L'occhio dello straniero (original) (raw)

Occhi stranieri su Mastriani

2018

Spunti da un “profilo” francese del 1887 - Relazione al convegno "Francesco Mastriani: scrittore dimenticato?" Napoli, Società Napoletana di Storia Patria, 23 novembre 2018.

La straniera

la straniera informazioni, sito-bibliografi e e ragionamenti su razzismo e sessismo a cura di C. Bonfi glioli, L. Cirillo, L. Corradi, B. De Vivo, S. R. Farris, V. Perilli 2009 © Edizioni Alegre -Soc. cooperativa giornalistica Circonvalazione Casilina 72/74 -00176 Roma e-mail: redazione@edizionialegre.it sito: www.edizionialegre.it indice Premessa 3 Editoriale 7 Razzismo e sessismo: una questione preliminare di L. C. 23 prima parte: razzismo e sessismo nella storia 29 Superstizione antigiudaica e razzismo antisemita di L. C. 31 Scheda: Sessismo e antigiudaismo 35 La persecuzione di Rom e Sinti di V. P. 38 Scheda: Meridionali razza maledetta 41 Colonialismo e capitalismo di L. C. 43 Scheda: donne e movimenti anti-coloniali 47 Brava gente in colonia di V. P. 48 Scheda: Il madamato 51 seconda parte: sul concetto di intersezionalità 55 Non tutte le donne sono bianche di B.D.V. 57 Il concetto di intersezionalità nel contesto europeo di V. P. 64 terza parte: immigrazione e nuove retoriche razziste 75 Migrazioni e mercato del lavoro di L. C. 77 La retorica dell'integrazione di S. R. F. 84 Scheda: un esercito di donne migranti in sostituzione dello Stato 89 Donna svelata... meglio integrata! di S. R. F. 92 Scheda: Donne, Islam e Modernità 97 Corpi estranei: la strumentalizzazione della violenza sessuale a fini razzisti e la rappresentazione dei migranti nel contesto italiano di C. B. 99 Per un'analisi intersezionale della violenza sessuale di C. B. 104 conclusioni 111 Sitografia 122 la straniera Editoriale Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Lo Straniero

La figura dello straniero nella sociologia classica

Lo sguardo dell'altro

Lo sguardo dell'altro: immaginario italiano ai tempi della crisi Quella del cinema italiano è una questione che torna, ciclicamente, un paio di volte l'anno, in concomitanza con i Festival del cinema di Cannes e Venezia. La vox populi che grida alla rinascita ogni qualvolta si vinca un premio (anche minore) ad uno dei maggiori festival internazionali, spesso, non sa di cosa sta parlando. Che vinca o perda, che divida la critica o meno, che sia dentro o fuori dai giochi, il suo respiro è sempre corto. Il caso più eclatante è quello di Cannes 2008: due bellissimi film sbancano la rassegna transalpina aggiudicandosi rispettivamente il Grand Prix speciale della giuria e il Premio della giuria. Sono Gomorra di Matteo Garrone e Il divo di Paolo Sorrentino. Quell'anno il Concorso premia il francese La classe -Entre les murs di Laurent Cantet, ma molti gridano al nuovo corso del cinema italiano. Nell'intervista contenuta negli extra per la riedizione home video del suo capolavoro 'Novecento', persino un gigante come Bernardo Bertolucci dichiara: ''Fino a qualche anno fa ero molto pessimista sul destino del cinema italiano. Poi c'è stato un miracolo: uscirono due film, 'Gomorra' e 'Il Divo'. Lì ho sentito che quella specie di cupola che teneva il cinema italiano sotto la sua ombra veniva lacerata e da lì è ripartito tutto''. Il quotidiano francese Libération parla di "due film italiani che consacrano il ritorno di una delle più belle cinematografie del mondo" [1]; l'inglese The Times riporta che "Un'improvvisa rinascita del cinema italiano dopo quasi mezzo secolo di stasi ha scatenato un rovente dibattito politico, con la rinata Destra italiana che attacca la nuova ondata di film che mostrano al mondo solo il cuore oscuro del Paese" [2]; per lo spagnolo El Pais è "pelicùla fondamental" [3]. Solo gli americani riescono ad escludere il film di Garrone dalla cinquina di candidati all'Oscar per il miglior film straniero (preferendogli almeno un paio di opere totalmente irrilevanti), allo stesso tempo Francis Ford Coppola ricordagiustamente che "Il Divo, che non ho visto, e Gomorra sono un po' poco per parlare di rinascita", contraddicendosi immediatamente dopo affermando che "(…) Gomorra è stata una brutta esperienza, è un film troppo duro (…) Specie se confrontati con i film di Rosi, Rossellini, Monicelli, Antonioni, Dino Risi e Nanni , trascurando il fatto che Gomorra è un capolavoro proprio perché ha questo coraggio, quello di andare oltre, quello di essere brutale. Niente di che, non ci aspettiamo di certo analisi sottili provenienti dagli Stati Uniti. Il post fata resurgo prende alla sprovvista un po' tutti, e il granchio lo prendono in molti. A ben vedere, tutta la critica europea si accorge sin da subito di cosa ha di fronte, ma si limita all'analisi dell'episodio singolo (spesso acuta e condivisibile) senza darle un respiro ampio, di più larga portata. Goffredo Fofi, uno dei più acuti "lettori" della società italiana, scrive: "Gomorra restituisce la speranza nella possibilità che anche in Italia, nonostante la stupidità e la corruzione di questo ambiente, possa trovar fiato un cinema vero e necessario. E non si tratta solo di cinema. Resteremo debitori a Saviano e a Garrone della lucida interpretazione di un fenomeno come la camorra e delle sue complicità, pur nei diversi modi del loro discorso." [5]. Ad una analisi più attenta però, il fatto che l'exploit del

Il viaggio e lo straniero

Il viaggio e lo straniero, 2020

La prima parte degli appunti tratta del viaggio nell'età dell'illuminismo attraverso alcuni racconti filosofici di Voltaire. Il viaggio è metafora di una razionalità critica e figura di un disorientamento che appare come decentramento culturale. Il viaggio illuministico, infatti, toglie sostanza ed esistenza a molte certezze, e mostra come tutto possa essere rivisto e ripensato, perché soggetto a una molteplicità di punti di vista e opinioni, di abitudini e tradizioni. La seconda parte degli appunti tratta dello straniero. Lo sguardo cade su questa figura che è come una traccia opaca e insondabile che ci ri-guarda e ci interroga, essendo anche la faccia nascosta della nostra identità.

Meraviglia e straniamento. Lo straniero come dono-minaccia

"Meraviglia e straniamento. Lo straniero come dono-minaccia", in N. Di Vita (a cura di), "Hostis, hospes. Lo straniero e le ragioni del conflitto", I volume della collana "Costellazioni", La scuola di Pitagora editrice, Napoli 2020, pp. 297-317; ISBN: 978-88-97820-28-4, 2020

Il saggio nasce dalla volontà di interrogarsi sui recenti fenomeni migratori da una prospettiva filosofica, riflettendo sulla categoria di alterità e sulla figura dello straniero – xenos – che emerge, nella sua polarità e ambiguità, come elemento critico nei confronti degli ordinamenti socio-politici e al contempo della nostra stessa capacità di comprensione e definizione. La filosofia contemporanea ha assunto su di sé lo sforzo, ereditato dalla filosofia precedente, di pensare il rapporto tra identità e alterità sulla base di quella che si potrebbe tentare di definire come una “ontologia relazionale”. Nel presente saggio si indaga in particolare il pensiero di Jacques Derrida per trattare una concezione di identità che conserva in sé consistenti residui di alterità, in una correlazione strutturale – sempre inquietante, minacciosa – tra io e altro, stesso e diverso, familiare ed estraneo. Questa concezione della soggettività viene da Derrida posta in connessione al pensiero del dono: nel contributo si sostiene dunque una ricaduta etica, sollecitata dall’attualità, della filosofia decostruttiva.

Lo straniero come paradosso ermeneutico

Articolo sottoposto a peer-review. Ricevuto il 01/04/2014. Accettato il 26/02/2015. The experience of meeting the stranger highlights how every human relationship consists of a dialectics of identity and otherness. Reducing one to the other means making the relationship among men impossible. The only viable way is a hermeneutical way different from Gadamer's one. That way recognizes the principle of transcendence as the principle that at the same time testifies the irreducible otherness of every person and his possible communion with other persons. *** 1. L'ermeneutica e l'esperienza dell'incontro con lo straniero Nell'attuale contesto di confronto e anche di scontro fra le culture l'ermeneutica è messa alla prova e da questa prova mi sembra che provenga una conferma ma anche l'istanza di un approfondimento e persino di una parziale correzione. La superiorità dell'approccio ermeneutico al problema dell'interculturalità risulta evidente dal confron...

Lo sguardo persiano

TRIA International Journal od Urban Planning, 2020

The paper presents the results of a residential workshop dedicated to ephemeral archi- tecture and urban renewal. Through theoretical lectures, planning and design exercises and a close relationship with the inhabitants inside the place to regenerate, the work- shop made it clear to the group of students coming from the Politecnico di Milano, the Academy of Fine Arts of Brescia and the University IUAV of Venice that “light” design elements can clearly transform the perception of a place by improving its liveability.