Nicoletta Petrillo | University of Salerno Italy (original) (raw)
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Papers by Nicoletta Petrillo
II Edizione dei Dialoghi sull'Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, Paestum 28-30/06/2017, 2018
III Edizione dei Dialoghi sull'Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, Paestum, 16-18 Novembre 2018, 2019
Il linguaggio dell’abito, specialmente se integrato all’atteggiamento del corpo, alla gestualità ... more Il linguaggio dell’abito, specialmente se integrato all’atteggiamento del corpo, alla gestualità e ad altri possibili particolari, può costituire un elemento della comunicazione capace di veicolare, in assenza di verbalizzazione, una serie di messaggi dal forte valore iconografico. Nella letteratura archeologica e storica dell’arte gli abiti sono stati spesso studiati solo dal punto di vista dello stile, ma più di recente si è iniziato a considerarne il significato sociale nella costruzione dell’identità e dei generi. Che tipo di messaggi può comunicare un abito? Esso può contribuire a rappresentare un individuo e la sua identità, così come le categorie sociali di una comunità e rivelare “gender, age, status, ethnicity and social role”.
Dallo studio del repertorio del vestiario indossato dalle Matres di Capua, le celebri sculture in tufo provenienti dal santuario di Fondo Patturelli, emerge che il costume impiegato è prevalentemente di gusto greco, con chitone ed himation drappeggiati secondo la moda ellenistica, ma accanto a questa più comune soluzione emergono alcune occorrenze tra cui fibule, mantelline, bottoni, le quali suggeriscono la possibilità di scelte orientate, certamente auto rappresentative di uno status oltre che di un genere, un ruolo sociale, un ethnos: donna, lactans, matrona, donna sannita e altro ancora.
The topic of the research concerns the tuff statues of Matres from Fondo Patturelli, a sanctuary ... more The topic of the research concerns the tuff statues of Matres from Fondo Patturelli, a sanctuary situated in Capua. The iconographic pattern shows some nursing mothers while most of them hold one or more infants in their arms. In this paper, I re-consider the pictures trying to locate the reference model as well as the relationship between these images and the cults and rites, still partially unknown, practiced towards the goddess of the Fondo Patturelli sanctuary. From this survey new possible interpretations will arise: from birth to care of the infants, through rites of passage, until the threshold of adulthood, women placed themselves and their children under the protection of that divine feminine that now begins to be clearer.
Maternità e politeismi Motherhood(s) and polytheisms, Pàtron Editore
N. Petrillo, "Le Matres di Capua tra kourotrophia e maturazione. Una proposta di lettura" in F. I... more N. Petrillo, "Le Matres di Capua tra kourotrophia e maturazione. Una proposta di lettura" in F. I. Pasche Guignard, G. Pedrucci, M. Scapini (eds.), Maternità e politeismi, cds.
ITA
Argomento del presente contributo, che anticipa parte della ricerche di dottorato in corso da parte della scrivente, è l’iconografia delle Matres in tufo dal santuario di Fondo Patturelli presso Capua.
Oggetto di un’unica, ormai datata, monografia e di altri brevi contributi, queste statue vanno considerate per gran parte inedite sia dal punto di vista della loro classificazione e del loro sviluppo stilistico dall’età arcaica all’ellenismo, sia nell’ottica di una lettura iconografica che ne permetta l’esegesi nel più ampio contesto culturale e cultuale nel quale queste immagini videro la loro genesi e diffusione. Il parterre iconografico non è poi così diversificato: alcune madri allattano, ma la maggior parte di esse tiene tra le braccia uno o più infanti, fino ad un numero di dodici o forse più. Lo schema impiegato è un unicum nel panorama dell’iconografia femminile e maternale in tutto il mondo antico, e crediamo non sia una casualità. Vorremmo provare a spiegare in termini di antropologia culturale questa “ipercurotrofia”, individuarne i modelli aulici, iniziare a delineare il rapporto fra queste immagini ed i culti e i riti, ancora parzialmente noti, praticati nel santuario nei confronti di quel divino femminile che, a Fondo Patturelli, non ha ancora una chiara identità. E’ possibile, inoltre, tracciare un percorso del processo di formulazione di questa iconografia? Sembra emergere dallo studio l’evidenza di una lenta costruzione della “madre capuana” che conosce le prime attestazioni dall’età arcaica o classica e assumerà tratti fissi e canonici nel corso dell’epoca ellenistica. Espressione di una scelta non casuale ma di una ben determinata volontà, sembra si possano già intravedere i caratteri di una trasformazione cultuale i cui riflessi si colgono nell’iconografia.
ENG.
The topic anticipates part of the PhD research of the author: it concerns the tuff Matres iconography from Fondo Patturelli, a sanctuary situated in Capua. Even though this group of statues has been the subject of a dated monography and other small contributions, they can still be viewed as unexplored territory because of their style and their iconographic analysis that allows an exegesis inside the cultural and cultural context in which these images were born, used and diffused. The iconographic parterre is not so diversified: some mothers breastfeed, but most of them hold one or more infants (until a maximum of twelve) in their arms. This pattern is unique in the world of female and maternal ancient iconography, and it’s not a coincidence. We will try to explain this “iperkourotrophia” from an anthropological point of view, locating the reference model and delineating the relationship between these images and the cults and rites, still partially unknown, practiced in the Fondo Patturelli sanctuary towards that feminine divine which still has an unclear identity. Through the course of this research, new possible interpretations will arise: from birth to care of the infants, through rites of passage, until the threshold of adulthood, all of this under the protection of goddesses which just now are beginning to be noticed.
Conference Presentations by Nicoletta Petrillo
Talks by Nicoletta Petrillo
IV Convegno Internazionale Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo “Fenomenologia e interpretazioni del rito”, 2019
Lo spazio consacrato si configura come una sorta di “contenitore” che include, accanto alle evide... more Lo spazio consacrato si configura come una sorta di “contenitore” che include, accanto alle evidenze monumentali, apprestamenti e arredi fissi che rispondono alle esigenze dell’offerta, del sacrificio e di tutte quelle norme che scandiscono la liturgia sacra. A tal proposito risulta significativo l’apporto conoscitivo della documentazione materiale che contribuisce allo studio delle dinamiche rituali di un luogo sacro attraverso una vera e propria “geografia del rito”. È in questa cornice di riferimento che si propone una rilettura degli altari e altri elementi di arredo liturgico rinvenuti presso il santuario di Fondo Patturelli. Il repertorio, articolato per morfologia e dimensioni, costituisce una traccia importante per la ricostruzione dei riti e attesta la pratica di sacrifici e offerte significativamente citati nei testi delle Iovile e della Tabula Capuana. L’analisi tipologica e stilistica e la lettura comparata con altre testimonianze cultuali aprono il campo ad una riflessione sulla fisionomia dello spazio sacro di uno dei più importanti santuari della Capua etrusca e italica.
R. Panvini Ore 9.00 -C. Tarditi Verso est e verso ovest: la ricezione del vasellame bronzeo greco... more R. Panvini Ore 9.00 -C. Tarditi Verso est e verso ovest: la ricezione del vasellame bronzeo greco presso le società indigene come espressione di scambi culturali e commerciali Ore 9.20 -E. Radaelli Anfore vinarie egeo-orientali alle "Terme di Elagabalo" a Roma e le loro implicazioni nel consumo alcolico della Capitale durante il Medio Impero Ore 9.40 -P. Contursi Vecchi scavi, nuovi dati. Il caso dei louteria fittili di Menidi Ore 10.00 -N. Petrillo Identità, generi, età: nuove riflessioni sulle immagini infantili nel corpus delle Madri in tufo di Capua Ore 10.20 -M. Scalici Produzione agricola e luoghi di trasformazione ad Agrigento Ore 10.40 -M. C. Conti Le terrecotte architettoniche nella Selinunte del V secolo a.C. Ore 11.00 -R. Leone Coroplastica da Locri al Museo Archeologico Nazionale di Napoli Ore 11.20 -Pausa Ore 11.30 -M. Pallonetti Un gruppo di terrecotte architettoniche di tipo "campano" dal santuario ausone in località Panetelle (Mondragone) Ore 11.55 -M. Mastelloni Il gruppo del Pittore di Lipari e la pittura policroma tra IV e III sec. a.C. Ore 12.15 -S. Montanaro I tipi monetali di Neapolis Peucetiae Ore 12.35 -A. R. Russo Problematiche e prospettive di ricerca sulla ceramica con decorazione lineare e parzialmente verniciata di Pontecagnano (seconda metà VI -V sec. a.C.) Ore 13.00 -Discussione e presentazione dei poster A. Caldieri La ceramica a figure nere e a vernice nera di età arcaica dalla necropoli di Sindos A. M. Jaia, D. De Dominicis Attestazioni puniche nelle città costiere del Latium Vetus: il caso di Anzio V. Ducatelli Ricorrenze cultuali tra le città del Latium Vetus C. Manciero Riuso e rifiuto dell' antico. Il caso degli spolia della Chiesa di San Salvatore de Birecto di Atrani (SA) R. Berriola Frutti fittili della collezione Gargiulo del Museo Archeologico Nazionale di Napoli F. Mermati Un' anfora tipo SOS dalla collezione "Cerio" di archeologia classica del Centro Caprense Ignazio Cerio, Isola di Capri C. Casalnuovo Alcuni pesi da telaio dal "Giardino Romano" di Poseidonia -Paestum S. Passaro Roscigno-Monte Pruno. La villa rurale di Cuozzi: i pesi da telaio A. Casalicchio, M. Paoletti Un oikos di Medma: il contesto e le ceramiche. Rosarno, Pian delle Vigne, propr. Montagnese (scavi 1978) D. Capece, M. Vitale La ceramica comune dalla Zona C del Santuario di Hera alla foce del Sele (Paestum) C. Casalnuovo Un bollo anforario dal "Giardino Romano" di Poseidonia-Paestum A. Cerrone I bolli anepigrafi di Pompei Ore 14.00 -E. Greco Conclusione dei lavori e prospettive Università degli Studi di Salerno Patrocinio La terza edizione dei Dialoghi sull'Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo si svolge sotto gli auspici della XXI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico Paestum, Hotel Esplanade
Il linguaggio dell’abito, specialmente se integrato all’atteggiamento del corpo, alla gestualità ... more Il linguaggio dell’abito, specialmente se integrato all’atteggiamento del corpo, alla gestualità e ad altri possibili particolari, può costituire un elemento della comunicazione capace di veicolare, in assenza di verbalizzazione, una serie di messaggi dal forte valore iconografico. Nella letteratura archeologica e storica dell’arte gli abiti sono stati spesso studiati solo dal punto di vista dello stile, ma più di recente si è iniziato a considerarne il significato sociale nella costruzione dell’identità e dei generi. Che tipo di messaggi può comunicare un abito? Esso può contribuire a rappresentare un individuo e la sua identità, così come le categorie sociali di una comunità e rivelare “gender, age, status, ethnicity and social role”.
Dallo studio del repertorio del vestiario indossato dalle Matres di Capua, le celebri sculture in tufo provenienti dal santuario di Fondo Patturelli, emerge che il costume impiegato è prevalentemente di gusto greco, con chitone ed himation drappeggiati secondo la moda ellenistica, ma accanto a questa più comune soluzione emergono alcune occorrenze tra cui fibule, mantelline, bottoni, le quali suggeriscono la possibilità di scelte orientate, certamente auto rappresentative di uno status oltre che di un genere, un ruolo sociale, un ethnos: donna, lactans, matrona, donna sannita e altro ancora.
Ateliers by Nicoletta Petrillo
L’ambition de cet atelier est de présenter à un public de doctorants et de post-doctorants les mé... more L’ambition de cet atelier est de présenter à un public de doctorants et de post-doctorants les méthodes d’approches archéologiques des faits religieux antiques, en prenant appui sur les manifestations religieuses observables à Pompéi. La formation fera alterner les cours théoriques sur l’archéologie des religions antiques et des discussions sur le terrain, dans les temples, les maisons et les nécropoles de Pompéi. L’accent sera mis sur les méthodes et les questionnements adaptés aux
recherches sur les lieux de culte et à la mise en évidence des pratiques religieuses et des gestes rituels (nécropoles et lieux de culte). Le statut des espaces religieux et les modalités de leur évolution seront analysés. La caractérisation des lieux de culte et des pratiques amènera à préciser le vocabulaire employé dans la description des monuments et des vestiges religieux.
II Edizione dei Dialoghi sull'Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, Paestum 28-30/06/2017, 2018
III Edizione dei Dialoghi sull'Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, Paestum, 16-18 Novembre 2018, 2019
Il linguaggio dell’abito, specialmente se integrato all’atteggiamento del corpo, alla gestualità ... more Il linguaggio dell’abito, specialmente se integrato all’atteggiamento del corpo, alla gestualità e ad altri possibili particolari, può costituire un elemento della comunicazione capace di veicolare, in assenza di verbalizzazione, una serie di messaggi dal forte valore iconografico. Nella letteratura archeologica e storica dell’arte gli abiti sono stati spesso studiati solo dal punto di vista dello stile, ma più di recente si è iniziato a considerarne il significato sociale nella costruzione dell’identità e dei generi. Che tipo di messaggi può comunicare un abito? Esso può contribuire a rappresentare un individuo e la sua identità, così come le categorie sociali di una comunità e rivelare “gender, age, status, ethnicity and social role”.
Dallo studio del repertorio del vestiario indossato dalle Matres di Capua, le celebri sculture in tufo provenienti dal santuario di Fondo Patturelli, emerge che il costume impiegato è prevalentemente di gusto greco, con chitone ed himation drappeggiati secondo la moda ellenistica, ma accanto a questa più comune soluzione emergono alcune occorrenze tra cui fibule, mantelline, bottoni, le quali suggeriscono la possibilità di scelte orientate, certamente auto rappresentative di uno status oltre che di un genere, un ruolo sociale, un ethnos: donna, lactans, matrona, donna sannita e altro ancora.
The topic of the research concerns the tuff statues of Matres from Fondo Patturelli, a sanctuary ... more The topic of the research concerns the tuff statues of Matres from Fondo Patturelli, a sanctuary situated in Capua. The iconographic pattern shows some nursing mothers while most of them hold one or more infants in their arms. In this paper, I re-consider the pictures trying to locate the reference model as well as the relationship between these images and the cults and rites, still partially unknown, practiced towards the goddess of the Fondo Patturelli sanctuary. From this survey new possible interpretations will arise: from birth to care of the infants, through rites of passage, until the threshold of adulthood, women placed themselves and their children under the protection of that divine feminine that now begins to be clearer.
Maternità e politeismi Motherhood(s) and polytheisms, Pàtron Editore
N. Petrillo, "Le Matres di Capua tra kourotrophia e maturazione. Una proposta di lettura" in F. I... more N. Petrillo, "Le Matres di Capua tra kourotrophia e maturazione. Una proposta di lettura" in F. I. Pasche Guignard, G. Pedrucci, M. Scapini (eds.), Maternità e politeismi, cds.
ITA
Argomento del presente contributo, che anticipa parte della ricerche di dottorato in corso da parte della scrivente, è l’iconografia delle Matres in tufo dal santuario di Fondo Patturelli presso Capua.
Oggetto di un’unica, ormai datata, monografia e di altri brevi contributi, queste statue vanno considerate per gran parte inedite sia dal punto di vista della loro classificazione e del loro sviluppo stilistico dall’età arcaica all’ellenismo, sia nell’ottica di una lettura iconografica che ne permetta l’esegesi nel più ampio contesto culturale e cultuale nel quale queste immagini videro la loro genesi e diffusione. Il parterre iconografico non è poi così diversificato: alcune madri allattano, ma la maggior parte di esse tiene tra le braccia uno o più infanti, fino ad un numero di dodici o forse più. Lo schema impiegato è un unicum nel panorama dell’iconografia femminile e maternale in tutto il mondo antico, e crediamo non sia una casualità. Vorremmo provare a spiegare in termini di antropologia culturale questa “ipercurotrofia”, individuarne i modelli aulici, iniziare a delineare il rapporto fra queste immagini ed i culti e i riti, ancora parzialmente noti, praticati nel santuario nei confronti di quel divino femminile che, a Fondo Patturelli, non ha ancora una chiara identità. E’ possibile, inoltre, tracciare un percorso del processo di formulazione di questa iconografia? Sembra emergere dallo studio l’evidenza di una lenta costruzione della “madre capuana” che conosce le prime attestazioni dall’età arcaica o classica e assumerà tratti fissi e canonici nel corso dell’epoca ellenistica. Espressione di una scelta non casuale ma di una ben determinata volontà, sembra si possano già intravedere i caratteri di una trasformazione cultuale i cui riflessi si colgono nell’iconografia.
ENG.
The topic anticipates part of the PhD research of the author: it concerns the tuff Matres iconography from Fondo Patturelli, a sanctuary situated in Capua. Even though this group of statues has been the subject of a dated monography and other small contributions, they can still be viewed as unexplored territory because of their style and their iconographic analysis that allows an exegesis inside the cultural and cultural context in which these images were born, used and diffused. The iconographic parterre is not so diversified: some mothers breastfeed, but most of them hold one or more infants (until a maximum of twelve) in their arms. This pattern is unique in the world of female and maternal ancient iconography, and it’s not a coincidence. We will try to explain this “iperkourotrophia” from an anthropological point of view, locating the reference model and delineating the relationship between these images and the cults and rites, still partially unknown, practiced in the Fondo Patturelli sanctuary towards that feminine divine which still has an unclear identity. Through the course of this research, new possible interpretations will arise: from birth to care of the infants, through rites of passage, until the threshold of adulthood, all of this under the protection of goddesses which just now are beginning to be noticed.
IV Convegno Internazionale Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo “Fenomenologia e interpretazioni del rito”, 2019
Lo spazio consacrato si configura come una sorta di “contenitore” che include, accanto alle evide... more Lo spazio consacrato si configura come una sorta di “contenitore” che include, accanto alle evidenze monumentali, apprestamenti e arredi fissi che rispondono alle esigenze dell’offerta, del sacrificio e di tutte quelle norme che scandiscono la liturgia sacra. A tal proposito risulta significativo l’apporto conoscitivo della documentazione materiale che contribuisce allo studio delle dinamiche rituali di un luogo sacro attraverso una vera e propria “geografia del rito”. È in questa cornice di riferimento che si propone una rilettura degli altari e altri elementi di arredo liturgico rinvenuti presso il santuario di Fondo Patturelli. Il repertorio, articolato per morfologia e dimensioni, costituisce una traccia importante per la ricostruzione dei riti e attesta la pratica di sacrifici e offerte significativamente citati nei testi delle Iovile e della Tabula Capuana. L’analisi tipologica e stilistica e la lettura comparata con altre testimonianze cultuali aprono il campo ad una riflessione sulla fisionomia dello spazio sacro di uno dei più importanti santuari della Capua etrusca e italica.
R. Panvini Ore 9.00 -C. Tarditi Verso est e verso ovest: la ricezione del vasellame bronzeo greco... more R. Panvini Ore 9.00 -C. Tarditi Verso est e verso ovest: la ricezione del vasellame bronzeo greco presso le società indigene come espressione di scambi culturali e commerciali Ore 9.20 -E. Radaelli Anfore vinarie egeo-orientali alle "Terme di Elagabalo" a Roma e le loro implicazioni nel consumo alcolico della Capitale durante il Medio Impero Ore 9.40 -P. Contursi Vecchi scavi, nuovi dati. Il caso dei louteria fittili di Menidi Ore 10.00 -N. Petrillo Identità, generi, età: nuove riflessioni sulle immagini infantili nel corpus delle Madri in tufo di Capua Ore 10.20 -M. Scalici Produzione agricola e luoghi di trasformazione ad Agrigento Ore 10.40 -M. C. Conti Le terrecotte architettoniche nella Selinunte del V secolo a.C. Ore 11.00 -R. Leone Coroplastica da Locri al Museo Archeologico Nazionale di Napoli Ore 11.20 -Pausa Ore 11.30 -M. Pallonetti Un gruppo di terrecotte architettoniche di tipo "campano" dal santuario ausone in località Panetelle (Mondragone) Ore 11.55 -M. Mastelloni Il gruppo del Pittore di Lipari e la pittura policroma tra IV e III sec. a.C. Ore 12.15 -S. Montanaro I tipi monetali di Neapolis Peucetiae Ore 12.35 -A. R. Russo Problematiche e prospettive di ricerca sulla ceramica con decorazione lineare e parzialmente verniciata di Pontecagnano (seconda metà VI -V sec. a.C.) Ore 13.00 -Discussione e presentazione dei poster A. Caldieri La ceramica a figure nere e a vernice nera di età arcaica dalla necropoli di Sindos A. M. Jaia, D. De Dominicis Attestazioni puniche nelle città costiere del Latium Vetus: il caso di Anzio V. Ducatelli Ricorrenze cultuali tra le città del Latium Vetus C. Manciero Riuso e rifiuto dell' antico. Il caso degli spolia della Chiesa di San Salvatore de Birecto di Atrani (SA) R. Berriola Frutti fittili della collezione Gargiulo del Museo Archeologico Nazionale di Napoli F. Mermati Un' anfora tipo SOS dalla collezione "Cerio" di archeologia classica del Centro Caprense Ignazio Cerio, Isola di Capri C. Casalnuovo Alcuni pesi da telaio dal "Giardino Romano" di Poseidonia -Paestum S. Passaro Roscigno-Monte Pruno. La villa rurale di Cuozzi: i pesi da telaio A. Casalicchio, M. Paoletti Un oikos di Medma: il contesto e le ceramiche. Rosarno, Pian delle Vigne, propr. Montagnese (scavi 1978) D. Capece, M. Vitale La ceramica comune dalla Zona C del Santuario di Hera alla foce del Sele (Paestum) C. Casalnuovo Un bollo anforario dal "Giardino Romano" di Poseidonia-Paestum A. Cerrone I bolli anepigrafi di Pompei Ore 14.00 -E. Greco Conclusione dei lavori e prospettive Università degli Studi di Salerno Patrocinio La terza edizione dei Dialoghi sull'Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo si svolge sotto gli auspici della XXI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico Paestum, Hotel Esplanade
Il linguaggio dell’abito, specialmente se integrato all’atteggiamento del corpo, alla gestualità ... more Il linguaggio dell’abito, specialmente se integrato all’atteggiamento del corpo, alla gestualità e ad altri possibili particolari, può costituire un elemento della comunicazione capace di veicolare, in assenza di verbalizzazione, una serie di messaggi dal forte valore iconografico. Nella letteratura archeologica e storica dell’arte gli abiti sono stati spesso studiati solo dal punto di vista dello stile, ma più di recente si è iniziato a considerarne il significato sociale nella costruzione dell’identità e dei generi. Che tipo di messaggi può comunicare un abito? Esso può contribuire a rappresentare un individuo e la sua identità, così come le categorie sociali di una comunità e rivelare “gender, age, status, ethnicity and social role”.
Dallo studio del repertorio del vestiario indossato dalle Matres di Capua, le celebri sculture in tufo provenienti dal santuario di Fondo Patturelli, emerge che il costume impiegato è prevalentemente di gusto greco, con chitone ed himation drappeggiati secondo la moda ellenistica, ma accanto a questa più comune soluzione emergono alcune occorrenze tra cui fibule, mantelline, bottoni, le quali suggeriscono la possibilità di scelte orientate, certamente auto rappresentative di uno status oltre che di un genere, un ruolo sociale, un ethnos: donna, lactans, matrona, donna sannita e altro ancora.
L’ambition de cet atelier est de présenter à un public de doctorants et de post-doctorants les mé... more L’ambition de cet atelier est de présenter à un public de doctorants et de post-doctorants les méthodes d’approches archéologiques des faits religieux antiques, en prenant appui sur les manifestations religieuses observables à Pompéi. La formation fera alterner les cours théoriques sur l’archéologie des religions antiques et des discussions sur le terrain, dans les temples, les maisons et les nécropoles de Pompéi. L’accent sera mis sur les méthodes et les questionnements adaptés aux
recherches sur les lieux de culte et à la mise en évidence des pratiques religieuses et des gestes rituels (nécropoles et lieux de culte). Le statut des espaces religieux et les modalités de leur évolution seront analysés. La caractérisation des lieux de culte et des pratiques amènera à préciser le vocabulaire employé dans la description des monuments et des vestiges religieux.