Solinas Pier Giorgio | University of Siena / Università di Siena (original) (raw)

Papers by Solinas Pier Giorgio

L'UOMO SOCIETÀ TRADIZIONE SVILUPPO, 2024

With the crucial question «who is Hindu?» that Savarkar placed at the opening of his manifesto bo... more With the crucial question «who is Hindu?» that Savarkar placed at the opening of his manifesto book, Hindutva, a radical line of affirmation of Indian identity emerged at the beginning of the twentieth century. An ideology that attributes the essential and exclusive value of Indianness to the origins, to the Vedic and Brahmanical roots, to the community of blood, to religion. The question of autochthony, the controversial theory of the Arya Invasion, the persistence of the caste hierarchy as an essential cultural heritage, return today to fuel the public debate, while on a scientific level, biomolecular research on the genetic composition of the Indian population opens up new grounds for comparison. The traditional pre-eminence of the Brahmin caste, the caste of the pure par excellence, claims to be confirmed in genetic evidence, thanks to specific markers that distinguish the lineages of the « twice-born» from those of the lower castes. However, this original and persistent exclusivity, which is maintained over the centuries thanks to a caste endogamy that seeks to preserve the purity of the ascriptive identity across generations, does not find unambiguous confirmation in the results of biogenetic research. The phylogenetic network of DNA-lines that branch out across the geography of the subcontinent, in fact, turns out to be much more varied and composite than one would expect, and the alleged continuity of the elite component, than that which continues to evoke the Arya legacy, cannot find validation in biostatistical data, nor in archaeological and paleogenetic data.

International Gramsci Journal, 2(3), 2017, 331-341., 2017

Egemonia e gerarchia, tracce nei Quaderni del carcere1 I Egemonia par le bas Egemonia dal basso. ... more Egemonia e gerarchia, tracce nei Quaderni del carcere1 I Egemonia par le bas Egemonia dal basso. O se si vuole, egemonia vissuta dal basso. La domanda che questo accostamento di termini ci invita a porre (l'alto e il basso, il dominante e il dominato), più o meno si può esprimere così: come è vissuto, o "agìto", il rapporto di egemonia quando si guarda dal lato opposto a quello di chi esercita il ruolo dominante? Si dirà, d'impulso, che la risposta è posta già nella domanda, nella formula binaria fissata dai due termini, egemonia /subalternità; vale a dire che l'esperienza, la natura stessa della condizione subalterna, inferiore, si costituisce come negativo dell'altro polo: è il negativo, il male della oppressione, l'oppressione vissuta dagli oppressi. E cioè che i due poli della disuguaglianza, quello del potere agito e quello del potere subìto, si alimentano l'uno dell'altro, e che anzi, l'uno si definisce come versione rovesciata dell'altro. Fermiamoci per un momento su questo punto. Sul piano della cultura, di quel che gli antropologi chiamano cultura, i due lati del potere, quello attivo e quello passivo, si definiscono come potere di pensare e di far pensare (dunque, di indurre valori, di assimilare l'intero corpo sociale nel proprio sistema di valori) , da un lato, e dall'altro lato, dal lato del potere subìto, come inferiorità assimilata a valore, sì da identificarvisi, da nutrirsene come alimento d'identità negativa, e per così dire, fondamento di un'etica. Le direzioni verso cui si muove quest'etica dell'inferiorità possono essere molto varie, e in contrasto l'una con l'altra: sacrificio, sofferenza meritoria, oppure riscatto e risarcimento, oppure ancora, asservimento volontario, "devozione", o ancora, ambizione di successo come rivincita, e infine, rivolta, annientamento…. In ogni caso, stando a questa visione, l'orizzonte della cultura si presenta, per così dire, bipartito in due sottosistemi, quello del pensiero che impregna di se stesso il tutto che lo circonda, e quello della controparte passiva, recettiva che traduce il suo ricevere in un sottosistema, che può assumere i principi delle élites come suoi valori, d'imitazione o di riuso, oppure rovesciarli, trasformarli in valori contrari. Valori che nutrono identità, identità negativa, o , se si vuole, identità del negativo; "noi dalit", noi dannati della terra, noi gli ultimi...

Genalogie ergonomie, evoluzione: gli utensili manuali e la loro polimorficità in una prospettiva ... more Genalogie ergonomie, evoluzione: gli utensili manuali e la loro polimorficità in una prospettiva antropologic

Passant en revue plusieurs cas d’elaborations genetico-genealogiques dans le contexte actuel de l... more Passant en revue plusieurs cas d’elaborations genetico-genealogiques dans le contexte actuel de l’Italie (une recherche basee sur des releves genotypiques en Toscane, l’experience du « parc genetique » en Sardaigne, une enquete judiciaire en Lombardie), l’article questionne trois axes thematiques : le rapport entre l’identite parentale ou « ancestrale », telle que percue dans la conscience des protagnistes et a travers leur elaboration culturelle et l’identite emergeant de l’analyse des profils genetiques ; l’utilisation et l’appropriation de ces deux formes d’identite dans les communautes interessees ; le probleme de l’authenticite et des verites incorporees dans l’heritage biologique, de meme que celui de l’appartenance socialement reconnue dans les noms de famille, dans les classes d’attribution ethnique, dans la geographie des migrations. L’apport de concepts tels que ceux d’« haplogroupes », de lignages genetiques et d’autres du meme type conduit a une rencontre interdisciplina...

Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée, 2003

A partir de certaines particularites terminologiques, surtout les silences en terminologies d’adr... more A partir de certaines particularites terminologiques, surtout les silences en terminologies d’adresse, cet article discute le statut des reseaux d’affinite en regime des systemes dits complexes. La categorie de «parents inconnus » a cote des connexions de non-parente, est prise en compte en tant qu’element de la notion d’espace genealogique. L’hypothese d’une parente en declin en relation a l’evolution demographique (denatalite, vieillissement) est soumise a la preuve d’un modele de simulation. Par ce moyen la mise en scene d’une devolution genealogique est prospectee en fonction de deux conventions de fecondite : stationnaire et negative. La theorie de la parente se revele, ainsi, besogneuse d’un apport intensif de recherche pour faire face d’une parte a l’extension de son demain formel et de l’autre aux transformations qui affectent la realite genealogique et sociale de sa semantique anthropologique.

Ethnologie française, 2016

Dialoghi mediterranei n 55, 2022

Anthropological approach to war and violence of modern weapons culture, ethnicity and negative re... more Anthropological approach to war and violence of modern weapons culture, ethnicity and negative relations

Terrain, 1994

Traduit de l'italien par Dominique Blanc Dans un essai austere, mais audacieux, publie il y a... more Traduit de l'italien par Dominique Blanc Dans un essai austere, mais audacieux, publie il y a maintenant presque dix ans, Luc de Heusch compare la cosmogonie dogon a celle associee au sacrifice vedique, dans l'Inde ancienne, pour mettre en lumiere deux premisses communes : la « dette sacrificielle » et le « calcul metaphysique des profits et des pertes » qui en soutient le cadre religieux. La solennite theorique precise de ces formules nous renvoie a bien autre chose qu'a une reference esote...

Anuac, 2013

Drawing on examples from Indian ethnography and not only, this paper seeks to identify, ranging f... more Drawing on examples from Indian ethnography and not only, this paper seeks to identify, ranging from research and representations of geneticists and local images, to systematize the idea of descent on three different levels: the first about the field of relationships between people and groups, families, genealogies; the second about the terms and kinship relations, ie the raw material of visible genealogies; the third about the genetic text and the classes that it generates.

Dialoghi Mediterranei, 2021

1 Antefatto Ricevo dalla rivista Dialoghi Mediterranei l'invito a proporre un intervento, per i p... more 1 Antefatto Ricevo dalla rivista Dialoghi Mediterranei l'invito a proporre un intervento, per i prossimi numeri… Mi viene in mente associando Mediterraneo, Braudel e le mie lontane pensate sulla identità mediterranea, che apparvero in un capitolo del secondo volume de La Mediterranée, a cura di Fernand Braudel appunto-per Arts et métiers graphiques, nel 1978-mi viene in mente il cenno che Jack Goody mi dedicò nelle prime pagine del suo Matrimonio in Europa, anni dopo. (più che un cenno, un vero e proprio "stai buono, quel che stai dicendo è inutilmente banale" .) E allora, perché non tornare sulla questione, perché non riprendere a pensare, e a pesare nello specifico in quel dibattito, che in realtà del dibattito ebbe ben poco, restò a mezz'aria? Io ero allora poco più che un ragazzo, almeno dal punto di vista scientifico e accademico. E anche quando, con più esperienza e maggiore discernimento, mi ritrovai, lungo i tornanti delle mie ricerche, a ricordare la ruvida presa di posizione dell'illustre antropologo britannico, non mi venne voglia di ribattere o anche , magari, di fare autocritica. Ma poi, su che cosa? Per riprendere in mano il contrasto, o quella specie di contrasto non nato, occorre ricontestualizzare i tempi e i fatti, i tempi e i testi. Ecco qualche dettaglio, per dovere di memoria. I due volumi di La Méditerranée (sotto la direzione di di Fernand Braudel , I L'espace et l'histoire,, e II Les hommes et l'Héritage) non nacquero come libro, ma come testi di commento d' una serie televisiva della TV francese che andò in onda fra il '76 e il '77. I testi vennero poi riuniti nei due volumi di grande formato, con molte illustrazioni, e pubblicati nel 1978 dalla casa editrice Arts et Métier Graphiques a Parigi. Da allora numerose riedizioni (Flammarion) e traduzioni in molte lingue (tedeso sapagnolo, arabo, inglese, greco, turco…) hanno accompagnato la fortuna dell'opera , fino ad oggi. In italiano l'editore Bompiani ne pubblicò una versione tascabile, un unico volume, per la traduzione di Elena De Angeli, nel 1987 (io mi ritrovai tradotto dall'italiano in francese e poi dal francese in italiano… cosa che feci rilevare con una lettera alla Casa Editrice , mi pare senza risposta). Ancor oggi Il Mediterraneo di Braudel, in questa versione più popolare collettanea (niente a che vedere con l'Opus Magnum Mediterraneo all'epoca di Filippo II) gode di una notevole fortuna, in edizioni tascabili e come libro strenna.

scrivendo queste righe. Possono servire a pensare, servono a pensare, e a richiamare delle coloni... more scrivendo queste righe. Possono servire a pensare, servono a pensare, e a richiamare delle colonie di significato che portano lontano. L'uovo, origine delle creature, origine delle persone, degli uomini, hor secondo la cosmologia e l'antropologia delle genti di lingua munda,. Quando Dio fece emergere dall'acqua i primi grumi di terra solida, racconta il mito Santal, quello che si vide per prima cosa sulla superficie fu un uovo. Un uovo primordiale, da cui spuntarono due minuscoli esseri umani in miniatura, Pilchu Haram e Pilchu Budi, fratello e sorella, gli antenati di tutti i Kherwar, le genti Santal. Un incesto, inevitabilmente inaugura la storia del genere umano, che è la storia dei Santal. Fratello e sorella si accoppiano, e mettono al mondo sei coppie di fratello-sorella e necessariamente anche questi dovranno perpetuare l'incesto dei loro genitori per avviare la catena delle discendenze dalle quali traggono origine i dodici clan in cui si divide ancor oggi la comunità (la "trbù"). Ancora oggi, le dodici sezioni esogamiche, ciascuna con un suo nome, le sue caratteristiche, le sue specializzazioni, articolano la mappa sociale delle comunità, in ogni villaggio, in ogni comprensorio. Alla endogamia consanguinea, all'incesto originario, è subentrata una disciplina esogamica rigorosa.Non sono ammessi in alcun modo matrimoni tra uomo e donna che appartengano allo stesso paris (né matrimoni ufficialmente sanciti e concordati tra le famiglie, né matrimoni d'amore). Al principio dell'esogamia di paris fa riscontro il principio d'una endogamia di comunità etnica, un principio ancora più intransigente, che esclude qualunque scambio matrimoniale con l'esterno. I santal sposano solo partner santal, chi viola questa legge suprema di autarchia genetica verrà punito con la massima severità, sarà bandito dalla Nelle mie numerose campagne di inchiesta , nei distretti di Bankura e Midnapore, in West Bengal, non ho mai incontrato casi di accoppiamenti che violassero questa regola, anche se, di sicuro, unioni clandestine che rompono il divieto ci sono, queste vengono commentate con estrema disapprovazione e additate come veri e propri scandali. Il motivo dell'uovo primordiale e dell'incesto d'origine, non è un'esclusività santal, naturalmente. Il concetto che trasmette questa immagine racchiude insieme l'unità e la divisione. Tutto ciò che nasce da zero deve passare per l'unità e la duplicità. Dal non essere all'essere e ancora al non essere. Si incrocerà più volte questo nodo logico nei capitoli che seguono; lo si

Il Bollettino di Klio, 2020

Dalla sacra famiglia alle famiglie di fatto Note sull'evoluzione de sistemi di parentela in Occid... more Dalla sacra famiglia alle famiglie di fatto Note sull'evoluzione de sistemi di parentela in Occidente Il tema che mi propongo in questo breve saggio riguarda principalmente i mutamenti delle strutture familiari nel mondo occidentale. Famiglia e parentela dunque, ossia le forme, la morfologia degli aggregati domestici e, in strettissima integrazione i sistemi di relazione parentale, di consanguineità, di affinità1 e, come spiegherò fra poco, di "fattualità" nel panorama europeo e americano. Dato che gli strumenti di analisi su cui si basano le mie ricerche sono essenzialmente antropologici, e che tuttavia in questa sede quel che si propone è una prospettiva storica, la scena che qui cercherò di immaginare è quella di un campo di risonanze in cui etnografie e storiografie si scambiano in libertà confluenze e interferenze. Che cosa significa? Per un verso, un'antropologia della famiglia che si sottragga all'ipoteca della stazionarietà, o piuttosto della a-temporalità, e per un altro verso un'antropologia che solleciti lo sguardo storiografico a estrarre dalla contingenza dei fatti e dei processi dinamici le logiche strutturali del loro prodursi, del loro conservarsi e del loro decadere. I fenomeni e le categorie che entreranno in gioco in questo breve viaggio antropo-storico non sono quelle ordinariamente trattate nella pratica documentaria dello studioso delle antiquitates e delle res gestae, ma piuttosto delle entità impalpabili e , potremmo dire, sfuggenti alla lente dell'osservazione strettamente empirica: l' esogamia e l'endogamia, le logiche della discendenza, le nomenclature di parentela, le tipologie degli aggregati, e molte altre "cose" simili, cose che non sono cose ma, secondo una buona parte degli antropologi contemporanei, prodotti culturali, fatti mentali (menti-fatti) significati collettivi. Va subito detto che ci sono qui dei limiti importanti; al pari della storiografia, l'etnografia non possiede mezzi di accesso diretto a questo genere di oggetti, ma deve per così dire, oltrepassare il livello dell'osservazione empirica, spremerne i succhi meno evidenti e sublimarli in forma di modello, di regola o si correlazione. 1 La formula "consanguineità e affinità" si mantiene tuttora nell'uso e negli studi, e qui viene d'obbligo mantenerla, anche per aderire alla sua specifica pertinenza nella storia sociale e dottrinaria sul tema. La metafora del sangue, va detto tuttavia, ha oggi un sapore eminentemente simbolico. La biologia molecolare e la genetica hanno ormai sostituito il motivo antico della consanguineità con altre e meno oscure rappresentazioni.

Ethnologie française, 2016

Passant en revue plusieurs cas d’élaborations génético‑généalogiques dans le contexte actuel de l... more Passant en revue plusieurs cas d’élaborations génético‑généalogiques dans le contexte actuel de l’Italie (une recherche basée
sur des relevés génotypiques en Toscane, l’expérience du « parc génétique » en Sardaigne, une enquête judiciaire en Lombardie),
l’article questionne trois axes thématiques : le rapport entre l’identité parentale ou « ancestrale », telle que perçue dans la
conscience des protagnistes et à travers leur élaboration culturelle et l’identité émergeant de l’analyse des profils génétiques ;
l’utilisation et l’appropriation de ces deux formes d’identité dans les communautés intéressées ; le problème de l’authenticité et
des vérités incorporées dans l’héritage biologique, de même que celui de l’appartenance socialement reconnue dans les noms de
famille, dans les classes d’attribution ethnique, dans la géographie des migrations.
L’apport de concepts tels que ceux d’« haplogroupes », de lignages génétiques et d’autres du même type conduit à une rencontre
interdisciplinaire entre anthropologie sociale et classification bio‑génétique.
Mots‑clés : Généalogie. Génétique. Toscane. Sardaigne. Lombardie.

Terrain. Anthropolgie & Sciences Humaines, 1994

La dette originaire L'homme en gage Façons de dire L'expression de la valeur sociale Des valeurs ... more La dette originaire
L'homme en gage
Façons de dire
L'expression de la valeur sociale
Des valeurs qui n'ont pas de prix

Ethnologie Française

A selected set of fieldwork pictures in West Bengal, ( Bankura district, Ranibandh pS) Rituals, e... more A selected set of fieldwork pictures in West Bengal, ( Bankura district, Ranibandh pS)
Rituals, everyday life, people, and villages ( Garra, Dolui Basa, Sonaddi)

L'UOMO SOCIETÀ TRADIZIONE SVILUPPO, 2024

International Gramsci Journal, 2(3), 2017, 331-341., 2017

Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée, 2003

Ethnologie française, 2016

Dialoghi mediterranei n 55, 2022

Terrain, 1994

Anuac, 2013

Dialoghi Mediterranei, 2021

Il Bollettino di Klio, 2020

Ethnologie française, 2016

Terrain. Anthropolgie & Sciences Humaines, 1994

Ethnologie Française

Marriage, ritual, financial competition and status dynamics in Modern India. Critical approach to... more Marriage, ritual, financial competition and status dynamics in Modern India. Critical approach to the contemporary systems of status enhancement and value among the social and cultural communities in India

Kinship and family across the demographic transition and genomic contemporary fieldwork

La parenté évolue-t-elle ? Contemporanéité, et extemporanéité dans l'espace généalogique 1 Une no... more La parenté évolue-t-elle ? Contemporanéité, et extemporanéité dans l'espace généalogique 1 Une nouvelle saison d'études s'est ouverte au cours de la dernière décennie dans le domaine de la parenté. Des études et des recherches qui retracent les thématiques théoriques héritées du passé, qui affinent les approches ethnographiques sur les peuples et cultures exotiques, et questionnent les nouvelles formes de famille, les techniques de reproduction médicale, les unions homosexuelles et la parenté homosexuelle. Dans ce domaine d'intérêt, le soi-disant domaine des new kinship studies, les perspectives socioculturelles, normatives, éthiques-juridiques et biologiques-structurelles s'ouvrent vers une prise de conscience épistémique nouvelle, autant que des méthodes et des paradigmes plus profondes, plus précises. La complexité des systèmes et leur évolution difficilement prévisible posent ainsi à l'anthropologie un défi aussi sérieux que fécond, un défi qui nécessite de nouveaux langages, de nouvelles techniques descriptives et de nouvelles catégories de compréhension. Dans le texte qui suit, ces orientations de recherche renouvelées ne sont que superficiellement commentées, en partie en raison de leur pertinence limitée par rapport à l'angle thématique spécifique adopté ici, en partie en raison de l'attention respectueuse due à un domaine d'expertise scientifique désormais hyper-spécialisé à partir duquel il faut apprendre plus que recevoir des garanties de vérité. Nous aborderons donc les enjeux qui relèvent de la dynamique de la parenté moderne avec un regard rétrospectif, croisant d'une part les tendances démographiques actuelles, de l'autre les modèles d'articulation et de désarticulation des agrégats familiaux, des réseaux généalogiques, des passions ancestralistes, pour tourner enfin notre regard vers les mutations et les entropies du soi-disant « marché matrimonial »

War Technology brain and destructive culture

Forthcoming , 2023

The hydra and the robot War, magic and military utopias the goal of cognitive warfare is to make ... more The hydra and the robot War, magic and military utopias the goal of cognitive warfare is to make every man a weapon Francois du Cluzel Magical powers, military might In an essay written more than fifty years ago, and recently republished, Etienne Balibar spoke of war as an institution of collective violence, and indicated in this, in the institution of collective violence, the great anthropological problem, the anthropological problem par excellence1. Despite the distance from the time and from the facts that marked its historical context, the proposal retains, I believe, a strength that requires comagainmitment and analytical work. Today's war is not that of fifty years ago, and the anthropology of our time has little to do with that of the 1970s. But the problem, the "aporetic" problem remains as it is, indeed if it can be, it has become even more often, even bigger. Several points in Balibar's formula lend themselves to opening up to doubt, and therefore to producing new theoretical stimuli. The first concerns precisely the form of war as collective violence. That is to say, war as a social fact, as an amalgam of solidarity, aggressive and destructive in which a community, a people or an entire society unites to attack, subjugate or annihilate another. A solidarity in evil, professed, deliberate, commanded by law by virtue of which each and every one has the duty to attack and destroy the enemy. Hatred becomes a moral principle; what the law or the sovereign, or the country forbids and punishes internally as a crime, becomes a sacred duty externally. The institution of violence as a collective obligation of every member of the community relies on the charge of latent ferocity that every individual, especially male and adult, is able to unleash once the inhibitory barrier of civil education opens up to be directed against the enemy. To evil with evil, to my enemy I become an enemy. 1 "La grande question aporétique de l'institution de la violence collective, qui est un problème anthropologique-peut être le problème anthropologique par excellence… »

varia, 2010

Collected writings (short articles, Book reviews, critic essays)

SIAC Congress Rome, 2021

The nationless civilization Till the end of colonial rule, or, to say it better, till its phase o... more The nationless civilization Till the end of colonial rule, or, to say it better, till its phase of maximal power and expansion, the Indian society, the Indias (I take here the provocative plurality of the multiplicity of people and populations that Michel Angot arbored on his massive book, Histoire des Indes)1 and overall the Indians, were scarcely interested on the question of their identity as a nation. The shared consciousness of its great role among the modern cultures in the world was rarefied and elitarian. The very concept of Hindu, (and indianity) was ephemeral, in some senses extravagant, not necessary. Of course, the people were perfectly aware of their peculiar culture, language, religion, land, as well of the "otherness" of the visitors, foreigners, conquerors, missionaries… But, the principle of a shared, unique and pervasive selfness, of a totality of identity on the whole scale of the subcontinent, rested on a brumous and variable background. The modern machinery of colonial state , a demographer and ethnographer state not less than military, fiscal, jural and economist, induced a deep ferment of intimate interrogations among the local elites , the carriers of the intellectual Hindu capital of knowledge and thinking which were increasingly exposed to the hegemonic western patterns of living and doing. Nonetheless, the notion of nation, even unconsciously and contagiously, was filtered by an almost osmotic transfert from the imperial regime of ruling and citizenship's administration to colonized territories and society. To be sure, the existing diffusion of the Indian heritages, philosophies, symbolic sapiency and technics, poetries, languages and scripts at that time was expanded to a scale not less large than that the colonizers' culture reached in their Continent. The Hindu Gods were worshiped among the South Asian peoples, in Indonesian area and southwestern Asian countries, to not say South and East Africa, while the longstanding penetration of the Buddhism joined the Tibetan and Chinese remote landscapes. However, it was not a national fact. Where the colonial regimes and paradigms proceeded through centered, imposing and uniform systems of civil conformity and mechanical control, Indian influence was ubiquitous, polymorphic and metamorphic. Nationalism' emersion needed to be accompanied by a new form of self

India: ongoing research interest on the biogenetic history of extant population joins the increa... more India: ongoing research interest on the biogenetic history of extant population joins the increasing motive of Indian "authenticity".
The vexata quaestio of Aryan Invasion along with the hierarchy and purity of the elites exciting the nationalist ideologies are confronted to the "genetic identity" of different groups, ethnic clusters, religions and linguistic families in the subcontinent.
Here the maps of migration, segmentations, coalescence of the demographic landscape are discussed.

Chi sono gli Indiani? Quali sono le credenziali della vera origine hindu, o se non è l'origine a ... more Chi sono gli Indiani? Quali sono le credenziali della vera origine hindu, o se non è l'origine a garantire l'identità ma è qualcosa di esterno, di quali tratti si deve tener conto? E ancora oltre: che cosa vuol dire interno e che cosa esterno? 1 Sono semplicemente delle categorie geografiche, oppure l'interno di cui si parla appartiene ad una certa comunità, poniamo, fondatrice, o preminente per qualità, purezza, o altro? Oppure ancora, e infine, i veri indiani sono quelli che hanno le radici più antiche, che si identificano con lo strato più profondo del mosaico etnico? La battaglia per l'identità scuote oggi il dibattito pubblico nel Paese. Tra coloro che pretendono di avere l'esclusiva della originalità, decisamente sono gli hindu integralisti a battersi in prima linea. Cultori d'una purezza etnica, religiosa e, inconfessatamente, razziale, e accaniti anti-islamici, anticristiani, antibuddhisti, professano e praticano una sorta di disciplina della hinduità, disciplina e prassi che non si limita ai simboli, ma persegue una sistematica strategia di discriminazione all'esterno e di consolidamento della unità interna. Ispirandosi alle dottrine antiche del brahmanesimo, le teorie dell'hindutva coltivano il valore della suprema purezza, al tempo stesso fisica e morale, che proviene dai fondatori semidivini della grande civilizzazione arya e che trova nelle caste dei sacerdoti, i brahmani, appunto, i discendenti e depositari per intatta continuità ereditaria. Contro questa ideologia, e contro l'apparato di classificazione che la integrava, il sistema delle caste, si battono da decenni i rappresentanti e i militanti delle caste inferiori, soprattutto quelle una volta chiamate degli intoccabili. Sostenitori di un rovesciamento radicale delle antiche gerarchie di status, e di un rifiuto radicale non solo delle regole di esclusione, ma dei costumi, del linguaggio, giungono a ripudiare gli stessi fondamenti religiosi della comune appartenenza hindu, e rivendicano, insieme con le altre categorie discriminate, con le cosiddette tribù, con le etnie adivasi, il loro diritto ad una indipendente e completa identità indiana. Queste due posizioni estreme non si affrontano oggi solamente con i mezzi della mobilitazione di massa, dei rancori contrapposti, delle reciproche esclusioni. Una rabbellita retorica della compassione, una cangiante disponibilità ad indossare vesti più decenti rispetto al dogmatismo del passato fanno sì, per esempio, che i fondamentalisti hindu adottino un atteggiamento molto più inclusivo, che accettino ormai, anzi promuovano una comunione benevola e solidale fra le parti del corpo della nazione, che si riconoscano partecipi della grande Madre India, e che si adoperino per promuovere ogni attività sociale che possa attirare i più deboli e i reietti. Un populismo di 1 La domanda ha un precedente politicamente e ideologicamente impegnativo: un secolo fa, con il suo Hindutva: Who is a Hindu? V. D. Savarkar, (2009 [1923]), introduceva il motive della induità, Hindutva

Interdisciopkinary Seminar on Piketty's book Le Capital... University of Siena 2016

Convenor Uniqueness, ubiquity, authenticity; the expanding demosfphere of egos Notes for discussi... more Convenor Uniqueness, ubiquity, authenticity; the expanding demosfphere of egos Notes for discussion The Aadhaar program is now complete. The whole adult population of India has been registered in the megarchive , the central database that folds for each individual his identity digital code, some basic demographic details , photo, fingerprints, iris scan. It took almost ten years to realize this gigantic data repository, the largest in the world, the largest identity mega database hyper-connected in real time through an electronic system of data sharing , matching control, and remote authentication (from the centre to the periphery, from every single office, bank, shop selling subsided goods to the national data centre). A great invisible machine that ensures, or should assure the truth, the true identity of each cardholder, of every applicant who brings his UID and demands any service to agency, office, bank : borrowed money, basic necessities, a job, a grant, a pension a driving license, a reserved quota… According to the inspiring idea of the project, the principle that was to guide this historic enterprise had a precise label: inclusion. Navigating in an ocean of diversity by means of an equal key for each carrier: this is the challenge. The Indian society was, and is still largely, made up of a number of classes, groups, ethnic clusters, religions, languages, castes (jatis). Each had and has its own regime of recognition , customs, ant cultural style. In a sense, each of these aggregates replicates a sort of society, a society within the larger community of the nation. The nation embodies a polymorphic crowd of identities; as a great living body, Indian society in its wholeness lives as a complex organism, a body-nation encompassing many internal secondary bodies, more or less vast, but each cohesive and endowed with its own ethos. The dialectic between unity and multiplicity, between totality and particularity, so classical in the history of the country, continuously induces difference, hierarchy, exclusion. The negative had (and has) the power to produce its effects: aside the Hindu, the non-Hindu, aside the twice-born, the un-twice-born, the non-veg, the not-pure… etc. The "not" particle marks lines, gaps,

Migration space vs free space: the negative thresold of the exodus across the see, the borders, ... more Migration space vs free space: the negative thresold of the exodus across the see, the borders,
Comments and questions on humanity and basic traits of the anthropos in the Anthropocene era

30 pitchures of human, rituale and performative landscape of indian rural milieu (West Bengal, di... more 30 pitchures of human, rituale and performative landscape of indian rural milieu (West Bengal, districts of Bankura and Midnapur)
Adivasi groups (Santal), Hindu castes (Mahato) are observed in different contexts of ceremonial occasiona: Sraddha, rituale practices of sacrificai culti, purification and gathering.

La réinvention génomique de l'identité 0. ego moi ipse Qui es tu? Et moi? Qu'est ce que signifie ... more La réinvention génomique de l'identité 0. ego moi ipse Qui es tu? Et moi? Qu'est ce que signifie être soi ? Qu'est ce que veut dire le «qui» qu'on cherche en questionnant ? Et que signifie-t-il «être» ? 1 Interrogations vouées à l'inanité, dira-ton. Excessives parce qu'elles vont au delà des possibilités de réponse, car elles ne peuvent que postuler des réponses conventionnelles, à l'intérieur du domaine sanctionné du code de reconnaissances en vigueur. Ce sont des institutions qui certifient mon identité : nom, prénom, date de naissance, sexe, marié ou célibataire, pays de citoyenneté etc. C'est le mécanisme du miroir publiquement légalisé qui fait marcher ces filtres de classement qui restreignent passage après passage l'extension de la classe d'appartenance dans laquelle mon «moi» est inclus jusqu'à isoler le personnage unique, indivisible, et non-repliables que je suis – En fait je n'ai aucune compétence, aucun pouvoir dans cette démarche. Je ne suis que ce que mon circuit social a la faculté de définir, de situer dans des confins discrets, de me de-finir) Au niveau de mon identité en tant que sujet, ou objet, de parenté, le régime inflexible de la définition allogène, impose de façon tacite mais implacable son automatisme. L'exclusion absolue du pouvoir d'auto-appellation, plus qu'une conséquence, apparaît un trait intrinsèque du système de relations et de son langage. 1 WHO , Who are us, Who are the McGregors… ; la question initiale , moi, je, se repropose ici au pluriel, pour le « nous »: qui sommes nous? Sauf le saut de niveau du code parentologique, puisque il, ya pas, ou il ya tres peu de noms relations collectives et la necessité de se nommer devient primaire.

Ethnographic accounts and cronicles of bengal fieldwork. Stories, characters, rituale and cultur... more Ethnographic accounts and cronicles of bengal fieldwork. Stories, characters, rituale and cultural relations between adirassi and hindu peasant communities.
Bankura district, Ranibandh ant its territory. Family life, symbolic web and everyday life

Blood, names, genes . Technologies and metaphors of kinship (Paper given in Caserta, for the se... more Blood, names, genes . Technologies and metaphors of kinship
(Paper given in Caserta, for the seminar
“Ipermodernità e forme del l’ identità. Un confronto interdisciplinare "
18 novembre 2014)

The ego's problem ( it's vacuum of kinship terms to designate itself)
From consanguineal substance of common identity to the genetic language of network and descent.
Family names and

Tre manoscritti inediti di A.M. Cirese (1985-1989): lettere a P. G. Solinas sui sistemi di notaz... more Tre manoscritti inediti di A.M. Cirese (1985-1989): lettere a P. G. Solinas sui sistemi di notazione grafica per le terminologie di parentela e i linguaggi in uso nell'antropologia della parentela

Con una Avvertenza del curatore e una lista degli inediti

Lettere dagli antenati. Famiglie genti identità, 2020

LETTERE DAGLI ANTENATI Famiglie, genti, identità PIER GIORGIO SOLINAS Famiglia, ancora fa... more LETTERE DAGLI ANTENATI Famiglie, genti, identità

PIER GIORGIO SOLINAS

Famiglia, ancora famiglia. Mentre l'oggetto, gli oggetti che sono compresi entro questo grande denominatore mutano e si differenziano sempre di più, il nostro parlarne e il nostro comprendere fatica a inseguire l'universo polimorfico dei legami familiari, una volta detti "di sangue", oggi forse di fatto, e, in forme ancora oscure, di geni. La diade natura/cultura stenta a conservare il suo doppio regime di competenza. Oggi i processi biologici di formazione delle discendenze, delle consanguineità e delle affinità attraversano spavaldamente il confine che un tempo separava il mondo del bios da quello del logos, così come la distinzione fra legge (by law) e sentimento, love. Un intenso lavoro di osservazione e passione classificatrice esplora oggi su scala globale, nella ricerca bio-genetica, le piste ramificate della genesi delle popolazioni, e delle etnie, dissolve le identità di razza e ne polverizza i residui in una rete sconfinata di incroci e meticciati. I saggi riuniti e amalgamati in questo volume attraversano diversi scenari di espressione della identità di appartenenza, delle identità di discendenza e del loro destrutturarsi: in Europa, in India, nel Nuovo Mondo. I paradigmi della parentela, la genealogia, le affinità vengono qui esposti alle prove dei mutamenti del nostro tempo: famiglie di fatto, famiglie ricomposte, relazioni ex e parentele step in un confronto insistente con i dati in progress della ricerca genetica e con la passione amatoriale della parentela postmoderna. Pier Giorgio Solinas ha insegnato per molti anni Antropologia Culturale ed Etnologia all'Università di Siena, e in diverse università all'estero. Tra le sue ultime pubblicazioni: Colore di pelle colore di casta. Persona, rituale, società in India (2015), Ancestry. Parentele elettroniche e lignaggi genetici (2015).