Paolo Delorenzi | Università Ca' Foscari Venezia (original) (raw)
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Desidero rivolgere un sincero ringraziamento a quanti hanno sostenuto e agevolato la stesura di q... more Desidero rivolgere un sincero ringraziamento a quanti hanno sostenuto e agevolato la stesura di questo saggio, in particolare a
© Distribuzione editoriale Scripta edizioni, Verona idea@scriptanet.net Tel. 045 8102065
Nel 1844, il segretario dell'Accademia di Belle Arti di Venezia Antonio Diedo componeva un appass... more Nel 1844, il segretario dell'Accademia di Belle Arti di Venezia Antonio Diedo componeva un appassionato elogio del pittore t hienese David R ossi, già titolare della cattedra di insegnamento pro spettico, mancato ai vivi diciassette anni prima. R ipercorrend o la sua lunga e felice parabola, l'amico architetto non tralasciava di rammentarne le numerose impre se artistiche, in buona mi sura as solte per soddis fare le richieste di facoltosi com mittenti sia del capoluogo lagunare, sia dell'entroterra, soprat tutto della nativa provincia berica . Un particolare risalto inves tiva giustappunto la figu ra di un patrono vicentino del maes tro, il conte Gi rolamo Giuseppe Velo (1749-1824), del quale -sottoli neava Diedo -«rimangono mol te pistole, ove al R ossi p rotes ta la sua stima e il suo amo re» 1. Il carteggio a firma dell'aristocratico, membr o del ramo familiare detto «di C arpagnon», è andato s marrito; fortu natamente, tuttavia, di una lettera almeno sus siste un frammento, t rascrit to senza alcuna indicazione di data nell' elogio accademico:
a Meri L'ultimo quarto del XVI secolo, notoriamente, coincide con una fase di grande fervore nell... more a Meri L'ultimo quarto del XVI secolo, notoriamente, coincide con una fase di grande fervore nella definizione degli apparati ornamentali del Palazzo Ducale di Venezia, devastato in due occasioni, nel 1574 e nel 1577, da estesi incendi. Se l'opera di ripristino funzionale ed esornativo degli ambienti colpiti ebbe avvio, in entrambe le circostanze, all'indomani dello spegnimento delle fiamme, i lavori esulanti dalle strutture o, comunque, di utilità non immediata si protrassero per lunghi anni, svolgendosi con modalità e tempi sostanzialmente indiscernibili a causa delle lacune che, per l'epoca in questione, depauperano le serie archivistiche pubbliche di natura contabile. Ad occuparsi della manutenzione e dell'abbellimento dell'edificio era la speciale magistratura dei tre Provveditori sopra la fabbrica del Palazzo, istituita dal Senato nel 1533 per fini contingenti e poi via via rinnovata all'occorrenza 1 ; dopo l'incendio del 20 dicembre 1577, anzi, essa fu momentaneamente sdoppiata tramite l'attivazione dell'analogo ufficio dei tre Provveditori «sopra la restauration del Gran Consiglio» 2 . Ormai inutile per lo «stato perfetto» raggiunto dalla fab-1 G. Lorenzi, Monumenti per servire alla storia del Palazzo Ducale di Venezia, Venezia 1868, pp. 203-204, doc. 428. La magistratura era nata per sveltire l'edificazione del blocco palaziale a mattino includente la scala dei Censori e l'aula del Consiglio dei Dieci. Ai Provveditori spettava il compito di trattare con «tuti quelli prothi inzegneri et altri pratichi et periti che li parerano», di «far far i modelli», quindi di mostrarli in Pregadi, esponendo pure «l'oppinion loro», per procedere alle ballottazioni e, infine, di «far li mercati» con le maestranze.
Ambiente quasi nascosto o, se si vuole, defilato a confronto della magnifica parata trionfale del... more Ambiente quasi nascosto o, se si vuole, defilato a confronto della magnifica parata trionfale delle aule in cui si svolgeva la vita politica della Repubblica, la Chiesetta al terzo piano di Palazzo Ducale ha una storia lunga e articolata, implicante una sovrapposizione di funzioni e valenze oltremodo eterogenea. Da quando, una volta sancito l'assetto planimetrico definitivo allo scadere del XVI secolo, trovò sede nell'area alle spalle del Collegio e del Senato 1 ( , la sua destinazione -fino al 1797, logicamente -si è sempre mantenuta perlomeno duplice, servendo da luogo di culto e, insieme, da vano di raccordo fra i livelli del palazzo, ovvero fra la dimora del Principe e le sale dei Consigli statali; alcune rampe interne, la prima sovrastata dall'immagine tutelare del San Cristoforo di Tiziano, ne garantiscono tutt'oggi la comunicazione. Anche la stanza adiacente sul lato est, conosciuta con il nome di Antichiesetta, rivestiva un'importanza notevole: necessaria all'espletamento delle attività istituzionali del Pregadi, si configurava quale determinante liaison spaziale fra l'assemblea e i principali uffici ad essa rapportati, il gabinetto del Savio Cassier -burocrate simile a un ministro delle finanze, scelto nel novero dei cinque Savi di Terraferma -e l'Archivio Segreto 2 .
È un profilo scarno e incompleto quello che Diego Zannandreis ci offre in merito al pittore Gaeta... more È un profilo scarno e incompleto quello che Diego Zannandreis ci offre in merito al pittore Gaetano Grezler: poche notizie dichiaratamente di seconda mano o, comunque, estrapolate da più antiche memorie. 1 La superficialità del biografo trova piena giustificazione nella vicenda umana dell'artista, svoltasi quasi per intero lontano da Verona, tra la Dominante e la terra istriana. Nel capoluogo scaligero, dove era nato intorno al 1763-1764 da « famiglia probabilmente oriunda della Germania », non sussiste alcuna traccia della sua opera, né sono finora emerse attestazioni discordi per il passato. Scevra di incidenza, a tale riguardo, appare la precoce ascrizione tra i membri della locale Accademia nel 1788, ribadita ancora nel 1816, che certifica unicamente il perdurare di un tenue legame con la città d'origine. 2 La figura di Grezler, comprimario tutt'altro che trascurabile della scena artistica veneta a cavallo dei due secoli, ha riacquistato uno spessore critico solo nell'ultimo quindicennio, attraverso una serie nutrita di interventi miranti a esplorarne la biografia, l'opera e la singolare passione collezionistica per le reliquie, 3 in Quanti scheletri nell'armadio! Giunte alla biografia e al catalogo del pittore veronese Gaetano Grezler Rivolgo la mia più sincera gratitudine a quanti hanno permesso e agevolato questo studio, in particolare ai direttori e al
dolore del suddetto conte per la perdita di una sì cara e degna moglie" 13 . Se l'effigie di Gian... more dolore del suddetto conte per la perdita di una sì cara e degna moglie" 13 . Se l'effigie di Gian Rinaldo, acquistata nel 1911 dall'antiquario Dino Barozzi, ha goduto nel tempo di attribuzioni mendaci ad Alessandro Longhi e Nazario Nazari 14 , quella di Paolina -finalmente riscoperta, benché solo in un vecchio positivo -è apparsa nello stesso anno a una vendita olandese come autografo di Pietro Longhi 15 ( ). Scandito dall'esatta geometria del pavimento, lo spazio anteriore contiene la ridondante sagoma femminile, ai cui lati si dispongono un tronco di colonna a mo' di cippo onorario, alcuni scartafacci e, fra intrichi di edera e fiori, un vaso ornamentale sul colmo di uno slanciato pilastro. L'epigrafe lapidaria che vi risalta, non limitandosi all'enunciazione laconica delle generalità, proclama la tempra singolare di questa "donna forte" e "sfortunatissima" 16 , cui il "mal sottile" aveva prematuramente strappato i genitori e tre fratelli; persi i più cari affetti, su di lei era ricaduta l'incombenza di amministrare il sostanzioso patrimonio dei Rubbi -capitali, stabili, proficui negozi di lana e colori -e la responsabilità di badare alle sorelle, Maria e l'astiosa Benizia, impalmate di lì a breve da rampolli del patriziato veneziano. Nello sfondo, il rarefarsi di una lussureggiante corona arborea estende la prospettiva dalla parte di un declivio che, equiparabile a un trait d'union, mette in reciproca relazione l'architettura superba di un tempio della gloria e l'anello esibito da Paolina, simbolo di fedeltà e dedizione matrimoniale. La coppia dipinta, oltre che nodo imprescindibile per la cronologia operativa di Nazari, si rivela paradigma della sua arte matura, incline a una varietà linguistica ben denunciata dai testi pertinenti alle decadi centrali del secolo. Fatta salva l'aderenza al naturale, il racconto prolisso sviluppato nelle nostre tele inibisce la robustezza psicologica che accomuna, per ri-chiamare due casi concreti, l'effigie dell'avogadore Vincenzo Querini al Museo Correr (1740-1744) 17 e quella, postuma, del maresciallo Johann Matthias von der Schulenburg nella collezione della Banca Popolare dell'Adriatico (1747) 18 . Dalla resa icastica delle fisionomie, come dalla speciale capacità di condensare in un'immagine il microcosmo esistenziale dell'individuo scaturiva la fama del bergamasco, autore di ritratti "simigliantissimi, e di gran forza e vaghezza, [...] valoroso di più nell'istoriarli, e nel comporre e formare attrecci con tutta intelligenza e bel modo" 19 . I profili, nello svolgersi sofisticato della trama sintattica, assumono un contegno elegante e vezzoso grazie al recupero della "tipologia ritrattistica amigoniana, interpretata con un gusto pittorico più costruttivo" 20 , certo da ricondurre ai natali lombardi dell'artista. Gian Rinaldo Carli è un vero damerino, puntellandosi manieratamente a un bastone, con il tricorno sot-
Desidero rivolgere un sincero ringraziamento a quanti hanno sostenuto e agevolato la stesura di q... more Desidero rivolgere un sincero ringraziamento a quanti hanno sostenuto e agevolato la stesura di questo saggio, in particolare a
© Distribuzione editoriale Scripta edizioni, Verona idea@scriptanet.net Tel. 045 8102065
Nel 1844, il segretario dell'Accademia di Belle Arti di Venezia Antonio Diedo componeva un appass... more Nel 1844, il segretario dell'Accademia di Belle Arti di Venezia Antonio Diedo componeva un appassionato elogio del pittore t hienese David R ossi, già titolare della cattedra di insegnamento pro spettico, mancato ai vivi diciassette anni prima. R ipercorrend o la sua lunga e felice parabola, l'amico architetto non tralasciava di rammentarne le numerose impre se artistiche, in buona mi sura as solte per soddis fare le richieste di facoltosi com mittenti sia del capoluogo lagunare, sia dell'entroterra, soprat tutto della nativa provincia berica . Un particolare risalto inves tiva giustappunto la figu ra di un patrono vicentino del maes tro, il conte Gi rolamo Giuseppe Velo (1749-1824), del quale -sottoli neava Diedo -«rimangono mol te pistole, ove al R ossi p rotes ta la sua stima e il suo amo re» 1. Il carteggio a firma dell'aristocratico, membr o del ramo familiare detto «di C arpagnon», è andato s marrito; fortu natamente, tuttavia, di una lettera almeno sus siste un frammento, t rascrit to senza alcuna indicazione di data nell' elogio accademico:
a Meri L'ultimo quarto del XVI secolo, notoriamente, coincide con una fase di grande fervore nell... more a Meri L'ultimo quarto del XVI secolo, notoriamente, coincide con una fase di grande fervore nella definizione degli apparati ornamentali del Palazzo Ducale di Venezia, devastato in due occasioni, nel 1574 e nel 1577, da estesi incendi. Se l'opera di ripristino funzionale ed esornativo degli ambienti colpiti ebbe avvio, in entrambe le circostanze, all'indomani dello spegnimento delle fiamme, i lavori esulanti dalle strutture o, comunque, di utilità non immediata si protrassero per lunghi anni, svolgendosi con modalità e tempi sostanzialmente indiscernibili a causa delle lacune che, per l'epoca in questione, depauperano le serie archivistiche pubbliche di natura contabile. Ad occuparsi della manutenzione e dell'abbellimento dell'edificio era la speciale magistratura dei tre Provveditori sopra la fabbrica del Palazzo, istituita dal Senato nel 1533 per fini contingenti e poi via via rinnovata all'occorrenza 1 ; dopo l'incendio del 20 dicembre 1577, anzi, essa fu momentaneamente sdoppiata tramite l'attivazione dell'analogo ufficio dei tre Provveditori «sopra la restauration del Gran Consiglio» 2 . Ormai inutile per lo «stato perfetto» raggiunto dalla fab-1 G. Lorenzi, Monumenti per servire alla storia del Palazzo Ducale di Venezia, Venezia 1868, pp. 203-204, doc. 428. La magistratura era nata per sveltire l'edificazione del blocco palaziale a mattino includente la scala dei Censori e l'aula del Consiglio dei Dieci. Ai Provveditori spettava il compito di trattare con «tuti quelli prothi inzegneri et altri pratichi et periti che li parerano», di «far far i modelli», quindi di mostrarli in Pregadi, esponendo pure «l'oppinion loro», per procedere alle ballottazioni e, infine, di «far li mercati» con le maestranze.
Ambiente quasi nascosto o, se si vuole, defilato a confronto della magnifica parata trionfale del... more Ambiente quasi nascosto o, se si vuole, defilato a confronto della magnifica parata trionfale delle aule in cui si svolgeva la vita politica della Repubblica, la Chiesetta al terzo piano di Palazzo Ducale ha una storia lunga e articolata, implicante una sovrapposizione di funzioni e valenze oltremodo eterogenea. Da quando, una volta sancito l'assetto planimetrico definitivo allo scadere del XVI secolo, trovò sede nell'area alle spalle del Collegio e del Senato 1 ( , la sua destinazione -fino al 1797, logicamente -si è sempre mantenuta perlomeno duplice, servendo da luogo di culto e, insieme, da vano di raccordo fra i livelli del palazzo, ovvero fra la dimora del Principe e le sale dei Consigli statali; alcune rampe interne, la prima sovrastata dall'immagine tutelare del San Cristoforo di Tiziano, ne garantiscono tutt'oggi la comunicazione. Anche la stanza adiacente sul lato est, conosciuta con il nome di Antichiesetta, rivestiva un'importanza notevole: necessaria all'espletamento delle attività istituzionali del Pregadi, si configurava quale determinante liaison spaziale fra l'assemblea e i principali uffici ad essa rapportati, il gabinetto del Savio Cassier -burocrate simile a un ministro delle finanze, scelto nel novero dei cinque Savi di Terraferma -e l'Archivio Segreto 2 .
È un profilo scarno e incompleto quello che Diego Zannandreis ci offre in merito al pittore Gaeta... more È un profilo scarno e incompleto quello che Diego Zannandreis ci offre in merito al pittore Gaetano Grezler: poche notizie dichiaratamente di seconda mano o, comunque, estrapolate da più antiche memorie. 1 La superficialità del biografo trova piena giustificazione nella vicenda umana dell'artista, svoltasi quasi per intero lontano da Verona, tra la Dominante e la terra istriana. Nel capoluogo scaligero, dove era nato intorno al 1763-1764 da « famiglia probabilmente oriunda della Germania », non sussiste alcuna traccia della sua opera, né sono finora emerse attestazioni discordi per il passato. Scevra di incidenza, a tale riguardo, appare la precoce ascrizione tra i membri della locale Accademia nel 1788, ribadita ancora nel 1816, che certifica unicamente il perdurare di un tenue legame con la città d'origine. 2 La figura di Grezler, comprimario tutt'altro che trascurabile della scena artistica veneta a cavallo dei due secoli, ha riacquistato uno spessore critico solo nell'ultimo quindicennio, attraverso una serie nutrita di interventi miranti a esplorarne la biografia, l'opera e la singolare passione collezionistica per le reliquie, 3 in Quanti scheletri nell'armadio! Giunte alla biografia e al catalogo del pittore veronese Gaetano Grezler Rivolgo la mia più sincera gratitudine a quanti hanno permesso e agevolato questo studio, in particolare ai direttori e al
dolore del suddetto conte per la perdita di una sì cara e degna moglie" 13 . Se l'effigie di Gian... more dolore del suddetto conte per la perdita di una sì cara e degna moglie" 13 . Se l'effigie di Gian Rinaldo, acquistata nel 1911 dall'antiquario Dino Barozzi, ha goduto nel tempo di attribuzioni mendaci ad Alessandro Longhi e Nazario Nazari 14 , quella di Paolina -finalmente riscoperta, benché solo in un vecchio positivo -è apparsa nello stesso anno a una vendita olandese come autografo di Pietro Longhi 15 ( ). Scandito dall'esatta geometria del pavimento, lo spazio anteriore contiene la ridondante sagoma femminile, ai cui lati si dispongono un tronco di colonna a mo' di cippo onorario, alcuni scartafacci e, fra intrichi di edera e fiori, un vaso ornamentale sul colmo di uno slanciato pilastro. L'epigrafe lapidaria che vi risalta, non limitandosi all'enunciazione laconica delle generalità, proclama la tempra singolare di questa "donna forte" e "sfortunatissima" 16 , cui il "mal sottile" aveva prematuramente strappato i genitori e tre fratelli; persi i più cari affetti, su di lei era ricaduta l'incombenza di amministrare il sostanzioso patrimonio dei Rubbi -capitali, stabili, proficui negozi di lana e colori -e la responsabilità di badare alle sorelle, Maria e l'astiosa Benizia, impalmate di lì a breve da rampolli del patriziato veneziano. Nello sfondo, il rarefarsi di una lussureggiante corona arborea estende la prospettiva dalla parte di un declivio che, equiparabile a un trait d'union, mette in reciproca relazione l'architettura superba di un tempio della gloria e l'anello esibito da Paolina, simbolo di fedeltà e dedizione matrimoniale. La coppia dipinta, oltre che nodo imprescindibile per la cronologia operativa di Nazari, si rivela paradigma della sua arte matura, incline a una varietà linguistica ben denunciata dai testi pertinenti alle decadi centrali del secolo. Fatta salva l'aderenza al naturale, il racconto prolisso sviluppato nelle nostre tele inibisce la robustezza psicologica che accomuna, per ri-chiamare due casi concreti, l'effigie dell'avogadore Vincenzo Querini al Museo Correr (1740-1744) 17 e quella, postuma, del maresciallo Johann Matthias von der Schulenburg nella collezione della Banca Popolare dell'Adriatico (1747) 18 . Dalla resa icastica delle fisionomie, come dalla speciale capacità di condensare in un'immagine il microcosmo esistenziale dell'individuo scaturiva la fama del bergamasco, autore di ritratti "simigliantissimi, e di gran forza e vaghezza, [...] valoroso di più nell'istoriarli, e nel comporre e formare attrecci con tutta intelligenza e bel modo" 19 . I profili, nello svolgersi sofisticato della trama sintattica, assumono un contegno elegante e vezzoso grazie al recupero della "tipologia ritrattistica amigoniana, interpretata con un gusto pittorico più costruttivo" 20 , certo da ricondurre ai natali lombardi dell'artista. Gian Rinaldo Carli è un vero damerino, puntellandosi manieratamente a un bastone, con il tricorno sot-
A causa delle attuali restrizioni, l'accesso all'Aula Magna di Ca' Dolfin sarà limitato a 58 pers... more A causa delle attuali restrizioni, l'accesso all'Aula Magna di Ca' Dolfin sarà limitato a 58 persone. La giornata di studi verrà trasmessa in streaming, sulla piattaforma Zoom.
Un i v e r s i t à d e g l i S t u d i d i C h i e t i " G. D' A n n u n z i o " E v e n t o o n ... more Un i v e r s i t à d e g l i S t u d i d i C h i e t i " G. D' A n n u n z i o " E v e n t o o n l i n e s u l l a p i a t t a f o r ma Mi c r o s o f t T e a ms
In occasione dell'uscita del catalogo I ritratti del Museo della Musica di Bologna da padre Marti... more In occasione dell'uscita del catalogo I ritratti del Museo della Musica di Bologna da padre Martini al Liceo musicale Firenze, Leo S. Olschki, 2018
RelatoRi al convegno gian giacomo attolico tRivulzio Fondazione Trivulzio isabella caRla Rachele ... more RelatoRi al convegno gian giacomo attolico tRivulzio Fondazione Trivulzio isabella caRla Rachele balestReRi PoliTecnico di Milano chRistine baRbieR-KontleR universiTé de Paris-sorbonne beatRiz blasco esquivias universidad coMPluTense de Madrid FRançois boespFlug ÉMériTe de l'universiTà di sTrasburgo beatRice bolandRini universiTà degli sTudi dell'insubria paola bosio universiTà caTTolica di Milano FRanco buzzi veneranda biblioTeca aMbrosiana cRistina campanella Museo accorsi-oMeTTo Torino michail chatzidaKis HuMboldT universiTäT berlin enzo medaRdo costantini riva iMPresa resTauri iTalia andRea dall'asta galleria san Fedele Milano michele danieli alMa MaTer sTudioruM bologna paolo deloRenzi universiTà ca' Foscari di venezia lauRa Facchin universiTà degli sTudi dell'insubria steFano FeRRaRi accadeMia rovereTana degli agiaTi iRene giustina universiTà degli sTudi di brescia albeRto gRimoldi PoliTecnico di Milano albeRto JoRi universiTà Ferrara & universiTäT Tübingen maRKus KRienKe univ. laTeranense roMa & Fac Teologica lugano angelo giuseppe landi PoliTecnico di Milano andRea leonaRdi universiTà degli sTudi di bari ' aldo Moro' maRia cRistina loi PoliTecnico di Milano lauRo giovanni magnani universiTà degli sTudi di genova luca mana Museo accorsi-oMeTTo di Torino geRnot mayeR insTiTuT Für KunsTgescHicHTe universiTäT Wien aRnold nesselRath HuMboldT universiTäT berlin & Musei vaTicani vittoRia oRlandi-balzaRi universiTà degli sTudi dell'insubria seRgio pace PoliTecnico di Torino luciano patetta eMeriTo PoliTecnico di Milano maRinella pigozzi alMa MaTer sTudioruM bologna antonella Ranaldi soPrinTendenza ciTTà MeTroPoliTana di Milano gabRiella Rovagnati eMeriTa universiTà degli sTudi di Milano saRa Rulli universiTà degli sTudi di genova lydia salviucci insoleRa PonTiFicia universiTà gregoriana meRi sclosa universiTà ca' Foscari di venezia auRoRa scotti accadeMia anbrosiana sTudi borroMaici luisa secchi taRugi univers c. coloMbo Milano & isT. PeTrarca maRiusz smolińsKi uniWersyTeT WarszaWsKi varsavia andRea spiRiti universiTà degli sTudi dell'insubria Fabio massimo tRazza Media, veneranda biblioTeca aMbrosiana maRía t. uRiaRte castañeda univers. nacional auTónoMa México maRino viganò Fondazione Trivulzio