Le sorelle Garosci traduttrici dal polacco (original) (raw)

S. Garzonio, G. Larocca, Curiosità russo-pisane

Le note che seguono si propongono di definire, attraverso una raccolta dati ancora in atto, il contributo storico-politico e culturale che ha offerto la comunità russa nella città di Pisa nel periodo compreso fra il 1900 il 1940. Così come Venezia, Milano, Genova, Firenze, Roma, Capri e Napoli si trasformarono in un vero e proprio "sentiero" migratorio di intellettuali, diplomatici e politici russi, anche Pisa ospitò una collettività di esuli che si distinse per il significativo apporto alla vita sociale tanto locale quanto nazionale.

Garosci storico del Risorgimento

Rivista storica dell'Università di Torino, 2019

Il nome di Aldo Garosci è legato a doppio filo, nella memorialistica e nel discorso pubblico, all'epopea antifascista, che egli visse in prima persona fra le fila di Giustizia e Libertà e ripercorse successivamente nelle sue più note opere storiografiche 1. Eppure, nel lungo dopoguerra italiano il suo contributo alla vita collettiva fu molto più ampio e variegato (fu giornalista, autore di programmi radiofonici, uomo politico), e la sua produzione scientifica andò molto al di là dello studio dell'antifascismo italiano ed europeo 2 : incentrata sulla storia delle idee e fortemente caratterizzata in senso storicista e crociano, essa spaziò dal federalismo statunitense settecentesco alla Francia della Terza repubblica 3 e si concentrò via via maggiormente sulle vicende intellettuali dell'Italia in età moderna e contemporanea. A quest'ultimo ambito, che costituì anche la sua materia di insegnamento universitario per due decenni-e ciononostante è forse il meno noto-è dedicato il presente intervento. Garosci fece il suo ingresso nei ranghi dell'Università nel 1960, entrando nella terna dei vincitori del primo concorso di Storia contemporanea, assieme a Giovanni Spadolini e Gabriele De Rosa 4. Quasi subito, nel novembre 1961, venne chiamato in cattedra dall'università di Torino, ove trovò come colleghi numerosi antichi compagni del Partito d'Azione (Norberto Bobbio, Aldo Bertini, Vittorio Gabrieli) e in particolare l'amico fraterno Franco Venturi-il cui sostegno era stato peraltro decisivo nell'accidentato percorso concorsuale. La cattedra che gli venne affidata non era però intitolata alla nascente contemporaneistica, bensì alla più tradizionale e "blasonata" storia del Risorgimento, che nei vent'anni successivi divenne la sua principale area di specializzazione. Di fatto, fra i diversi incarichi che Garosci ricoprì nel corso della sua carriera accademica, la storia contemporanea non figurò mai: fra il 1961 ed il 1964 fu professore straordinario di storia del Risorgimento 5 ; conseguito l'ordinariato 6 , mantenne tale insegnamento fino al 1969, quando passò alla * Daniele Pipitone, Dipartimento di Studi storici dell'Università di Torino; e-mail danielepipitone@hotmail.com. Abbreviazioni utilizzate: ASUT, Garosci: Archivio storico dell'Università di Torino, fascicolo personale di Aldo Garosci; ISTORETO, AG: Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea, Fondo Aldo Garosci; DBI: Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'enciclopedia italiana; GL: Giustizia e Libertà; ISRI: Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. 1 Sulle vicende biografiche di Garosci e sulla bibliografia relativa mi permetto di rimandare a DANIELE PIPITONE, Alla ricerca della libertà. Vita di Aldo Garosci, Milano, FrancoAngeli, 2017. A tale studio si farà riferimento, ove non diversamente specificato, ogni volta che si forniranno indicazioni sulla vita dello storico torinese. Le opere più famose dedicate alla storia di GL e dell'antifascismo sono ALDO GAROSCI, La vita di Carlo Rosselli, Roma, Edizioni U, 1946; ID. Storia dei fuorusciti, Bari, Laterza, 1953. 2 Oltre alle due già citate, va ricordata almeno un'altra opera direttamente legata alla militanza antifascista del suo autore, ovvero ALDO GAROSCI, Gli intellettuali e la guerra di Spagna, Torino, Einaudi, 1959. 3 Cfr. ALDO GAROSCI, Il pensiero politico degli autori del "Federalist", Milano, Ed. di comunità, 1954; ID., Storia della Francia moderna (1870-1946), Torino, Einaudi, 1947. 4 Su tale concorso, e in generale sulla nascita della storia contemporanea come disciplina autonoma, cfr. GILDA ZAZZARA, La storia a sinistra. Ricerca e impegno politico dopo il fascismo, Roma-Bari, Laterza, 2013. 5 Cfr. Università degli Studi di Torino, Annuario, Torino, Tip. Artigianelli, aa.aa. 1961-62, 1962-63, 1963-64. 6 Cfr. ASUT, Garosci, 3 aprile 1965, il rettore Mario Allara a Garosci, trasmette copia della comunicazione del ministero della Pubblica Istruzione in data 29 marzo 1965, che comunica la nomina di Garosci a ordinario di Storia del Risorgimento.

Malinche: la prima traduttrice-traditrice del Nuovo Mondo

Linguae Rivista Di Lingue E Culture Moderne, 2008

Adriatico (RN). Ha pubblicato saggi sulla narrativa ispanoamericana del Novecento e sulla poesia della guerra civile spagnola, la raccolta di poesie Oltre la lastra di vero (vincitrice del concorso letterario "Jacques Prévert" 2006) e il romanzo Alla ricerca di Nessuno (2007).

Gli inizi della fortuna di Griselda petrarchesca in Polonia

In: "Petrarca a jedność kultury europejskiej / Petrarca e l'unità della cultura europea : Materiały międzynarodowego zjazdu / Atti del Convegno Internazionale, Warszawa, 27-30 V 2004" / [ed. by] M. Febbo, P. Salwa; pp. 353-377, 2005

La penultima lettera delle Seniles (XVII, 3), che contiene Insignis obedientia et fides uxoris -versione dell'ultima novella del Decamerone di Boccaccio, costituisce un fatto del tutto eccezionale nell'opera del Petrarca: è l'unica sua traduzione dal volgare in latino. Questa narrazione avrebbe presto conquistato le letterature d'Europa, trattata dai più grandi scrittori di tutte le epoche, come Geoffrey Chaucer, Christine de Pisan, Philippe de Mézières, Lope de Vega, Heinrich Steinhőwel, Hans Sachs, Charles Perrault, o librettisti come Apostolo Zeno e Carlo Goldoni, che fornirono i libretti per le Griselde di Pollarolo, Scarlatti e Vivaldi.

Małgorzata Ślarzyńska, Cristina Campo e la ricezione di Gustaw Herling-Grudziński in Italia

Italica Wratislaviensia, 2020

Among other records, the Archive of Gustaw Herling-Grudziński in Naples holds Cristina Campo’s unpublished letters to him. The letters bear witness to a literary relation between the two writers and intellectuals which began when "Pale d’altare", a volume of short stories by Herling- Grudziński, was translated into Italian and published in Italy in 1960. Cristina Campo, a poet, essayist, translator and prominent figure in 20 th -century Italian literature, was enthusiastic about Herling- Grudziński’s volume. She comprehensively discussed it in an insightful review entitled ‘La torre e l’isola,’ published in "Il Punto" in 1961. Her review marked Herling-Grudziński’s debut in Italy and became a highly influential factor in the Italian reception of his literary works. The author himself regarded it as one of the most important critical texts addressing his writings. The aim of my paper is to highlight the relevance of Cristina Campo to the Italian reception of Herling-Grudziński’s works and to illumine the relations between the Polish writer and his Italian critic through the unpublished letters preserved in the Herling-Grudziński Archive. The paper also refers to other reviews of "Pale d’altare", which were offered by Elèmire Zolla, Roberto Calasso, Margherita Guidacci and Leone Traverso, associated with the same literary circle, and shows the impact of Campo’s enthusiasm on some of these appraisals.

Alcune riflessioni sugli agentivi femminili: L'italiano e il polacco a confronto

Alcune riflessioni sugli agentivi femminili: l'italiano e il polacco a confronto, 2018

Riassunto Gli agentivi non dispongono tuttora del paradigma completo delle forme femminili. Oggi la tendenza a ristabilire le simmetrie linguistiche in questo repertorio lessicale è assai forte. Dopo aver discusso alcune questioni teoriche legate alla grammatica e all’uso degli agentivi femminili, si analizzano diversi modi in cui l’informazione sul genere del referente può essere codificata a livello morfologico, morfosintattico, lessicale e pragmatico in due lingue: l’italiano e il polacco. La prospettiva contrastiva ha permesso di cogliere alcuni aspetti linguistici spesso ignorati nelle analisi del fenomeno circoscritte a una singola lingua. Parole chiave: agentivi, codifica linguistica della distinzione del genere, italiano, polacco. Abstract Agentives still do not dispose of the full paradigm of feminine forms. Today, the tendency to reintroduce the principle of a symmetrical linguistic use in this lexical repertory is quite strong. The discussion of some theoretical issues concerning the grammar and use of feminine agentives, is followed by an analysis of different ways in which the information about the sex of a referent can be encoded on morphological, morphosyntactic, lexical and pragmatic level in two languages, i.e. Italian and Polish. The contrastive perspective has allowed us to grasp some linguistic aspects often ignored in the analyses of the phenomenon in only one language. Keywords: agentives, linguistic coding of gender distinction, Italian, Polish.

Bodzia “stranieri” nella nuova Polonia del X-XI secolo

Nel villaggio di Bodzia è stata effettuata una delle più importanti scoperte medievali del dopoguerra in territorio polacco: un cimitero di genti arrivate da lontano che nel rituale funerario attestano una molteplicità di culture diverse

La Sacerdotessa del Tripode di Sesto Calende e le sue Sorelle. Donne sacre nella cultura di Golasecca

2019

Nel Museo Civico Archeologico di Sesto Calende, proprio al centro della sala principale, è esposto un ricco corredo funerario risalente al VI secolo a.C., occasionalmente scoperto nel marzo 1977 nella zona Mulini Bellaria a Sesto Calende, a pochi passi dalle sponde del Ticino. La piccola necropoli di cui faceva parte era disposta lungo il terrazzo del fiume e comprendeva sepolture di due fasi distinte, la prima riferibile al periodo che intercorre fra la fine del IX e gli inizi del VIII secolo a.C. (Golasecca I A2) e la seconda all'ultimo quarto del VI fino agli inizi del V secolo a.C. (Golasecca II B) (1). La fase a cui appartiene il corredo in esame è la seconda. Osservando la vetrina in cui sono disposti i reperti, si nota subito la targhetta con la breve spiegazione: "Tomba principesca appartenente a persona di sesso femminile. Pur depredata parzialmente in antico, ha conservato reperti di grande pregio, testimoni degli scambi culturali ed economici della Cultura di Golasecca." Gli oggetti esposti sono quindi solo una parte del corredo originario (2), e comprendono diverse coppe di ceramica, una pregiata fusaiola d'ambra, perle globulari d'ambra, pendenti d'ambra dalla forma antropomorfa stilizzata, un bracciale di legno fossile, un lungo ed elaborato pettorale composto da trenta catenelle terminanti ognuna con un piccolo pendaglio di bronzo a forma di goccia, e alcuni elementi dell'abbigliamento femminile, come fibule e il fermaglio rettangolare di una cintura di cuoio. I reperti più preziosi, oltre che significativi per comprendere a chi appartenesse il corredo, sono tuttavia una situla di bronzo decorata a sbalzo e un bacile di bronzo sorretto da un tripode di ferro con piedini antropomorfi, entrambi legati alla sfera rituale, in particolare il bacile, che era utilizzato per svolgere pratiche divinatorie. Questi due reperti permettono quindi di classificare la donna sepolta come una sacerdotessa, vissuta sulle sponde del Ticino, nei pressi dell'attuale Sesto Calende, durante la metà del VI secolo a.C. Tutti i manufatti del corredo erano stati suoi, e rispecchiano il ruolo, nonché l'aspetto che aveva avuto durante la sua vita. La si può infatti immaginare vestita di un abito lungo e diritto-secondo lo stile dell'epoca-dalla stoffa morbida, fermata in vita da una cintura di cuoio con la fibbia rettangolare. Aveva fibule alle spalle, il collo ornato di pendenti e perle d'ambra, e un vistoso bracciale di legno al braccio. È probabile che il grande pettorale a catenelle non venisse da lei indossato quotidianamente, ma solo durante certi rituali, quando si serviva anche della situla e del prezioso tripode, nel cui bacile si affacciava per divinare, il volto riflesso sulla superficie dell'acqua. Anche la fusaiola doveva avere per lei uno scopo sacro, in quanto fatta interamente d'ambra, a differenza di quelle delle donne comuni, che solitamente erano fatte di ceramica. È quindi possibile che facesse parte anch'essa degli strumenti rituali associati al culto che la donna praticava e rappresentava agli occhi del suo popolo.

Falsi amici del traduttore e dello studente: l’italiano, l’inglese e il polacco a confronto

„Kwartalnik Neofilologiczny” z. 1/2014, s. 193-206, 2014

The aim of this article is to examine the problem of apparent similarities between two (or more) languages which infl uence the process of another second language acquisition. The concepts of interference (Weinreich 1953) and transfer are applied to the study of errors made by Polish students of Italian language with prior knowledge of English, specifi ed under the common name of false friends. The analysis is based on authentic material: oral and written texts produced by the fi rst year students of IKLA UW in the period of the academic year 2012/2013. The main goal is to offer a preliminary presentation of common errors on various systemic levels of language together with a possible explanation of their source.

TRADUTTORI DALL'ITALIANO NELLA POLONIA DEL SECOLO DEI LUMI: AMBASCIATORI O LEGISLATORI?

Translators from Italian in 18th Century Poland: Ambassadors or Legislators? This article applies a typology proposed by Jerzy Jarniewicz to 18th century Italian-Polish cultural relations. The scholar distinguishes translators-ambassadors (who represent the culture from which they translate) and translators-legislators (who create canons). The analysis concerns Teodora Waga, Marianna Maliszewska, Wojciech Bogusławski and the anonymous translator of the novel L’uomo di un altro mondo by Pietro Chiari. Most of them can be classified as legislators. In: "Il traduttore errante: figure, strumenti, orizzonti". Atti del Convegno, Varsavia, 10-11 aprile 2015, a cura di Elżbieta Jamrozik, Dario Prola, Uniwersytet Warszawski, 2017, pp. 45-54.