Conspiracy Part. II (original) (raw)

Conspiracy Part. I

This paper represents the first part of a work that thoroughly analyses the common law offence of conspiracy. In particular, this first paper focuses on the historical evolution of the offence and the doctrine of Hawkins, which is analyzed also from a critical point of view. Moreover, in this part of the work the author investigates the compatibility of the very structure of the offence with the due process requirements.

Conspiracy Part. III

This paper represents the third part of a work that deeply analyzes the offence of conspiracy as recognized in the common law legal systems. The paper was elaborated after a period of research done at the De Paul University, College of Law, Chicago. This third paper considers the particular statutory offence of Continuing Criminal Enterprise as developed by the U.S. Congress with the Comprehensive Drug Abuse Prevention and Control Act of 1970. In particular, the paper deals with the definition and the nature of the offence and it’s relation with the common law conspiracy.

Parte II

Linguistica italiana

La Romània è quel territorio dove vengono parlate le lingue romanze e tale aggettivo deriva dall'espressione latina "romanice loqui", con cui ci si riferiva ai territori in cui si parlava "romanamente"(cioè in latino). Le lingue romanze sono in un certo senso "figlie" del latino e comprendono oltre all'italiano e i dialetti, alcune delle lingue di minoranza parlate sul nostro territorio come per esempio il sardo, il friulano e il ladino, altre lingue nazionali come il francese, lo spagnolo, il portoghse, il rumeno con ovviamente i rispettivi dialetti e le lingue di minoranza presenti inquesti paesi come il catalano e il franco-provenzale. In seguito all'espansione coloniale delle nazioni in cui si parlano le lingue romanza si è ultieriormente esteso e interessa aree delnord, centro e sud America e dell'Africa. Il latino di cui si parla non è il latino scritto degli autori classici come Orazio, Virgilio e Cicerone, ma un insieme di varietà che non si identificano con il latino classico. A partire dala seconda metà ell'Ottocento si è iniziato a iferirsi a questo insieme di vrietà come al latino volgare. Molto importanti per la ricostruzione del latino volgare = latino parlato sono le liste degli errori stilate da grammatici ed eruditi: la più importante testimozìnianza è l'Appendix Probi.

The Atrocity Exhibition part 2

La Mostra delle Atrocità 2, 2009

No illusion is possible anymore because there is no longer any reality. With the real world we have eliminated even the apparent one.

VOLUME II

Il nostro titolo non riprende la formulazione di ‗teologia di convergenza' nel senso che si vuol dare talvolta a tale impostazione: cioè integrare tre correnti maggiori per riassumere la teologia in quanto tale oggi 2 . Dalle ‗correnti separate' si passa a ‗correnti condivise' nella prospettiva ecumenica, detta anche ‗ecumenismo diverso'. Il nostro approccio non parte -però-da una condivisione pianificata ed articolata a priori ma da una ‗chiave di lettura' sulla base di una indagine aperta su ciò che esiste e su come le prospettive teologiche si intrecciano. Ciò che si è 1 Corso dato per diversi anni (con varie conferenze ed interventi per congressi ed incontri teologici), principalmente presso l'Università Urbaniana, sul percorso della teologia del XX-XXI secolo (dagli anni 1974 al 2---) poi in altri Istituti (cfr in http://www.webalice.it/joos.a/IAJO.pdf). Il corso si è articolato in tre volumi maggiori dell'opera Teologie a confronto: Sponde lontane, Semi di sintesi, Salvaguardare o riarticolare, Vicenza 1982 (solo il 1° volume fu pubblicato, gli altri volumi sono aggiornati su questo sito). Le introduzioni ai tre volumi vengono raccolte in questa prima sotto-pagina in rete. Il riassunto della panoramica è stata pubblicata in A. Joos, Percorso antropologico della teologia del XX secolo. Una chiave di lettura, in B.

CAPITOLO II

Il sublime è un concetto complesso e stratificato e, ben lungi dall'essere circoscritto all'ambito retorico-poetico, nel quale fece il suo debutto nella modernità, può essere considerato, nella sua antitesi con il bello, quale fu chiaramente sostenuta da Burke, uno dei fondamentali poli dialettici, se non addirittura la matrice, delle contrapposizioni estetiche (classico / romantico, rinascimento / barocco, astrazione / empatia…) teorizzate nell'Ottocento. Quindi, in quanto radicato nella sensibilità estetica moderna, "il sublime giunse in Inghilterra -afferma la Nicolson -ben prima che le teorie retoriche di Longino interessassero gli Inglesi" 1 ; e non solo gli Inglesi. Infatti, per quanto la loro inclinazione poetica fosse particolarmente predisposta all'estetica dell'infinito, con tutto quello che essa comporta (irrazionalismo, irregolarità, anticlassicismo, predilezione per scenari vasti e selvaggi), questa nuova sensibilità va inquadrato in un fenomeno di più ampia entità che coinvolse tutto il mondo occidentale: il mutamento nella percezione dell'universo operato dalla rivoluzione copernicana e dalla rivoluzione scientifica. All'universo chiuso, compiuto, ordinato e popolato di creature teleologicamete predeterminate subentrava lo spazio infinito: il sublime, nelle due facce (intensificazione e impedimento vitale) che caratterizzeranno tutta la discussione settecentesca, ne diviene la cifra estetica. L'impatto con il primo Seicento fu non poco traumatico: emblematico il discorso di Ulisse nel Troilus and Cressida shakespeariano: "ma quando pianeti in maligna mescolanza si sviano dal loro ordine, quali pestilenze e quali portenti, quale tenzone, quale infuriar del mare, quale sussultar della terra, commozione d venti, paure, mutamenti. Orrori, stornano e spaccano, lacerano e sradicano l'unità e il calmo connubio dei ceti […]. Sol togliete la gerarchia, mettete fuori tono quella corda e udite che discordo segue; ogni cosa si scontra in puro antagonismo" 2 . In quegli stessi anni Donne metteva a nudo in The Anatomy of the World (1611) la malattia del mondo irrimediabilmente detronizzato: "e liberamente gli uomini affermano che questo 1 M. Hope Nicolson, 64 all'alba del diciottesimo secolo, anche sotto l'impulso delle avventure degli esploratori, nasce la cosiddetta excursion poetry. "La terra del diciottesimo secolo -afferma la Nicolson -era divenuta davvero un ampio spazio con panorami straordinariamente estesi e vedute nelle quali montagne, pianure, fiumi e mari assumono dimensioni maestose e le caverne sembrano smisurate" 19 . Sotto lo sguardo del poeta che tutto può abbracciare, si succedono, da un polo all'altro, oceani, catene, montuose, deserti di sabbia e di ghiaccio e i più svariati paesaggi che la geografia di allora potesse concepire. La Terra del resto, non più relegata, una volta abbattuta la distinzione tra sfere celesti e mondo sublunare, all'ultimo rango nella gerarchia cosmica, poteva fornire spettacoli stupefacenti.