Felice Addeo | University of Salerno Italy (original) (raw)
Books by Felice Addeo
"The Europe 2020 strategy highlights the building of a bioeconomy by 2020 as a deliverable of it... more "The Europe 2020 strategy highlights the building of
a bioeconomy by 2020 as a deliverable of its flagship
initiative «Innovation Union». Accordingly, the Commission
has recently presented the communication «Innovating
for sustainable growth : A bioeconomy for Europe»
(COM (2012) 60 final). Together with Horizon 2020, the
upcoming next Union’s Framework programme for Research
and Innovation, these EU policies promote technological
and sustainability leadership as a lever for industrial
competitiveness on a global scale. Based on previous
experience, public-private partnerships could contribute
to facilitating and speeding-up innovation in the EU while
reducing time-to-markets of new products and services.
This publication reports upon the results of an online public
consultation, conducted by the European Commission in the
second part of 2012, regarding the question «Bio-based
industries, towards a public-private partnership under
Horizon 2020?”."
This report presents the statistical analysis and the content analysis of data collected with the... more This report presents the statistical analysis and the content analysis of data collected with the questionnaire used for the public consultation “Bio-based economy for Europe: state of play and future potential”. It provides an overview of information (opinions, suggestions, critics) from individuals, organizations and public authorities that could support the Commission in shaping strategies to develop and promote sustainable Bio-based Economy.
Results are commented using tables and graphs and highlighting what characterizes the overall opinion of respondents. Particular attention is paid to analyze how results may vary according to respondents’ profile, sector and professional fields.
Report is completed by VIII annexes:
Annex I presents the purpose and the methodology of the public consultation;
Annex II shows the questionnaire used for the public consultation;
Annex III and Annex IV contain tables and graphics used for the statistical analysis and for the content analysis;
Annex V shows detailed tables for each group of questions analyzed by respondents’ profile, sector and field;
Annex VI presents name and contact details of respondents in alphabetical order;
Annex VII shows respondents’ comments to open questions;
Annex VIII presents general comments of respondents that refused to provide their personal details (only valid answers).
La curva normale è una protagonista dello sviluppo della statistica a partire dal XVIII secolo. S... more La curva normale è una protagonista dello sviluppo della statistica a partire dal XVIII secolo. Sorta per formalizzare la probabilità di eventi ludici, ben presto si estende alle scienze della natura e poi alle scienze dell'uomo.
Da allora i ricercatori di svariate discipline, incuranti dei vincoli imposti da una sua corretta applicazione, hanno professato l'ubiquità della curva normale. Nel modo di concepirla, è passata da strumento di conoscenza a essenza della realtà e legge universale, fino ad assumere perfino una connotazione trascendente. Questo libro non analizza la curva normale da un punto di vista statistico-matematico, né le sue legittime applicazioni alle scienze della natura; ma critica il suo uso distorto nelle scienze umane, in cui l'ansia di legittimazione scientista ne ha alimentato il mito.
"Questo libro raccoglie l’esperienza di una ricerca con obiettivi in gran parte metodologici: esp... more "Questo libro raccoglie l’esperienza di una ricerca con obiettivi in gran parte metodologici: esplorare le potenzialità interpretative delle interviste non direttive volte a rilevare opinioni e atteggiamenti. All’intervistato si chiedeva di raccontare alcuni aspetti della propria biografia; ma poi egli doveva reagire all’intervistatore che gli narrava alcune “storie”, secondo una tecnica innovativa ideata da Alberto Marradi.
Si tratta, quindi, di una duplice modalità narrativa, che esalta la comunicazione fra gli attori dell’intervista e che perciò raccoglie una ricca messe di significati.
La flessibilità di un approccio non direttivo, l’assenza di vincoli standardizzati non significa però la libertà da qualunque vincolo nell’interpretazione. La scommessa è mostrare come – anche a prescindere dalla matrice dei dati, dall’elaborazione statistica e da tecniche di analisi testuale computerizzata – sia possibile il rigore metodologico; e suggerire, altresì, come proprio tale rigore consenta di raccogliere molte informazioni.
Oltre a illustrare le varie fasi della ricerca, con particolare riguardo alle peculiarità di una impostazione non direttiva, il libro propone l’intervista come “evento comunicativo”, da cui discende l’opportunità di un’ampia gamma di strumenti utili all’ermeneutica testuale.
Lo dimostrano spunti ed esempi pratici, relativi alla trascrizione e alla interpretazione di alcune dimensioni (sintattiche e pragmatiche) spesso trascurate dalla ricerca sociale."
In questa Relazione presenteremo e commenteremo i dati tratti dalla ricerca “Prima ora: Prova di ... more In questa Relazione presenteremo e commenteremo i dati tratti dalla ricerca “Prima ora: Prova di cittadinanza attiva”, promossa dal Consorzio “Sol.co” in collaborazione con numerose scuole dell’Umbria (Italia), sostenuta dalla Regione dell’Umbria e realizzata nell’ambito dei Programmi Socrates, Leonardo e Gioventù dell’Unione Europea – Fondo Sociale Europeo (Direzione Generale Istruzione e Cultura).
L’obiettivo cognitivo riguarda le modalità abituali di interazione fra i giovani e il mondo dell’associazionismo: più in particolare abbiamo voluto sondare la sensibilità dei giovani della Scuole Superiori nei confronti di quel mondo e le sollecitazioni in tal senso provenienti dagli insegnanti e dalle famiglie.
Di conseguenza sono stati realizzati – fra gli ultimi mesi del 2005 ed i primi del 2006 – tre sondaggi (studenti, insegnanti e genitori) in ciascuno dei cinque partner (Polonia, Italia, Gran Bretagna, Grecia e Francia), per un totale di quindici distinte rilevazioni.
Per i criteri di campionamento e gli strumenti di rilevazione rinviamo all’Appendice (cap. 8).
Qui vogliamo intanto sottolineare l’importanza sia della triangolazione delle fonti, sia della comparazione fra nazioni.
Confrontare le rilevazioni dirette su studenti, docenti e genitori presenta numerosi vantaggi: non ci si affida alle rappresentazioni che i giovani danno degli adulti, ma si sondano direttamente questi ultimi; ciò consente il confronto fra due generazioni e, all’interno degli adulti, fra due canali differenti di socializzazione, la scuola e la famiglia.
Ci pare molto qualificante anche la possibilità di comparare i dati raccolti in nazioni diverse. Proprio la comparazione fra Paesi – molto differenti per collocazione geografica, storia e tradizioni culturali – valorizza le informazioni, come dimostrano i classici della ricerca sociale, a partire da Montesquieu e da Tocqueville. Per altro, oggi la comparazione è uno strumento prezioso non solo in ambito sociologico, ma anche antropologico, politologico, economico, etc. (Smelser 1976; Marradi 1984).
Di particolare rilievo è la “comparazione micro-analitica” (Fideli 1998), in cui oggetto d’indagine sono gli individui e non le unità di analisi territoriali. Rivolgersi direttamente ai singoli consente di porre loro domande strettamente funzionali agli obiettivi cognitivi della ricerca. Affidarsi, invece, a fonti statistiche ufficiali, pur qualificate ed accreditate, significherebbe comunque adattarsi, in misura non sempre soddisfacente, ad informazioni che altri hanno raccolto per obiettivi cognitivi più o meno distanti dai nostri.
Un ulteriore elemento qualificante sta nel fatto che questa ricerca non è fine a se stessa, ma rientra nel contesto più ampio di un progetto – sempre finanziato dall’Unione Europea – volto a:
i. creare, a partire dai programmi educativi delle scuole secondarie, nuovi approcci educativi che, stimolando i giovani ad esercitare forme di cittadinanza attiva, contribuiscano alla prevenzione della dispersione scolastica e di precoci forme di devianza;
ii. sperimentare e rafforzare reti di relazioni tra le agenzie educative territoriali (scuole, centri di formazione professionale, associazionismo e terzo settore) finalizzata alla realizzazione del progetto e alla eventuale prosecuzione delle attività;
iii. valorizzare in maniera formalizzata le competenze acquisite dagli allievi in tutti gli ambiti formativi (formali, non formali, informali) attraverso la costruzione di un “dizionario delle competenze informali e non formali”.
La ricerca ha comportato un grande sforzo organizzativo. Ringraziamo perciò tutte le persone che con il loro impegno hanno consentito la sua realizzazione: gli intervistati, il committente, i promotori e sostenitori, le scuole attivate, gli insegnanti, gli operatori, gli intervistatori.
Papers by Felice Addeo
MERCATI E COMPETITIVITÀ, 2014
… of the IV international congress on …, 2005
1. Introduction The theme of market segmentation is connected to theoretical reflections upon imp... more 1. Introduction The theme of market segmentation is connected to theoretical reflections upon imperfect competition. In economic theory the moment of discontinuity as compared to the general equilibrium of perfect competition is marked by the configuration of systems in which firms ...
Fin dagli albori della sociologia, l’analisi statistica dei dati ecologici ha portato ad un accre... more Fin dagli albori della sociologia, l’analisi statistica dei dati ecologici ha portato ad un accrescimento costante di saperi teorici e metodologici. Tuttavia, l’atteggiamento di accettazione acritica di metodi e tecniche derivati dalla statistica da parte di alcuni studiosi è ancora uno dei motivi che mina la qualità delle ricerche prodotte nel settore dell’analisi ecologica.
La questione non riguarda solo la leggerezza con la quale, talvolta, nelle scienze sociali le tecniche statistiche sono applicate violando, in modo consapevole o meno, gli assunti matematici su cui esse poggiano. Infatti, al di là di questi problemi di natura squisitamente tecnica, esiste una vasta gamma di errori sostanziali e semantici, legati a ragionamenti logicamente scorretti o all’interpretazione dei risultati di una ricerca, in cui può incappare anche il ricercatore più avveduto. Spesso questi errori interpretativi sfuggono anche ad un lettore attento ed esperto della disciplina. Tali errori devono essere considerati come vere e proprie fallacie che ledono le potenzialità interpretative dell’applicazione delle tecniche statistiche alla riflessione sociologica.
Il problema delle fallacie interpretative è noto alla maggioranza dei ricercatori, non a caso in molte rassegne di letteratura sull’analisi ecologica (Pintaldi, 2009) non mancano mai i riferimenti al classico lavoro di Robinson (1950) sulla fallacia ecologica (qui intesa come indebita estensione delle proprietà di un collettivo agli individui che lo compongono); meno note, tuttavia, sono altre fallacie, come quella individualistica (Richards et al, 1990) o atomistica (intesa come indebita estensione alla collettività delle proprietà degli individui che la compongono). Queste fallacie, che derivano dal tentativo di connettere tra loro i livelli d’analisi individuale e quelli d’analisi aggregata, non sono gli unici problemi individuati nella letteratura sul tema. Il filone di studi ecologici sulla multilevel analysis ha già messo in evidenza l’esistenza di altre fallacie che possono minare la portata gnoseologica delle ricerche ecologiche. Partendo da un lavoro di Alker (1969) e sulla scorta dei recenti avanzamenti della letteratura sulla multilevel analysis, il nostro articolo presenterà, una rivisitazione delle possibili fallacie interpretative e proporrà una tipologia che possa servire da vademecum nell’analisi ecologica.
Our paper is an attempt to systematize what has been published in the fields of social network re... more Our paper is an attempt to systematize what has been published in the fields of social network research applied to Strategy and Organization. Our main goal is to identify the dimensions along which social network studies vary. However, the terminological and conceptual confusion, together with the increase in the volume of social network research, makes such studies not easily accessible. Thus, in order to map and assess the existing intellectual territory, we aim at synthesizing scientific articles on network research in a systematic and reproducible manner through the adoption of a complex data analysis approach: content analysis in conjunction with multiple correspondence analysis and cluster analysis. Articles are classified according to dimensions extracted with multiple correspondence analysis, then a typology of network studies is created. Considered together the research streams emerged from this typology could be interpreted as specific dimensions of the more general research stream of social capital. In other words, social capital seems to be the very trait of union among social network studies in strategic and organizational research.
AA.VV.. Il territorio come giacimento di vitalità per l’impresa. p. 655-666, CUEM - Sinergie, ISBN: 9788890739408;, 2013
Objectives. This paper explores museum image formation process, with particular mention to the ca... more Objectives. This paper explores museum image formation process, with particular mention to the case of the British Museum in London. Put specifically, the research aims to analyze whether between the different variables, traditionally identified by literature on this issue (motivations, expectations, satisfaction, sources of information etc.), it is possible to identify a "halo effect" of London’s image which influences visitors’ museum image formation
Methodology. Considering the exploratory nature of the study, a non-probabilistic sampling procedure was chosen. Data were collected through structured questionnaire, and interviewees were selected through not probability sampling procedure. Data analysis involved multivariate regression, performed through SPSS software
Findings. Data collected provide a preliminary response to the main research question posed by this paper: the existence of a halo effect of London image may play a role in developing visitors’ image of the museum
Research limits. Due to the sample size of visitors, the research has a mainly exploratory value, and intends to represent a pilot study on this issue
Practical implications. The existence of a halo effect on the image of London's British Museum is a factor to be considered for the identification of museum marketing strategies, developed specifically for visitors who appear sensitive to this effect
Originality of the study. Compared to the literature so far produced on museum marketing, this paper differs in focusing on the relationship between museum image and their location
: AA.VV.. Marketing Internazionale ed Effetto Country of Origin. vol. Unico, p. 1-11, Roma:Società Italiana di Marketing (SIM), ISBN: 9788890766206, 2013
The paper aims to identify different groups of consumers according to their attitudes towards glo... more The paper aims to identify different groups of consumers according to their attitudes towards global-local brands. A preliminary empirical investigation was conducted with a semi-structured questionnaire to a sample of university students (n= 274) in Italy, Span and UK. Following a sequence of Multiple Correspondence Analysis and cluster analysis, thus respondents were grouped in three clusters. The paper indicates that consumer attitudes towards global brands are intertwined with ethnocentric and country-related aspects but still remain a controversial concept. Thus, the paper suggests that transnational companies would therefore do well in balancing their local/national identities avoiding overemphasis on brand globalness perception.
in Azzopardi S. (coord), Corpus, Données, Modèles. Cahiers de Praxématique, 54-55, pp. 263-282, PULM : Montpellier, ISSN 0765-4944, 2013
Our paper illustrates the potentialities and the limits of «Stories», an alternative method in co... more Our paper illustrates the potentialities and the limits of «Stories», an alternative method in collecting data on values created by Alberto Marradi (2005). Here we present two different empirical researches with «Stories» method. The first is from an international research on active citizenship (Addeo, Montesperelli, 2006; Addeo, Diana, 2007); the second is from a research project whose main goal was to develop and test new ways to analyze data collected with «Stories» (Addeo, Montesperelli, 2007). «Stories» relies mainly on narration and it may integrate quantitative and qualitative features both in collecting and analyzing data. So «Stories» could find a relevant place in the actual mixed methods wave (Cresswell, 1998; Tashakkori, Teddlie, 2003), because it embodies the spirit of mixed method approach.
Notre article illustre les potentialités ainsi que les limites méthodologiques des « Histoires », considérées comme une approche alternative au recueil d'informations sur les valeurs en sciences sociales. La méthode des « Histoires » a été développée de manière originale et indépendante par Alberto Marradi (2005). Nous présentons ici deux recherches empiriques différentes qui utilisent la méthode des « Histoires ». La première est extraite d’une recherche internationale sur la citoyenneté active (Addeo, Montesperelli, 2006; Addeo, Diana, 2007); la seconde est tirée d’un projet de recherche dont l’objectif principal a été de développer et de tester de nouvelles façons d’analyser des données recueillies grâce aux « Histoires » (Addeo, Montesperelli, 2007). Les « Histoires » reposent principalement sur la narration et elles peuvent intégrer des caractéristiques quantitatives et qualitatives dans l’analyse et dans la collecte des données. Ainsi, cette technique pourrait trouver une place pertinente dans l’actuelle vague des méthodes mixtes (Cresswell, 1998; Tashakkori, Teddlie, 2003), car la méthode des « Histoires » incarne l’esprit de l’approche des méthodes mixtes.
Proceedings IFKAD (International Forum on Knowledge Asset Dynamics) 5th edition (CD-ROM), on the theme "Intellectual Capital in a Complex Business Landscape", 24-26 June, Matera, Italy (ISBN: 978-88-96687-02-4). Editors: Schiuma G., Spender J.C., Weir M, 2010
Value creation is closely associated with knowledge management. Today the emergence of Internet-b... more Value creation is closely associated with knowledge management. Today the emergence of Internet-based social media is having a fundamental impact on knowledge generation. But are firms aware of this phenomenon? How could they draw knowledge from the digital context?
Our paper explores these aspects through a quantitative approach, focusing on hotel chains operating in Italy. Data collection was performed through data source triangulation: an online questionnaire (administered to hotel chain managers), and web-based research (e.g. we examined hotel chain websites and their profiles on social media). Data analysis relied principally on cluster analysis, which allowed us to group hotel chains on the basis of their differing propensity to draw knowledge from the web.
In terms of the contribution of this study, we focus on knowledge generation in hotel chains through Web 2.0, a relatively unexplored topic. Moreover, by applying cluster analysis, we highlight groups of hotel chains operating in Italy distinguished by their approach to drawing knowledge from the web.
On one hand, their behaviour seems random, while on the other hand their web-mediated knowledge appears to be efficiently organized as a logical process of aligning their presence on different social networks. These practical implications should be explored in further research, focusing on different strategic approaches to the digital environment.
Finanza Marketing e Produzione, 2-2011, 2011
The paper analyses boards of directors from a company members perspective. The research aims to v... more The paper analyses boards of directors from a company members perspective. The research aims to verify country (and relative culture) effect on company members judgement on board role and features.
The results of a survey on Italian and German contexts are presented.
International Journal Of Management Cases, vol. 12; p. 387-400, 2010
Country of origin effect literature mostly focused on the effect of a Country on the consumers’ p... more Country of origin effect literature mostly focused on the effect of a Country on the consumers’ perceived products quality. However, there are many cases in which products image might be considered much stronger than Country image: thisi is a potential resource that could be exploited for economic growth.
Our research tries to shed light on the potential influence of local products on the economic development of an area. We hypothesize that high quality perceived local products have a great impact on country image for tourism or business opportunities.The conceptual framework above presented was tested in Irpinia, a little area in Southern Italy, well known for its local production of typical foods and wines. Our research goals were to analyze those factors that may influence country perception related to the consumption of local products. Our unit of analysis was composed by people hosted by tourist facilities in Irpinia. Research method is mainly quantitative: data collection was performed with a semi-structured questionnaire; interviewees were selected through not probabilistic sampling, whereas data analysis involved multivariate techniques.
Findings: by giving reasons why tourists chose Irpinia (area or products), the research shows that there could be a dyadic association between country of origin and product image.
The paper provides, through a literature review and an empirical study, an innovative marketing and communication tool regarding both product/brand tactics and the improvement of tourism and territorial business opportunities. While most literature focuses on the country of origin effect over product perceived quality, the study proposes to use local products as marketing and communication tools to promote the area. These considerations allow the paper, with an adaptation of the initial framework, to provide academic and practical suggestions in operative marketing and communication regarding product/brand and territorial touristic development
Diritto ed Economia dei Mezzi di Comunicazione, anno 10, 1/2011, 2011
Internet costituisce uno strumento potentissimo attraverso il quale riprodurre e diffondere infor... more Internet costituisce uno strumento potentissimo attraverso il quale riprodurre e diffondere informazioni. Ma l’elemento più rilevante concerne la sua essenza di rete, ossia l’interazione. Grazie all’avvento del Web 2.0 è emersa un’ampia gamma di tool, ricadenti nel concetto di “social media” che, a differenza dei media tradizionali, a costi relativamente contenuti permettono a chiunque di pubblicare, avere accesso e condividere una notevole mole di informazioni. Il superamento del Web 1.0 è frutto dell’evoluzione nell’uso di Internet, non più mero canale attraverso cui accedere a contenuti, ma anche e soprattutto contesto relazionale, in cui si scambiano pareri, si condividono e si formano opinioni. In altre parole, grazie al Web 2.0 si realizza un abbattimento delle barriere comunicative e si asseconda la partecipazione degli utenti al processo comunitario di sviluppo della conoscenza, pervenendo ad un’intelligenza collettiva nell’ambito di un contesto interattivo.Esistono molteplici forme di social media, ciascuna ha un diverso impatto sulla condivisione della conoscenza, anche se tutte si basano sul ruolo dell’ambiente digitale come ambito di conoscenza originale e di potenziale emersione di quella connettiva. Il nostro articolo si inserisce in questo filone di ricerca, con l’obiettivo di cogliere il significato degli strumenti di Web 2.0 nell’esplorazione della conoscenza emergente dall’ambiente digitale. Relativamente al costrutto “conoscenza”, ne accogliamo una definizione ampia, andando al di là di concetti quali inferenza razionale, know-what, know-how, per includere percezione, interpretazione, giudizi di valore, moralità, emozioni e sentimenti. Alla luce di questa prospettiva, è utile richiamare il concetto di ba nonakiano quale spazio condiviso in cui le relazioni e la conoscenza derivano da comuni esperienze dirette e indirette. In tale ottica il Web 2.0 può costituire un potente attivatore di nuova conoscenza, cruciale per il successo dell’impresa
The IUP Journal of Knowledge Management, Vol. IX, No. 3, pp. 74-97, July 2011, 2011
This paper is an attempt to systematize what has been published in the field of social network re... more This paper is an attempt to systematize what has been published in the field of social network research applied to strategy and organization. The main goal is to identify the dimensions along which social network studies vary. However, the terminological and conceptual confusion, together with the increase in the volume of social network research, makes such studies not easily accessible. Thus, in order to map and assess the existing intellectual territory, the paper aims at synthesizing scientific articles on network research in a systematic and reproducible manner through the adoption of a complex data analysis approach, content analysis in conjunction with multiple correspondence analysis and cluster analysis. Articles are classified according to dimensions extracted with multiple correspondence analysis, then a typology of network studies is created. Considering together the research streams emerged from this typology could be interpreted as specific dimensions of the more general research stream of social capital. In other words, social capital seems to be the very trait of union among social network studies in strategic and organizational research.
"The Europe 2020 strategy highlights the building of a bioeconomy by 2020 as a deliverable of it... more "The Europe 2020 strategy highlights the building of
a bioeconomy by 2020 as a deliverable of its flagship
initiative «Innovation Union». Accordingly, the Commission
has recently presented the communication «Innovating
for sustainable growth : A bioeconomy for Europe»
(COM (2012) 60 final). Together with Horizon 2020, the
upcoming next Union’s Framework programme for Research
and Innovation, these EU policies promote technological
and sustainability leadership as a lever for industrial
competitiveness on a global scale. Based on previous
experience, public-private partnerships could contribute
to facilitating and speeding-up innovation in the EU while
reducing time-to-markets of new products and services.
This publication reports upon the results of an online public
consultation, conducted by the European Commission in the
second part of 2012, regarding the question «Bio-based
industries, towards a public-private partnership under
Horizon 2020?”."
This report presents the statistical analysis and the content analysis of data collected with the... more This report presents the statistical analysis and the content analysis of data collected with the questionnaire used for the public consultation “Bio-based economy for Europe: state of play and future potential”. It provides an overview of information (opinions, suggestions, critics) from individuals, organizations and public authorities that could support the Commission in shaping strategies to develop and promote sustainable Bio-based Economy.
Results are commented using tables and graphs and highlighting what characterizes the overall opinion of respondents. Particular attention is paid to analyze how results may vary according to respondents’ profile, sector and professional fields.
Report is completed by VIII annexes:
Annex I presents the purpose and the methodology of the public consultation;
Annex II shows the questionnaire used for the public consultation;
Annex III and Annex IV contain tables and graphics used for the statistical analysis and for the content analysis;
Annex V shows detailed tables for each group of questions analyzed by respondents’ profile, sector and field;
Annex VI presents name and contact details of respondents in alphabetical order;
Annex VII shows respondents’ comments to open questions;
Annex VIII presents general comments of respondents that refused to provide their personal details (only valid answers).
La curva normale è una protagonista dello sviluppo della statistica a partire dal XVIII secolo. S... more La curva normale è una protagonista dello sviluppo della statistica a partire dal XVIII secolo. Sorta per formalizzare la probabilità di eventi ludici, ben presto si estende alle scienze della natura e poi alle scienze dell'uomo.
Da allora i ricercatori di svariate discipline, incuranti dei vincoli imposti da una sua corretta applicazione, hanno professato l'ubiquità della curva normale. Nel modo di concepirla, è passata da strumento di conoscenza a essenza della realtà e legge universale, fino ad assumere perfino una connotazione trascendente. Questo libro non analizza la curva normale da un punto di vista statistico-matematico, né le sue legittime applicazioni alle scienze della natura; ma critica il suo uso distorto nelle scienze umane, in cui l'ansia di legittimazione scientista ne ha alimentato il mito.
"Questo libro raccoglie l’esperienza di una ricerca con obiettivi in gran parte metodologici: esp... more "Questo libro raccoglie l’esperienza di una ricerca con obiettivi in gran parte metodologici: esplorare le potenzialità interpretative delle interviste non direttive volte a rilevare opinioni e atteggiamenti. All’intervistato si chiedeva di raccontare alcuni aspetti della propria biografia; ma poi egli doveva reagire all’intervistatore che gli narrava alcune “storie”, secondo una tecnica innovativa ideata da Alberto Marradi.
Si tratta, quindi, di una duplice modalità narrativa, che esalta la comunicazione fra gli attori dell’intervista e che perciò raccoglie una ricca messe di significati.
La flessibilità di un approccio non direttivo, l’assenza di vincoli standardizzati non significa però la libertà da qualunque vincolo nell’interpretazione. La scommessa è mostrare come – anche a prescindere dalla matrice dei dati, dall’elaborazione statistica e da tecniche di analisi testuale computerizzata – sia possibile il rigore metodologico; e suggerire, altresì, come proprio tale rigore consenta di raccogliere molte informazioni.
Oltre a illustrare le varie fasi della ricerca, con particolare riguardo alle peculiarità di una impostazione non direttiva, il libro propone l’intervista come “evento comunicativo”, da cui discende l’opportunità di un’ampia gamma di strumenti utili all’ermeneutica testuale.
Lo dimostrano spunti ed esempi pratici, relativi alla trascrizione e alla interpretazione di alcune dimensioni (sintattiche e pragmatiche) spesso trascurate dalla ricerca sociale."
In questa Relazione presenteremo e commenteremo i dati tratti dalla ricerca “Prima ora: Prova di ... more In questa Relazione presenteremo e commenteremo i dati tratti dalla ricerca “Prima ora: Prova di cittadinanza attiva”, promossa dal Consorzio “Sol.co” in collaborazione con numerose scuole dell’Umbria (Italia), sostenuta dalla Regione dell’Umbria e realizzata nell’ambito dei Programmi Socrates, Leonardo e Gioventù dell’Unione Europea – Fondo Sociale Europeo (Direzione Generale Istruzione e Cultura).
L’obiettivo cognitivo riguarda le modalità abituali di interazione fra i giovani e il mondo dell’associazionismo: più in particolare abbiamo voluto sondare la sensibilità dei giovani della Scuole Superiori nei confronti di quel mondo e le sollecitazioni in tal senso provenienti dagli insegnanti e dalle famiglie.
Di conseguenza sono stati realizzati – fra gli ultimi mesi del 2005 ed i primi del 2006 – tre sondaggi (studenti, insegnanti e genitori) in ciascuno dei cinque partner (Polonia, Italia, Gran Bretagna, Grecia e Francia), per un totale di quindici distinte rilevazioni.
Per i criteri di campionamento e gli strumenti di rilevazione rinviamo all’Appendice (cap. 8).
Qui vogliamo intanto sottolineare l’importanza sia della triangolazione delle fonti, sia della comparazione fra nazioni.
Confrontare le rilevazioni dirette su studenti, docenti e genitori presenta numerosi vantaggi: non ci si affida alle rappresentazioni che i giovani danno degli adulti, ma si sondano direttamente questi ultimi; ciò consente il confronto fra due generazioni e, all’interno degli adulti, fra due canali differenti di socializzazione, la scuola e la famiglia.
Ci pare molto qualificante anche la possibilità di comparare i dati raccolti in nazioni diverse. Proprio la comparazione fra Paesi – molto differenti per collocazione geografica, storia e tradizioni culturali – valorizza le informazioni, come dimostrano i classici della ricerca sociale, a partire da Montesquieu e da Tocqueville. Per altro, oggi la comparazione è uno strumento prezioso non solo in ambito sociologico, ma anche antropologico, politologico, economico, etc. (Smelser 1976; Marradi 1984).
Di particolare rilievo è la “comparazione micro-analitica” (Fideli 1998), in cui oggetto d’indagine sono gli individui e non le unità di analisi territoriali. Rivolgersi direttamente ai singoli consente di porre loro domande strettamente funzionali agli obiettivi cognitivi della ricerca. Affidarsi, invece, a fonti statistiche ufficiali, pur qualificate ed accreditate, significherebbe comunque adattarsi, in misura non sempre soddisfacente, ad informazioni che altri hanno raccolto per obiettivi cognitivi più o meno distanti dai nostri.
Un ulteriore elemento qualificante sta nel fatto che questa ricerca non è fine a se stessa, ma rientra nel contesto più ampio di un progetto – sempre finanziato dall’Unione Europea – volto a:
i. creare, a partire dai programmi educativi delle scuole secondarie, nuovi approcci educativi che, stimolando i giovani ad esercitare forme di cittadinanza attiva, contribuiscano alla prevenzione della dispersione scolastica e di precoci forme di devianza;
ii. sperimentare e rafforzare reti di relazioni tra le agenzie educative territoriali (scuole, centri di formazione professionale, associazionismo e terzo settore) finalizzata alla realizzazione del progetto e alla eventuale prosecuzione delle attività;
iii. valorizzare in maniera formalizzata le competenze acquisite dagli allievi in tutti gli ambiti formativi (formali, non formali, informali) attraverso la costruzione di un “dizionario delle competenze informali e non formali”.
La ricerca ha comportato un grande sforzo organizzativo. Ringraziamo perciò tutte le persone che con il loro impegno hanno consentito la sua realizzazione: gli intervistati, il committente, i promotori e sostenitori, le scuole attivate, gli insegnanti, gli operatori, gli intervistatori.
MERCATI E COMPETITIVITÀ, 2014
… of the IV international congress on …, 2005
1. Introduction The theme of market segmentation is connected to theoretical reflections upon imp... more 1. Introduction The theme of market segmentation is connected to theoretical reflections upon imperfect competition. In economic theory the moment of discontinuity as compared to the general equilibrium of perfect competition is marked by the configuration of systems in which firms ...
Fin dagli albori della sociologia, l’analisi statistica dei dati ecologici ha portato ad un accre... more Fin dagli albori della sociologia, l’analisi statistica dei dati ecologici ha portato ad un accrescimento costante di saperi teorici e metodologici. Tuttavia, l’atteggiamento di accettazione acritica di metodi e tecniche derivati dalla statistica da parte di alcuni studiosi è ancora uno dei motivi che mina la qualità delle ricerche prodotte nel settore dell’analisi ecologica.
La questione non riguarda solo la leggerezza con la quale, talvolta, nelle scienze sociali le tecniche statistiche sono applicate violando, in modo consapevole o meno, gli assunti matematici su cui esse poggiano. Infatti, al di là di questi problemi di natura squisitamente tecnica, esiste una vasta gamma di errori sostanziali e semantici, legati a ragionamenti logicamente scorretti o all’interpretazione dei risultati di una ricerca, in cui può incappare anche il ricercatore più avveduto. Spesso questi errori interpretativi sfuggono anche ad un lettore attento ed esperto della disciplina. Tali errori devono essere considerati come vere e proprie fallacie che ledono le potenzialità interpretative dell’applicazione delle tecniche statistiche alla riflessione sociologica.
Il problema delle fallacie interpretative è noto alla maggioranza dei ricercatori, non a caso in molte rassegne di letteratura sull’analisi ecologica (Pintaldi, 2009) non mancano mai i riferimenti al classico lavoro di Robinson (1950) sulla fallacia ecologica (qui intesa come indebita estensione delle proprietà di un collettivo agli individui che lo compongono); meno note, tuttavia, sono altre fallacie, come quella individualistica (Richards et al, 1990) o atomistica (intesa come indebita estensione alla collettività delle proprietà degli individui che la compongono). Queste fallacie, che derivano dal tentativo di connettere tra loro i livelli d’analisi individuale e quelli d’analisi aggregata, non sono gli unici problemi individuati nella letteratura sul tema. Il filone di studi ecologici sulla multilevel analysis ha già messo in evidenza l’esistenza di altre fallacie che possono minare la portata gnoseologica delle ricerche ecologiche. Partendo da un lavoro di Alker (1969) e sulla scorta dei recenti avanzamenti della letteratura sulla multilevel analysis, il nostro articolo presenterà, una rivisitazione delle possibili fallacie interpretative e proporrà una tipologia che possa servire da vademecum nell’analisi ecologica.
Our paper is an attempt to systematize what has been published in the fields of social network re... more Our paper is an attempt to systematize what has been published in the fields of social network research applied to Strategy and Organization. Our main goal is to identify the dimensions along which social network studies vary. However, the terminological and conceptual confusion, together with the increase in the volume of social network research, makes such studies not easily accessible. Thus, in order to map and assess the existing intellectual territory, we aim at synthesizing scientific articles on network research in a systematic and reproducible manner through the adoption of a complex data analysis approach: content analysis in conjunction with multiple correspondence analysis and cluster analysis. Articles are classified according to dimensions extracted with multiple correspondence analysis, then a typology of network studies is created. Considered together the research streams emerged from this typology could be interpreted as specific dimensions of the more general research stream of social capital. In other words, social capital seems to be the very trait of union among social network studies in strategic and organizational research.
AA.VV.. Il territorio come giacimento di vitalità per l’impresa. p. 655-666, CUEM - Sinergie, ISBN: 9788890739408;, 2013
Objectives. This paper explores museum image formation process, with particular mention to the ca... more Objectives. This paper explores museum image formation process, with particular mention to the case of the British Museum in London. Put specifically, the research aims to analyze whether between the different variables, traditionally identified by literature on this issue (motivations, expectations, satisfaction, sources of information etc.), it is possible to identify a "halo effect" of London’s image which influences visitors’ museum image formation
Methodology. Considering the exploratory nature of the study, a non-probabilistic sampling procedure was chosen. Data were collected through structured questionnaire, and interviewees were selected through not probability sampling procedure. Data analysis involved multivariate regression, performed through SPSS software
Findings. Data collected provide a preliminary response to the main research question posed by this paper: the existence of a halo effect of London image may play a role in developing visitors’ image of the museum
Research limits. Due to the sample size of visitors, the research has a mainly exploratory value, and intends to represent a pilot study on this issue
Practical implications. The existence of a halo effect on the image of London's British Museum is a factor to be considered for the identification of museum marketing strategies, developed specifically for visitors who appear sensitive to this effect
Originality of the study. Compared to the literature so far produced on museum marketing, this paper differs in focusing on the relationship between museum image and their location
: AA.VV.. Marketing Internazionale ed Effetto Country of Origin. vol. Unico, p. 1-11, Roma:Società Italiana di Marketing (SIM), ISBN: 9788890766206, 2013
The paper aims to identify different groups of consumers according to their attitudes towards glo... more The paper aims to identify different groups of consumers according to their attitudes towards global-local brands. A preliminary empirical investigation was conducted with a semi-structured questionnaire to a sample of university students (n= 274) in Italy, Span and UK. Following a sequence of Multiple Correspondence Analysis and cluster analysis, thus respondents were grouped in three clusters. The paper indicates that consumer attitudes towards global brands are intertwined with ethnocentric and country-related aspects but still remain a controversial concept. Thus, the paper suggests that transnational companies would therefore do well in balancing their local/national identities avoiding overemphasis on brand globalness perception.
in Azzopardi S. (coord), Corpus, Données, Modèles. Cahiers de Praxématique, 54-55, pp. 263-282, PULM : Montpellier, ISSN 0765-4944, 2013
Our paper illustrates the potentialities and the limits of «Stories», an alternative method in co... more Our paper illustrates the potentialities and the limits of «Stories», an alternative method in collecting data on values created by Alberto Marradi (2005). Here we present two different empirical researches with «Stories» method. The first is from an international research on active citizenship (Addeo, Montesperelli, 2006; Addeo, Diana, 2007); the second is from a research project whose main goal was to develop and test new ways to analyze data collected with «Stories» (Addeo, Montesperelli, 2007). «Stories» relies mainly on narration and it may integrate quantitative and qualitative features both in collecting and analyzing data. So «Stories» could find a relevant place in the actual mixed methods wave (Cresswell, 1998; Tashakkori, Teddlie, 2003), because it embodies the spirit of mixed method approach.
Notre article illustre les potentialités ainsi que les limites méthodologiques des « Histoires », considérées comme une approche alternative au recueil d'informations sur les valeurs en sciences sociales. La méthode des « Histoires » a été développée de manière originale et indépendante par Alberto Marradi (2005). Nous présentons ici deux recherches empiriques différentes qui utilisent la méthode des « Histoires ». La première est extraite d’une recherche internationale sur la citoyenneté active (Addeo, Montesperelli, 2006; Addeo, Diana, 2007); la seconde est tirée d’un projet de recherche dont l’objectif principal a été de développer et de tester de nouvelles façons d’analyser des données recueillies grâce aux « Histoires » (Addeo, Montesperelli, 2007). Les « Histoires » reposent principalement sur la narration et elles peuvent intégrer des caractéristiques quantitatives et qualitatives dans l’analyse et dans la collecte des données. Ainsi, cette technique pourrait trouver une place pertinente dans l’actuelle vague des méthodes mixtes (Cresswell, 1998; Tashakkori, Teddlie, 2003), car la méthode des « Histoires » incarne l’esprit de l’approche des méthodes mixtes.
Proceedings IFKAD (International Forum on Knowledge Asset Dynamics) 5th edition (CD-ROM), on the theme "Intellectual Capital in a Complex Business Landscape", 24-26 June, Matera, Italy (ISBN: 978-88-96687-02-4). Editors: Schiuma G., Spender J.C., Weir M, 2010
Value creation is closely associated with knowledge management. Today the emergence of Internet-b... more Value creation is closely associated with knowledge management. Today the emergence of Internet-based social media is having a fundamental impact on knowledge generation. But are firms aware of this phenomenon? How could they draw knowledge from the digital context?
Our paper explores these aspects through a quantitative approach, focusing on hotel chains operating in Italy. Data collection was performed through data source triangulation: an online questionnaire (administered to hotel chain managers), and web-based research (e.g. we examined hotel chain websites and their profiles on social media). Data analysis relied principally on cluster analysis, which allowed us to group hotel chains on the basis of their differing propensity to draw knowledge from the web.
In terms of the contribution of this study, we focus on knowledge generation in hotel chains through Web 2.0, a relatively unexplored topic. Moreover, by applying cluster analysis, we highlight groups of hotel chains operating in Italy distinguished by their approach to drawing knowledge from the web.
On one hand, their behaviour seems random, while on the other hand their web-mediated knowledge appears to be efficiently organized as a logical process of aligning their presence on different social networks. These practical implications should be explored in further research, focusing on different strategic approaches to the digital environment.
Finanza Marketing e Produzione, 2-2011, 2011
The paper analyses boards of directors from a company members perspective. The research aims to v... more The paper analyses boards of directors from a company members perspective. The research aims to verify country (and relative culture) effect on company members judgement on board role and features.
The results of a survey on Italian and German contexts are presented.
International Journal Of Management Cases, vol. 12; p. 387-400, 2010
Country of origin effect literature mostly focused on the effect of a Country on the consumers’ p... more Country of origin effect literature mostly focused on the effect of a Country on the consumers’ perceived products quality. However, there are many cases in which products image might be considered much stronger than Country image: thisi is a potential resource that could be exploited for economic growth.
Our research tries to shed light on the potential influence of local products on the economic development of an area. We hypothesize that high quality perceived local products have a great impact on country image for tourism or business opportunities.The conceptual framework above presented was tested in Irpinia, a little area in Southern Italy, well known for its local production of typical foods and wines. Our research goals were to analyze those factors that may influence country perception related to the consumption of local products. Our unit of analysis was composed by people hosted by tourist facilities in Irpinia. Research method is mainly quantitative: data collection was performed with a semi-structured questionnaire; interviewees were selected through not probabilistic sampling, whereas data analysis involved multivariate techniques.
Findings: by giving reasons why tourists chose Irpinia (area or products), the research shows that there could be a dyadic association between country of origin and product image.
The paper provides, through a literature review and an empirical study, an innovative marketing and communication tool regarding both product/brand tactics and the improvement of tourism and territorial business opportunities. While most literature focuses on the country of origin effect over product perceived quality, the study proposes to use local products as marketing and communication tools to promote the area. These considerations allow the paper, with an adaptation of the initial framework, to provide academic and practical suggestions in operative marketing and communication regarding product/brand and territorial touristic development
Diritto ed Economia dei Mezzi di Comunicazione, anno 10, 1/2011, 2011
Internet costituisce uno strumento potentissimo attraverso il quale riprodurre e diffondere infor... more Internet costituisce uno strumento potentissimo attraverso il quale riprodurre e diffondere informazioni. Ma l’elemento più rilevante concerne la sua essenza di rete, ossia l’interazione. Grazie all’avvento del Web 2.0 è emersa un’ampia gamma di tool, ricadenti nel concetto di “social media” che, a differenza dei media tradizionali, a costi relativamente contenuti permettono a chiunque di pubblicare, avere accesso e condividere una notevole mole di informazioni. Il superamento del Web 1.0 è frutto dell’evoluzione nell’uso di Internet, non più mero canale attraverso cui accedere a contenuti, ma anche e soprattutto contesto relazionale, in cui si scambiano pareri, si condividono e si formano opinioni. In altre parole, grazie al Web 2.0 si realizza un abbattimento delle barriere comunicative e si asseconda la partecipazione degli utenti al processo comunitario di sviluppo della conoscenza, pervenendo ad un’intelligenza collettiva nell’ambito di un contesto interattivo.Esistono molteplici forme di social media, ciascuna ha un diverso impatto sulla condivisione della conoscenza, anche se tutte si basano sul ruolo dell’ambiente digitale come ambito di conoscenza originale e di potenziale emersione di quella connettiva. Il nostro articolo si inserisce in questo filone di ricerca, con l’obiettivo di cogliere il significato degli strumenti di Web 2.0 nell’esplorazione della conoscenza emergente dall’ambiente digitale. Relativamente al costrutto “conoscenza”, ne accogliamo una definizione ampia, andando al di là di concetti quali inferenza razionale, know-what, know-how, per includere percezione, interpretazione, giudizi di valore, moralità, emozioni e sentimenti. Alla luce di questa prospettiva, è utile richiamare il concetto di ba nonakiano quale spazio condiviso in cui le relazioni e la conoscenza derivano da comuni esperienze dirette e indirette. In tale ottica il Web 2.0 può costituire un potente attivatore di nuova conoscenza, cruciale per il successo dell’impresa
The IUP Journal of Knowledge Management, Vol. IX, No. 3, pp. 74-97, July 2011, 2011
This paper is an attempt to systematize what has been published in the field of social network re... more This paper is an attempt to systematize what has been published in the field of social network research applied to strategy and organization. The main goal is to identify the dimensions along which social network studies vary. However, the terminological and conceptual confusion, together with the increase in the volume of social network research, makes such studies not easily accessible. Thus, in order to map and assess the existing intellectual territory, the paper aims at synthesizing scientific articles on network research in a systematic and reproducible manner through the adoption of a complex data analysis approach, content analysis in conjunction with multiple correspondence analysis and cluster analysis. Articles are classified according to dimensions extracted with multiple correspondence analysis, then a typology of network studies is created. Considering together the research streams emerged from this typology could be interpreted as specific dimensions of the more general research stream of social capital. In other words, social capital seems to be the very trait of union among social network studies in strategic and organizational research.
Telecommunication Policy, 31, issues 10-11, 632-647, 2007
This paper investigates the characteristics of Italian cell phone users. A multidimensional segme... more This paper investigates the characteristics of Italian cell phone users. A multidimensional segmentation approach was adopted, using concurrently three sets of variables: consumer/user lifestyles, use motivations and product/service attributes. Data on a national sample (1067 individuals) were collected and factor and cluster analysis were then performed on the database. The study led to the identification of three user segments, each with a diverse combination of the segmentation variables. Findings provide implications for the mobile telecommunication industry and could suggest strategic choices to mobile operators—especially cell phone producers—and constitute the basis for their strategic positioning.
“Mercati e Competitività. Rivista della Società Italiana di Marketing”, 4: 37-64. Milano: FrancoAngeli, 2006
Negli ultimi venti anni, il concetto di coesione sociale è stato oggetto di crescente attenzione ... more Negli ultimi venti anni, il concetto di coesione sociale è stato oggetto di crescente attenzione da parte del mondo accademico e politico. Probabilmente, il suo successo è imputabile al fatto che permette di rispondere ad una domanda fondamentale sia per le scienze sociali sia per la politica: come è possibile l’esistenza della società e il suo continuo riprodursi? Detto in altre parole: cos’è che mantiene i singoli individui coesi permettendo l’esistenza della società? Questi interrogativi riconducono alle origini della sociologia, precisamente a Durkheim, uno dei primi studiosi ad interrogarsi sul tema dell’ordine sociale. I tempi in cui operò Durkheim, esattamente come i nostri, furono attraversati da profondi cambiamenti strutturali, che segnarono il passaggio da un mondo tradizionale ad uno moderno. Non è un caso che il tema della coesione sociale sia al centro dell’attenzione ogni volta che la società è attraversata da profondi mutamenti, che ne scuotono le fondamenta. In questi casi si ripropone il tema della stabilità e della preservazione degli assetti sociali. Durkheim (1893) individua due forme di solidarietà – meccanica ed organica – associate a due società diverse, una di tipo tradizionale, l’altra di tipo moderno. La prima è una “solidarietà” che si basa sulla somiglianza fra individui che condividono lo stesso sistema valoriale, gli stessi orizzonti interpretativi, le stesse rappresentazioni. È quindi una solidarietà che funziona in modo naturale, pertanto sarebbe meccanica. La seconda forma di solidarietà è costitutiva delle società moderne. Per alcuni versi, è l’esatto contrario di quella precedente in quanto non si basa sulla somiglianza fra individui, ma sulle differenze che sussistono fra loro. Questa forma di solidarietà sarebbe il frutto della divisione del lavoro, che, attraverso la specializzazione delle funzioni, genera differenze fra gli individui. In un sistema dove ognuno ha una sua specifica funzione, gli individui sono più interconnessi rispetto ad una società pre-moderna. È proprio questa interdipendenza che genera “solidarietà”, o meglio coesione. Durkheim non è il solo autore che ha provato a rispondere a questo quesito fondamentale. Secondo Jenson (1998), possiamo individuarne altri due: il liberalismo e le teorie democratiche, come per esempio la socialdemocrazia. Il liberalismo classico concepisce la società come somma di individui; i valori dominanti sono la libertà dell’individuo, l’individualismo, il rispetto reciproco dei diritti. L’idea principale è che il buon funzionamento della società sia un sottoprodotto del comportamento degli individui (Jenson 1998). L’intervento statale è visto come qualcosa che limita la libertà di scelta dell’individuo, e dovrebbe essere ridotto al minimo, tanto da privatizzare anche i servizi sociali attraverso reti di volontariato, che dovrebbero divenire l’unica forma di assistenza. In questo quadro le istituzioni non giocano nessun ruolo nel favorire l’ordine sociale, che è totalmente demandato al mercato, al comportamento degli individui e alle istituzioni private, come la famiglia, le associazioni, le istituzioni ecclesiastiche. L’altro approccio si riferisce alle teorie di stampo democratico come il “democratic socialism, post 1945 Christian democracy, and positive liberalism” (Jenson 1998, 12), sulla cui base sono nati gli Stati occidentali del dopoguerra, compresa l’Italia. Al contrario del liberismo classico, questa terza via all’ordine sociale considera le istituzioni democratiche come fondamentali nell’assicurare il buon funzionamento di una società, attraverso la redistribuzione dei redditi, l’assistenza sociale, i correttivi da apportare ai fallimenti del mercato libero. Il valore fondante che accomuna le diverse teorie democratiche è l’uguaglianza. L’ordine sociale, secondo questa prospettiva, sarebbe il frutto di un’equa redistribuzione dei redditi che i governi cercano di assicurare attraverso politiche sociali che garantiscano pari opportunità a tutti i cittadini – si pensi alla scuola pubblica – oppure politiche che correggano i fallimenti di una società industriale – assegni di disoccupazione, pensioni, assegni familiari. All’equità e uguaglianza fra cittadini si aggiunge, come secondo asse portante su cui tali Stati si sono poggiati, una politica di piena occupazione che possa assicurare a tutti l’accesso al reddito (Jenson 1998). Per riassumere, vi sono tre strade che condurrebbero all’ordine sociale: la teoria sociale di Durkheim sostiene che l’ordine sociale sia dovuto all’interdipendenza dei soggetti, alla fiducia reciproca e alla solidarietà; per il liberalismo classico l’ordine sociale sarebbe frutto dei comportamenti dei singoli individui che agiscono in istituzioni private, come il mercato; le teorie democratiche vedono l’ordine sociale come il risultato dell’azione di governi democratici che assicurano uguaglianza e parità d’accesso alle risorse. Il pensiero del sociologo francese, così come le due teorie alternative all’ordine sociale, sono molto più complesse di quanto presentato da noi, e prendono in considerazione numerosi altri elementi. Ma non è questo il luogo in cui approfondire tali argomenti. Questa breve introduzione ci è servita da un lato per capire come, l’interrogarsi sull’ordine sociale, sui meccanismi che permettono alla società di perpetuarsi, sul rapporto fra individuo e società, sia da sempre una delle maggiori preoccupazioni degli scienziati sociali; dall’altro ci ha permesso di fare una breve introduzione dandoci l’opportunità di collocare storicamente il concetto di coesione sociale, nonché la sua origine sociologica e filosofica. Come molti autori sottolineano (Berger-Schmitt e Noll 2000; Berger-Schmitt 2002; Noll 2002; Jenson 1998; Jeannotte 2003; Bernard 1999; Beauvais e Jenson 2002) il concetto di coesione sociale pone numerosi problemi sia di carattere concettuale, sia di carattere empirico. Jenkins (1998, 37) riassume l’attuale confusione sul tema: “social cohesion is an ambiguous concept because it can be used by those seeking to accomplish a variety of things. It is sometimes deployed in rightwing and populist politics by those who long for the good old days when life seemed easier, safer, and less threatening. But social cohesion can also be used by those who fear the consequences of excessively marketised visions of the future. There is no question that those within Canada and much of the international policy community who evoke social cohesion do so because they fear the results of structural adjustments that ignore social and political needs. They are decidedly facing the future, not the past”. Innanzitutto, bisogna chiarire che cosa si intende per coesione sociale; per fare ciò faremo riferimento alla letteratura internazionale, sia accademica, sia istituzionale. Iniziamo da quest’ultima, dando uno sguardo ai documenti ufficiali dell’Unione Europea, dell’OCSE, del Consiglio d’Europa e della Banca Mondiale.
Nell’ultimo decennio i morti viventi hanno invaso le tavole dei fumetti, le pagine di libri e riv... more Nell’ultimo decennio i morti viventi hanno invaso le tavole dei fumetti, le pagine di libri e riviste, e, gli schermi, cinematografici, televisivi, ma anche dei monitor, degli smartphone e dei tablet. Nessun terreno mediale è rimasto immune dal contagio; una vera e propria meta-invasione transmediale di cui si tenterà di tracciare alcune coordinate nelle prossime pagine, avendo come punto di riferimento alcune opere mediali significative per questo filone; soprattutto, l’universo di The Walking Dead. Il termine universo non è usato a caso: The Walking Dead nasce nell’ottobre del 2003 come fumetto a opera di Robert Kirkman, per poi diventare sette anni più tardi una delle serie televisive di maggiore successo degli ultimi anni. Il mosaico mediale di The Walking Dead è in continuo divenire e i tasselli che lo compongono sono numerosi: un talk show televisivo, The Talking Dead, in cui gli ospiti commentano gli episodi della serie subito dopo la loro messa in onda; numerosi videogame, di cui alcuni – quelli prodotti dalla Telltale Game – hanno ottenuto un grande successo di pubblico e critica; una serie di romanzi dedicata a uno dei personaggi cardine della terza e quarta stagione della serie televisiva, il Governatore. Inoltre, è in fase di produzione uno spin-off con una linea narrativa diversa da quella principale, con personaggi e ambientazioni differenti, al punto tale che gli autori precisano che non si dovrebbe parlare di spin-off, ma di un’altra serie televisiva ambientata nello stesso mondo. Da qui si rafforza l’idea che ci troviamo di fronte a un vero e proprio universo narrativo che fa da cornice a prodotti mediali di varia natura. Il Big Bang dell’universo di The Walking Dead non è improvviso, esso è piuttosto il portato, da un lato, di una tradizione cinematografica, quella inaugurata e tuttora portata avanti da George A. Romero, profondamente sedimentata nell’immaginario collettivo, e, dall’altro, di una temperie sociale e culturale che ha ridato linfa vitale alla figura dello zombi, messa in secondo piano dopo i fasti cinematografici degli anni ’70 e ‘80. Non a caso, nella recente letteratura accademica e mediologica sul tema, si sta facendo strada l’idea che l’era attuale siano definibile come l’epoca della “Zombi Renaissance”: “We are currently experiencing a global explosion of zombie mania, with zombie representations and zombie-related material infiltrating the media and contemporary society in multiple and changing forms” (Hubner Leaning e Manning, 2014). L’universo di The Walking Dead, con gli ascolti da record della serie televisiva e le sue varie diversificazioni mediali, rappresenta probabilmente l’epitome della Zombi Renaissance.
Handbook of Research on Management of Cultural Products: E-Relationship Marketing and Accessibility Perspectives, 2014
The g-local changing process requires new service-based business models which redesign a universe... more The g-local changing process requires new service-based business models which redesign a universe of value crucial to economic success. The chapter aims to verify how this process can be achieved through knowledge-based-cultural activities that enhance people and their capabilities, promoting participation together with knowledge. The Knowledge economy, S-D logic and Experiential Learning represent the theoretical framework for devising a model to assess the impact of cultural experience on learning through the measurement of cross-cutting skills. The model has been applied on a pilot study represented by the Giffoni Experience, a cultural and innovative experiential format known worldwide and tested in two editions (2011, 2012) to assess the impact of the cultural experience in terms of empowerment or self-enhancement through the performance levels achieved in the four cross-cutting skills.
Interrogare le fonti 2: un confronto interdisciplinare sull’uso delle fonti statistiche, 2013
Fin dagli albori della sociologia, l’analisi statistica di dati ecologici ha portato ad un accres... more Fin dagli albori della sociologia, l’analisi statistica di dati ecologici ha portato ad un accrescimento costante di saperi, metodi e sperimentazioni. Tuttavia, l’atteggiamento di accettazione acritica di metodi e tecniche derivati dalla statistica da parte di alcuni studiosi è ancora uno dei motivi che mina la qualità delle ricerche prodotte nel settore dell’analisi ecologica. La questione non riguarda solo la leggerezza con cui nelle scienze sociali le tecniche statistiche sono applicate violando, in modo consapevole o meno, gli assunti matematici su cui esse poggiano. Infatti, al di là di questi problemi di natura squisitamente tecnica, esiste una vasta gamma di errori sostanziali e semantici, legati cioè all’interpretazione dei risultati di una ricerca, in cui può incappare anche il ricercatore più avveduto. Spesso questi errori interpretativi sfuggono anche ad un lettore attento ed esperto della disciplina. Tali errori devono essere considerati come vere e proprie fallacie che ledono le potenzialità interpretative dell’applicazione delle tecniche statistiche alla riflessione sociologica. Il problema delle fallacie interpretative è noto alla maggioranza dei ricercatori, non a caso in molte rassegne di letteratura sull’analisi ecologica non mancano mai i riferimenti al classico lavoro di Robinson sulla fallacia ecologica (qui intesa come indebita estensione delle proprietà di un collettivo agli individui che lo compongono ); meno note, tuttavia, sono altre fallacie, come quella individualistica o atomistica (intesa come indebita estensione alla collettività delle proprietà degli individui che la compongono). Queste fallacie, che derivano dal tentativo di connettere tra loro i livelli d’analisi individuale e quelli d’analisi aggregata, non sono gli unici problemi individuati nella letteratura sul tema. Il filone di studi ecologici sulla multilevel analysis ha già messo in evidenza l’esistenza di altre fallacie e di altri errori, ugualmente dannosi, che possono minare la portata gnoseologica delle ricerche ecologiche. Partendo da un lavoro di Alker (1969) e sulla scorta dei recenti avanzamenti della letteratura sulla multilevel analysis, il nostro articolo presenterà, una rivisitazione delle possibili fallacie interpretative e proporrà una tipologia che possa servire da vademecum nell’analisi ecologica.
in Recent Developments in Mobile Communications - A Multidisciplinary Approach. edited by Juan Maixas. pp. 33-60, Rijeka: InTech Open Access Publisher, ISBN/ISSN: 9789533079103;, 2011
The chapter describes the evolution of the consumer behaviour and roles in the mobile industry, s... more The chapter describes the evolution of the consumer behaviour and roles in the mobile industry, suggesting a new model for segmenting this market.
in MAZZONI C. (cur.), Scelte di consumo e reti del valore nella comunicazione mobile. Roma: Carocci, 137-170;, 2006
Il mercato della comunicazione mobile rappresenta uno dei più straordinari fenomeni di consumo de... more Il mercato della comunicazione mobile rappresenta uno dei più straordinari fenomeni di consumo degli ultimi decenni. Il testo analizza questo specifico mercato utilizzando un approccio multidisciplinare, con contributi di management, di sociologia e di metodologia della ricerca. Nella prima parte si esaminano i significati di consumo e si descrivono i sistemi di offerta. Le dinamiche innovative sono studiate sulla base del modello del cambiamento tecnologico; le architetture del settore vengono analizzate all’interno della cornice teorica dell’economia della conoscenza. La seconda parte è finalizzata all’applicazione di un modello di segmentazione multidimensionale al mercato della comunicazione mobile in Italia. L’indagine empirica, condotta su un campione della popolazione nazionale (1.102 individui), è preceduta da una rassegna della letteratura sul tema della segmentazione ed è supportata da una descrizione del disegno della ricerca e da un’Appendice metodologica. Il testo si conclude con una Postfazione di Alberto Marradi, in cui si collegano alcuni aspetti metodologici della ricerca sociale con quelli della ricerca di mercato.
in Mariadelaide Franchi (edited by) EFA Book on Chronic Obstructive Pulmonary Disease in Europe. Sharing and Caring, 2009
Chronic respiratory diseases, including chronic obstructive pulmonary disease (COPD), place a hea... more Chronic respiratory diseases, including chronic obstructive pulmonary disease (COPD), place a heavy burden on societies as a whole and on individuals and their families. In fact, 210 million people throughout the world suffer from COPD.
Unfortunately, according to WHO estimates, these figures are destined to increase.
In 2030, COPD will be the third cause of death worldwide.
Many old and new problems are implicated in the increased prevalence of COPD.
Tobacco smoking, which is the most important risk factor for COPD, is still high. It is increasing among women and young people in some countries, and it is also increasing in developing countries. In addition, COPD remains largely underdiagnosed and it is not assessed as part of chronic systemic disease surveillance (which often includes cardiovascular diseases, cancer and etabolic disorders).
A comprehensive, integrated approach is needed to address these problems, as well as others related to the prevention of COPD, its diagnosis and treatment, the quality of life of patients and the social burden of the disease. The Global Alliance
against Chronic Respiratory Diseases (GARD) was created with the aim of initiating such an approach. GARD recognizes the importance of a strong alliance between doctors and patients in order to identify specific needs and improve the quality of
treatment and the management of patients and, ultimately, their quality of life.
In this context, during the GARD General Assembly held in Rome in June 2009, a session was devoted to patients needs.
EFA is a very active member of GARD, and over the years has made important contributions towards improving conditions for patients with respiratory diseases.
Now, EFA and its member associations are to be applauded for this book, which contains the results of the first systematic evaluation of the needs of COPD patients in Europe.
The ‘EFA Book on COPD in Europe’ gives an insightful panorama on the state-of-the-art of COPD in Europe as regards information, prevention, early diagnosis, 2 treatment, quality of life and services for COPD patients. The main result of the survey is that, despite some progresses made in recent decades, much still remains to be done. EFA shows that European countries share several problems with respect to access to information, treatment and services for COPD patients and their families.
These issues may benefit from a European approach. Interestingly, this book also reports the strategies and best practices that have been successfully adopted in various countries. These strategies, applied at other local levels, might contribute to harmonize the level of care and services for all COPD patients in Europe."
in Mariadelaide Franchi (edited by) EFA Book on Chronic Obstructive Pulmonary Disease in Europe. Sharing and Caring. Cava de' Tirreni: Grafica Metelliana, 2009
Chronic respiratory diseases, including chronic obstructive pulmonary disease (COPD), place a hea... more Chronic respiratory diseases, including chronic obstructive pulmonary disease (COPD), place a heavy burden on societies as a whole and on individuals and their families. In fact, 210 million people throughout the world suffer from COPD.
Unfortunately, according to WHO estimates, these figures are destined to increase.
In 2030, COPD will be the third cause of death worldwide.
Many old and new problems are implicated in the increased prevalence of COPD.
Tobacco smoking, which is the most important risk factor for COPD, is still high. It is increasing among women and young people in some countries, and it is also increasing in developing countries. In addition, COPD remains largely underdiagnosed and it is not assessed as part of chronic systemic disease surveillance (which often includes cardiovascular diseases, cancer and etabolic disorders).
A comprehensive, integrated approach is needed to address these problems, as well as others related to the prevention of COPD, its diagnosis and treatment, the quality of life of patients and the social burden of the disease. The Global Alliance
against Chronic Respiratory Diseases (GARD) was created with the aim of initiating such an approach. GARD recognizes the importance of a strong alliance between doctors and patients in order to identify specific needs and improve the quality of
treatment and the management of patients and, ultimately, their quality of life.
In this context, during the GARD General Assembly held in Rome in June 2009, a session was devoted to patients needs.
EFA is a very active member of GARD, and over the years has made important contributions towards improving conditions for patients with respiratory diseases.
Now, EFA and its member associations are to be applauded for this book, which contains the results of the first systematic evaluation of the needs of COPD patients in Europe.
The ‘EFA Book on COPD in Europe’ gives an insightful panorama on the state-of-the-art of COPD in Europe as regards information, prevention, early diagnosis, 2 treatment, quality of life and services for COPD patients. The main result of the survey is that, despite some progresses made in recent decades, much still remains to be done. EFA shows that European countries share several problems with respect to access to information, treatment and services for COPD patients and their families.
These issues may benefit from a European approach. Interestingly, this book also reports the strategies and best practices that have been successfully adopted in various countries. These strategies, applied at other local levels, might contribute to harmonize the level of care and services for all COPD patients in Europe.
"Radio is one of the oldest mass media and it has been considered at the end of the road as every... more "Radio is one of the oldest mass media and it has been considered at the end of the road as every new medium entered the social sphere. However, radio is still there and seems to well adapt to the social and technological changes caused by new media. On one hand, radio staffs have been capable of shaping their programming and their professional figures according to new media languages; on the other hand, radio has also found a new life online thanks to new broadcasting opportunities: podcasting and web-radios above all. Our paper aims at showing how radio could be considered as an important research object in order to analyze how occupational profiles are changing in the whole media system: old professions are changing quickly, while new professions are arising. Specifically, this research deals with the analysis of a new professional figure that was developed in Italian academic web-radios context: the station manager. Using a mixed method approach, this study aimed at analyzing and profiling this professional figure through content analysis of web-radios statutes and by online interviewing 15 web radios station managers, coming from several Italian Universities.
Data analysis showed that, despite their informal - often voluntary - nature, academic web-radios are well organized and structured. Even if each academic web-radio has a peculiar organization, our research was able to retrace some constants underlying the web-radios organizational structure: the staff has the responsibility of organizing and managing the web-radio; the team, a group of volunteers, mostly students moved by passion, usually working unpaid; the Station Manager, a multifaceted and versatile figure, that plays a central role in each web-radio. A Station Manager usually covers very different tasks and has many important managerial duties and responsibilities: from technical issues to human resources management. This versatility gives to young people playing the Station Manager role a boost on the labor market.
Summing up, research results indicated that academic web-radios could be considered as a privileged atelier in which new media professions could born and be developed to standard suitable for the labor market."
"The purpose of this paper is to analyze the relational dynamics and the organizational practices... more "The purpose of this paper is to analyze the relational dynamics and the organizational practices of one of the most important Italian Fansubbing Communities: ItalianSubsAddicted.
The research adopts a Case Study Methodology based on a Mixed Method approach, that is combining qualitative and quantitative techniques in data collection and analysis. Specifically, analysis was conducted through content analysis of official documents about the Community, in-depth interviews to 15 Community members, netnography for the analysis of the Community forum. Despite its voluntary and non-profit nature, the Community relies on a well-defined organization chart, where each individual is allocated with specific tasks, roles and responsibilities. This structure is effective for the Community and it is also supported by a strict initial selection and specific assessments regulating the transition from one level to another in the hierarchy. However, the binding force of the Community is the passion. In fact, data analysis puts in evidence the centrality of passion: the members of the Community, named fansubbers, work very hard and they are sustained by their great passions towards TV-Series, films, and media products in general. They love so much media products that they want all the other people to be allowed to know and enjoy them in the best possible way. In fact, one of the most important fansubbers’goal is to preserve the media product in its original form, avoiding the cross-cultural contamination biases which often occur with the official dubbing. Furthermore, fansubbers like the idea of being part of a “real” virtual Community, i.e. a group which interacts also outside the cyber space as well. Fansubbing is not only a social activity: it develops an in-depth knowledge of foreign language and culture (mainly, the Anglo Saxon one), and it favors the development of interpersonal skills, like collaborative problem solving and conflict management skills. In conclusion, Fansubbing could be considered one of the best example of collective intelligence in practice, but also an effective field of professionalization and skills acquisition; in fact, data results show also that Fansubbing make the Community members to be more competitive on the labor market."
"According to the Convergence Culture paradigm, in modern times, characterized by Web 2.0 technol... more "According to the Convergence Culture paradigm, in modern times, characterized by Web 2.0 technologies and the Digital Revolution, Virtual Communities are widely spreading.
Virtual Communities are groups of people who share interests and passions, getting in touch through the Net. Usually a Virtual Community sprang up around a project: people contribute to develop the project, contemporarily building interpersonal relationships with other members. Virtual groups could be considered a concrete example of collective intelligence: they are informal learning environments based on knowledge exchange and effective fields of identity building processes. Research goal of this paper is to analyse the relational dynamics and the identity-formation processes of one of the most important Italian Virtual Communities: ItalianSubsAddicted.
The research adopted a Case Study Methodology with a Mixed Method approach, i.e. through a combination of qualitative and quantitative techniques in data collection and analysis; specifically, content analysis of official Community documents and in-depth interviews to 15 Community members. Finding shows that the Community experience is an important source of cultural enrichment: it offers to people, totally different for personal and social features, educational paths and work conditions, the possibility to interact, share opinions and confront each other. Community experience also make people develop different skills, in particular linguistic and interpersonal skills, like collaborative problem solving and conflict management. Thus, virtual Communities could be considered as fields of informal learning and skills acquisition. Sharing passions overtakes every geographic, social and cultural barrier. Cultural diversity allows each person to leave parochialism behind and get a new and richer identity."
Paper’s subject This paper deals with representations and practices of legality among adolesce... more Paper’s subject
This paper deals with representations and practices of legality among adolescent students living in Southern Italy, an area characterized by persistent problems as organized crime and poverty.
The paper attempts to answer to two main research questions: the first is aimed at evaluating the influence of cultural capital, as a proxy of social belongings, on illegal behaviors. The second question deals with the different ways of representing and living public school by young students: these ways might be related to their culture of legality. In particular, our goal is to understand whether public schools reproduce different attitudes towards legality according to different students’ social world or, on the contrary, they succeed in spreading a sense of democratic universalism (Bourdieu, Passeron, 1974) among students.
Particular attention is paid to methodological questions: we pointed out the strengths of the “French way” in analyzing complex social phenomena and we also attempted to integrate the French data analysis methods way with regression analysis methods.
Paper’s subjects were analyzed through an empirical research in several regions of Southern Italy. In this paper we present the results of a large survey in Campania.
Research Design and Methodology
Research design focused first on rebuilding students’ social space in relation with culture and practice of legality. second it concentrates on Bourdieu’s concept of Habitus.
Main research dimensions involved values, evaluation of public school, experience of illegal behaviors, opinions about organized crime, trust in social institutions. These dimensions were operationally defined into the multinomial and ordinal variables of a semi structured questionnaire.
Questionnaire was administered to 2312 students, aged 13-17, of primary and secondary public schools in Campania, a Southern Italy region with a high rate of crime and school skiving.
Data Analysis followed the path of French data analysis approach, made well known Bourdieu’s Distinction. So, we applied two multivariate techniques in sequence: first a multiple correspondence analysis to synthesize nominal and ordinal variables into factors, then a mixed clustering method in order to group the cases in a typology according to the multiple correspondence analysis results.
In other words, we built a typology of students according to their different way of thinking and living the legality. Furthermore, we tried to link the “French Way” with the traditional Regression Analysis by identifying those factors that may influence the different behaviors towards legality of the different types of students.
Principal Results
One of the most important result of our research is the creation of a legality typology: with the aid of the multiple correspondence analysis and cluster analysis, we identified eight types of students according to their different dispositions towards illegality practices. In particular, experience of illegal practice appears to be a main factor influencing attitudes towards legality. This result confirms Bourdieu’s thesis according to which agents are moved prevalently by practical reasons rather than exclusively by values they were educated to.
Our paper tries to deepen Bourdieu’s thesis by integrating the French data analysis approach with logistic regression analysis, studying the effects of some variables (cultural capital of the family, educational profile, and so on) on the likelihood of adopting illegal behaviors.
Results show the different factors that generate the predisposition towards legality and institutional culture: in particular, the agents’ disposition (as an outcome of their resources and the system of relations) intervenes between behavior and representation of legality
In a context like Campania, characterized by a low propensity to legality, social distinction in this field appears to be highly influenced by the degree of exposure to illegal phenomena."