paolo mottana | Università degli Studi di Milano-Bicocca (original) (raw)
Drafts by paolo mottana
L'autodistruzione dell'Università Molti anni fa, quando intrapresi la carriera universitaria, que... more L'autodistruzione dell'Università Molti anni fa, quando intrapresi la carriera universitaria, quelluogo non era certo perfetto. Vi erano molti difetti, guerre intestine, docenti ben poco attenti al loro ruolo e alla loro presenza istituzionale, soprusi e clientele, e tuttavia, in virtù di un codice etico che perlomeno sapeva riconoscere la qualità della cultura, esso era popolato da intellettuali colti, capaci di esprimere nei loro testi e nei loro insegnamenti un'idea del sapere raffinata e ricca. Con il passare degli anni, specie degli ultimi, questo patrimonio non solo è andato perduto ma è stato deliberatamente mortificato e distrutto. Non sto a ripercorrere i passi che hanno condotto a questa situazione, passi normativi, il fiorire di un'etica industriale, una meritocrazia sbandierata come valore morale ma che di fatto non ha fatto altro che far avanzare la tecnocrazia, la trasformazione della creazione culturale in merce e l'affermazione del redditizio sul sensato.
Molti anni fa, quando intrapresi la carriera universitaria, quelluogo non era certo perfetto. Vi ... more Molti anni fa, quando intrapresi la carriera universitaria, quelluogo non era certo perfetto. Vi erano molti difetti, guerre intestine, docenti ben poco attenti al loro ruolo e alla loro presenza istituzionale, soprusi e clientele, e tuttavia, in virtù di un codice etico che perlomeno sapeva riconoscere la qualità della cultura, esso era popolato da intellettuali colti, capaci di esprimere nei loro testi e nei loro insegnamenti un'idea del sapere raffinata e ricca. Con il passare degli anni, specie degli ultimi, questo patrimonio non solo è andato perduto ma è stato deliberatamente mortificato e distrutto. Non sto a ripercorrere i passi che hanno condotto a questa situazione, passi normativi, il fiorire di un'etica industriale, una meritocrazia sbandierata come valore morale ma che di fatto non ha fatto altro che far avanzare la tecnocrazia, la trasformazione della creazione culturale in merce e l'affermazione del redditizio sul sensato. Oggi l'università conosce una stagione infima sotto il profilo della difesa del valore della cultura umana, costringendo tutti ad allinearsi sul nulla, su pratiche sempre più svuotate di significato e sempre più sotto poste al vaglio di un sistema di controllo che premia il numero di pubblicazioni (sempre più brevi però, ridotte a paper dai caratteri numerati, condite di abstract scheletrici e di parole chiave dal dubbio senso culturale), unicamente quelle che vengono accolte da riviste sedicenti scientifiche dove l'inglese è la tessera d'ingresso e l'internazionalizzazione purché sia, il marchio di origine controllata. La libertà di ricerca è strangolata da un'interdizione a muoversi in territorio che non fanno fatturato o non sono approvate da consigli d'amministrazione sempre più vincolati alle logiche aziendali e di connessione soffocante con il mondo delle imprese, dei brevetti e della concorrenza mercantile. Specie nel territorio dei saperi umani, in cui si pensava, come ha bene sottolineato uno studioso serio come Yves Citton nelle sue pubblicazioni poco tradotte nella nostra lingua, che il criterio di qualità fosse legato all' " interpretazione creativa " dei campi d sapere e alla " visione " , aggiungo io, cioè alla capacità di mostrare in modo critico nuovi volti della cultura e della società, o dove, per seguire Agamben, sarebbe stato meglio parlare di " studi " anziché di " ricerche " e con il solito ricatto di una verificabilità scientifica del tutto impropria, ebbene proprio qui la repressione della libera cerca, dell'originalità e della capacità di sottrarsi alla prostituzione mercantile, appare sempre più selvaggiamente scatenata (e io ne so qualcosa sulla mia pelle). Credo sia l'ora di dire basta a tutto questo, almeno da parte di chi non si rassegna a venire sempre più ossessionato da procedure di controllo e di contraffazione del senso del sapere che l'istituzione imbastardita dalla competizione finanziaria cui è condannata porta avanti ciecamente, da chi non sopporta il balbettio anglofilo dei colleghi, dal conio di sigle sempre più improbabili quanto imbecilli dietro le quali si nasconde solo la tecnicizzazione forsennata del lavoro culturale e dell'insegnamento. Dalla costrizione a esprimere i propri programmi di lavoro in obiettivi quantificabili e verificabili in termini immediati (quando si sa bene che un autentico insegnamento non può che dare i suoi frutti in tempi lunghi) e in linguaggi vecchi almeno quanto le tavole degli obiettivi comportamentali di Bloom. Da chi è sottoposto quotidianamente alla fretta del pubblicare purché sia, del cercare di inserirsi in progetti internazionali carichi di finanziamenti anche se non gliene importa nulla e nulla hanno a che fare con le sue capacità e qualità, della coazione alla assunzione di carichi organizzativi che poco hanno a che spartire con un ruolo di cultura (e non manageriale checché strepitino i tanti colleghi che mascherano la loro miseria epistemica dietro alla parata di incarichi di coordinamento, direzione, partecipazione a misteriosi organismi che sembrano moltiplicarsi sempre di più in misura proporzionale alla povertà dei loro risultati). Io non sono entrato in università per rispondere a queste richieste, per lavorare in un ente (che si voleva pubblico e di custodia della cultura viva) che è ormai un'azienda come tante altre che deve
Papers by paolo mottana
ICERI2017 Proceedings, Nov 1, 2017
Introduction The importance of introducing mythopoetic practices in adult's and professional educ... more Introduction The importance of introducing mythopoetic practices in adult's and professional education is supported by many thinkers (Durand, Hillman, Zambrano, Leonard, Willis). In Italy this exigency comes from the awareness of the contamination of educational culture by imaginary, ideas that psychological, social, technical disciplines offer of its great topics and problems (Mottana). The presence of these disciplines is evident in Health Pedagogy with the great advantage to assure clear references, useful operative strategies or protocols helping who works in sanitary services. But often the trend is to abuse of technical categories, produce classifications of therapeutics, assistance and educative experience using reductive interpretations or languages, reducing sensitive and imaginative ability of professionals who seem to recognise their identity only in patterns based on competence systems or job description. What we need then is also an improvement of sensibility, an enrichment of imaginary and patterns of understanding and we can reach this goal applying to the artistic creations coming from the huge mythical basin of our tradition. Methodology: This paper aims to give account of a concrete research and educational experience conducted with the mythopoetic approach of Imaginal Pedagogy" (Mottana) involving clinical tutors in the field of Health Education at Turin's University (4 educational interventions from 2014 to 2016). Each path lasted 3 days of 7 hours in which participants (groups of 15 clinical tutors chosen for their educative experience) were asked to reflect on the figure of clinical tutor moving from their own imaginary but going beyond it through the exploration of symbolic works of art. According to the imaginal approach works were treated as sources from which to distil knowledge, as living subjects with a particular physiognomy and pregnant with meaning using a respectful hermeneutic based on contemplation, listening, loyalty to the image, suspension of judgement. In spite of the difficulty of the the exploration and the density of the works of art presented the participants appeared sensitive and eager to learn a different may of reading images and experience, eager to sick a methodology so distant from their usual habit; they have absorbed, reflected imaginal experience of the works patiently showing a good ability to dwell into the abyss of contradictory meanings. Results: At the end of the work each group tried to give some interpretations of the works of art, distil a new different knowledge about tutor figure coming to symbolic interpretations. Without coming to definitive explanations, they succeeded in identifying possible meanings, naming resonances, recognising correspondences between the explored matter and the world of symbols, archetypes the works referred to. At the end sparks of knowledge appeared, something different than a corpus of notions, concepts or competences. Perhaps they don't learn something more on tutor but their sensibility in regard of this educative figure became deeper, more complex as it appears in the final symbolic pictures they produced. The participants gained a particular kind of knowledge, something different from the ordinary corpus of notions, concepts or competences. They have learnt neither something more on tutoring nor new techniques of tutoring but their sensibility in relation to these experiences became deeper and even more exact as it appears in many final pictures they produced. But the most important result is to be found in the acknowledgement of the imaginal art world as a world of knowledge, a huge cultural heritage of symbols and myths coming from a tradition of centuries, able to enrich their professional background. Conclusions. These results suggest once more that the imaginal approach can be successfully employed even in the medical educational field, and that the symbolic art it refers to is not just a "didactic tool", but an important cultural spring from which to draw water to revitalise our culture.
Intexto, Jun 5, 2015
Le cinéma de Tarkovski est riche de présences symboliques. L'essai rend, à travers le contact pro... more Le cinéma de Tarkovski est riche de présences symboliques. L'essai rend, à travers le contact prolongé et fidèle aux différentes oeuvres du metteur en scène russe, la constellation de ses éléments archetipiques et de ses figures les plus significatives. Le dialogue terre-eau, le travail du feu, la récurrence de l'arbre, du bois, de l'enfance, le flux lent du temps, la phenomenologie poétique de la maison. Dans le cinéma de Tarkovski on se perd, son oeuvre, un vrai opus magnus alchimique, est un voyage dans la survivance d'un halètement mystique profondément incarné dans la matière terrestre. Son parcours circulaire, de l'arbre brûlé d'Ivan à ce qui renaît à la fin du Sacrifice miraculeusement, c'est une cheville fondamentale pour pouvoir expérimenter la puissance de l'imagination créatrice quand encore elle est l' expression d'une sensibilité inspirée à l'âme du monde". Mots clefs Tarkovski. Terre. Eau. Opus alchimique. Imaginal. 1 Anamnèse imaginale Un quinquina d'herbe en pente et, au fond, circulaire, le miroir brumeux d'une eau immobile, peut-être un étang ou un lac. La nuque blonde d'un enfant, une femme adulte, une petite fille, um chien, une autre femme; ensuite, tous le dos tourné, ils descendent la colline alors que l'on entend, d'une voix féminine, un chant funèbre. La nostalghia prend tout d'abord la forme d'un mouvement en pente et d'une immersion entre l'herbe, l'eau et le brouillard, d'un petit groupe familial au son d'un chant féminin. C'est la descente vers cette surface qui donne un reflet et plonge, puis s'arrête tout d'un coup. Et le récit commence.
Introduction The importance of introducing mythopoetic practices in adult's and professional educ... more Introduction The importance of introducing mythopoetic practices in adult's and professional education is supported by many thinkers (Durand, Hillman, Zambrano, Leonard, Willis). In Italy this exigency comes from the awareness of the contamination of educational culture by imaginary, ideas that psychological, social, technical disciplines offer of its great topics and problems (Mottana). The presence of these disciplines is evident in Health Pedagogy with the great advantage to assure clear references, useful operative strategies or protocols helping who works in sanitary services. But often the trend is to abuse of technical categories, produce classifications of therapeutics, assistance and educative experience using reductive interpretations or languages, reducing sensitive and imaginative ability of professionals who seem to recognise their identity only in patterns based on competence systems or job description. What we need then is also an improvement of sensibility, an enrichment of imaginary and patterns of understanding and we can reach this goal applying to the artistic creations coming from the huge mythical basin of our tradition. Methodology: This paper aims to give account of a concrete research and educational experience conducted with the mythopoetic approach of Imaginal Pedagogy" (Mottana) involving clinical tutors in the field of Health Education at Turin's University (4 educational interventions from 2014 to 2016). Each path lasted 3 days of 7 hours in which participants (groups of 15 clinical tutors chosen for their educative experience) were asked to reflect on the figure of clinical tutor moving from their own imaginary but going beyond it through the exploration of symbolic works of art. According to the imaginal approach works were treated as sources from which to distil knowledge, as living subjects with a particular physiognomy and pregnant with meaning using a respectful hermeneutic based on contemplation, listening, loyalty to the image, suspension of judgement. In spite of the difficulty of the the exploration and the density of the works of art presented the participants appeared sensitive and eager to learn a different may of reading images and experience, eager to sick a methodology so distant from their usual habit; they have absorbed, reflected imaginal experience of the works patiently showing a good ability to dwell into the abyss of contradictory meanings. Results: At the end of the work each group tried to give some interpretations of the works of art, distil a new different knowledge about tutor figure coming to symbolic interpretations. Without coming to definitive explanations, they succeeded in identifying possible meanings, naming resonances, recognising correspondences between the explored matter and the world of symbols, archetypes the works referred to. At the end sparks of knowledge appeared, something different than a corpus of notions, concepts or competences. Perhaps they don't learn something more on tutor but their sensibility in regard of this educative figure became deeper, more complex as it appears in the final symbolic pictures they produced. The participants gained a particular kind of knowledge, something different from the ordinary corpus of notions, concepts or competences. They have learnt neither something more on tutoring nor new techniques of tutoring but their sensibility in relation to these experiences became deeper and even more exact as it appears in many final pictures they produced. But the most important result is to be found in the acknowledgement of the imaginal art world as a world of knowledge, a huge cultural heritage of symbols and myths coming from a tradition of centuries, able to enrich their professional background. Conclusions. These results suggest once more that the imaginal approach can be successfully employed even in the medical educational field, and that the symbolic art it refers to is not just a "didactic tool", but an important cultural spring from which to draw water to revitalise our culture.
To an education policy increasingly subject to the rules imposed by market, production and compet... more To an education policy increasingly subject to the rules imposed by market, production and competition expectations, I mean to counteract a policy of restitution, such as the commitment to protect every young person from the pressure of exploitation and to reward it through the preparation of vivid, intense, meaningful experiences , aware that only the gift, in its broadest sense, can repay the human singularity of the inevitable limitations and wounds that every "existence" (Dasein) entails. L'espressione restituzione evoca l'idea che qualcuno abbia una sorta di debito nei confronti di qualcun altro. Che qualcuno abbia ricevuto e questo ricevimento implichi il dovere di ricambiare. Ora, ancor prima di discutere la questione, al tempo stesso affascinante e complessa, della "catena del dono" e, in generale di un'economia del dono da intendersi come rispo-sta antiutilitarista nelle relazioni umane e oltreumane, vorrei chiedermi chi dona a chi, che cosa ...
To an education policy increasingly subject to the rules imposed by market, production and compet... more To an education policy increasingly subject to the rules imposed by market, production and competition expectations, I mean to counteract a policy of restitution, such as the commitment to protect every young person from the pressure of exploitation and to reward it through the preparation of vivid, intense, meaningful experiences, aware that only the gift, in its broadest sense, can repay the human singularity of the inevitable limitations and wounds that every “existence” (Dasein) entails.
... individuale e allo stesso tempo dell'universale, mai ripiegata sul letterale, sempre... more ... individuale e allo stesso tempo dell'universale, mai ripiegata sul letterale, sempre polisensa, ierogamia dell'ombra e del luminoso, potenza in atto e attualità in potenza, quindi preclusa ad ogni logica positiva se non sia quella triplice teorizzata da Stephane Lupasco che forse si ...
... individuale e allo stesso tempo dell'universale, mai ripiegata sul letterale, sempre... more ... individuale e allo stesso tempo dell'universale, mai ripiegata sul letterale, sempre polisensa, ierogamia dell'ombra e del luminoso, potenza in atto e attualità in potenza, quindi preclusa ad ogni logica positiva se non sia quella triplice teorizzata da Stephane Lupasco che forse si ...
Studi Sulla Formazione, 2014
L'autodistruzione dell'Università Molti anni fa, quando intrapresi la carriera universitaria, que... more L'autodistruzione dell'Università Molti anni fa, quando intrapresi la carriera universitaria, quelluogo non era certo perfetto. Vi erano molti difetti, guerre intestine, docenti ben poco attenti al loro ruolo e alla loro presenza istituzionale, soprusi e clientele, e tuttavia, in virtù di un codice etico che perlomeno sapeva riconoscere la qualità della cultura, esso era popolato da intellettuali colti, capaci di esprimere nei loro testi e nei loro insegnamenti un'idea del sapere raffinata e ricca. Con il passare degli anni, specie degli ultimi, questo patrimonio non solo è andato perduto ma è stato deliberatamente mortificato e distrutto. Non sto a ripercorrere i passi che hanno condotto a questa situazione, passi normativi, il fiorire di un'etica industriale, una meritocrazia sbandierata come valore morale ma che di fatto non ha fatto altro che far avanzare la tecnocrazia, la trasformazione della creazione culturale in merce e l'affermazione del redditizio sul sensato.
Molti anni fa, quando intrapresi la carriera universitaria, quelluogo non era certo perfetto. Vi ... more Molti anni fa, quando intrapresi la carriera universitaria, quelluogo non era certo perfetto. Vi erano molti difetti, guerre intestine, docenti ben poco attenti al loro ruolo e alla loro presenza istituzionale, soprusi e clientele, e tuttavia, in virtù di un codice etico che perlomeno sapeva riconoscere la qualità della cultura, esso era popolato da intellettuali colti, capaci di esprimere nei loro testi e nei loro insegnamenti un'idea del sapere raffinata e ricca. Con il passare degli anni, specie degli ultimi, questo patrimonio non solo è andato perduto ma è stato deliberatamente mortificato e distrutto. Non sto a ripercorrere i passi che hanno condotto a questa situazione, passi normativi, il fiorire di un'etica industriale, una meritocrazia sbandierata come valore morale ma che di fatto non ha fatto altro che far avanzare la tecnocrazia, la trasformazione della creazione culturale in merce e l'affermazione del redditizio sul sensato. Oggi l'università conosce una stagione infima sotto il profilo della difesa del valore della cultura umana, costringendo tutti ad allinearsi sul nulla, su pratiche sempre più svuotate di significato e sempre più sotto poste al vaglio di un sistema di controllo che premia il numero di pubblicazioni (sempre più brevi però, ridotte a paper dai caratteri numerati, condite di abstract scheletrici e di parole chiave dal dubbio senso culturale), unicamente quelle che vengono accolte da riviste sedicenti scientifiche dove l'inglese è la tessera d'ingresso e l'internazionalizzazione purché sia, il marchio di origine controllata. La libertà di ricerca è strangolata da un'interdizione a muoversi in territorio che non fanno fatturato o non sono approvate da consigli d'amministrazione sempre più vincolati alle logiche aziendali e di connessione soffocante con il mondo delle imprese, dei brevetti e della concorrenza mercantile. Specie nel territorio dei saperi umani, in cui si pensava, come ha bene sottolineato uno studioso serio come Yves Citton nelle sue pubblicazioni poco tradotte nella nostra lingua, che il criterio di qualità fosse legato all' " interpretazione creativa " dei campi d sapere e alla " visione " , aggiungo io, cioè alla capacità di mostrare in modo critico nuovi volti della cultura e della società, o dove, per seguire Agamben, sarebbe stato meglio parlare di " studi " anziché di " ricerche " e con il solito ricatto di una verificabilità scientifica del tutto impropria, ebbene proprio qui la repressione della libera cerca, dell'originalità e della capacità di sottrarsi alla prostituzione mercantile, appare sempre più selvaggiamente scatenata (e io ne so qualcosa sulla mia pelle). Credo sia l'ora di dire basta a tutto questo, almeno da parte di chi non si rassegna a venire sempre più ossessionato da procedure di controllo e di contraffazione del senso del sapere che l'istituzione imbastardita dalla competizione finanziaria cui è condannata porta avanti ciecamente, da chi non sopporta il balbettio anglofilo dei colleghi, dal conio di sigle sempre più improbabili quanto imbecilli dietro le quali si nasconde solo la tecnicizzazione forsennata del lavoro culturale e dell'insegnamento. Dalla costrizione a esprimere i propri programmi di lavoro in obiettivi quantificabili e verificabili in termini immediati (quando si sa bene che un autentico insegnamento non può che dare i suoi frutti in tempi lunghi) e in linguaggi vecchi almeno quanto le tavole degli obiettivi comportamentali di Bloom. Da chi è sottoposto quotidianamente alla fretta del pubblicare purché sia, del cercare di inserirsi in progetti internazionali carichi di finanziamenti anche se non gliene importa nulla e nulla hanno a che fare con le sue capacità e qualità, della coazione alla assunzione di carichi organizzativi che poco hanno a che spartire con un ruolo di cultura (e non manageriale checché strepitino i tanti colleghi che mascherano la loro miseria epistemica dietro alla parata di incarichi di coordinamento, direzione, partecipazione a misteriosi organismi che sembrano moltiplicarsi sempre di più in misura proporzionale alla povertà dei loro risultati). Io non sono entrato in università per rispondere a queste richieste, per lavorare in un ente (che si voleva pubblico e di custodia della cultura viva) che è ormai un'azienda come tante altre che deve
ICERI2017 Proceedings, Nov 1, 2017
Introduction The importance of introducing mythopoetic practices in adult's and professional educ... more Introduction The importance of introducing mythopoetic practices in adult's and professional education is supported by many thinkers (Durand, Hillman, Zambrano, Leonard, Willis). In Italy this exigency comes from the awareness of the contamination of educational culture by imaginary, ideas that psychological, social, technical disciplines offer of its great topics and problems (Mottana). The presence of these disciplines is evident in Health Pedagogy with the great advantage to assure clear references, useful operative strategies or protocols helping who works in sanitary services. But often the trend is to abuse of technical categories, produce classifications of therapeutics, assistance and educative experience using reductive interpretations or languages, reducing sensitive and imaginative ability of professionals who seem to recognise their identity only in patterns based on competence systems or job description. What we need then is also an improvement of sensibility, an enrichment of imaginary and patterns of understanding and we can reach this goal applying to the artistic creations coming from the huge mythical basin of our tradition. Methodology: This paper aims to give account of a concrete research and educational experience conducted with the mythopoetic approach of Imaginal Pedagogy" (Mottana) involving clinical tutors in the field of Health Education at Turin's University (4 educational interventions from 2014 to 2016). Each path lasted 3 days of 7 hours in which participants (groups of 15 clinical tutors chosen for their educative experience) were asked to reflect on the figure of clinical tutor moving from their own imaginary but going beyond it through the exploration of symbolic works of art. According to the imaginal approach works were treated as sources from which to distil knowledge, as living subjects with a particular physiognomy and pregnant with meaning using a respectful hermeneutic based on contemplation, listening, loyalty to the image, suspension of judgement. In spite of the difficulty of the the exploration and the density of the works of art presented the participants appeared sensitive and eager to learn a different may of reading images and experience, eager to sick a methodology so distant from their usual habit; they have absorbed, reflected imaginal experience of the works patiently showing a good ability to dwell into the abyss of contradictory meanings. Results: At the end of the work each group tried to give some interpretations of the works of art, distil a new different knowledge about tutor figure coming to symbolic interpretations. Without coming to definitive explanations, they succeeded in identifying possible meanings, naming resonances, recognising correspondences between the explored matter and the world of symbols, archetypes the works referred to. At the end sparks of knowledge appeared, something different than a corpus of notions, concepts or competences. Perhaps they don't learn something more on tutor but their sensibility in regard of this educative figure became deeper, more complex as it appears in the final symbolic pictures they produced. The participants gained a particular kind of knowledge, something different from the ordinary corpus of notions, concepts or competences. They have learnt neither something more on tutoring nor new techniques of tutoring but their sensibility in relation to these experiences became deeper and even more exact as it appears in many final pictures they produced. But the most important result is to be found in the acknowledgement of the imaginal art world as a world of knowledge, a huge cultural heritage of symbols and myths coming from a tradition of centuries, able to enrich their professional background. Conclusions. These results suggest once more that the imaginal approach can be successfully employed even in the medical educational field, and that the symbolic art it refers to is not just a "didactic tool", but an important cultural spring from which to draw water to revitalise our culture.
Intexto, Jun 5, 2015
Le cinéma de Tarkovski est riche de présences symboliques. L'essai rend, à travers le contact pro... more Le cinéma de Tarkovski est riche de présences symboliques. L'essai rend, à travers le contact prolongé et fidèle aux différentes oeuvres du metteur en scène russe, la constellation de ses éléments archetipiques et de ses figures les plus significatives. Le dialogue terre-eau, le travail du feu, la récurrence de l'arbre, du bois, de l'enfance, le flux lent du temps, la phenomenologie poétique de la maison. Dans le cinéma de Tarkovski on se perd, son oeuvre, un vrai opus magnus alchimique, est un voyage dans la survivance d'un halètement mystique profondément incarné dans la matière terrestre. Son parcours circulaire, de l'arbre brûlé d'Ivan à ce qui renaît à la fin du Sacrifice miraculeusement, c'est une cheville fondamentale pour pouvoir expérimenter la puissance de l'imagination créatrice quand encore elle est l' expression d'une sensibilité inspirée à l'âme du monde". Mots clefs Tarkovski. Terre. Eau. Opus alchimique. Imaginal. 1 Anamnèse imaginale Un quinquina d'herbe en pente et, au fond, circulaire, le miroir brumeux d'une eau immobile, peut-être un étang ou un lac. La nuque blonde d'un enfant, une femme adulte, une petite fille, um chien, une autre femme; ensuite, tous le dos tourné, ils descendent la colline alors que l'on entend, d'une voix féminine, un chant funèbre. La nostalghia prend tout d'abord la forme d'un mouvement en pente et d'une immersion entre l'herbe, l'eau et le brouillard, d'un petit groupe familial au son d'un chant féminin. C'est la descente vers cette surface qui donne un reflet et plonge, puis s'arrête tout d'un coup. Et le récit commence.
Introduction The importance of introducing mythopoetic practices in adult's and professional educ... more Introduction The importance of introducing mythopoetic practices in adult's and professional education is supported by many thinkers (Durand, Hillman, Zambrano, Leonard, Willis). In Italy this exigency comes from the awareness of the contamination of educational culture by imaginary, ideas that psychological, social, technical disciplines offer of its great topics and problems (Mottana). The presence of these disciplines is evident in Health Pedagogy with the great advantage to assure clear references, useful operative strategies or protocols helping who works in sanitary services. But often the trend is to abuse of technical categories, produce classifications of therapeutics, assistance and educative experience using reductive interpretations or languages, reducing sensitive and imaginative ability of professionals who seem to recognise their identity only in patterns based on competence systems or job description. What we need then is also an improvement of sensibility, an enrichment of imaginary and patterns of understanding and we can reach this goal applying to the artistic creations coming from the huge mythical basin of our tradition. Methodology: This paper aims to give account of a concrete research and educational experience conducted with the mythopoetic approach of Imaginal Pedagogy" (Mottana) involving clinical tutors in the field of Health Education at Turin's University (4 educational interventions from 2014 to 2016). Each path lasted 3 days of 7 hours in which participants (groups of 15 clinical tutors chosen for their educative experience) were asked to reflect on the figure of clinical tutor moving from their own imaginary but going beyond it through the exploration of symbolic works of art. According to the imaginal approach works were treated as sources from which to distil knowledge, as living subjects with a particular physiognomy and pregnant with meaning using a respectful hermeneutic based on contemplation, listening, loyalty to the image, suspension of judgement. In spite of the difficulty of the the exploration and the density of the works of art presented the participants appeared sensitive and eager to learn a different may of reading images and experience, eager to sick a methodology so distant from their usual habit; they have absorbed, reflected imaginal experience of the works patiently showing a good ability to dwell into the abyss of contradictory meanings. Results: At the end of the work each group tried to give some interpretations of the works of art, distil a new different knowledge about tutor figure coming to symbolic interpretations. Without coming to definitive explanations, they succeeded in identifying possible meanings, naming resonances, recognising correspondences between the explored matter and the world of symbols, archetypes the works referred to. At the end sparks of knowledge appeared, something different than a corpus of notions, concepts or competences. Perhaps they don't learn something more on tutor but their sensibility in regard of this educative figure became deeper, more complex as it appears in the final symbolic pictures they produced. The participants gained a particular kind of knowledge, something different from the ordinary corpus of notions, concepts or competences. They have learnt neither something more on tutoring nor new techniques of tutoring but their sensibility in relation to these experiences became deeper and even more exact as it appears in many final pictures they produced. But the most important result is to be found in the acknowledgement of the imaginal art world as a world of knowledge, a huge cultural heritage of symbols and myths coming from a tradition of centuries, able to enrich their professional background. Conclusions. These results suggest once more that the imaginal approach can be successfully employed even in the medical educational field, and that the symbolic art it refers to is not just a "didactic tool", but an important cultural spring from which to draw water to revitalise our culture.
To an education policy increasingly subject to the rules imposed by market, production and compet... more To an education policy increasingly subject to the rules imposed by market, production and competition expectations, I mean to counteract a policy of restitution, such as the commitment to protect every young person from the pressure of exploitation and to reward it through the preparation of vivid, intense, meaningful experiences , aware that only the gift, in its broadest sense, can repay the human singularity of the inevitable limitations and wounds that every "existence" (Dasein) entails. L'espressione restituzione evoca l'idea che qualcuno abbia una sorta di debito nei confronti di qualcun altro. Che qualcuno abbia ricevuto e questo ricevimento implichi il dovere di ricambiare. Ora, ancor prima di discutere la questione, al tempo stesso affascinante e complessa, della "catena del dono" e, in generale di un'economia del dono da intendersi come rispo-sta antiutilitarista nelle relazioni umane e oltreumane, vorrei chiedermi chi dona a chi, che cosa ...
To an education policy increasingly subject to the rules imposed by market, production and compet... more To an education policy increasingly subject to the rules imposed by market, production and competition expectations, I mean to counteract a policy of restitution, such as the commitment to protect every young person from the pressure of exploitation and to reward it through the preparation of vivid, intense, meaningful experiences, aware that only the gift, in its broadest sense, can repay the human singularity of the inevitable limitations and wounds that every “existence” (Dasein) entails.
... individuale e allo stesso tempo dell'universale, mai ripiegata sul letterale, sempre... more ... individuale e allo stesso tempo dell'universale, mai ripiegata sul letterale, sempre polisensa, ierogamia dell'ombra e del luminoso, potenza in atto e attualità in potenza, quindi preclusa ad ogni logica positiva se non sia quella triplice teorizzata da Stephane Lupasco che forse si ...
... individuale e allo stesso tempo dell'universale, mai ripiegata sul letterale, sempre... more ... individuale e allo stesso tempo dell'universale, mai ripiegata sul letterale, sempre polisensa, ierogamia dell'ombra e del luminoso, potenza in atto e attualità in potenza, quindi preclusa ad ogni logica positiva se non sia quella triplice teorizzata da Stephane Lupasco che forse si ...
Studi Sulla Formazione, 2014
... individuale e allo stesso tempo dell'universale, mai ripiegata sul letterale, sempre... more ... individuale e allo stesso tempo dell'universale, mai ripiegata sul letterale, sempre polisensa, ierogamia dell'ombra e del luminoso, potenza in atto e attualità in potenza, quindi preclusa ad ogni logica positiva se non sia quella triplice teorizzata da Stephane Lupasco che forse si ...
Antipedagogie del piacere (Sade e Fourier) E altri erotismi "L'uomo può cercare di dare un nome a... more Antipedagogie del piacere (Sade e Fourier) E altri erotismi "L'uomo può cercare di dare un nome all'amore, attribuendogli tutti quelli che ha a disposizione, ma cadrà sempre vittima di infiniti autoinganni. Se dispone di un granello di saggezza, deporrà le armi e chiamerà l'ignoto con il più ignoto, ignotum per ignotius, cioè con il nome di Dio" (C.G.Jung)