Francesca Vianello | Università degli Studi di Padova (original) (raw)
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Papers by Francesca Vianello
[ENG] In Italy the small number of studies about prison, and especially about prison officers, co... more [ENG] In Italy the small number of studies about prison, and especially about prison officers, could preclude, not only to researchers but also to many other people involved in this social context, the tools to understand and interpret the prison world, a world that is very complex and various. By this research we wanted to study the organizational health of the prison officers who work in the nine Veneto's prison using the Multidimensional Organizational Health Questionnaire (MOHQ) (416 respondents). The results of this study highlighted how the category of the prison, together with some other variables such as the rank of the officers, their role in the institute, the length of their service and the typology of their working hour, can influence their working conditions.
[ITA] In Italia la scarsa presenza di studi relativi al contesto penitenziario ed in particolar modo agli operatori di polizia penitenziaria rappresenta un aspetto problematico che può precludere ai ricercatori, ma non solo, gli strumenti adatti per comprendere ed interpretare un mondo tanto complesso e variegato quale il carcere. Con questo studio si è voluto indagare la salute organizzativa del personale di polizia penitenziaria che lavora presso i nove istituti di pena del Veneto attraverso l'utilizzo del Questionario Multidimensionale della Salute Organizzativa (MOHQ) (416 rispondenti). I risultati raccolti dipingono un panorama molto differenziato, dove la tipologia d'istituto assieme ad altre variabili, quali la qualifica, il ruolo ricoperto nel-l'istituto, gli anni di servizio e la tipologia d'orario lavorativo, vanno ad influire sulle condizioni lavorative. Parole chiave: carcere, polizia penitenziaria, studi sul carcere, condizioni lavorative in carcere, salute organizzativa.
Situata nella primissima periferia della città, servita da un autobus pubblico che parte dalla st... more Situata nella primissima periferia della città, servita da un autobus pubblico che parte dalla stazione e passa per il centro con cadenza oraria, la casa di reclusione di Padova sembra prendere il nome dalla via in cui si ritrova, costeggiata da campi e case coloniche; in realtà è viceversa, e sono i Due Palazzi che costituiscono l'istituto penale ad aver colonizzato la strada, imponendosi fin da lontano all'occhio di chi la percorre. Costruita negli anni Ottanta e denominata Nuovo Complesso, con riferimento alla preesistente Casa di reclusione ospitata nel Castello dei Signori da Carrara del centro storico, il nuovo istituto è infatti composto di due edifici detentivi, uno di cinque piani e uno di due, affiancati da un reparto più piccolo destinato ai semiliberi. Entrato in funzione a partire dai primi anni Novanta, il Due Palazzi è l'unica casa di reclusione del Veneto, sicuramente una delle strutture penitenziarie più imponenti del Triveneto, e come istituto di reclusione maschile è secondo solo, a livello nazionale, a quello di Milano Opera.
Studi Sulla Questione Criminale, 2007
Molta della recente letteratura criminologica e sociologica si è impegnata nello studio e nella s... more Molta della recente letteratura criminologica e sociologica si è impegnata nello studio e nella spiegazione della crisi delle politiche criminali, che sta affliggendo i paesi occidentali. Questi modelli spesso interpretano, come vedremo, in modo semplicistico tale fenomeno, avanzando come elemento caratteristico della situazione una diffusa, tenace e inestirpabile "paura del crimine". Tuttavia, l'eterogeneità di queste paure, preoccupazioni e claims è tale da impedire la completa affidabilità di un modello che spieghi la loro diffusione nei termini meccanicisti di una reazione all'aumento della criminalità. Piuttosto, il crimine potrebbe essere considerato un fenomeno attorno al quale si cristallizza una serie di preoccupazioni e ansie, indicatori particolari di più ampie difficoltà di integrazione sociale che le istituzioni non riescono ad affrontare in modo efficace [Robert P., Insecuritè, opinion publique et politique criminelle, in "Année Sociologique", 1985, 35, pp. 199-231].
SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, 2015
Déviance et Société, 2015
Reflexivity in Criminological Research, 2014
Capitulos en libros by Francesca Vianello
Most methodological issues you encounter when entering the field of prison as a researcher are co... more Most methodological issues you encounter when entering the field of prison
as a researcher are common to other settings for research on institutionalised
so-called ‘deviants’ (like hospitals, therapeutic communities and identifica-
tion centres). The first problem is access to the field. As Goffman (2010
[1961]) argues, the world of inmates (as well as that of staff) is a world that
is protected by physical and psychological barriers which make it particu-
larly difficult for external subjects to access the field. It is no coincidence
that the researchers who first studied prisons were in some way involved
in the management of the institution (e.g. Clemmer, as a clinical sociolo-
gist). Freedom of movement, in an environment which has been designated
to limit freedom, and access to personal data, which are considered sensi-
tive, are resources that are not easily made available to outsiders. Conversely,
research as an inside observer involved in the running of the institution has
considerable limitations and consequences, related to occupational pressures
and moral dilemmas (cf. Marquart 1986). A cultural variable can be added
to this, that is to say the different countries’ recognition of the value of
scientific research, criminological research in particular: some countries are
interested in or at least willing to have their institutions undergo construc-
tive assessment and constant monitoring; others are somewhat reluctant to
open the doors to their prisons. The long time that it takes to acquire the nec-
essary authorisations, often months of waiting, does not help as it separates
the researcher from the field and the subjects of the research. On obtaining
permission, a standing presence is required of the researcher, concentrated
in limited time spans, which is difficult to reconcile with other academic
activities
[ENG] In Italy the small number of studies about prison, and especially about prison officers, co... more [ENG] In Italy the small number of studies about prison, and especially about prison officers, could preclude, not only to researchers but also to many other people involved in this social context, the tools to understand and interpret the prison world, a world that is very complex and various. By this research we wanted to study the organizational health of the prison officers who work in the nine Veneto's prison using the Multidimensional Organizational Health Questionnaire (MOHQ) (416 respondents). The results of this study highlighted how the category of the prison, together with some other variables such as the rank of the officers, their role in the institute, the length of their service and the typology of their working hour, can influence their working conditions.
[ITA] In Italia la scarsa presenza di studi relativi al contesto penitenziario ed in particolar modo agli operatori di polizia penitenziaria rappresenta un aspetto problematico che può precludere ai ricercatori, ma non solo, gli strumenti adatti per comprendere ed interpretare un mondo tanto complesso e variegato quale il carcere. Con questo studio si è voluto indagare la salute organizzativa del personale di polizia penitenziaria che lavora presso i nove istituti di pena del Veneto attraverso l'utilizzo del Questionario Multidimensionale della Salute Organizzativa (MOHQ) (416 rispondenti). I risultati raccolti dipingono un panorama molto differenziato, dove la tipologia d'istituto assieme ad altre variabili, quali la qualifica, il ruolo ricoperto nel-l'istituto, gli anni di servizio e la tipologia d'orario lavorativo, vanno ad influire sulle condizioni lavorative. Parole chiave: carcere, polizia penitenziaria, studi sul carcere, condizioni lavorative in carcere, salute organizzativa.
Situata nella primissima periferia della città, servita da un autobus pubblico che parte dalla st... more Situata nella primissima periferia della città, servita da un autobus pubblico che parte dalla stazione e passa per il centro con cadenza oraria, la casa di reclusione di Padova sembra prendere il nome dalla via in cui si ritrova, costeggiata da campi e case coloniche; in realtà è viceversa, e sono i Due Palazzi che costituiscono l'istituto penale ad aver colonizzato la strada, imponendosi fin da lontano all'occhio di chi la percorre. Costruita negli anni Ottanta e denominata Nuovo Complesso, con riferimento alla preesistente Casa di reclusione ospitata nel Castello dei Signori da Carrara del centro storico, il nuovo istituto è infatti composto di due edifici detentivi, uno di cinque piani e uno di due, affiancati da un reparto più piccolo destinato ai semiliberi. Entrato in funzione a partire dai primi anni Novanta, il Due Palazzi è l'unica casa di reclusione del Veneto, sicuramente una delle strutture penitenziarie più imponenti del Triveneto, e come istituto di reclusione maschile è secondo solo, a livello nazionale, a quello di Milano Opera.
Studi Sulla Questione Criminale, 2007
Molta della recente letteratura criminologica e sociologica si è impegnata nello studio e nella s... more Molta della recente letteratura criminologica e sociologica si è impegnata nello studio e nella spiegazione della crisi delle politiche criminali, che sta affliggendo i paesi occidentali. Questi modelli spesso interpretano, come vedremo, in modo semplicistico tale fenomeno, avanzando come elemento caratteristico della situazione una diffusa, tenace e inestirpabile "paura del crimine". Tuttavia, l'eterogeneità di queste paure, preoccupazioni e claims è tale da impedire la completa affidabilità di un modello che spieghi la loro diffusione nei termini meccanicisti di una reazione all'aumento della criminalità. Piuttosto, il crimine potrebbe essere considerato un fenomeno attorno al quale si cristallizza una serie di preoccupazioni e ansie, indicatori particolari di più ampie difficoltà di integrazione sociale che le istituzioni non riescono ad affrontare in modo efficace [Robert P., Insecuritè, opinion publique et politique criminelle, in "Année Sociologique", 1985, 35, pp. 199-231].
SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, 2015
Déviance et Société, 2015
Reflexivity in Criminological Research, 2014
Most methodological issues you encounter when entering the field of prison as a researcher are co... more Most methodological issues you encounter when entering the field of prison
as a researcher are common to other settings for research on institutionalised
so-called ‘deviants’ (like hospitals, therapeutic communities and identifica-
tion centres). The first problem is access to the field. As Goffman (2010
[1961]) argues, the world of inmates (as well as that of staff) is a world that
is protected by physical and psychological barriers which make it particu-
larly difficult for external subjects to access the field. It is no coincidence
that the researchers who first studied prisons were in some way involved
in the management of the institution (e.g. Clemmer, as a clinical sociolo-
gist). Freedom of movement, in an environment which has been designated
to limit freedom, and access to personal data, which are considered sensi-
tive, are resources that are not easily made available to outsiders. Conversely,
research as an inside observer involved in the running of the institution has
considerable limitations and consequences, related to occupational pressures
and moral dilemmas (cf. Marquart 1986). A cultural variable can be added
to this, that is to say the different countries’ recognition of the value of
scientific research, criminological research in particular: some countries are
interested in or at least willing to have their institutions undergo construc-
tive assessment and constant monitoring; others are somewhat reluctant to
open the doors to their prisons. The long time that it takes to acquire the nec-
essary authorisations, often months of waiting, does not help as it separates
the researcher from the field and the subjects of the research. On obtaining
permission, a standing presence is required of the researcher, concentrated
in limited time spans, which is difficult to reconcile with other academic
activities