Il senso dello spazio. Lo spatial turn nei metodi e nelle teorie letterarie (original) (raw)

Spazio letterario e geo-grafie

2019

Questa nota sinottica di presentazione mira a compendiare le modalità secondo cui la collocazione spaziale degli eventi e dei personaggi è motivata dalle strette analogie tra le opere prodotte sull'intero continente americano, dove la narrazione si presenta come realtà materiale capace di fornire identità ai soggetti sociali, di legittimare ordine e pratiche in atto e di dare significato a progetti in divenire. Literary Space and Geo-Graphies The aim of this synoptic presentation is to summarize the ways in which the spatial location of events and characters is substantiated by the close similarities between all the works produced over the entire American continent, where narration presents itself as a material reality capable of bestowing an identity to social subjects, of legitimizing order and practices carried out and of giving meaning to projects in the making.

Il sottile gioco (tragi)comico tra scienza e letteratura nel racconto La forma dello spazio tratto da Le Cosmicomiche di Italo Calvino

E|C - AISS (Associazione Italiana Studi Semiotici), 2017

Il testo di seguito analizzato è il racconto di Italo Calvino La forma dello spazio presente nella raccolta Le Cosmicomiche. Il racconto, come tutti quelli presenti nella raccolta, è anticipato da un enunciato scientifico di poche righe, in forma più o meno divulgativa (a seconda della cosmicomica) e separato dal corpo della narrazione. Il racconto in esame narra la vicenda di Qfwfq, Ursula H'x e del Tenente Fenimore, tre personaggi, o meglio, tre entità dalle sembianze antropomorfe che cadono indefinitamente in un lontanissimo passato della storia del cosmo. Durante la loro interminabile caduta, che avviene per linee parallele (o perlomeno così sembra), Qfwfq manifesta subito il suo invaghimento e poi innamoramento nei confronti della signorina Ursula H'x e di contro, la sua gelosia e avversione per il Tenente Fenimore. Le rispettive traiettorie di caduta, però, impediscono ogni avvicinamento o allontanamento volontario fra i personaggi in quanto, questi ultimi, sono succubi dell'enunciato che anticipa la cosmicomica per cui: ogni massa è in grado di perturbare il reticolo spazio-temporale del cosmo e quindi anche le loro linee di caduta. Inoltre tutto il racconto ruota attorno alle concezioni di parallelismo euclidee e alle successive geometrie non-euclidee. L'analisi di questo testo letterario si propone di sviscerare gli intrecci più profondi e nascosti del gioco narrativo che vede la scienza come carica propulsiva per l'immaginazione letteraria; inoltre si è cercato di evidenziare l'alto potenziale figurativo di alcune teorie scientifiche interrogandosi sul Lettore Modello selezionato dal racconto. Infine, ci si chiede se è possibile un insegnamento più coinvolgente di materie più " astratte " come la matematica vista la notevole carica figurativa che molte formule fisico-matematiche sono in grado di veicolare. Le indicazioni numeriche all'interno del testo (es. 63-66, 68-70, ecc.) indicano le righe del racconto dell'edizione presa in esame, per una stringente corrispondenza con alcuni riferimenti all'interno dell'analisi.

Spazi (e luoghi) nelle scritture letterarie del primo Rinascimento

Lettere italiane, 2012

Spazi (e luoghi) nelle scritture letterarie del primo Rinascimento * S i potrebbero forse riferire anche a un sommo poeta delle corti italiane del primo Cinquecento, Ludovico Ariosto, alcune riflessioni proposte -mezzo secolo fa -da Maurice Blanchot, nel suo volume Lo spazio letterario. Spesso, osserva Blanchot, si dice che lo scrittore trova nel suo lavoro un modo comodo di vivere sottraendosi alla serietà della vita. Si difenderebbe dallo spazio del mondo, dove agire è difficile, insediandosi in uno spazio irreale, su cui regna sovranamente: «L'artista dà spesso l'impressione di essere un debole che si rifugia timorosamente dentro la sfera chiusa della sua opera, là dove, parlando da padrone e agendo senza impedimento, può prendersi una rivalsa sulle sue sconfitte nella società». 1 È ciò di cui molti lettori di Ariosto, e della critica ariostesca, hanno fatto illusoria esperienza: fino a vedere in lui, come sembrò a De Sanctis, un don Abbondio con il dono della poesia; fino a trarne l'immagine, cristallizzata quanto deformante, di un tipo «non solo sedentario e contemplativo, ma anche furbescamente sornione, scettico e magari epicureo», per il quale la poesia avrebbe offerto -né più, né meno -uno spazio di evasione e rivincita «sopra le ristrettezze del vivere quotidiano» (fuga dalla realtà, sogno smemorato e perdizione felice). 2 * Il presente contributo amplia il testo della relazione tenuta dall'autore al Seminario La corte e lo spazio organizzato dal Centro studi "Europa delle Corti", presso la sede italiana della Kent State University (Firenze, 5-6 dicembre 2008). Si ringraziano i promotori dell'incontro fiorentino per averne consentito la pubblicazione in questa sede. 1 M. Blanchot, Lo spazio letterario [1955], trad. it. di G. Zanobetti, con un saggio di J. Pfeiffer e una nota di G. Neri, Torino, Einaudi, 1975, p. 38. 2 Questo snodo fondamentale nella ricezione ariostesca è stato analizzato, in pagine ormai classiche, da l. caretti, per cui si rimanda, in particolare, alla Appendice III. La Ma qual è, davvero, lo 'spazio' dell'Orlando furioso? Verrebbe di suggerire che sia, in primis, un 'fuori' campo, un 'al di là' del reale, complementare e simmetrico, a cui la parola del poeta restituisce intimità e concretezza. «Ariosto, e con lui il Furioso, escono dalla corte, la superano, l'attraversano sognandola utopicamente, per traguardare lo spazio esterno ad essa, così come le lunghe onde dello stile che solcano l'intero Libro-Oceano per slanciarlo oltre». 3 È lo spazio del libro, degli «studii delle lettere», come dimensione specifica della vita sentimentale e spirituale, della ricerca e del desiderio, in un'accezione che già era stata prevista da Leon Battista Alberti nel primo dei Libri della famiglia, dove erano richiamati il senso e l'utilità dell'erudizione umanistica:

I luoghi delle Muse. La funzione dello spazio nella fondazione e nel rinnovamento dei generi letterari greci, a cura di Serena CANNAVALE, Lorenzo MILETTI e Mario REGALI, Academia Verlag, Baden-Baden 2021, pp. 224. REVIEW BY VALERIA MELIS

2022

Serena CANNAVALE, Lorenzo MILETTI e Mario REGALI (eds.), I luoghi delle Muse. La funzione dello spazio nella fondazione e nel rinnovamento dei ge-neri letterari greci, Academia Verlag, Baden-Baden 2021, pp. 224. REVIEW BY VALERIA MELIS

Lo spazio e la forma. Spazio geografico e tipologia delle novelle nel Decameron, in «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia», 21, 2000, pp. 119-141

1.) Nel corso di questo studio utilizzeremo gli strumenti metodologici proposti recentemente da Franco Moretti 1 , unitamente all'applicazione -nella lettura delle novelle del Decameron -del concetto bachtiniano di cronotopo e delle funzioni narrative elaborate da Propp: questo per meglio evidenziare la stretta connessione che esiste, all'interno del Decameron, tra la tipologia delle novelle e la loro ambientazione geografica. Nel capolavoro boccacciano esiste una forte corrispondenza tra lo spazio geografico in cui vengono ambientate le storie delle novelle e le differenti tipologie delle novelle stesse. Due sono i tipi principali, sui quali sarà incentrata la nostra analisi, cui corrispondono due spazi geografici costanti: le novelle "comiche" e le novelle "di avventura" 2 . Nelle novelle "comiche" le vicende dei personaggi si situano e si svolgono all'interno di uno spazio noto, conosciuto, familiare e cittadino, simile a quello in cui sono ambientati i fabliaux medievali francesi 3 : l'ambiente che prevale in questo genere di novelle è costituito dagli interni delle abitazioni o dagli spazi cittadini, da un «qui (la casa, la città)» 4 . Al contrario, nelle novelle "di avventura" i personaggi "abitano", nelle loro peripezie, uno spazio dilatato, aperto, sconosciuto e costellato di insidie e pericoli che ricorda sorprendentemente quello descritto nel romanzo ellenistico: uno spazio caratterizzato da accadimenti drammatici, da eventi imprevisti, da tempeste, da naufragi, da guerre, da razzie di pirati, da tradimenti e morti violente. Uno spazio connotato dall'insicurezza e geograficamente definito tra poche isole e qualche porto all'interno del Mediterraneo nel quale avvengono 1

Appropriazione letteraria dello spazio. Il Cile tra sguardo locale e italiano

L’appropriazione dello spazio è un concetto di uso comune, solitamente utilizzato negli urban studies come nozione polisemica e secondaria rispetto ad altre categorie spaziali come quelle di territorio, luogo, proprietà pubblica e privata. Inoltre, sono pochi gli studi in ambito letterario focalizzati sul deciframento di cosa significhi esattamente appropriarsi di uno spazio. La presente monografia cerca di rispondere a questa domanda a partire dall’analisi comparata di romanzi italiani e cileni pubblicati tra gli anni 2009 e 2020 che narrano lo spazio in Cile. Il secondo obiettivo della ricerca consiste nel riconoscere le connessioni letterarie tra entrambe le narrative, raramente indagate nonostante sollevino simili preoccupazioni riguardo alle modalità di fruizione dello spazio e presentino analoghi procedimenti di rappresentazione della relazione tra i soggetti e i territori.