Costanzo Di Girolamo - Profile on Academia.edu (original) (raw)
Books by Costanzo Di Girolamo
Ausiàs March, Páginas del Cancionero, introducción, edición y notas de Costanzo Di Girolamo, traducción de José María Micó, Madrid - Buenos Aires - Valencia, Pre-textos (La Cruz del Sur), 2004, pp. 540
Ausiàs March, Pagine del Canzoniere, a cura di Costanzo Di Girolamo, Milano-Trento, Luni (Biblioteca medievale, 7), 1998, pp. 404
Costanzo Di Girolamo e Charmaine Lee, Avviamento alla filologia provenzale, Roma, La Nuova Italia Scientifica (Studi superiori Nis. Filologia), 1996, pp. 272; rist. 1996; ristt. Roma, Carocci (Università. Filologia), 2002, 2004
Costanzo Di Girolamo, Els trobadors, traducció de Núria Puigdevall Bafaluy, València, Edicions Alfons el Magnànim, 1994, pp. 340
Costanzo Di Girolamo, I trovatori, Torino, Bollati Boringhieri (Nuova cultura, 14), 1989, pp. xvi-266; ristt. 1990, 1993, 1996, 2000, 2009
Costanzo Di Girolamo e Luca Toschi, La forma del testo. Guida pratica alla stesura di tesi di laurea, relazioni, articoli, volumi, Bologna, Il Mulino (Orientamenti), 1988, pp. 116
Costanzo Di Girolamo, Para uma crítica da teoria literária, tradução de Salvato Teles de Menezes, Lisboa, Horizonte, 1985, pp. 136
Costanzo Di Girolamo e Franco Brioschi, Elementi di teoria letteraria, Milano, Principato, 1984, pp. viii-300; ristt. successive
Costanzo Di Girolamo, Teoría crítica de la literatura, traducción castellana de Alejandro Pérez, Barcelona, Crítica (Filología, 5), 1982, pp. 158; rist. [con una nuova prefazione e un’aggiunta bibliografica], ivi (Biblioteca de bolsillo), 2001, pp. 160
Costanzo Di Girolamo, A Critical Theory of Literature, Madison and London, University of Wisconsin Press, 1981, pp. viii-113
Costanzo Di Girolamo, Elementi di versificazione provenzale, Napoli, Liguori, 1979, pp. 131
Costanzo Di Girolamo, Critica della letterarietà, Milano, Il Saggiatore (La cultura. Biblioteca di linguistica, 5), 1978, pp. 147
Costanzo Di Girolamo, Teoria e prassi della versificazione, Bologna, Il Mulino (La nuova scienza. Serie di linguistica e di critica letteraria), 1976, pp. 232; seconda ed. [riveduta e interamente ricomposta, ma con la stessa paginazione], 1983; rist. 1986
Papers by Costanzo Di Girolamo
The discovery of a Sicilian witness in the manuscript tradition of Reis glorios (Di Girolamo, 201... more The discovery of a Sicilian witness in the manuscript tradition of Reis glorios (Di Girolamo, 2010), as well as a translation of the song from north-west Italy (Bertoletti, 2014), show the question of the circulation of troubadour lyric in Italy in a different light, in particular at the time that the Sicilian school was forming. Bearing this in mind, we may reconsider the problem of the origin of chansonnier T, which contains a version of Giraut’s alba which is closely related to the southern Italian version copied in the Munich manuscript, as well as to the northern Italian version in the Biblioteca Ambrosiana. These three versions also provide information about a much more widespread circulation of troubadour poetry beyond the beyond the courts. Some linguistic features present in the Munich alba, described by Bertoletti in his article in this same issue of the journal, provide a definitive confermation of the newly discovered north-west passage.
La traduzione piemontese dell’alba di Giraut de Borneil, scoperta e edita nel 2014 da Nello Berto... more La traduzione piemontese dell’alba di Giraut de Borneil, scoperta e edita nel 2014 da Nello Bertoletti, è un’importante testimonianza del passaggio a nord-ovest verso l’Italia della lirica dei trovatori. Trascritto da un copista ligure, il testo del componimento si rivela assai vicino a quelli del canzoniere T, contenente la canzone di Folchetto di Marsiglia tradotta da Giacomo da Lentini, e del testimone stravagante di Monaco, di mano di un siciliano. Il reperto pone una serie di interrogativi sul significato della traduzione, sull’ambiente in cui fu realizzata, sui motivi della sperimentazione di una nuova lingua poetica; infine, sulle ragioni che possono avere indotto il rifacitore a sostituire la potente invocazione di apertura, “Reis glorios”, con l’implorazione corrispondente al grido di battaglia, “Adiuva, Deus!”, dei Francesi alla prima crociata.
L'ultima volta che vidi Francesco Orlando fu nell'aprile del 2007, quando tenne a Napoli due lezi... more L'ultima volta che vidi Francesco Orlando fu nell'aprile del 2007, quando tenne a Napoli due lezioni in un'istituzione universitaria che oggi non esiste più. Tra gli della teoria, a cui secondo lui avrebbe dato un importante contributo, per la verità direi più cautamente revisionistico che demolitivo, Antoine Compagnon, con il suo libro Le démon de la théorie, del 1998. Nello scambio di idee che avemmo dopo la prima di quelle lezioni e che lui stesso avviò (Orlando, al pari di Franco Brioschi, le discussioni su punti che sapeva sensibili anche per i suoi interlocutori più intimi le provocava piuttosto che restare ad aspettarle), gli dissi che posizioni critiche nei confronti delle teorie, e ben più radicali, c'erano state anche in Italia e precedevano di parecchi anni quelle di Compagnon: le avevano sostenute, tra i non molti altri e con diverse prospettive, Alfonso Berardinelli, Franco Brioschi et amicus eius 1 . Ma per Orlando (la discussione continuò poi per posta: let-1 Tra i lavori apparsi a cavallo degli anni settanta-ottanta ricordo almeno Berardinelli, Il critico senza mestiere Brioschi, La mappa dell'impero Critica della letterarietà (1978): il libro, rivisto nell'edizione inglese, A Critical Theory of Literature (1981), da cui dipendono le edizioni spagnola (1982, 2 a ediz. 2001 nel 1975, ma non fu facile trovare un editore italiano disposto ad accettarlo.
26 STUDI SULL'oPeRa DI aLBeRTo VaRVaRo 3 P a L e R m o 2 0 1 5 57 1 In ambito esclusivamente filo... more 26 STUDI SULL'oPeRa DI aLBeRTo VaRVaRo 3 P a L e R m o 2 0 1 5 57 1 In ambito esclusivamente filologico-letterario, e limitandoci ai soli libri, quest'ultima è costituita principalmente dagli studi su Béroul (Il «Roman de Tristran» di Béroul, Torino, Bottega d'erasmo, 1963; in ingl., Beroul's «Romance of Tristran», trans. by John C. Barnes, manchester-new York, manchester University Press-nobles & Barnes, 1972), su Juan de mena (Premesse ad un'edizione critica delle poesie minori di Juan de Mena, napoli, Liguori, 1964) e ovviamente dalle due edizioni giovanili (antonio Pucci, Libro di varie storie, edizione critica per cura di a.V., Palermo, presso l'accademia, 1957; Rigaut de Berbezilh, Liriche, a cura di a.V., Bari, adriatica, 1960) e da quella del libro IV delle cronache di Froissart (Jean Froissart, Chroniques de France et d'Angleterre. Livre quatrième, édition critique par a.V., Bruxelles, académie royale de Belgique, 2015; ed. parziale in J.F., Chroniques. Livre III […] et Livre IV […], texte présenté, établi et commenté par Peter ainsworth et a.V., Paris, Le livre de poche, 2004), accompagnata dallo studio La tragédie de l'histoire. la dernière oeuvre de Jean Froissart, trad. par amélie Hanus, Paris, Classiques Garnier, 2011. ma in questa ideale sezione andrebbero anche collocati alcuni lunghi articoli, taluni dell'estensione di piccole monografie.
Antonio Veneziano poeta figurativo C D G La recente edizione critica delle rime si... more Antonio Veneziano poeta figurativo C D G La recente edizione critica delle rime siciliane di Antonio Veneziano curata da Gaetana Maria Rinaldi si basa sull'assunto, convincentemente dimostrato dall'editore, che uno dei testimoni, dal quale tutti gli altri dipendono, sia l'autografo su cui il poeta ha lavorato per molti anni . Una particolarità di questo manoscritto, già appartenuto alla Biblioteca del Collegio massimo dei Gesuiti, quindi passato, dopo la soppressione delle corporazioni religiose del , alla Biblioteca nazionale di Palermo, dal Biblioteca centrale della Regione siciliana, è il corredo di illustrazioni allegoriche anteposte ad alcune sezioni del libro: questi disegni a penna, anch'essi sicuramente di mano dell'autore, a cui non mancavano spiccate capacità artistiche, dovevano con ogni probabilità fornire un dettagliato materiale inconografico all'incisore (forse l'amico Francesco Potenzano) in vista di una stampa che, durante la vita del poeta, non ci sarebbe mai stata. Va aggiunto che le prime sezioni del libro si presentano come una copia a buono, mentre assai meno accurate appaiono quelle successive: il 'canzoniere' diventa a un certo punto una raccolta per molti versi disordinata .
Il libro Le Troubadour, pubblicato da Antoine Fabre d’Olivet nel 1803, si presenta come una scelt... more Il libro Le Troubadour, pubblicato da Antoine Fabre d’Olivet nel 1803, si presenta come una scelta di antichi testi in «idiome occitanique». La lingua dei trovatori viene correttamente messa sullo stesso piano delle altre lingue romanze, benché si attribuiscano a essa un’anti¬chità, un prestigio e quindi un’influenza nettamente maggiori delle altre, come farà più tardi anche Raynouard. I testi raccolti sono tutti dei falsi, ad eccezione di 13 componimenti tratti dal canzoniere parigino successivamente siglato C. Ma allo scopo di attenuare le differenze linguistiche, stilistiche e metriche tra i testi veri e quelli falsi, Fabre manipola profondamente i testi autentici fino al punto che essi ci appaiono, oggi, come dei falsi. Nonostante questa operazione spregiudicata, il libro di Fabre andava incontro alla forte richiesta del pubblico di conoscere la poesia dei trovatori nell’antica lingua d’oc, dal momento che all’alba del secolo XIX se ne poteva leggere in originale solo una manciata di versi. È soltanto con la pubblicazione, tra il 1816 e il 1821, dello Choix di Raynouard che comincia la vera e propria diffusione, e quindi la conoscenza e l’apprezzamento, dei trovatori.
Costanzo Di Girolamo et Oriana Scarpati, «Le projet Rialto et l’édition des textes occitans médiévaux», in Manuel de la philologie de l’édition, édité par David Trotter, Berlin, De Gruyter (Handbuchreihe der romanistischen Linguistik), 2015, pp. 177-193
Le Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana (Rialto), lancé en 20... more Le Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana (Rialto), lancé en 2001, est une bibliothèque numérique qui héberge des textes occitans (XIe–XIVe siècles) présentés dans de nouvelles éditions critiques, ou dans des éditions critiques revues soit par leurs propres éditeurs, soit par l’équipe de rédaction scientifique. Dans plusieurs cas, sont présentées plusieurs éditions ou des éditions accompagnées de transcriptions diplomatiques, de traductions, et de commentaires. Le site est ouvert à des projets internationaux comme celui que dirige Linda Paterson sur les chansons de croisade, ou le projet de Paolo Di Luca qui concerne les chansons ayant rapport à l’histoire de l’Italie. Parmi les finalités du Rialto est celle de fournir un instrument pour l’enseignement universitaire d’une tradition hégémonique qui est à la base de la modernité. Le Rialto s’inscrit dans un vaste contexte d'entreprises scientifiques portant sur les langues et les littératures romanes du Moyen Âge, comme des dictionnaires, des concordances, des bibliographies, qui ont été créées suite aux possibilités de diffusion qu’offre l’informatique et qui adoptent comme support principal l’internet. Il est intéressant de constater qu’une des branches apparemment les plus « aristocratiques » et les plus exclusives des études littéraires, pour sa complexité technique aussi, comme la philologie occitane, est aujourd’hui accessible grâce aux nouvelles technologies.
Ausiàs March, Páginas del Cancionero, introducción, edición y notas de Costanzo Di Girolamo, traducción de José María Micó, Madrid - Buenos Aires - Valencia, Pre-textos (La Cruz del Sur), 2004, pp. 540
Ausiàs March, Pagine del Canzoniere, a cura di Costanzo Di Girolamo, Milano-Trento, Luni (Biblioteca medievale, 7), 1998, pp. 404
Costanzo Di Girolamo e Charmaine Lee, Avviamento alla filologia provenzale, Roma, La Nuova Italia Scientifica (Studi superiori Nis. Filologia), 1996, pp. 272; rist. 1996; ristt. Roma, Carocci (Università. Filologia), 2002, 2004
Costanzo Di Girolamo, Els trobadors, traducció de Núria Puigdevall Bafaluy, València, Edicions Alfons el Magnànim, 1994, pp. 340
Costanzo Di Girolamo, I trovatori, Torino, Bollati Boringhieri (Nuova cultura, 14), 1989, pp. xvi-266; ristt. 1990, 1993, 1996, 2000, 2009
Costanzo Di Girolamo e Luca Toschi, La forma del testo. Guida pratica alla stesura di tesi di laurea, relazioni, articoli, volumi, Bologna, Il Mulino (Orientamenti), 1988, pp. 116
Costanzo Di Girolamo, Para uma crítica da teoria literária, tradução de Salvato Teles de Menezes, Lisboa, Horizonte, 1985, pp. 136
Costanzo Di Girolamo e Franco Brioschi, Elementi di teoria letteraria, Milano, Principato, 1984, pp. viii-300; ristt. successive
Costanzo Di Girolamo, Teoría crítica de la literatura, traducción castellana de Alejandro Pérez, Barcelona, Crítica (Filología, 5), 1982, pp. 158; rist. [con una nuova prefazione e un’aggiunta bibliografica], ivi (Biblioteca de bolsillo), 2001, pp. 160
Costanzo Di Girolamo, A Critical Theory of Literature, Madison and London, University of Wisconsin Press, 1981, pp. viii-113
Costanzo Di Girolamo, Elementi di versificazione provenzale, Napoli, Liguori, 1979, pp. 131
Costanzo Di Girolamo, Critica della letterarietà, Milano, Il Saggiatore (La cultura. Biblioteca di linguistica, 5), 1978, pp. 147
Costanzo Di Girolamo, Teoria e prassi della versificazione, Bologna, Il Mulino (La nuova scienza. Serie di linguistica e di critica letteraria), 1976, pp. 232; seconda ed. [riveduta e interamente ricomposta, ma con la stessa paginazione], 1983; rist. 1986
The discovery of a Sicilian witness in the manuscript tradition of Reis glorios (Di Girolamo, 201... more The discovery of a Sicilian witness in the manuscript tradition of Reis glorios (Di Girolamo, 2010), as well as a translation of the song from north-west Italy (Bertoletti, 2014), show the question of the circulation of troubadour lyric in Italy in a different light, in particular at the time that the Sicilian school was forming. Bearing this in mind, we may reconsider the problem of the origin of chansonnier T, which contains a version of Giraut’s alba which is closely related to the southern Italian version copied in the Munich manuscript, as well as to the northern Italian version in the Biblioteca Ambrosiana. These three versions also provide information about a much more widespread circulation of troubadour poetry beyond the beyond the courts. Some linguistic features present in the Munich alba, described by Bertoletti in his article in this same issue of the journal, provide a definitive confermation of the newly discovered north-west passage.
La traduzione piemontese dell’alba di Giraut de Borneil, scoperta e edita nel 2014 da Nello Berto... more La traduzione piemontese dell’alba di Giraut de Borneil, scoperta e edita nel 2014 da Nello Bertoletti, è un’importante testimonianza del passaggio a nord-ovest verso l’Italia della lirica dei trovatori. Trascritto da un copista ligure, il testo del componimento si rivela assai vicino a quelli del canzoniere T, contenente la canzone di Folchetto di Marsiglia tradotta da Giacomo da Lentini, e del testimone stravagante di Monaco, di mano di un siciliano. Il reperto pone una serie di interrogativi sul significato della traduzione, sull’ambiente in cui fu realizzata, sui motivi della sperimentazione di una nuova lingua poetica; infine, sulle ragioni che possono avere indotto il rifacitore a sostituire la potente invocazione di apertura, “Reis glorios”, con l’implorazione corrispondente al grido di battaglia, “Adiuva, Deus!”, dei Francesi alla prima crociata.
L'ultima volta che vidi Francesco Orlando fu nell'aprile del 2007, quando tenne a Napoli due lezi... more L'ultima volta che vidi Francesco Orlando fu nell'aprile del 2007, quando tenne a Napoli due lezioni in un'istituzione universitaria che oggi non esiste più. Tra gli della teoria, a cui secondo lui avrebbe dato un importante contributo, per la verità direi più cautamente revisionistico che demolitivo, Antoine Compagnon, con il suo libro Le démon de la théorie, del 1998. Nello scambio di idee che avemmo dopo la prima di quelle lezioni e che lui stesso avviò (Orlando, al pari di Franco Brioschi, le discussioni su punti che sapeva sensibili anche per i suoi interlocutori più intimi le provocava piuttosto che restare ad aspettarle), gli dissi che posizioni critiche nei confronti delle teorie, e ben più radicali, c'erano state anche in Italia e precedevano di parecchi anni quelle di Compagnon: le avevano sostenute, tra i non molti altri e con diverse prospettive, Alfonso Berardinelli, Franco Brioschi et amicus eius 1 . Ma per Orlando (la discussione continuò poi per posta: let-1 Tra i lavori apparsi a cavallo degli anni settanta-ottanta ricordo almeno Berardinelli, Il critico senza mestiere Brioschi, La mappa dell'impero Critica della letterarietà (1978): il libro, rivisto nell'edizione inglese, A Critical Theory of Literature (1981), da cui dipendono le edizioni spagnola (1982, 2 a ediz. 2001 nel 1975, ma non fu facile trovare un editore italiano disposto ad accettarlo.
26 STUDI SULL'oPeRa DI aLBeRTo VaRVaRo 3 P a L e R m o 2 0 1 5 57 1 In ambito esclusivamente filo... more 26 STUDI SULL'oPeRa DI aLBeRTo VaRVaRo 3 P a L e R m o 2 0 1 5 57 1 In ambito esclusivamente filologico-letterario, e limitandoci ai soli libri, quest'ultima è costituita principalmente dagli studi su Béroul (Il «Roman de Tristran» di Béroul, Torino, Bottega d'erasmo, 1963; in ingl., Beroul's «Romance of Tristran», trans. by John C. Barnes, manchester-new York, manchester University Press-nobles & Barnes, 1972), su Juan de mena (Premesse ad un'edizione critica delle poesie minori di Juan de Mena, napoli, Liguori, 1964) e ovviamente dalle due edizioni giovanili (antonio Pucci, Libro di varie storie, edizione critica per cura di a.V., Palermo, presso l'accademia, 1957; Rigaut de Berbezilh, Liriche, a cura di a.V., Bari, adriatica, 1960) e da quella del libro IV delle cronache di Froissart (Jean Froissart, Chroniques de France et d'Angleterre. Livre quatrième, édition critique par a.V., Bruxelles, académie royale de Belgique, 2015; ed. parziale in J.F., Chroniques. Livre III […] et Livre IV […], texte présenté, établi et commenté par Peter ainsworth et a.V., Paris, Le livre de poche, 2004), accompagnata dallo studio La tragédie de l'histoire. la dernière oeuvre de Jean Froissart, trad. par amélie Hanus, Paris, Classiques Garnier, 2011. ma in questa ideale sezione andrebbero anche collocati alcuni lunghi articoli, taluni dell'estensione di piccole monografie.
Antonio Veneziano poeta figurativo C D G La recente edizione critica delle rime si... more Antonio Veneziano poeta figurativo C D G La recente edizione critica delle rime siciliane di Antonio Veneziano curata da Gaetana Maria Rinaldi si basa sull'assunto, convincentemente dimostrato dall'editore, che uno dei testimoni, dal quale tutti gli altri dipendono, sia l'autografo su cui il poeta ha lavorato per molti anni . Una particolarità di questo manoscritto, già appartenuto alla Biblioteca del Collegio massimo dei Gesuiti, quindi passato, dopo la soppressione delle corporazioni religiose del , alla Biblioteca nazionale di Palermo, dal Biblioteca centrale della Regione siciliana, è il corredo di illustrazioni allegoriche anteposte ad alcune sezioni del libro: questi disegni a penna, anch'essi sicuramente di mano dell'autore, a cui non mancavano spiccate capacità artistiche, dovevano con ogni probabilità fornire un dettagliato materiale inconografico all'incisore (forse l'amico Francesco Potenzano) in vista di una stampa che, durante la vita del poeta, non ci sarebbe mai stata. Va aggiunto che le prime sezioni del libro si presentano come una copia a buono, mentre assai meno accurate appaiono quelle successive: il 'canzoniere' diventa a un certo punto una raccolta per molti versi disordinata .
Il libro Le Troubadour, pubblicato da Antoine Fabre d’Olivet nel 1803, si presenta come una scelt... more Il libro Le Troubadour, pubblicato da Antoine Fabre d’Olivet nel 1803, si presenta come una scelta di antichi testi in «idiome occitanique». La lingua dei trovatori viene correttamente messa sullo stesso piano delle altre lingue romanze, benché si attribuiscano a essa un’anti¬chità, un prestigio e quindi un’influenza nettamente maggiori delle altre, come farà più tardi anche Raynouard. I testi raccolti sono tutti dei falsi, ad eccezione di 13 componimenti tratti dal canzoniere parigino successivamente siglato C. Ma allo scopo di attenuare le differenze linguistiche, stilistiche e metriche tra i testi veri e quelli falsi, Fabre manipola profondamente i testi autentici fino al punto che essi ci appaiono, oggi, come dei falsi. Nonostante questa operazione spregiudicata, il libro di Fabre andava incontro alla forte richiesta del pubblico di conoscere la poesia dei trovatori nell’antica lingua d’oc, dal momento che all’alba del secolo XIX se ne poteva leggere in originale solo una manciata di versi. È soltanto con la pubblicazione, tra il 1816 e il 1821, dello Choix di Raynouard che comincia la vera e propria diffusione, e quindi la conoscenza e l’apprezzamento, dei trovatori.
Costanzo Di Girolamo et Oriana Scarpati, «Le projet Rialto et l’édition des textes occitans médiévaux», in Manuel de la philologie de l’édition, édité par David Trotter, Berlin, De Gruyter (Handbuchreihe der romanistischen Linguistik), 2015, pp. 177-193
Le Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana (Rialto), lancé en 20... more Le Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana (Rialto), lancé en 2001, est une bibliothèque numérique qui héberge des textes occitans (XIe–XIVe siècles) présentés dans de nouvelles éditions critiques, ou dans des éditions critiques revues soit par leurs propres éditeurs, soit par l’équipe de rédaction scientifique. Dans plusieurs cas, sont présentées plusieurs éditions ou des éditions accompagnées de transcriptions diplomatiques, de traductions, et de commentaires. Le site est ouvert à des projets internationaux comme celui que dirige Linda Paterson sur les chansons de croisade, ou le projet de Paolo Di Luca qui concerne les chansons ayant rapport à l’histoire de l’Italie. Parmi les finalités du Rialto est celle de fournir un instrument pour l’enseignement universitaire d’une tradition hégémonique qui est à la base de la modernité. Le Rialto s’inscrit dans un vaste contexte d'entreprises scientifiques portant sur les langues et les littératures romanes du Moyen Âge, comme des dictionnaires, des concordances, des bibliographies, qui ont été créées suite aux possibilités de diffusion qu’offre l’informatique et qui adoptent comme support principal l’internet. Il est intéressant de constater qu’une des branches apparemment les plus « aristocratiques » et les plus exclusives des études littéraires, pour sa complexité technique aussi, comme la philologie occitane, est aujourd’hui accessible grâce aux nouvelles technologies.
Il v. 2 del sonetto di Foscolo “A Zacinto” (1802/1803) ha dato luogo a superfetazioni esegetiche:... more Il v. 2 del sonetto di Foscolo “A Zacinto” (1802/1803) ha dato luogo a superfetazioni esegetiche: il sostantivo “corpo” e il verbo “giacque”, benché riferiti al locutore bambino, sembrano anticipare l’ “illacrimata sepoltura” dell’ultimo verso, assumendo quindi il significato di ‘spoglie mortali’ e di ‘giacere sepolto’. Una messa a fuoco semantica del verbo porta a una diversa interpretazione, ma la sorpresa maggiore è data dalla locuzione gallicizzante e di epoca esclusivamente medievale “il mio corpo” in luogo del pronome personale. Foscolo si era interessato alle origini della poesia romanza e, quando era un filologo in erba alle prese con l’edizione-traduzione della “Chioma di Berenice” di Catullo (1803), doveva avere acquisito conoscenza diretta, nelle biblioteche da lui frequentate, delle canzoni dei trovatori ben prima della pubblicazione della monumentale antologia di Raynouard (1816-1821). Avrà quindi intrototto nel suo sonetto la locuzione come un prezioso occitanismo.
Molt jauzions mi prenc amar (BdT 183.8) a Gigi, in memoria «Un veritable hymne à la joie […] et a... more Molt jauzions mi prenc amar (BdT 183.8) a Gigi, in memoria «Un veritable hymne à la joie […] et aussi la première chanson exemplaire d'une nouvelle conception d'amour»; 1 «hymne enthousiaste que le poète entonne en […] honneur [du joi] et qui est une de ses productions les plus réussies»; 2 «veritable 'chant de joie'»; 3 «la fameuse chanson de la 'joie'»; 4 «das bekannte Freudenlied»; 5 «poème […] passionné, éloquent et émouvant, […] la première énumération des qualités de ce que les troubadours et les trouvères appelleront par la suite la fin'amor». 6 Le lodi alla canzone, queste e altre, non si risparmiano. Saremmo insomma davanti al primo manifesto della fin'amor, che non può che assumere la forma di un inno al suo valore supremo, un inno alla gioia. Ma se su questo tutti si dicono d'accordo, le cose * Ringrazio Walter Meliga per alcune preziose osservazioni.
Il bello delle recensioni è che non richiedono risposte: sarebbe imbarazzante rispondere a quelle... more Il bello delle recensioni è che non richiedono risposte: sarebbe imbarazzante rispondere a quelle prevalentemente positive e sarebbe inutile rispondere a quelle prevalentemente negative, assumendo per di più incresciose posizioni autodifen sive. Gli autori saggi potranno quindi affidarsi all'intelligenza dei lettori che, sem mai con il tempo, giudicheranno sia i recensiti che i recensori. Nel caso dell'e dizione dei Poeti della Scuola siciliana, poi, la cosa si complica ulteriormente per l'elevato numero di editori ai quali, in due dei tre volumi, si è affiancato a tempo pieno un curatore, tra i cui compiti c'è stato quello di dare un'uniformità al lavoro e di prendere alcune decisioni di carattere generale, d'intesa con gli altri due curatori. La scelta di ricorrere a più, a molti editori è stata del resto inevi tabile. In numeri, la scheda dell'edizione è la seguente: l'opera, di 3640 pagine, è stata realizzata in undici anni (1998)(1999)(2000)(2001)(2002)(2003)(2004)(2005)(2006)(2007)(2008) da quattordici editori (uno per il volume I, nove per il II, cinque per il III, di cui uno in comune con il volume II) e tre curatori (uno per volume, ma per il volume I curatore e editore coincidono). Undici anni sono 132 mesi: la somma dei mesi di lavoro dei quattordici editori dà 1848, equivalenti a 154 anni: se l'editore fosse stato uno solo, senza contare i curatori, avrebbe dunque impiegato 154 anni per terminare l'edizione. In una situazione come questa, oltre che inopportuno per i motivi di cui sopra e perché nessuno potrebbe rispondere a nome di tutti, sarebbe anche impossibile toccare punto per punto i problemi sollevati dai recensori. Lo si può fare semmai in maniera molto parziale affrontando una questione per volta, isolata ad esempio tra quelle più di frequente venute a galla. D'altra parte, se il bello delle recensioni è che non è il caso che ad esse si risponda, il bello delle edizioni critiche, come osservavo un paio di anni fa proprio a proposito di una crux interpretativa di uno dei più famosi componimenti della Scuola, è quello
? Dans certains cas elle ne sert à rien, car le public est bien capable de comprendre le texte or... more ? Dans certains cas elle ne sert à rien, car le public est bien capable de comprendre le texte original. Dans d'autres cas, le seul but du traducteur est de rivaliser avec l'auteur au point que c'est le traducteur qui semble être imité par l'auteur, comme dans le «retour des morts» dont parle Harold Bloom. Mots-clés : traduction littéraire, traductions inutiles, tradition littéraire, émulation littéraire. ¿La traducción artística tiene una función práctica? Hay casos en que resulta inútil, porque el público es capaz de comprender el original. En otros casos, la única finalidad del traductor es competir con el autor, e incluso puede llegar a parecer que el autor imita al traductor, como en el «regreso de los muertos» del que habla Harold Bloom. Palabras claves: traducción literaria, traducciones inútiles, tradición literaria, emulación literaria. Does artistic translation have a practical aim? In some cases it is of no use at all, since the reader is well able to understand the original text. In other cases, the translator's real aim is to rival the author to such an extent that the translator seems to be imitated by the author, as in Harold Bloom's notion of the «return of the dead».
Un testimone siciliano di Reis glorios e una riflessione sulla tradizione stravagante Si consider... more Un testimone siciliano di Reis glorios e una riflessione sulla tradizione stravagante Si considerino i seguenti testi:
Costanzo Di Girolamo, Edizione e traduzione di Giraut de Borneil, “Reis glorios, verays lums e clartatz” (BdT 242.64), in Rialto (2009)
http://www.rialto.unina.it/GrBorn/242.64(DiGirolamo).htm
Raimbaut d'Aurenga (?) . . . [nu]ils hom tan . . . [n]on amet (BdT 392.26a) Questa canzone, trasm... more Raimbaut d'Aurenga (?) . . . [nu]ils hom tan . . . [n]on amet (BdT 392.26a) Questa canzone, trasmessa dal solo canzoniere E sotto il nome di [Raim]baut de [Vaque]iras, ha una vicenda critica esile quanto curiosa. Nel Grundriss di Bartsch è confusa con Anc mais hom tan be non amet di Daude de Pradas (BdT 124.3), sicuramente per la stretta somiglianza del poco che resta del suo incipit dopo l'asportazione dell'iniziale ornata con quello di Anc mais, e quindi elencata, sia pure con l'attribuzione del codice al trovatore provenzale, insieme con gli altri nove testimoni di quest'ultima. 1 L'errore fu segnalato sessant'anni dopo dall'editore di Daude, Schutz, ma non abbastanza in tempo perché dal Grundriss non passasse alla BdT: sia l'edizione sia la bibliografia di Pillet e Carstens sono infatti dello stesso anno. 2 Si deve attendere un altro quarto di secolo per la prima edizione della canzone, a cura di Giuseppe Cusimano, che la pubblica senza mettere in discussione l'attribuzione del copista a Raimbaut de Vaqueiras. 3 È sulla base di questa edizione che István Frank, nel vol. II del Répertoire métrique, del 1957, registra il componimento sotto il numero 392.26a e ne dà, nelle
L'angelo dell'alba. Una rilettura di Reis glorios Reis glorios di Giraut de Borneil è tra le più ... more L'angelo dell'alba. Una rilettura di Reis glorios Reis glorios di Giraut de Borneil è tra le più antiche albe occitane a noi giunte. L'universalità del tema della separazione degli amanti alle prime luci del giorno, su cui hanno insistito Hatto e Dronke 1 e molti altri dopo di loro, e la sua attestazione, limitatamente alla sola cultura europea, nella poesia classica, mediolatina e volgare pretrobadorica fanno escludere in partenza che la situazione proposta dal genere sia l'invenzione di un trovatore; e quanto alla variante religiosa, in cui l'invettiva contro l'alba si trasforma nella sua trepida attesa dopo la notte del peccato, è ben possibile che essa costituisca, almeno a partire dall'inno Aeterne rerum conditor di Ambrogio o dall'Hymnus matutinus e da quello Ad galli cantum di Prudenzio, il rovesciamento simmetrico di un tema già caro ai poeti greci e latini (si pensi in particolare a Ovidio, Amores I 13).
Libru di lu transitu et vita di misser sanctu Iheronimu, a cura di Costanzo Di Girolamo, Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani (Collezione di testi siciliani dei secoli XIV e XV, vol. 15), 1982, pp. xlviii-265