Dedicato alle donne Museo delle Navi Antiche -Auditorium (original) (raw)

Catalogo della mostra "Omaggio alla Donna, Soggetti femminili nella pittura veneta tra Ottocento e Novecento, da Lancerotto a Milesi" a cura di Marco Dolfin e Luca Sperandio.

Omaggio alla Donna Soggetti femminili nella pittura veneta tra Ottocento e Novecento, da Lancerotto a Milesi, 2019

All’interno del circuito del “Marzo Donna” promosso dal Comune di Venezia, presso il Palazzo della Provvederia di Mestre l’associazione ArteCultura Veneta presenta la mostra “Omaggio alla Donna: Soggetti femminili nella pittura veneta tra Otto e Novecento” a cura di Marco Dolfin e Luca Sperandio. il filo conduttore dell’esposizione è la molteplicità di rappresentazione del genere femminile nella pittura veneta a cavallo tra la seconda metà del Ottocento e i primi decenni del Novecento. Si potranno dunque ammirare svariate raffigurazioni delle tipiche popolane veneziane, spesso colte nel momento dei loro lavori all’aperto per le rive o i campielli; immagini che divennero così rappresentative della città lagunare che vennero diffusamente stampate nelle cartoline d’inizio Novecento. Nell’entroterra veneto, l’immagine della popolana veneziana lascia spazio a soggetti femminili agresti, giovani contadinelle, altrettanto affascinanti, sospese in un suggestivo clima pastorale-bucolico come vediamo in alcune delle opere esposte di Noè Bordignon (1841 – 1920). La mostra prosegue poi con una serie di dipinti dedicati ad un modello femminile non più popolaresco, ma al contrario borghese; donne che sfoggiando eleganti abiti e preziosi gioielli diventano raffinate interpreti della moda del loro tempo. Tra queste troviamo la bellissima donna con ventaglio di Egisto Lancerotto (1847 – 1916), dipinto inedito dell’autore, e il capolavoro di Pietro Pajetta (1845 – 1911) Il ventaglio bianco. Una ventina le opere esposte, molte delle quali inedite e dunque esposte al pubblico per la prima volta concesse in prestito da collezioni private e Gallerie d’arte. Tra gli artisti rappresentati Noè Bordignon, Eugenio de Blaas, Luigi Nono, Egisto Lancerotto, Luigi Serena, Alessandro Milesi, Alessandro Zezzos, Pietro Pajetta, Cesare Laurenti, Umberto Zini, Vittorio e Romolo Tessari, Napoleone Girotto ed altri.

LEGA NAVALE, Luglio-Agosto 2016. Un museo marittimo in capo al mondo

In Cile la costruzione navale in legno, con i metodi tradizionali, è ancora largamente praticata: dalle tettoie dei tanti cantieri navali che sorgono lungo i suoi lunghissimi litorali emergono le geometrie dei dritti di prua di pescherecci e di piccoli mercantili in varie fasi di costruzione. Questa diffusione della cantieristica in legno è uno dei motivi che spiegano come mai nella città di Punta Arenas, nell'estrema Patagonia cilena, sia sorto un museo marittimo, il Museo Nao Victoria, che è composto da copie di navi e d’imbarcazioni storiche. Se è vero che la regione patagonica per secoli ha costituito uno dei principali crocevia della navigazione transoceanica, è comprensibile che Punta Arenas si presti a celebrare le vicende e le avventure di tante navi. La realizzazione del museo nasce dalla tenacia e dall’ entusiasmo del suo direttore, Juan Louis Mattassi, che voleva celebrare la Nao Victoria, la nave di Ferdinando Magellano. Questi, il portoghese Fernão de Magalhães al servizio del re di Spagna, nel 1520 scoprì lo stretto che porta il suo nome durante il primo viaggio di circumnavigazione del globo. Nel museo sono stati poi allestiti altri scafi, realizzati in scala naturale. Non si tratta di navi qualsiasi, ma d’imbarcazioni che hanno fatto la storia di questa parte del mondo: la goletta Ancud che ha giocato un ruolo determinante nell’attribuzione al Cile della Patagonia e la lancia James Caird con la quale Ernest Shackleton riuscì a salvare il suo equipaggio. E’ infine quasi terminata una copia della HMS Beagle, la nave resa famosa da Charles Darwin. Nel museo le vicende a cui hanno dato vita queste imbarcazioni sono presentate in ordine cronologico. Va sottolineato che tre di queste ruotano intorno a eventi che si sono svolti in a Puerto Hambre, una località che si trova a pochi chilometri a ovest di Punta Arenas.

Busana M.S., Rossi C., Francisci D. (a cura di), Lanifica. Il ruolo della donna nella produzione tessile attraverso le evidenze funerarie, Antenor Quaderni 51, Padova 2021 [ANTEPRIMA]

Lanifica. Il ruolo della donna nella produzione tessile attraverso le evidenze funerarie, 2021

The project “Lanifica. The role of women in Roman Textile Manufacturing: the evidence given by funerary contexts of Northern Italy and North-Western Provinces”, funded by Cariparo Foundation (Starting Grants, 2015) and carried out by the Department of Cultural Heritage of the University of Padua, aims to define the social and ideological context in which women lived and acted in Roman age, with particular attention to their role in textile production. This goal was pursued by collecting and analysing textile tools buried in tombs as grave goods; along with iconographic and literary evidence, these objects are a rich source of information about the relationship between textile activities and female world. The volume collects the preliminary results of the Lanifica project and similar investigations focused on different geographic or chronological contexts, carried out by Italian and foreign scholars, giving an opportunity to take stock of this important issue. The systematic approach of the Lanifica project and the opportunity to analyze the phenomenon of the deposition of textile tools inside the graves over a wide chronological period, between the first millennium BC and late antiquity, and in a large area made it possible to highlight similarities and geographical differences of the ideological and economic system connected to the textile production, in addition to its transformations over time. The picture that emerged reveals the specific role of local traditions and cultural contacts resulting from historical events, opening up to new stimuli and future insights.

Quando il museo si fa patrimonio comune: le donne del teatro di Forcella a Palazzo Zevallos

2017

The contribution presents and analyzes the results of an educational intervention involving a group of women – coming from Forcella, a district of the historic center of Naples known as a disadvantaged context – in a theatre lab that was in interaction with the spaces and with the patrimony of the Palazzo Zevallos of Stigliano in Naples and ended with a public final event.

Angela Bellia, Sonic Heritage: ascoltare il passato attraverso la tecnologia digitale e l’analisi acustica virtuale. Il contributo femminile alla ricerca dei suoni perduti, in (a cura di) Claudia Attimonelli e Caterina Tomeo, L’elettronica è donna, Roma, Castelvecchi, 2022, pp. 127-140.

n volume collettivo per esplorare la galassia dei linguaggi elettronici sonori e visuali in ottica transfemminista, queer e postumana: L'elettronica è donna propone una ricostruzione corale e trasversale dell'importanza dei contributi femminili dimenticati dalla storiografia in quasi due secoli di sperimentazioni tecnologiche, artistiche e musicali. Un viaggio reale e virtuale che spazia dall'invenzione dei primi algoritmi alla pratica del djing, dalla live performance alla videoarte, dalle installazioni multimediali alla sonic art, dall'intelligenza artificiale alla musica techno, elettroacustica e sperimentale segnati dal fattore femminile e LGBTQI+. Tutti i contributi, fedeli allo spirito transdisciplinare e intersezionale, provengono da autrici che riflettono, praticano, studiano e operano al confine dei linguaggi elettronici contemporanei.

(Review) Al femminile: Architettura, Arti e Storia

Op. cit. Selezione della critica d'arte contemporanea, 2024

maggio 2024 numero 180 L'intelligenza artificiale e il mestiere di architetto-Di deserto in deserto. Strati e intrecci di liberazione-L'architettura parla al corpo. Il ruolo dello spazio nell'esperienza umana-Babele. Abitare e costruire-Libri, riviste e mostre

L'allestimento dell'antica sede del Museo Storico Navale di Venezia

Venezia Arti, 2017

The subject of this paper is the analysis of a recently recovered photographic folder. The folder content represents an important documentation of the first display of the Museo Storico Navale in Venice, dated 1923. The pictures’ research contribution is extremely valuable as a record both of the museum collection at the time and of the exhibition design and display adopted by the first museum curator: Mario Nani Mocenigo. Based on the Wunderkammer and ancient armoury idea, every space within the building was filled with collection’s objects. It is very important to notice that despite this decision, the display showed a balanced order and elegance. Through the recovered pictures it is possible even to track the conservation process of some collection’s items, which are still exhibited in the present display.