orgoglio e pregiudizio / pride and prejudice. biennale n. 18, ''the laboratory of the future', paesaggio urbano n. 2, 2023 (original) (raw)

“Il paesaggio come sfondo del progetto urbanistico contemporaneo”, in M. Angrilli (a cura di), L'urbanistica che cambia. Rischi e valori. XV Conferenza Società Italiana degli Urbanisti, Franco Angeli, Milano, (pp.218- 225), 2013

Il paesaggio: una forma mentis per conoscere la città Il paesaggio si afferma sempre più come una dimensione strutturale del pensiero progettuale in urbanistica 1 : marca la natura di bene comune del territorio, inteso come straordinario patrimonio di risorse non riproducibili, con le sue componenti ecologiche e naturali, i suoi rischi e i suoi valori. E' una nozione intersettoriale e comunicativa: mostra percorsi innovativi per il piano ed il progetto, contribuendo a rigenerare la nozione di sostenibilità che necessita, per la sua centralità ma anche per l'uso pervasivo che si fa del termine, continue ridefinizioni e nuove focalizzazioni. Il paesaggio si presta a pratiche consensuali con un linguaggio aperto ed accessibile Bianchetti, 2008), poiché fornisce immagini persuasive, figure suggestive che sostanziano e comunicano una pluralità di modi di ripensare la città e il territorio, e consente di trattare la "nuova questione urbana" (Secchi, 2011) attraverso forme progettuali che riformulano l'attenzione per l'ecologia e per l'ambiente. In questo senso il paesaggio è sempre più un magazzino di immagini di successo, che affermano una rinnovata attitudine del progetto contemporaneo a incorporare l'approccio paesaggistico, e al contempo ecologico, per rigenerare i suoi contenuti e i suoi linguaggi. Così ad esempio, l'architettura ricerca nuove forme che dissolvono il limite tra edificio, suolo, orografia e paesaggio: le immagini della landform architecture derivano dalla sperimentazione di tecniche che creano morfologie complesse di suoli naturali ed artificiali (con chiare suggestioni Land Art/Earth Art) per ripensare il radicamento dell'architettura nella terra, come estensione del paesaggio. Il concetto di paesaggio tende a sostituire quello di città, perché consente di rivolgere uno sguardo rinnovato all'eterogeneità che -in sostituzione dell'omogeneità -diviene carattere della città contemporanea (Zardini, 1996): l'ibridazione tra edificio, suolo, orografia, spessore, funzioni, rappresenta con efficacia la possibilità di dare forma ai frammenti di città che trovano nuove forme e nuovi significati riaggregandosi come in un mosaico (Russo, 2011). Altre immagini di successo provengono da un nuovo senso che molti studi e progetti conferiscono all'agricoltura: le straordinarie potenzialità del lavoro sedimentato e millenario della terra, coniugano economia e cura del suolo con la sopravvivenza del paesaggio; è un tema che viene sempre più spesso utilizzato negli studi territoriali per interpretare e rigenerare il territorio insediato, i suoi vuoti, in forma di paesaggio rurale e agrario. L'agricoltura, intesa anche come forma distrettuale di produzione, diviene strategica poiché è in grado di intervenire su vasti territori trasformandoli in "sistemi flessibili di produzione alimentare" che creano un paesaggio "orizzontale, attraversabile e reversibile" 2 , che coniuga logiche biocompatibili con alta tecnologia . L'agricoltura consente di reinterpretare -in altri casi -il disagio insediativo e abitativo connaturato al fenomeno della dispersione, attraverso la ricerca di valori e di trame sedimentate nelle campagne urbane, prospettando nuove forme di abitabilità per un territorio frammentato quale è il "periurbano" (Donadieu, 2006; Mininni, 2012). L'agricoltura, la coltivazione e le sue tecniche generano immagini comunicative di paesaggio che consentono di ripensare lo spazio e

CAPITANIO C. (2014). Belvedere, componenti qualificanti il paesaggio storico urbano: uno strumento per la verifica delle trasformazioni dello skyline metropolitano. In: ASITA 2014. FIRENZE, 14-16 ottobre 2014 , Firenze: www.asita.it, vol. 1, p. 263-272, ISBN/ISSN: 978-88-903132-9-5

The geomatics contribution about knowledge of protection and cultural heritage management, finds its application in the specific topic about belvedere survey, around the Historic Centre of Florence, in order to define and to manage the future UNESCO site buffer zone. The study area is contained in a rectangle, about 15,3 Km x 12,6 Km, and it includes the municipality of Florence, Fiesole, Bagno a Ripoli, Sesto Fiorentino. Among the 63 recorded internally to the site, sights and along the hills around the Old Town, were chosen 18 belvedere, that are deemed significant for the definition, of UNESCO site buffer zone. It was drafted a visual sensitivity map, usefull to evaluate intervention area sensitivity with respect to the potential alteration of the city skyline. The study has helped to create a monitoring and verifying transformations tool in Historic Urban Landscape of Florence, to manage the future buffer zone.

Paesaggio e forma dei luoghi: i maggenghi. G. Azzoni. Comunicazione a: Architettura rurale: la memoria del Paese conferenza internazionale 21-22 maggio 2022 ICOMOS ITALIA comitato scientifico nazionale architettura vernacolare CHAIR CO-CHAIR. 22-23 maggio 2022.

L’osservazione e lo studio dei sistemi di gestione dei maggenghi e delle forme, dei materiali e delle tecniche costruttive dei loro edifici dimostrano, infatti, come uno sfruttamento ponderato delle risorse naturali abbia determinato quei valori ambientali e paesaggistici che rendono il nostro Paese una regione esemplare. L’architettura dei maggenghi è testimonianza dell’organizzazione territoriale che ha permesso ai contadini-allevatori, abitanti della montagna, di vivere generando nuova vita. Essa esprime una forma dell’abitare radicata e di relazione in cui l’uomo persegue l’adattamento nella corrispondenza con la natura, poiché la sua sopravvivenza dipende dalla capacità di sfruttarne le risorse senza esaurirle. L’analisi degli edifici rurali dei maggenghi non può, pertanto, prescindere dal rapporto indissolubile che legava uomini, attività e territorio, poiché essi sono significativi non solo in quanto manufatti, da indagare secondo i criteri dell’analisi architettonica, ma anche, e soprattutto, come oggetti di cultura materiale.

G. Volpe, Università, studi umanistici, patrimoni culturali, paesaggi, in G. Volpe (ed.), Patrimoni culturali e paesaggi di Puglia e d’Italia tra conservazione e innovazione, Atti delle Giornate di Studio (Foggia 30 settembre e 22 novembre 2013), Edipuglia 978-88-7228-732-3, Bari 2014, pp. 23-42.

patrImonI CulturalI e paesaggI DI puglIa e D'ItalIa tra ConservazIone e InnovazIone atti delle giornate di studio (Foggia, 30 settembre e 22 novembre 2013) a cura di giuliano volpe Bari 2014 e s t r a t t o Insulae Diomedeae Collana di ricerche storiche e archeologiche 22 patrimoni culturali e paesaggi di puglia e d'italia tra conservazione e innovazione -isbn 978-88-7228-732-3 -© 2014 · edipuglia s.r.l. -www.edipuglia.it 23 UNIVERSITà, STUDI UMANISTICI, PATRIMONI CULTURALI, PAESAGGI di Giuliano Volpe* Onorevole Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo Massimo Bray, Presidente della Regione Nichi Vendola, Assessore Angela Barbanente, Sindaco di Foggia Gianni Mongelli, Commissario Straordinario della Provincia di Foggia Fabio Costantini, autorità civili e militari, cari cittadini.