Andrea Mariuzzo | Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (original) (raw)
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Books by Andrea Mariuzzo
The education of Italian elites in the contemporary age is still far from a definite historiograp... more The education of Italian elites in the contemporary age is still far from a definite historiographical specific subject and overall focus is still under development. We have instead of a state of significant studies to other comparable domestic cases, such as the French one. This book aims to present some case studies that can offer materials for the construction of a history of the formation of the different Italian elites in time (from the early nineteenth century until 1945) and in space (Sicily, Pisa e Trieste). Essays by Tamara Colacicco, Andrea Dessardo, Daria Gabusi, Andrea Mariuzzo, Caterina Sindoni.
Special issue of the journal "Storia e Problemi Contemporanei", 57, 2011.
Col ritorno dell’Italia al libero confronto democratico nel secondo dopoguerra, il conflitto tra ... more Col ritorno dell’Italia al libero confronto democratico nel secondo dopoguerra, il conflitto tra comunismo e anticomunismo si è imposto come il cleavage principale per il consolidamento delle identità collettive e di abitudini politiche destinate, in alcuni casi, a durare fino a oggi. A fronte della ricca tradizione di studi sul PCI, però, sono stati finora scarsi i tentativi di elaborare un quadro d’insieme di tale confronto e dei suoi effetti sull’universo anticomunista. Illustrando i processi di formazione e i canali di circolazione dei principali elementi del linguaggio politico italiano negli anni cruciali per la formazione dell’arena politica repubblicana, il volume prende in considerazione alcuni importanti aspetti della storia politica italiana attraverso una fruttuosa prospettiva di analisi.
Oggetto per lungo tempo dell’attenzione memorialistica della generazione del ‘lungo viaggio’ attr... more Oggetto per lungo tempo dell’attenzione memorialistica della generazione del ‘lungo viaggio’ attraverso il fascismo più che di ricostruzioni storiche, le vicende del Collegio ‘Mussolini’ di scienze corporative e del Collegio nazionale medico costituiscono un elemento di grande importanza per comprendere appieno il ruolo dell’istituzione di eccellenza pisana nel contesto del sistema accademico italiano tra le due guerre.
Il volume, basato su una ricerca svolta nell’ambito del gruppo di lavoro sulla storia della Scuola Normale attivato in vista del bicentenario, esamina il tentativo gentiliano di applicare il modello formativo normalistico alle facoltà professionalizzanti prendendo in considerazione sia il punto di vista delle influenze della politica di regime sulla cultura negli anni del corporativismo, sia quello dello sviluppo sistemico dell’istruzione superiore italiana nel cuore del Ventesimo secolo.
Si raccolgono qui i contributi presentati in occasione degli incontri promossi dalla Ragione Tosc... more Si raccolgono qui i contributi presentati in occasione degli incontri promossi dalla Ragione Toscana per ricordare il settantesimo anniversario dell’introduzione in Italia delle leggi razziali – avviate dal regio decreto firmato il 5 settembre 1938 da Vittorio Emanuele III nella tenuta di San Rossore – presso le istituzioni universitarie presenti sul territorio. Se l’insieme dei saggi costituisce una ulteriore testimonianza della vivacità e della profondità con cui nei diversi ambiti (da quello politico a quello culturale, da quello giuridico a quello antropologico) gli studi storici hanno negli ultimi anni affrontato una delle pagine più vergognose dell’Italia contemporanea, il quadro complessivo restituisce un approfondimento su alcune questioni (la continuità o meno dell'antisemitismo nella storia d'Italia; la ricezione delle misure antiebraiche presso la popolazione civile; i processi di rimozione della vicenda nella coscienza collettiva) che sono al centro dell'attuale dibattito.
Nel corso di oltre un trentennio, fra la stagione del New Deal e la guerra fredda, Harold Lasswel... more Nel corso di oltre un trentennio, fra la stagione del New Deal e la guerra fredda, Harold Lasswell, Nathan Leites e Bertram Wolfe si collocano fra la moltitudine degli studiosi americani che dedicarono le loro competenze scientifiche e la loro passione intellettuale alla riflessione su quello che, insieme al fascismo, ritenevano essere uno dei principali nemici dell’America e della civiltà occidentale: il comunismo.
Alle spalle radici culturali, esperienze, carriere molto diverse: per quanto le loro esistenze si siano a un certo momento intrecciate, le loro storie e i loro profili devono essere mantenuti, almeno in parte, distinti. La loro opera, proprio per questo, propone un quadro ricco e coerente dello studio del comunismo, che va dalla descrizione della propaganda comunista al codice operativo dei dirigenti sovietici, dalla politica culturale dell’URSS al linguaggio dell’Internazionale comunista.
Papers by Andrea Mariuzzo
Firenze University Press eBooks, 2024
The American Historical Review, 2012
Parte della rubrica sulle scuole nel mond
Manchester University Press eBooks, Sep 1, 2018
This chapter highlights the extent to which a radical and absolute struggle such as the Cold War ... more This chapter highlights the extent to which a radical and absolute struggle such as the Cold War opposition of Communists and anti-Communists involves the aspects of religious faith and moral values. The theological anti-Communism promoted by the Churches of Pius XI and Pius XII strongly influenced the perception of Communism in Italy. Communists were frequently seen as ‘godless’ sinners and immoral corruptors of the youth. Such common perception forced the Italian Communist Party to a reaction based on the claim of its full compliance to the inner spirit of the Christian message of charity and solidarity.
The education of Italian elites in the contemporary age is still far from a definite historiograp... more The education of Italian elites in the contemporary age is still far from a definite historiographical specific subject and overall focus is still under development. We have instead of a state of significant studies to other comparable domestic cases, such as the French one. This book aims to present some case studies that can offer materials for the construction of a history of the formation of the different Italian elites in time (from the early nineteenth century until 1945) and in space (Sicily, Pisa e Trieste). Essays by Tamara Colacicco, Andrea Dessardo, Daria Gabusi, Andrea Mariuzzo, Caterina Sindoni.
Special issue of the journal "Storia e Problemi Contemporanei", 57, 2011.
Col ritorno dell’Italia al libero confronto democratico nel secondo dopoguerra, il conflitto tra ... more Col ritorno dell’Italia al libero confronto democratico nel secondo dopoguerra, il conflitto tra comunismo e anticomunismo si è imposto come il cleavage principale per il consolidamento delle identità collettive e di abitudini politiche destinate, in alcuni casi, a durare fino a oggi. A fronte della ricca tradizione di studi sul PCI, però, sono stati finora scarsi i tentativi di elaborare un quadro d’insieme di tale confronto e dei suoi effetti sull’universo anticomunista. Illustrando i processi di formazione e i canali di circolazione dei principali elementi del linguaggio politico italiano negli anni cruciali per la formazione dell’arena politica repubblicana, il volume prende in considerazione alcuni importanti aspetti della storia politica italiana attraverso una fruttuosa prospettiva di analisi.
Oggetto per lungo tempo dell’attenzione memorialistica della generazione del ‘lungo viaggio’ attr... more Oggetto per lungo tempo dell’attenzione memorialistica della generazione del ‘lungo viaggio’ attraverso il fascismo più che di ricostruzioni storiche, le vicende del Collegio ‘Mussolini’ di scienze corporative e del Collegio nazionale medico costituiscono un elemento di grande importanza per comprendere appieno il ruolo dell’istituzione di eccellenza pisana nel contesto del sistema accademico italiano tra le due guerre.
Il volume, basato su una ricerca svolta nell’ambito del gruppo di lavoro sulla storia della Scuola Normale attivato in vista del bicentenario, esamina il tentativo gentiliano di applicare il modello formativo normalistico alle facoltà professionalizzanti prendendo in considerazione sia il punto di vista delle influenze della politica di regime sulla cultura negli anni del corporativismo, sia quello dello sviluppo sistemico dell’istruzione superiore italiana nel cuore del Ventesimo secolo.
Si raccolgono qui i contributi presentati in occasione degli incontri promossi dalla Ragione Tosc... more Si raccolgono qui i contributi presentati in occasione degli incontri promossi dalla Ragione Toscana per ricordare il settantesimo anniversario dell’introduzione in Italia delle leggi razziali – avviate dal regio decreto firmato il 5 settembre 1938 da Vittorio Emanuele III nella tenuta di San Rossore – presso le istituzioni universitarie presenti sul territorio. Se l’insieme dei saggi costituisce una ulteriore testimonianza della vivacità e della profondità con cui nei diversi ambiti (da quello politico a quello culturale, da quello giuridico a quello antropologico) gli studi storici hanno negli ultimi anni affrontato una delle pagine più vergognose dell’Italia contemporanea, il quadro complessivo restituisce un approfondimento su alcune questioni (la continuità o meno dell'antisemitismo nella storia d'Italia; la ricezione delle misure antiebraiche presso la popolazione civile; i processi di rimozione della vicenda nella coscienza collettiva) che sono al centro dell'attuale dibattito.
Nel corso di oltre un trentennio, fra la stagione del New Deal e la guerra fredda, Harold Lasswel... more Nel corso di oltre un trentennio, fra la stagione del New Deal e la guerra fredda, Harold Lasswell, Nathan Leites e Bertram Wolfe si collocano fra la moltitudine degli studiosi americani che dedicarono le loro competenze scientifiche e la loro passione intellettuale alla riflessione su quello che, insieme al fascismo, ritenevano essere uno dei principali nemici dell’America e della civiltà occidentale: il comunismo.
Alle spalle radici culturali, esperienze, carriere molto diverse: per quanto le loro esistenze si siano a un certo momento intrecciate, le loro storie e i loro profili devono essere mantenuti, almeno in parte, distinti. La loro opera, proprio per questo, propone un quadro ricco e coerente dello studio del comunismo, che va dalla descrizione della propaganda comunista al codice operativo dei dirigenti sovietici, dalla politica culturale dell’URSS al linguaggio dell’Internazionale comunista.
Firenze University Press eBooks, 2024
The American Historical Review, 2012
Parte della rubrica sulle scuole nel mond
Manchester University Press eBooks, Sep 1, 2018
This chapter highlights the extent to which a radical and absolute struggle such as the Cold War ... more This chapter highlights the extent to which a radical and absolute struggle such as the Cold War opposition of Communists and anti-Communists involves the aspects of religious faith and moral values. The theological anti-Communism promoted by the Churches of Pius XI and Pius XII strongly influenced the perception of Communism in Italy. Communists were frequently seen as ‘godless’ sinners and immoral corruptors of the youth. Such common perception forced the Italian Communist Party to a reaction based on the claim of its full compliance to the inner spirit of the Christian message of charity and solidarity.
Manchester University Press eBooks, Sep 1, 2018
This chapter deals with the consequences of post-WWII economic development on Italian political i... more This chapter deals with the consequences of post-WWII economic development on Italian political identities. The guarantee of economic growth in view of the prosperity of citizens became the main parameter for measuring the effectiveness of policy proposals. In Italy, the main political families presented the themes related to massive increases in production and living standards through the idealization of opposing models. The representations of the Soviet Union and the United States were the points of reference through which different socio-economic concepts surpassed their opponents’ criticism of their attitudes and offered a positive proposal regarding the demand for an assurance of prosperity throughout Italian public opinion. The different fortune of these foreign models of economic and civil development in Italy can be understood through a comparison of the treatment party press and popular magazines reserved for them. In spite of Communist efforts to present the Soviet ‘myth’ as an effective model of egalitarian and participated development, any comparison with the real success of the American way of life was impossible, and even Communists proved to be influenced, though with doubts and critics, by the emerging force of post-war ‘americanisation’
IMLR Seminar, 1 June 2018, room 246, 2-4pm
(organisation by Tamara Colacicco) In many European countries, the experience of the interwar dic... more (organisation by Tamara Colacicco) In many European countries, the experience of the interwar dictatorships and their bellicose enterprises – such as the Italian Abyssinia campaign during the mid-1930s, the Second World War and the Nazi occupation of Europe in the early 1940s – generated a wave of literary and visual ‘political memories’.
The case study of Italian ‘literary memories’ under Benito Mussolini’s dictatorship has been previously explored in terms of the attitudes among broader sections of Italian society towards Mussolini and the fall of his regime (Duggan 2012). However, there remain several gaps in the investigation of ‘memories’ of Fascism. For example, the ‘memories’ of Fascism understood as a European phenomenon have remained unexplored, as have the different forms through which Fascism has been remembered (or rejected) at a regional level in Italy and elsewhere in Europe.
Linking with Duggan’s pioneering research but conducting its investigation through different frameworks, this event aims to promote interdisciplinary discussion on the connection between politics, political propaganda, literary and visual memories, and dictatorships. In so doing, it explores the different forms through which ‘political memories’ were produced and their different political meanings, leading to a contribution towards analysis from a fresh and more complete perspective of the political life of 20th century Italy, Europe and beyond, as well as a consideration of the impact of memory in interwar and post-war political ideologies.
Presentation delivered at the conference "200 Years of Dialogue between Knowledge and Power in Eu... more Presentation delivered at the conference "200 Years of Dialogue between Knowledge and Power in Europe", Fiesole, European University Institute, December 11-12, 2014
Discussions between advocates of a stronger professional specialization and speakers supporting a more balanced presence subjects relating to the humanities and the social sciences in post-secondary vocational programs have been very intense for the last years. However, they can be better understood if placed it in a long-term perspective which starts from the first experiences of mass higher education in the Twentieth century.
At the end of World War II, the United States faced a dramatic growth in numbers of post-secondary students started during the two previous decades and then seriously intensifying. Between 1943 and 1947 a group of faculty members of Harvard, led by its reforming president James Bryant Conant, and a presidential commission appointed by Harry Truman, addressed the problem of higher education in a free, advanced and democratic society in two path-breaking reports: General Education in a Free Society, and Higher Education for Democracy.
According to the documents, the diffusion of vocational programs and non-academic post-secondary colleges was an effective strategy for the development of national education system. In fact, it guaranteed the access to higher education for students whose background and expectations were different from the traditional recipients of the established ‘aristocratic’ liberal education. However, for American reformer the exposure of all new college students to curricula strongly based on general education was also necessary in view of a number of objectives: the general acceptance of values and achievements of western civilization; the improvement in effectiveness of democratic citizenship through a better comprehension of human and social relations; the enhancement of some essential skills for highly qualified workforce, such as flexibility and understanding of general contexts.
Such attitudes characterized the reorganization of U.S. education cycles, namely the central role of college in the completion of general education requirements. In the twenty years after 1945, thanks to Conant’s appointments in public and cultural diplomacy offices, such results also inspired the attempted reforms of western European higher education programs.
Presented at the conference "Gli Stati Uniti e le culture politiche italiane nel Novecento", Rome... more Presented at the conference "Gli Stati Uniti e le culture politiche italiane nel Novecento", Rome, Senate of the Italian Republic, November 20-21, 2014.
DRAFT - DO NOT CITE WITHOUT AUTHOR'S PERMISSION
In July, 1959, the Associate director of Ford International Affairs Waldemar Nielsen reported to ... more In July, 1959, the Associate director of Ford International Affairs Waldemar Nielsen reported to his boss Shepard Stone about a conversation he had in Rome, during one of his European summer trips:
In Italia, il nome di Mario Einaudi è oscurato da quello dei suoi familiari: il padre Luigi, prim... more In Italia, il nome di Mario Einaudi è oscurato da quello dei suoi familiari: il padre Luigi, primo presidente della Repubblica, e il fratello, l"editore Giulio. Eppure, Mario ha trovato un posto di rilievo nella cultura accademica americana. Professore di Comparative Government a Cornell dal 1945, negli anni Sessanta fondò il Center for International Studies che ora porta il suo nome, e nel decennio precedente, insieme ad altri studiosi europei, diede un importante contributo alla politica comparata. La scelta del suo trasferimento oltreoceano negli anni Trenta ebbe però ragioni politiche 1 . Einaudi infatti nacque a Torino nel 1904, e frequentò la locale università tra 1923 e 1927. Alla facoltà di Legge, lavorò a una tesi di storia delle dottrine politiche sotto la supervisione di Gioele Solari 2 . Proprio per completare la tesi, nell"inverno tra 1926 e 1927 visitò Londra, e lì frequentò la London School of Economics, partecipando alle lezioni di maestri come Harold Laski e Graham Wallace. In Gran Bretagna, però, lo studente incontrò anche don Luigi Sturzo e Gaetano Salvemini.