Bodzia “stranieri” nella nuova Polonia del X-XI secolo (original) (raw)

Stranieri nella Cagliari del XVI e XVII secolo

La felice posizione della Sardegna al centro del Mediterraneo ha sempre favorito l’arrivo e la permanenza di quanti, provenienti da tutte le parti del Mediterraneo, intendessero esercitarvi un’attività economica, finanziaria, commerciale, imprenditoriale, artistica, di cui purtroppo non è certa l’esatta dimensione. Dai documenti in nostro possesso, sappiamo che le relazioni commerciali via mare erano intense con i porti spagnoli, catalani - Barcellona in testa - , valenzani, baleari, con i porti tirrenici italiani, Genova, Livorno, Napoli, Trapani in primo luogo, con quelli provenzali, Marsiglia e Nizza, e con Venezia. Oltre ai mercanti arrivarono nell’isola anche numerosi artisti, pittori e scultori ed artigiani spesso legati al mondo dell’arte, che, insieme ai sardi, produssero statue, retabli ed affreschi, tabernacoli, pulpiti per abbellire le chiese parrocchiali di tutti i centri dell’isola.

Il Settantennio (1195 -1266) della Brindisi sveva

il7 MAGAZINE - Brindisi & PAGINE DI STORIA BRINDISINA Vol.1, 2024

Tancredi, quarto e ultimo vero re normanno del Regno di Sicilia, morì nel febbraio del 1194 all’età di 55 anni e quella morte facilitò le cose a Enrico VI di Hohenstaufen, marito della normanna Costanza di Altavilla, che nel Natale del 1194 poté assumere la corona di Sicilia, rivendicando la legittimità del trono per il loro figlio appena nato, Federico. Gli svevi della casata Hohenstaufen governarono sul trono di Sicilia durante solo alcuni decenni, dal 1194 al 1268, ma quelli furono anni importanti per Brindisi, perché tenuta in considerazione dal re Federico II, stupor mundi, il carismatico sacro romano imperatore, al quale fu attribuito il celebre saluto alla città, pronunciato al suo rientro dalla Terra Santa dopo aver concluso con successo la sesta crociata: “Filia Solis Ave, nostro gratissima Cordi”.

Porti ‘monastici’ in Campania fra VIII e X secolo

Hortus Artium Medievalium, 2016

During the IX century the monastery of San Vincenzo al Volturno in Molise becames the core of a trade system of goods and products, based also on a network of harbours and docks. e most di cult geographical position of the monastery, may be suggest a possible link between the mediterranean harbours and the seaports on the Volturno river such as Ponte Latrone, "Castro Porto", Capua (source of several architectonical spolia used in the construction yard), and other settlements located next the course of Volturno river. e network organized by the community of S. Vincenzo, through the acquisition of lands and goods, is comparable with the plan setted by Montecassino. In this work we'll propose a comparison between these monasteries which try to enlarge their presence from the inland to the coastal areas. We'll try to prove these theories through the comparison of informations achieved by reading of written and cartographic sources, the analysis of architectures and the study of some precious objects (iron, silver, ivory, glass) that suggest the exsistence of relationships between the monasteries and european and non-european countries. In conclusion we suggest that this network would be the foundation of the movement of goods, products and specialized workers whith their knowledges and techonologies.

Alle porte della città, ai confini del Regno. Il controllo degli stranieri nel Mezzogiorno dell’Ottocento

Marco Meriggi, Anna Maria Rao (a cura di), Stranieri Controllo, accoglienza e integrazione negli Stati italiani (XVI-XIX secolo, 2020

L'analisi della sorveglianza sugli stranieri consente di mettere a fuoco due aspetti particolarmente importanti della nuova gestione del controllo statale. Il primo attiene alla dialettica tra la dimensione territoriale, caratteristica della nuova geografia del potere sovrano e del suo rapporto con i sudditi, e quella extra-territoriale in cui gli stranieri, in virtù del proprio status, tendevano a gravitare. Il secondo aspetto riguarda invece l’emergere, proprio a partire dalla cesura rivoluzionaria e napoleonica, della connotazione politica come centrale nell’ambito del controllo, nelle forme in cui esso venne declinato nel corso dell’Ottocento. Il saggio si propone, ricostruendo le forme della sorveglianza sugli stranieri dispiegate nel Mezzogiorno preunitario, di esplorare queste due dimensioni della questione su un duplice scenario, volgendo dapprima lo sguardo all’intero Regno, nella sua parte continentale, per poi restringere il campo di analisi alla sua capitale, la città di Napoli.

Il Giubileo del 1700 e l’inatteso ospite polacco: Maria Casimira Sobieska

«Quaderni Culturali delle Venezie» dell’Accademia Adriatica di Filosofia “Nuova Italia”, 2020

L’ospite più prestigiosa delle cerimonie dell’Anno Santo 1675 fu Cristina di Svezia. Anche in quello successivo, la pellegrina più illustre fu una regina, anch’essa «ospite celebre» del Monastero di Santa Cecilia in Trastevere: ci riferiamo alla regina di Polonia Maria Casimira che dopo aver deciso di abbandonare il proprio Paese il 2 ottobre 1698, intraprese da Varsavia il viaggio che l’avrebbe portata a Roma – dove sarebbe rimasta per 14 anni – nel marzo del 1699.

Le sorelle Garosci traduttrici dal polacco

I Maestri della polonistica italiana. Atti del convegno dei polonisti italiani, 17-18 ottobre 2013, 2014

Il testo analizza le figure delle sorelle Cristina e Clotilde Garosci, tra le prime traduttrici della letteratura polacca in italiano.