiche, sperimentate durante la crisi, rimasero come patrimonio acquisito per l’amministrazione del comune che poté adottarle anche in seguito in caso di necessità.
Storia di Fossano e del suo territorio, I, …, 2009
L'apogeo dello sviluppo: economia e società/L. Bertoni.-(Territori; 1.1).-In: Storia di Foss... more L'apogeo dello sviluppo: economia e società/L. Bertoni.-(Territori; 1.1).-In: Storia di Fossano e del suo territorio, I, Dalla Preistoria all'inizio del Trecento;[a cura di] R. Comba, R. Bordone, R. Rao.-Fossano: Co. re, 2009.-ISBN 8890450419.-p. 219-268.
Archivio Storico Italiano, 2010
... La mobilità sociale in una città comunale del secondo Duecento: L'esempio della fami... more ... La mobilità sociale in una città comunale del secondo Duecento: L'esempio della familiglia Bastoni di Pavia. Autores: Laura Bertoni; Localización: Archivio storico italiano, ISSN 0391-7770, Vol. 168, Nº. 3, 2010 , págs. 427-460. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados ...
Nuova Rivista Storica, 2011
... Regimen et administrationem bonorum suorum habere: La presenza femminile nell´economia pavese... more ... Regimen et administrationem bonorum suorum habere: La presenza femminile nell´economia pavese del XIII secolo. Autores: Laura Bertoni; Localización: Nuova rivista storica, ISSN 0029-6236, Vol. 95, Nº. 2, 2011 , págs. 437-470. Fundación Dialnet. ...
Un monachesimo di confine: l’abbazia cistercense di Cerreto nel medioevo. Atti della giornata di studio Abbadia Cerreto (LO), 27 maggio 2017, a cura di Guido Cariboni, Gianmarco Cossandi e Nicolangelo D’Acunto, 2020
The contribution aims to explain how the foundation or the control of a monastic institution dest... more The contribution aims to explain how the foundation or the control of a
monastic institution destined for great success, such as San Pietro in Cerreto, can be configured both as an instrument for affirming the city’s expansionist intentions and as a subject of organization of the territory in order to its wider and safer control.
In short words, the contribution reconstructs the events and factors that favored the development and affirmation of San Pietro in Cerreto and that contributed to assign the monastery a function of reference for the nearby territories and villages.
Un monachesimo di confine: l’abbazia cistercense di Cerreto nel medioevo, 2020
The article proposes an analysis of the constitution and management of the landholding of the Abb... more The article proposes an analysis of the constitution and management of the landholding of the Abbey of Cerreto, with particular interest in the turning point occurred in 1139 with its passage from the Benedictine monks to the Cistercians, in order to search for traces of discontinuity or persistence in the ways and forms used by the two orders in land management.
The analysis of the documentation, at a first glance, does not show great variations in the passage of the monastery from Benedictine hands to Cistercian ones: expansion and consolidation remained centered on the same territory, with the implementation of the same type of negotiations.
Greater differences emerge in the attitudes adopted in asset management. The Cistercians carried out a strenuous defense of their rights and property interests by promoting the reorganisation of properties in a system of farms, called grange, which guaranteed a certain degree of unity in management. The white monks were able to continue the exploitation of the landholding potential, grafting their agricultural and settlement experiences in an articulated and already exploited landscape.
L'articolo propone un'analisi della costituzione e gestione del patrimonio dell'Abbazia di Cerreto, con particolare interesse per la svolta avvenuta nel 1139 con il passaggio dai monaci benedettini ai cistercensi, al fine di ricercare tracce di discontinuità o persistenza nei modi e nelle forme utilizzate dai due ordini nella gestione del territorio.
L'analisi della documentazione, a prima vista, non mostra grandi variazioni nel passaggio del monastero dalle mani benedettine a quelle cistercensi: espansione e consolidamento rimasero centrati sullo stesso territorio, con l'attuazione della stessa tipologia di negozi giuridici. Maggiori differenze emergono negli atteggiamenti adottati nella gestione patrimoniale. I Cistercensi operarono una strenua difesa dei loro diritti e interessi patrimoniali promuovendo la riorganizzazione delle proprietà in un sistema di aziende, chiamate grange, che garantivano un certo grado di unità nella gestione. I monaci bianchi hanno così potuto continuare lo sfruttamento del potenziale agrario, innestando le loro esperienze agricole e
Le campagne lombarde del primo Trecento sono state spesso considerate in passato come un caso « e... more Le campagne lombarde del primo Trecento sono state spesso considerate in passato come un caso « eccezionale » rispetto al panorama europeo, impegnate in una lunga « transizione » verso i modelli di sviluppo quattrocenteschi e poco toccate dalla cosiddetta « crisi del Trecento ». Le ricerche sul tema si sono scontrate però con una complessiva scarsità di fonti archivistiche, con la loro difforme distribuzione e con la grande varietà di paesaggi presenti nel territorio lombardo che hanno impedito ogni tentativo di generalizzazione. Il presente lavoro vuole riaprire la riflessione su questo tema, a partire da quei fattori che sono stati individuati come punti chiave nel permettere il « decollo » delle campagne lombarde. Presi nel loro insieme questi elementi hanno marcato una discontinuità con la situazione del secolo precedente, tuttavia la loro affermazione non fu né omogenea, né generalizzata e i progressi fatti registrare non furono esenti da difetti o da momenti di disequilibrio o di vera e propria crisi.
Lombard agriculture in the beginning of fourteenth century was considered as an "exceptional" case by scolars compared to the European panorama: engaged in a long "transition" towards the fifteenth-century models of development and not touched by the so-called "fourteenth century crisis". However, research on the topic, clashed with a lack of sources, with their inequal diffusion and with the great variety of landscapes present in the Lombard territory that prevented any attempt at generalization. The present work aims to reopen the reflection on this theme, starting from those factors that have been identified as key points in allowing the "take-off" of the Lombardy countryside. All these elements marked a discontinuity with the situation of the previous century, but their affirmation was neither homogeneous nor generalized and the progress made was not free from defects or moments of disequilibrium or crisis.
Nel maggio 1128, Ruggero II duca di Puglia, prestò orecchio alle richieste dei consoli di Savona ... more Nel maggio 1128, Ruggero II duca di Puglia, prestò orecchio alle richieste dei consoli di Savona e alle preghiere formulate da Genova e ordinò la scarcerazione di alcuni Savonesi che erano stati catturati con l'accusa di pirateria. Secondo il disposto dell'atto, i Liguri si impegnarono a non arrecare danno né a compiere atti ostili nei confronti dei sudditi del duca per tutto il vasto tratto di mare compreso tra la Nubia e Tripoli e tra i territori del duca e la costa ligure. Essi misero inoltre a disposizione del duca le loro galee per 40 giorni durante quello stesso anno 1 . Nella stessa occasione, sempre secondo gli atti riportati nei Registri della Catena, Ruggero accordò la protezione agli uomini e alle merci dei Savonesi nelle terre a lui sottoposte, con l'eccezione di coloro che andavano per mare causa predandi 2 . Si tratta di documenti molto noti nella tradizione savonese, ma per i quali lo storico Abulafia ha sollevato dubbi circa l'autenticità, proponendo, sulla base di alcuni elementi formali e dei testimoni citati, che si tratti di una ricostruzione di documenti smarriti o non esistenti, sulla base di circostanze realmente accadute o verosimili 3 . L'importanza di questi atti, pur nell'incertezza della loro effettiva validità, risiede nel quadro che essi suggeriscono e che doveva essere ben noto agli uomini del tempo. Non suscitava dubbi nei lettori del provvedimento l'affermazione dell'ampiezza dell'ambito di azione dei marinai savonesi, aperto verso il Mediterraneo e le coste africane, e nemmeno della loro valenza in questo settore e delle competenze nautiche possedute. Circa l'accusa che pendeva sugli uomini arrestati, è necessario chiarire che, nel pieno medioevo, sebbene la differenza tra buone pratiche di commercio e atti di ruberia fosse teoricamente chiara, più sfumata si rivelava nei fatti la distinzione tra mercante e pirata, dato che il primo poteva facilmente trasformarsi nel secondo. La pirateria, intendendo con questo termine ogni forma di banditismo indirizzata contro un'imbarcazione e indipendente dalla nazionalità, affiancò sempre il regolare andamento dei traffici, rappresentando uno dei pericoli più temuti. Nella prassi corrente, ogni occasione che lasciasse intravvedere la possibilità di un facile bottino con poco rischio poteva indurre i mercanti a darsi ad atti di ladrocinio. Sebbene si trattasse di attività al limite della legalità, la considerazione sociale per coloro che la svolgevano era ambigua. Gli autori di questi misfatti erano condannati ufficialmente, ma azioni piratesche hanno costituito la base di partenza per brillanti carriere nell'ambito dell'amministrazione pubblica, dell'esercito o per straordinarie fortune mercantili. Nei secoli XII-XIV l'opinione verso queste azioni non fu mai completamente negativa, soprattutto in un ambiente dove l'espansione dei traffici e delle basi commerciali erano strettamente legate all'iniziativa e alle spedizioni private 4 . Oltre ai documenti citati, le azioni di pirateria compiute da Savonesi nel Tirreno hanno lasciato altre testimonianze: nel 1171 gli uomini di Gaeta e di una località detta "Lisca" ottennero un risarcimento per una rapina perpetrata ai loro danni da gente di Savona e di Noli 5 . Ancora nel 1202 il comune di Savona venne chiamato a risarcire alcuni mercanti cremonesi, pavesi e lucchesi assaliti 1 I Registri della catena del Comune di Savona, Registro I, a cura di D. PUNCUH, A. ROVERE, Genova 1986, 1128, maggio <13>, n. 11, pp. 21-23. 2 Registri della catena cit., I, 1128, maggio <13-31>, n. 12, pp. 23-24. 3 D. ABULAFIA, The two Italies. Economic relations between the norman kingdom of Sicily and the northern communes, Cambridge 1977, pp. 65-69. 4 La pirateria va distinta anche dalla guerra di corsa: operazione autorizzata dalla pubblica autorità nei confronti di un nemico dichiarato. Per un inquadramento generale su questi temi: M. TANGHERONI, Commercio e navigazione nel Medioevo, Roma-Bari 1996, pp. 221-227 e E. BASSO, Pirateria e guerra di corsa nel Mediterraneo: l'osservatorio genovese, in Il governo dell'economia. Italia e Penisola Iberica nel basso Medioevo, a cura di L. TANZINI e S. TOGNETTI, pp. 205-228. 5 Registri della catena, 1171, ottobre, n. 26
Nel 1387 si aprì, nel Piemonte meridionale, un nuovo scenario di guerra nel quadro della serrata ... more Nel 1387 si aprì, nel Piemonte meridionale, un nuovo scenario di guerra nel quadro della serrata competizione per il predominio che opponeva Savoia-Acaia, Saluzzo, Monferrato e Visconti. A innescare il conflitto era stato il rifiuto di Pietrino Malabayla, vassallo del vescovo di Asti, di cedere le terre di Bene Vagienna, Sant'Albano e Trinità. Queste località erano state incluse, al pari di altri territori del vescovo astese, nella dote che Valentina Visconti avrebbe dovuto portare al promesso sposo, Luigi di Valois. Negata la fedeltà al suo signore, il Malabayla decise di porsi sotto la protezione di Amedeo d'Acaia, il quale, all'inizio di novembre, inviò contingenti armati a presidiare i borghi contesi e mobilitò l'esercito generale presso Fossano. Di fronte agli attaccanti, tuttavia, il castello di Bene decise di non aprire le porte e chiese a sua volta l'aiuto di Galeazzo Visconti, il quale affidò il comando delle operazioni a Galeazzo Porro. In poco tempo le scintille iniziali divamparono in aperto scontro, marcando i termini di quella che sarebbe divenuta una lunga guerra d'assedio nei confronti dell'irriducibile castello di Bene 1 .
Cittadini in armi. Eserciti e guerre nell’Italia comunale, 2011
Bollettino della società per gli studi storici, archeologici ed artistici della Provincia di Cuneo, 2011
in "Il fuoco e l’acqua. Prevenzione e gestione dei disastri ambientali fra Medioevo e Età Moderna". Studi di storia medioevale e di diplomatica, VII 2022, pp. 35-46 https://riviste.unimi.it/index.php/SSMD/article/view/18278, 2022
I cambiamenti climatici globali e la carestia che seguirono l’eruzione del vulcano indonesiano Sa... more I cambiamenti climatici globali e la carestia che seguirono l’eruzione del vulcano indonesiano Samalas stimolarono il comune di Pavia a sviluppare un sistema di registrazioni e di accertamenti annonari necessari a mitigare gli effetti della crisi granaria. Le misure, modellate prendendo spunto da pratiche emergenziali già utilizzate, stimolarono la creazione di sistemi di accertamento, registrazione e controllo più pervasivi e capillari delle disponibilità granarie e delle loro movimentazioni, richiedendo uno sforzo notevole in termini di capacità progettuali, risorse economiche e umane impiegate. Le pratiche, sperimentate durante la crisi, rimasero come patrimonio acquisito per l’amministrazione del comune che poté adottarle anche in seguito in caso di necessità.
Storia di Fossano e del suo territorio, I, …, 2009
L'apogeo dello sviluppo: economia e società/L. Bertoni.-(Territori; 1.1).-In: Storia di Foss... more L'apogeo dello sviluppo: economia e società/L. Bertoni.-(Territori; 1.1).-In: Storia di Fossano e del suo territorio, I, Dalla Preistoria all'inizio del Trecento;[a cura di] R. Comba, R. Bordone, R. Rao.-Fossano: Co. re, 2009.-ISBN 8890450419.-p. 219-268.
Archivio Storico Italiano, 2010
... La mobilità sociale in una città comunale del secondo Duecento: L'esempio della fami... more ... La mobilità sociale in una città comunale del secondo Duecento: L'esempio della familiglia Bastoni di Pavia. Autores: Laura Bertoni; Localización: Archivio storico italiano, ISSN 0391-7770, Vol. 168, Nº. 3, 2010 , págs. 427-460. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados ...
Nuova Rivista Storica, 2011
... Regimen et administrationem bonorum suorum habere: La presenza femminile nell´economia pavese... more ... Regimen et administrationem bonorum suorum habere: La presenza femminile nell´economia pavese del XIII secolo. Autores: Laura Bertoni; Localización: Nuova rivista storica, ISSN 0029-6236, Vol. 95, Nº. 2, 2011 , págs. 437-470. Fundación Dialnet. ...
Un monachesimo di confine: l’abbazia cistercense di Cerreto nel medioevo. Atti della giornata di studio Abbadia Cerreto (LO), 27 maggio 2017, a cura di Guido Cariboni, Gianmarco Cossandi e Nicolangelo D’Acunto, 2020
The contribution aims to explain how the foundation or the control of a monastic institution dest... more The contribution aims to explain how the foundation or the control of a
monastic institution destined for great success, such as San Pietro in Cerreto, can be configured both as an instrument for affirming the city’s expansionist intentions and as a subject of organization of the territory in order to its wider and safer control.
In short words, the contribution reconstructs the events and factors that favored the development and affirmation of San Pietro in Cerreto and that contributed to assign the monastery a function of reference for the nearby territories and villages.
Un monachesimo di confine: l’abbazia cistercense di Cerreto nel medioevo, 2020
The article proposes an analysis of the constitution and management of the landholding of the Abb... more The article proposes an analysis of the constitution and management of the landholding of the Abbey of Cerreto, with particular interest in the turning point occurred in 1139 with its passage from the Benedictine monks to the Cistercians, in order to search for traces of discontinuity or persistence in the ways and forms used by the two orders in land management.
The analysis of the documentation, at a first glance, does not show great variations in the passage of the monastery from Benedictine hands to Cistercian ones: expansion and consolidation remained centered on the same territory, with the implementation of the same type of negotiations.
Greater differences emerge in the attitudes adopted in asset management. The Cistercians carried out a strenuous defense of their rights and property interests by promoting the reorganisation of properties in a system of farms, called grange, which guaranteed a certain degree of unity in management. The white monks were able to continue the exploitation of the landholding potential, grafting their agricultural and settlement experiences in an articulated and already exploited landscape.
L'articolo propone un'analisi della costituzione e gestione del patrimonio dell'Abbazia di Cerreto, con particolare interesse per la svolta avvenuta nel 1139 con il passaggio dai monaci benedettini ai cistercensi, al fine di ricercare tracce di discontinuità o persistenza nei modi e nelle forme utilizzate dai due ordini nella gestione del territorio.
L'analisi della documentazione, a prima vista, non mostra grandi variazioni nel passaggio del monastero dalle mani benedettine a quelle cistercensi: espansione e consolidamento rimasero centrati sullo stesso territorio, con l'attuazione della stessa tipologia di negozi giuridici. Maggiori differenze emergono negli atteggiamenti adottati nella gestione patrimoniale. I Cistercensi operarono una strenua difesa dei loro diritti e interessi patrimoniali promuovendo la riorganizzazione delle proprietà in un sistema di aziende, chiamate grange, che garantivano un certo grado di unità nella gestione. I monaci bianchi hanno così potuto continuare lo sfruttamento del potenziale agrario, innestando le loro esperienze agricole e
Le campagne lombarde del primo Trecento sono state spesso considerate in passato come un caso « e... more Le campagne lombarde del primo Trecento sono state spesso considerate in passato come un caso « eccezionale » rispetto al panorama europeo, impegnate in una lunga « transizione » verso i modelli di sviluppo quattrocenteschi e poco toccate dalla cosiddetta « crisi del Trecento ». Le ricerche sul tema si sono scontrate però con una complessiva scarsità di fonti archivistiche, con la loro difforme distribuzione e con la grande varietà di paesaggi presenti nel territorio lombardo che hanno impedito ogni tentativo di generalizzazione. Il presente lavoro vuole riaprire la riflessione su questo tema, a partire da quei fattori che sono stati individuati come punti chiave nel permettere il « decollo » delle campagne lombarde. Presi nel loro insieme questi elementi hanno marcato una discontinuità con la situazione del secolo precedente, tuttavia la loro affermazione non fu né omogenea, né generalizzata e i progressi fatti registrare non furono esenti da difetti o da momenti di disequilibrio o di vera e propria crisi.
Lombard agriculture in the beginning of fourteenth century was considered as an "exceptional" case by scolars compared to the European panorama: engaged in a long "transition" towards the fifteenth-century models of development and not touched by the so-called "fourteenth century crisis". However, research on the topic, clashed with a lack of sources, with their inequal diffusion and with the great variety of landscapes present in the Lombard territory that prevented any attempt at generalization. The present work aims to reopen the reflection on this theme, starting from those factors that have been identified as key points in allowing the "take-off" of the Lombardy countryside. All these elements marked a discontinuity with the situation of the previous century, but their affirmation was neither homogeneous nor generalized and the progress made was not free from defects or moments of disequilibrium or crisis.
Nel maggio 1128, Ruggero II duca di Puglia, prestò orecchio alle richieste dei consoli di Savona ... more Nel maggio 1128, Ruggero II duca di Puglia, prestò orecchio alle richieste dei consoli di Savona e alle preghiere formulate da Genova e ordinò la scarcerazione di alcuni Savonesi che erano stati catturati con l'accusa di pirateria. Secondo il disposto dell'atto, i Liguri si impegnarono a non arrecare danno né a compiere atti ostili nei confronti dei sudditi del duca per tutto il vasto tratto di mare compreso tra la Nubia e Tripoli e tra i territori del duca e la costa ligure. Essi misero inoltre a disposizione del duca le loro galee per 40 giorni durante quello stesso anno 1 . Nella stessa occasione, sempre secondo gli atti riportati nei Registri della Catena, Ruggero accordò la protezione agli uomini e alle merci dei Savonesi nelle terre a lui sottoposte, con l'eccezione di coloro che andavano per mare causa predandi 2 . Si tratta di documenti molto noti nella tradizione savonese, ma per i quali lo storico Abulafia ha sollevato dubbi circa l'autenticità, proponendo, sulla base di alcuni elementi formali e dei testimoni citati, che si tratti di una ricostruzione di documenti smarriti o non esistenti, sulla base di circostanze realmente accadute o verosimili 3 . L'importanza di questi atti, pur nell'incertezza della loro effettiva validità, risiede nel quadro che essi suggeriscono e che doveva essere ben noto agli uomini del tempo. Non suscitava dubbi nei lettori del provvedimento l'affermazione dell'ampiezza dell'ambito di azione dei marinai savonesi, aperto verso il Mediterraneo e le coste africane, e nemmeno della loro valenza in questo settore e delle competenze nautiche possedute. Circa l'accusa che pendeva sugli uomini arrestati, è necessario chiarire che, nel pieno medioevo, sebbene la differenza tra buone pratiche di commercio e atti di ruberia fosse teoricamente chiara, più sfumata si rivelava nei fatti la distinzione tra mercante e pirata, dato che il primo poteva facilmente trasformarsi nel secondo. La pirateria, intendendo con questo termine ogni forma di banditismo indirizzata contro un'imbarcazione e indipendente dalla nazionalità, affiancò sempre il regolare andamento dei traffici, rappresentando uno dei pericoli più temuti. Nella prassi corrente, ogni occasione che lasciasse intravvedere la possibilità di un facile bottino con poco rischio poteva indurre i mercanti a darsi ad atti di ladrocinio. Sebbene si trattasse di attività al limite della legalità, la considerazione sociale per coloro che la svolgevano era ambigua. Gli autori di questi misfatti erano condannati ufficialmente, ma azioni piratesche hanno costituito la base di partenza per brillanti carriere nell'ambito dell'amministrazione pubblica, dell'esercito o per straordinarie fortune mercantili. Nei secoli XII-XIV l'opinione verso queste azioni non fu mai completamente negativa, soprattutto in un ambiente dove l'espansione dei traffici e delle basi commerciali erano strettamente legate all'iniziativa e alle spedizioni private 4 . Oltre ai documenti citati, le azioni di pirateria compiute da Savonesi nel Tirreno hanno lasciato altre testimonianze: nel 1171 gli uomini di Gaeta e di una località detta "Lisca" ottennero un risarcimento per una rapina perpetrata ai loro danni da gente di Savona e di Noli 5 . Ancora nel 1202 il comune di Savona venne chiamato a risarcire alcuni mercanti cremonesi, pavesi e lucchesi assaliti 1 I Registri della catena del Comune di Savona, Registro I, a cura di D. PUNCUH, A. ROVERE, Genova 1986, 1128, maggio <13>, n. 11, pp. 21-23. 2 Registri della catena cit., I, 1128, maggio <13-31>, n. 12, pp. 23-24. 3 D. ABULAFIA, The two Italies. Economic relations between the norman kingdom of Sicily and the northern communes, Cambridge 1977, pp. 65-69. 4 La pirateria va distinta anche dalla guerra di corsa: operazione autorizzata dalla pubblica autorità nei confronti di un nemico dichiarato. Per un inquadramento generale su questi temi: M. TANGHERONI, Commercio e navigazione nel Medioevo, Roma-Bari 1996, pp. 221-227 e E. BASSO, Pirateria e guerra di corsa nel Mediterraneo: l'osservatorio genovese, in Il governo dell'economia. Italia e Penisola Iberica nel basso Medioevo, a cura di L. TANZINI e S. TOGNETTI, pp. 205-228. 5 Registri della catena, 1171, ottobre, n. 26
Nel 1387 si aprì, nel Piemonte meridionale, un nuovo scenario di guerra nel quadro della serrata ... more Nel 1387 si aprì, nel Piemonte meridionale, un nuovo scenario di guerra nel quadro della serrata competizione per il predominio che opponeva Savoia-Acaia, Saluzzo, Monferrato e Visconti. A innescare il conflitto era stato il rifiuto di Pietrino Malabayla, vassallo del vescovo di Asti, di cedere le terre di Bene Vagienna, Sant'Albano e Trinità. Queste località erano state incluse, al pari di altri territori del vescovo astese, nella dote che Valentina Visconti avrebbe dovuto portare al promesso sposo, Luigi di Valois. Negata la fedeltà al suo signore, il Malabayla decise di porsi sotto la protezione di Amedeo d'Acaia, il quale, all'inizio di novembre, inviò contingenti armati a presidiare i borghi contesi e mobilitò l'esercito generale presso Fossano. Di fronte agli attaccanti, tuttavia, il castello di Bene decise di non aprire le porte e chiese a sua volta l'aiuto di Galeazzo Visconti, il quale affidò il comando delle operazioni a Galeazzo Porro. In poco tempo le scintille iniziali divamparono in aperto scontro, marcando i termini di quella che sarebbe divenuta una lunga guerra d'assedio nei confronti dell'irriducibile castello di Bene 1 .
Cittadini in armi. Eserciti e guerre nell’Italia comunale, 2011
Bollettino della società per gli studi storici, archeologici ed artistici della Provincia di Cuneo, 2011
CENTRO STUDI SULLA STORIA DEGLI INSEDIAMENTI MONASTICI EUROPEI (CESIME) DIPARTIMENTO DI STUDI MED... more CENTRO STUDI SULLA STORIA DEGLI INSEDIAMENTI MONASTICI EUROPEI (CESIME)
DIPARTIMENTO DI STUDI MEDIOEVALI, UMANISTICI E RINASCIMENTALI
FONDAZIONE ABBATIA SANCTE MARIE DE MORIMUNDO