Rafca Youssef Nasr, “I dipinti medievali di Saydet El-Rih a Enfeh attraverso uno studio grafico”, L’eredità di Bisanzio: diramazioni artistiche e letterarie, Università di Napoli "L'Orientale", 5 December 2022 (original) (raw)
2019
Persone, storie, racconti ed esperienze dei musei civici di Lazio, Umbria e Toscana tra tutela e valorizzazione A cura di Valentino Nizzo con prefazione di Antonio Lampis 1 Roma 2019 STORIE DI PERSONE E DI MUSEI Persone, storie, racconti ed esperienze dei musei civici di Lazio, Umbria e Toscana tra tutela e valorizzazione a cura di Valentino Nizzo con prefazione di Antonio Lampis
«Studi di Scultura», n. 2, 2020, pp. 47-74.
Designed to last through short and intense moments of public display, the ephemeral apparatuses underlined the most important moments of those decades that, following the fall of the republic in 1799, saw the Bourbon government alternate with the French occupation in Naples while the artistic culture was decidedly shifting towards a neoclassical language. In particular, we will examine the apparatuses erected in 1802 to celebrate the return of Ferdinand IV from Palermo and meant to emphasize the magnificence and nobility of the monarch. These apparatuses were erected throughout all city squares and involved the most important sculptors active in Naples across those years, such as Tagliolini, Villareale, Calì and Masucci. Ephemeral constructions, in some cases, such as the ones erected at Largo di Palazzo, foreshadowed architectural projects that would be implemented in the following decades.
2018
Una agro-town medio-bizantina ? Michael F EATH ERSTON E -Theophilus's Margarites: the 'Apsed Hall ' of the Walker Trust ? Philipp N rnw6HN ER -Ein byzantinischer Lowenkopf-Wasserspeier aus der Gegend von Mi/et im westlichen Kleinasien Antonio RIGO -Gregorio Palamas rifugiato a S. Sofia ( inizi f ebbraio -inizi aprile 1343) Silvia PEDONE -La fede che incide: alcuni graffiti inediti nella S. Sofia di Costantinopoli Claudia BARSANTI -Restes de la reine des villes/Broken Bits of Byzantium. Introduction à l 'édition critique. Deuxième partie. Con una nota introduttiva di Andrea Paribeni ..... ... . Il.ROMA Antonella BALLARDINI -Habeas corpus: Agnese nella basilica di via Nomentana Robert CoATES-STEPHENS -lnde lupae fulvo nutricis tegmine laetus / Romulus excipiet gentem. The Virgilian Jnscription of the Scala Santa Roberta FLAMINIO -Sulle tracce di un bassorilievo poco conosciuto: la lastra con le croci di Palazzo Nardini al Governo Vecchio (Roma) Lia BARELLI -I vela dipinti della cripta dei SS. Quattro Coronati a Roma e il loro rapporto con le fasi architettoniche Xavier BARRA L I ALTET -Il gallo sul tetto all'epoca romanica: a proposito del gallo di S. Silvestro in Capite a Roma Pe ter Corne lius C LAUSSEN -Zum Paviment von Alt St. Peter im Mittelalter A nna M aria D ' ACHILLE -Tre arche (non due) e un ciborio tra i disegni 'romani '
Padre Resta e il Viceregno. Per una storia della pittura del primo Cinquecento a Napoli, 2019
Che nella Roma di fine Seicento un oratoriano milanese della Vallicella, mercante di disegni la cui dote principale fu l’occhio del conoscitore temprato nella cerchia belloriana, abbia davvero contribuito a indirizzare la comprensione della pittura napoletana del Rinascimento potrebbe sembrare a prima vista improbabile. A chi la pensi così andrebbe narrata la storia dei viaggi di Sebastiano Resta nel Mezzogiorno e soprattutto il suo intento, perseguito con ostinata convinzione, di organizzare un discorso artistico coerente lungo direttrici non soltanto cronologiche ma anche geografiche, servendosi di quell’inscindibile rapporto tra testo e immagine che sempre contraddistinse i suoi volumi di disegni per aprire uno squarcio sulla storia dell’arte italiana meno nota ai suoi contemporanei. Questo libro si propone di restituire a padre Resta il giusto spazio nella storiografia del Vicereame, tra Giorgio Vasari e Bernardo De Dominici. Luca Pezzuto insegna storia dell’arte moderna e storia della critica d’arte presso l’Università degli Studi dell’Aquila. È membro del Padre Resta Project e ha pubblicato numerosi articoli e saggi, tra cui Cola dell’Amatrice. I giorni di Roma, gli anni dell’Appennino (Milano 2018) e Giovanni da Capestrano. Iconografia di un predicatore osservante (Roma 2016). Ha recentemente curato il volume La Roma di Raffaele Riario tra XV e XVI secolo. Cultura figurativa e cantieri figurativi (Roma 2017), l’edizione critica La relazione di Margherita d’Austria e la Descrizione della città dell’Aquila di Marino Caprucci (L’Aquila 2018) e la mostra Cola dell’Amatrice. Da Pinturicchio a Raffaello (Ascoli Piceno, 17 marzo-15 luglio 2018).
L archeometria nello studio della pittura antica: nuovi dati da un vano a rescato dall edi cio a Est del foro di Nora
2013
"Da alcuni anni ormai l’interesse verso la decorazione dei soffitti d’epoca medievale è cresciuto al punto tale da produrre una documentazione sempre più ricca ed accurata. La celebrazione di congressi, giornate di studio, la costituzione di gruppi di ricerca, la conformazione di complessi data-base hanno permesso agli addetti ai lavori di riformulare le riflessioni relative ad un tipo di manufatto oggetto ab antiquo dell’apprezzamento di re, nobili e notabili. I soffitti dipinti, lungi dall’essere una forma d’arte marginale e poco considerata, possono all’occorrenza veicolare messaggi legati all’autorappresentazione delle élites dominanti, al gusto estetico dei promotori e alla funzione dello spazio che coprono. Storie esemplari, scene cortesi, favole moralizzanti sono solo alcuni dei temi che appaiono su questo peculiare supporto. Anche quando il repertorio si restringe a un ventaglio di figurazioni dal carattere meramente decorativo, accade talvolta che, superata l’esigenza ornamentale, le immagini stabiliscano un dialogo diretto con il contesto fisico che delimitano. Queste le tematiche affrontate in modo analitico nel presente volume. La prima parte del libro raccoglie tre contributi dedicati a celebri monumenti siciliani: i saggi sui soffitti d’epoca normanna di Beat Brenk e Maria Giulia Aurigemma mettono in evidenza la stret- ta relazione tra regalità e committenza artistica e allo stesso tempo pongono l’accento sulle preferenze della monarchia normanna verso tematiche iconografiche di circolazione mediterranea. Lo studio sul soffitto dello Steri propone una lettura della figurazione dipinta sulle ventiquattro travi lignee, che per la prima volta mette in rapporto lo spazio e la funzione della sala con le aspirazioni politiche del committente Manfredi III Chiaromonte. La seconda parte è dedicata all’analisi di opere d’area catalano-valenzana: la Sala Dorada di Valenza della quale Amadeo Serra e Oscar Calvè offrono per la prima volta uno studio completo e analitico, il coro della sacrestia della monumentale cattedrale di Tarragona che Antoni Conejo analizza dal punto di vista dello spazio e della funzione e le decorazioni inedite conservate in palazzi della nobiltà e ricca borghesia barcellonese di Monica Maspoch. Si tratta di tipologie di soffitti profondamente diverse fra loro per funzione e struttura, ma che proprio per questo permettono di tracciare un orizzonte ampio necessario per lo studio delle relazioni mediterranee che intercorsero fra questo tipo di monumenti. CONTENTS B. BRENK, Il concetto del soffitto arabo della Cappella Palatina nel Palazzo dei Normanni di Palermo; M. G. AURIGEMMA, Il soffitto dipinto normanno del Duomo di Cefalù; L. BUTTÀ, Storie per governare: iconografia giuridica e del potere nel soffitto dipinto della Sala Magna del palazzo Chiaromonte Steri di Palermo; A. CONEJO, Ostentación heráldica y peculiaridades iconográficas. La decoración del sotacoro de la sacristía de la catedral de Tarragona (ca. 1355-1360); M. MASPOCH, Aproximació a la iconografia dels embigats policromats medievals de l’arquitectura domèstica barcelonina; A. SERRA DESFILIS, Ó. CALVÉ MASCARELL, Iconografía cívica y retórica en la techumbre de la Sala Dorada de la Casa de la Ciudad de Valencia "
La diffusione dell’uso della fotografia a Roma assume da subito intricanti connotazioni di continuità e al tempo stesso di spartiacque non soltanto rispetto all’immagine della città, ma alla nuova funzione che il mezzo fotografico si trova a svolgere. Gli anni della dagherrotipia, della calcotipia e quelli del collodio (fino al 1880) continuano a documentare e a tramandare la visione della città classica, cara ai turisti e ai viaggiatori italiani e stranieri. Siti archeologici, mura, porte, vedute panoramiche dal Campidoglio o da Trinità dei Monti, chiese, ville, palazzi e infine ritratti e riproduzioni di opere d’arte sono i temi più frequentati, temi già prediletti dai pittori e dagli incisori, rispetto alle cui opere la fotografia offre il vantaggio immediato di essere meno costosa, più rapida nell’esecuzione, più facilmente trasportabile soprattutto per una committenza che molto spesso è in città soltanto di passaggio. Accade così che ci sia una trasmigrazione – non priva di dispute e di controversie – dal mondo dei pittori, degli incisori, dei medaglisti, dei miniaturisti verso l’utilizzo della nuova tecnica. Il saggio ripercorre i rapporti, anche ambivalenti, tra queste due forme d'arte, mettendo a confronto pittori e fotografi attivi a Roma nella seconda metà dell'Ottocento.