Costanzo Di Girolamo | Università degli Studi di Napoli "Federico II" (original) (raw)
Complete bibliography: http://www.filmod.unina.it/bibdoc/cdg.htm
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The discovery of a Sicilian witness in the manuscript tradition of Reis glorios (Di Girolamo, 201... more The discovery of a Sicilian witness in the manuscript tradition of Reis glorios (Di Girolamo, 2010), as well as a translation of the song from north-west Italy (Bertoletti, 2014), show the question of the circulation of troubadour lyric in Italy in a different light, in particular at the time that the Sicilian school was forming. Bearing this in mind, we may reconsider the problem of the origin of chansonnier T, which contains a version of Giraut’s alba which is closely related to the southern Italian version copied in the Munich manuscript, as well as to the northern Italian version in the Biblioteca Ambrosiana. These three versions also provide information about a much more widespread circulation of troubadour poetry beyond the beyond the courts. Some linguistic features present in the Munich alba, described by Bertoletti in his article in this same issue of the journal, provide a definitive confermation of the newly discovered north-west passage.
La traduzione piemontese dell’alba di Giraut de Borneil, scoperta e edita nel 2014 da Nello Berto... more La traduzione piemontese dell’alba di Giraut de Borneil, scoperta e edita nel 2014 da Nello Bertoletti, è un’importante testimonianza del passaggio a nord-ovest verso l’Italia della lirica dei trovatori. Trascritto da un copista ligure, il testo del componimento si rivela assai vicino a quelli del canzoniere T, contenente la canzone di Folchetto di Marsiglia tradotta da Giacomo da Lentini, e del testimone stravagante di Monaco, di mano di un siciliano. Il reperto pone una serie di interrogativi sul significato della traduzione, sull’ambiente in cui fu realizzata, sui motivi della sperimentazione di una nuova lingua poetica; infine, sulle ragioni che possono avere indotto il rifacitore a sostituire la potente invocazione di apertura, “Reis glorios”, con l’implorazione corrispondente al grido di battaglia, “Adiuva, Deus!”, dei Francesi alla prima crociata.
Il libro Le Troubadour, pubblicato da Antoine Fabre d’Olivet nel 1803, si presenta come una scelt... more Il libro Le Troubadour, pubblicato da Antoine Fabre d’Olivet nel 1803, si presenta come una scelta di antichi testi in «idiome occitanique». La lingua dei trovatori viene correttamente messa sullo stesso piano delle altre lingue romanze, benché si attribuiscano a essa un’anti¬chità, un prestigio e quindi un’influenza nettamente maggiori delle altre, come farà più tardi anche Raynouard. I testi raccolti sono tutti dei falsi, ad eccezione di 13 componimenti tratti dal canzoniere parigino successivamente siglato C. Ma allo scopo di attenuare le differenze linguistiche, stilistiche e metriche tra i testi veri e quelli falsi, Fabre manipola profondamente i testi autentici fino al punto che essi ci appaiono, oggi, come dei falsi. Nonostante questa operazione spregiudicata, il libro di Fabre andava incontro alla forte richiesta del pubblico di conoscere la poesia dei trovatori nell’antica lingua d’oc, dal momento che all’alba del secolo XIX se ne poteva leggere in originale solo una manciata di versi. È soltanto con la pubblicazione, tra il 1816 e il 1821, dello Choix di Raynouard che comincia la vera e propria diffusione, e quindi la conoscenza e l’apprezzamento, dei trovatori.
The discovery of a Sicilian witness in the manuscript tradition of Reis glorios (Di Girolamo, 201... more The discovery of a Sicilian witness in the manuscript tradition of Reis glorios (Di Girolamo, 2010), as well as a translation of the song from north-west Italy (Bertoletti, 2014), show the question of the circulation of troubadour lyric in Italy in a different light, in particular at the time that the Sicilian school was forming. Bearing this in mind, we may reconsider the problem of the origin of chansonnier T, which contains a version of Giraut’s alba which is closely related to the southern Italian version copied in the Munich manuscript, as well as to the northern Italian version in the Biblioteca Ambrosiana. These three versions also provide information about a much more widespread circulation of troubadour poetry beyond the beyond the courts. Some linguistic features present in the Munich alba, described by Bertoletti in his article in this same issue of the journal, provide a definitive confermation of the newly discovered north-west passage.
La traduzione piemontese dell’alba di Giraut de Borneil, scoperta e edita nel 2014 da Nello Berto... more La traduzione piemontese dell’alba di Giraut de Borneil, scoperta e edita nel 2014 da Nello Bertoletti, è un’importante testimonianza del passaggio a nord-ovest verso l’Italia della lirica dei trovatori. Trascritto da un copista ligure, il testo del componimento si rivela assai vicino a quelli del canzoniere T, contenente la canzone di Folchetto di Marsiglia tradotta da Giacomo da Lentini, e del testimone stravagante di Monaco, di mano di un siciliano. Il reperto pone una serie di interrogativi sul significato della traduzione, sull’ambiente in cui fu realizzata, sui motivi della sperimentazione di una nuova lingua poetica; infine, sulle ragioni che possono avere indotto il rifacitore a sostituire la potente invocazione di apertura, “Reis glorios”, con l’implorazione corrispondente al grido di battaglia, “Adiuva, Deus!”, dei Francesi alla prima crociata.
Il libro Le Troubadour, pubblicato da Antoine Fabre d’Olivet nel 1803, si presenta come una scelt... more Il libro Le Troubadour, pubblicato da Antoine Fabre d’Olivet nel 1803, si presenta come una scelta di antichi testi in «idiome occitanique». La lingua dei trovatori viene correttamente messa sullo stesso piano delle altre lingue romanze, benché si attribuiscano a essa un’anti¬chità, un prestigio e quindi un’influenza nettamente maggiori delle altre, come farà più tardi anche Raynouard. I testi raccolti sono tutti dei falsi, ad eccezione di 13 componimenti tratti dal canzoniere parigino successivamente siglato C. Ma allo scopo di attenuare le differenze linguistiche, stilistiche e metriche tra i testi veri e quelli falsi, Fabre manipola profondamente i testi autentici fino al punto che essi ci appaiono, oggi, come dei falsi. Nonostante questa operazione spregiudicata, il libro di Fabre andava incontro alla forte richiesta del pubblico di conoscere la poesia dei trovatori nell’antica lingua d’oc, dal momento che all’alba del secolo XIX se ne poteva leggere in originale solo una manciata di versi. È soltanto con la pubblicazione, tra il 1816 e il 1821, dello Choix di Raynouard che comincia la vera e propria diffusione, e quindi la conoscenza e l’apprezzamento, dei trovatori.
Le Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana (Rialto), lancé en 20... more Le Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana (Rialto), lancé en 2001, est une bibliothèque numérique qui héberge des textes occitans (XIe–XIVe siècles) présentés dans de nouvelles éditions critiques, ou dans des éditions critiques revues soit par leurs propres éditeurs, soit par l’équipe de rédaction scientifique. Dans plusieurs cas, sont présentées plusieurs éditions ou des éditions accompagnées de transcriptions diplomatiques, de traductions, et de commentaires. Le site est ouvert à des projets internationaux comme celui que dirige Linda Paterson sur les chansons de croisade, ou le projet de Paolo Di Luca qui concerne les chansons ayant rapport à l’histoire de l’Italie. Parmi les finalités du Rialto est celle de fournir un instrument pour l’enseignement universitaire d’une tradition hégémonique qui est à la base de la modernité. Le Rialto s’inscrit dans un vaste contexte d'entreprises scientifiques portant sur les langues et les littératures romanes du Moyen Âge, comme des dictionnaires, des concordances, des bibliographies, qui ont été créées suite aux possibilités de diffusion qu’offre l’informatique et qui adoptent comme support principal l’internet. Il est intéressant de constater qu’une des branches apparemment les plus « aristocratiques » et les plus exclusives des études littéraires, pour sa complexité technique aussi, comme la philologie occitane, est aujourd’hui accessible grâce aux nouvelles technologies.
Il v. 2 del sonetto di Foscolo “A Zacinto” (1802/1803) ha dato luogo a superfetazioni esegetiche:... more Il v. 2 del sonetto di Foscolo “A Zacinto” (1802/1803) ha dato luogo a superfetazioni esegetiche: il sostantivo “corpo” e il verbo “giacque”, benché riferiti al locutore bambino, sembrano anticipare l’ “illacrimata sepoltura” dell’ultimo verso, assumendo quindi il significato di ‘spoglie mortali’ e di ‘giacere sepolto’. Una messa a fuoco semantica del verbo porta a una diversa interpretazione, ma la sorpresa maggiore è data dalla locuzione gallicizzante e di epoca esclusivamente medievale “il mio corpo” in luogo del pronome personale. Foscolo si era interessato alle origini della poesia romanza e, quando era un filologo in erba alle prese con l’edizione-traduzione della “Chioma di Berenice” di Catullo (1803), doveva avere acquisito conoscenza diretta, nelle biblioteche da lui frequentate, delle canzoni dei trovatori ben prima della pubblicazione della monumentale antologia di Raynouard (1816-1821). Avrà quindi intrototto nel suo sonetto la locuzione come un prezioso occitanismo.
Testo nel sito della Sifr: http://www.sifr.it/comunicazioni/ricordo\_rinaldi.html
http://www.rialto.unina.it/GrBorn/242.64(DiGirolamo).htm
http://www.filmod.unina.it/aisc/attive/