Poema della fede profonda (hsin hsin ming) (original) (raw)

Il poema delluomo DIO

Edizione 2000 Rev Per speciale concessione del CENTRO EDITORIALE VALTORTIANO 20 % ON LINE Volume I La preparazione Volume II Il primo anno di vita pubblica Volume III Il secondo anno di vita pubblica: parte prima Volume IV Il secondo anno di vita pubblica: parte seconda Volume V Il terzo anno di vita pubblica: parte prima Volume VI Il terzo anno di vita pubblica: parte seconda Volume VII Il terzo anno di vita pubblica: parte terza Volume VIII Preparazione alla passione Volume IX La passione Volume X La glorificazione Presentazione da : 'La MADONNA negli scritti di Maria Valtorta' di P. Gabriele Maria ROSCHINI: Centro Editoriale Valtortiano 1996 [Professore della Pontificia Università Lateranense, Professore nella Pontificia Facoltà teologica ''Marianum'', Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede Consultore della Congregazione per le Cause dei Santi] « E' da mezzo secolo che mi occupo di Mariologia: studiando, insegnando, predicando e scrivendo. Ho dovuto leggere perciò innumerevoli scritti mariani, d'ogni genere: una vera 'Biblioteca mariana'. Mi sento però in dovere di confessare candidamente che la Mariologia quale risulta dagli scritti, editi ed inediti, di Maria Valtorta, è stata per me una vera rivelazione. Nessun altro scritto mariano, e neppure la somma degli scritti mariani da me letti e studiati, era stato in grado di darmi, del Capolavoro di Dio, un'idea così chiara, così viva, così completa, così luminosa e così affascinante: semplice insieme e sublime. Tra la Madonna presentata da me e dai miei colleghi e la Madonna presentata da Maria Valtorta, a me sembra trovare la stessa differenza che corre tra una Madonna di cartapesta e una Madonna viva, tra una Madonna più o meno approssimativa e una Madonna completa in ogni sua parte, sotto tutti i suoi aspetti. . . . . . . . E' bene inoltre, che si sappia che io non sono stato un facile ammiratore della Valtorta. Anch'io infatti, sono stato, un tempo, tra coloro che, senza un'adeguata conoscenza dei suoi scritti, hanno avuto un sorrisino di diffidenza nei riguardi dei medesimi. Ma dopo averli letti e ponderati, ho dovuto -come tanti altri-lealmente riconoscere di essere stato troppo corrivo; e ho dovuto concludere: "Chi vuol conoscere la Madonna (una Madonna in p e r f e t t a sintonia col Magistero ecclesiastico, particolarmente col Concilio Vaticano II, con la S.Scrittura e la Tradizione ecclesiastica), legga la Mariologia della Valtorta!".

Il vangelo secondo Yong Sheng di Dai Sijie

Archivio Teologico Torinese, 2021

A distanza di vent’anni dal primo romanzo a cui deve l’inizio della propria popolarità, Balzac e la piccola sarta cinese (Adelphi, 2000), Dai Sijie mette al centro una figura che in quel primo testo appariva come una meteora, quasi nel finale: un pastore protestante, nel bel mezzo della Cina della rivoluzione culturale. E se il pastore della Piccola sarta arrivava come una possibilità di salvezza per i giovani protagonisti, allontanati dalle famiglie borghesi e in rieducazione sui monti, ne Il vangelo secondo Yong Sheng la figura di un pastore assume la statura di protagonista. Nel primo non ha nome né ruolo alcuno nella vicenda principale, perché i giovani lo cercano troppo tardi, quando egli è ormai in fin di vita. Ma di lui si dice l’essenziale: era stato condannato a pulire tutto il giorno la stessa strada dopo il rinvenimento nella sua casa di un libro scritto in una lingua straniera. E poiché il libro in questione era la Bibbia, l’uomo viene costretto a svolgere quel lavoro forzato, anche aggravato dal dileggio dei passanti, bambini compresi. I giovani in rieducazione invece, sebbene non fossero stati iniziati a una formazione religiosa, vedendone qualche tempo dopo la lapide anonima, si ripromettono di ritornare nel cimitero in clima di libertà «per innalzare sulla sua tomba un monumento in rilievo e a colori sul quale sarebbe stato rappresentato un uomo dai capelli argentei sormontati da una corona di spine, come Gesù. Ma le mani, anziché essere inchiodate sulla croce, avrebbero stretto il lungo manico di una scopa» (p. 168).

La devozione agli dei di Sentinum

All'illustre collega e al caro amico Ezio Buchi desidero offrire un modesto contributo a dimostrazione della stima e dell'affetto che nutro per lui, proponendo in questa sede alcune riflessioni su un tema a lui caro, quello religioso: si tratta di osservazioni su una ipotetica divinità sentinate magari di secondo piano, ma che una volta di più testimonia, secondo una felice definizione di Antonio Sartori, "la vitalità perenne del nostro mondo delle pietre, sempre pronto a rinnovarsi con novità ora nuove … ora vecchie" 1 .

Piccolo poema, di Angelo Pii

Testo rivisto, commenti e note. Con appassionato brio e con beffarda critica sociale, il Poetino ripropone un accessorio del supplizio di Gesù: la corona spinata; con lieto e catastrofico finale. Prima esecuzione mondiale assoluta su https://youtu.be/6AkEMd9LukI

2016. VII Sermones ad vivos. Notazioni filosofiche e psicologiche a margine del poema di Jung

The peculiar prose poem ‘Septem sermones ad mortuos’ was written by Jung in January 1916, during a time exceptionally full of paranormal elements and synchronic events. Martin Buber produced it as evidence to accuse the Swiss psychiatrist of supporting an almost heretical concept of God under the gnosticistic forms of Abraxas, both good and bad deity. Indeed, Abraxas is interpreted by Jung poietically as the ultradivine God which has its precise psychological counterparts in the Self, the archetype of archetypes. ————————————————————————————————————————————————— Il singolare poema in prosa ‘Septem sermones ad mortuos’ è stato redatto da Jung nel gennaio 1916 entro un’atmosfera eccezionalmente pregna di elementi paranormali ed eventi sincronici. Martin Buber lo ha addotto come prova per accusare lo psichiatra svizzero di sostenere un concetto quasi eretico di Dio sotto le forme gnosticheggianti di Abraxas, deità insieme buona e cattiva. In realtà, Abraxas è inteso da Jung in senso poi­e­tico come il Dio ultradivino che ha il suo preciso corrispettivo psicologico nel Sé, l’archetipo degli archetipi.

Il "Settimo Messia" di Angelo Pii, il Poetino

"Annunziazione ai popoli del settimo Messia". Un'altra saporita ode immortale del poeta contadino Angelo Pii (il Poetino), finalmente restaurata e restituita all'umanità, con una breve nota introduttiva all'uso orale e fonico delle medesime (ode & umanità). Prosaiche parafrasi a fronte.

Breve breve lunga lunga (piede passo terra cielo) Discorso sull’andare della poesia

With this information I intended to guide you briefly – through leaps and quick reveletions - inside a landscape where poetry, voice, walking, transfert find their proper collusion. Though using interdisciplinary connections sometimes by far too daring and passages absolutely personal and intimate I hope to have proved that poetry is in fact a body action, in body embedded, that brings us towards unexplored territories.

«SEMPRE CREDENTI» UNA LETTURA FILOSOFICA E TEOLOGICA

This contribution presents a detailed phenomenology of belief; it describes a modus essendi deeply rooted in the experience of belief and demonstrates that this experience has always been communal. Paradoxically, then, everyone is thus first and foremost a believer in man and the world witch he is a part of, before, possibly, going on to develop a specific and structured form of religious belief. From this perspective, Pascal's wager is pushed to the extreme: we, as men, cannot choose to choose; we make a bet right from the start and are then involved in the difficult game of human existence. The pre-philosophical element, i.e. the unquestioned element which has to be lived, since it cannot be proved, gives rise to philosophy itself and also, consequently, to anthropology and theology. «Bisogna scommettere. Ciò non è volontario, siete imbarcati» 1. La celebre espressione di Pascal nel cosiddetto argomento della scommessa, per lo più incompreso, non dà scelta. O me-glio, non abbiamo scelta di scegliere. Potendo scegliere questo o quello, lo scommettitore non può, scegliendo, scegliere se stesso, essendo sempre coinvolto in anticipo nell'atto della scelta. Paradossalmente, ogni scelta si basa quindi su una non scelta: quella di scegliere, certamente, ma anche di aver già scelto senza avere possibilità di scelta. L'uomo, come il giocatore, è «im-barcato» nella partita di un'esistenza in cui bisogna comunque puntare. L'appassionato di ippi-ca non si accosta alla scommessa per semplice passatempo, ma, al contrario, la consacra come luogo topico della sua esistenza – preso nella scelta di non avere scelta: almeno quella di scom-mettere, quand'anche uscisse perdente dall'esito della scommessa stessa. Indubbiamente, se vi è decisione, in particolare nella «scelta di credere», questa si fonda quindi, e tuttavia, su una «non decisione assoluta», che occorre quantomeno riconoscere, pur non essendo in grado di

"Dal profondo a te grido, Signore" (Sal 130,1

Commento al Salmo 130 Salmo 130 "1. Cantico dei gradini. Dalle profondità ti ho gridato a te, Signore. 2. Signore, ascolta la mia voce, siano le tue orecchie tese alla voce delle mie suppliche. 3. Se serbi le colpe, Signore, Signore, chi resisterà? 4. Ma presso di te è il perdono affinché tu sia temuto. 5. Ho sperato, Signore, la mia anima ha sperato e ho atteso la sua parola. 6. La mia anima è tesa verso il Signore più che le sentinelle al mattino, le sentinelle al mattino. 7. Spera, Israele, nel Signore perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di Lui è la redenzione. 8. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe."