La politica dell'immaginazione: l'immaginale come pratica artistica_The Politics of Imagiantion: the Imaginal as Artistic Practice (original) (raw)
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Il museo immaginato/ The imagined museum
It is undeniable that over the last years, museums have become the point of intersection of theoretical reflections and multidisciplinary experimentations. Five artists (Bellantoni, Cotognini, Palombino, Tosatti, Troisi) between thirty and forty years old have been invited to face a multiple challenge with their unpublished works. First, to tackle the complex world of the archeological museum of Salerno and its collections chronicling the history of a territory with a venerable past but also open to continuously changing ideas of the contemporary; second, to confront with the museum architecture, a project by Ezio De Felice so unique to have become a classic of 1960s Italian architecture of museums; finally, to deal with the social and urban planning contexts where the museum, exposed to the lights and the sounds of a transforming city, operates. That invitation was aimed at experimenting with a new style of work and collective research finding in the museum more an inspiration and (sometimes very demanding) creative limit rather than a prestigious showcase. Mai come in questi ultimi anni il museo si è affermato come crocevia di riflessioni teoriche,di verifiche e di sperimentazioni multidisciplinari.Così, chiamare cinque artisti (Cotognini, Bellantoni, Palombino, Tosatti, Troisi) tra i trenta e i quarant’anni a misurarsi attraverso opere inedite con la realtà complessa del museo archeologico provinciale di Salerno, con le sue collezioni, che raccontano la storia antica di un territorio e, assieme, dicono di una sensibilità contemporanea che il tempo non smette di modificare, ma anche con la sua architettura, un progetto di Ezio De Felice così fortemente connotato da essere ormai un classico della museografia italiana degli anni sessanta, e, ancora, con il tessuto urbanistico e sociale all’interno del quale il museo agisce, permeabile alle luci e ai rumori di una città che si trasforma, ha significato prima di ogni altra cosa sperimentare una modalità di lavoro e di ricerca collettiva che nel museo stesso trovava non tantoun prestigioso contenitore quanto un’ispirazione ed anche un vincolo, esigente e a volte finanche severo.
L'immaginazione nell'arte e nella scienza
ArteScienza, 2023
Sia l'opera d'arte sia la scoperta scientifica nascono entrambe dal subconscio, dalla semioscurità dell'intuizione, che è fatta d'immagini che diventano sempre più nitide alla luce della ragione. Obbedendo al principio che l'uomo non può creare nulla dal nulla (ex nihilo nihil), la creatività sia nell'artista sia nello scienziato è generativa, non nasce dal disordine e non è totalmente libera, perché deriva dalla rottura di un insieme ordinato di elementi già esistenti nella nostra mente, per il desiderio o bisogno inconscio, di ricostruire un nuovo ordine in cui quegli elementi, o parte di essi, sono diversamente aggregati, agendo, in uno stato di semicoscienza, sotto il condizionamento delle precedenti esperienze materiali ed emotive. L'articolo analizza in dettaglio i meccanismi psicologici che formano il processo dell'immaginazione creatrice, comune tanto all'Arte quanto alla Scienza, entrambe forme di conoscenza. Inoltre sono accennati i legami fra l'immaginazione e la follia in grandi artisti e scienziati.
Disegnare per agire. Arti grafiche e politica nello spazio pubblico
2016
L’articolo esplora le relazioni tra arti grafiche e politica nello spazio pubblico contemporaneo a partire da un evento particolarmente significa- tivo: la produzione di poster e oggetti grafici in seguito all’attentato al giornale satirico «Charlie Hebdo», nel gennaio 2015 a Parigi. Utilizzando la tecnica della serigrafia, resa popolare nel maggio sessantottino, a inizio 2015 gli studenti di tutte le accademie di arte della capitale francese si sono mobilitati, per esprimere la loro indignazione per l’accaduto e per difende- re la libertà di espressione attraverso la creazione grafica. L’articolo cerca di ritracciare le origini di un’antica alleanza tra grafica e politica comin- ciando dalla figura del grafico militante, incarnata in Francia dal collettivo Grapus, per arrivare alle produzioni internazionali del muralismo politico. Poster, stencil, stiker, murales, sono considerati come varianti di ‘azioni di scrittura’ nello spazio urbano che agiscono in una rete di relazioni sociali e ci portano a ripensare la loro efficacia e la loro performatività nella costru- zione dell’opinione pubblica. Cozzolino Francesca, 2016, « Disegnare per agire. Arti grafiche e politica nello spazio pubblico » in M. Giammaitoni (dir.), Le arti e la politica, prospettive sociologiche, Padova, CLEUP, p. 69-89.
Discipline filosofiche , 2019
In this paper I discuss the notions of practice, institution and radical imaginary in Castoriadis. In section 1 I clarify the premises of my essay by contrasting Castoriadis with contemporary social ontology and an Aristotelian concept of practice. In section 2 I approach the problem of institution by distinguishing between production and creation (the dialogue between Ricoeur and Castoriadis is the background of this distinction) and highlighting the crucial problem of the new ontology of magma with its distinctive temporality as opposed to the traditional identity logic and ontology of de-terminacy. In section 3 I deal with autonomy and the psyche, by focusing especially on Freud and the monad. In section 4 I try to identify the heart of the novelty of Castori-adis's treatment of imagination in its relation with the symbolic. I conclude in section 5 with a discussion of the meaning of representation and its internal difficulties. La figura di Cornelius Castoriadis (1922-1997) non gode della fortuna che a mio avviso merita. Se è avventuroso attribuire alla fama e all'opinione una razionalità retributiva cui esse evidentemente non ambiscono, si può pensare che siano le sue circostanze biografiche e storiche, inizialmente ap-partenenti a un mondo polarizzato in divisioni ideologiche irrimediabilmen-te passato, a gettare luce su alcuni motivi della mancata risonanza delle sue idee presso un pubblico allargato. Militante rivoluzionario e marxista greco, naturalizzato francese dal 1945 quando fugge dalle minacce di morte degli staliniani del suo paese, trascorre la sua vita perlopiù a Parigi, dove, dopo una tesi di dottorato su Max Weber (da Economia e società assimila il con-cetto di burocrazia che usa per comprendere la degenerazione del comuni-smo sovietico), aderisce al PCI, il partito comunista internazionalista, e dà vita, insieme a Claude Lefort e altri, alla rivista Socialisme ou barbarie, men-tre lavora come economista all'OCSE (la sua occupazione dal 1948 al 1970).
Etica delle immagini, spectatorship e la questione ingenua dell’oggettività della rappresentazione
The objectivity of photographic representation is sometimes declared artless because it springs from a process which makes use of a simplified notion of representation and similarity. However, this kind of objectivity cannot be lightheartedly abandoned, because we will not have the conceptual tools to interpret some important kinds of images. Evaluating the degree of conformity with the true by a representation is one of the tasks of the ethics of image. It is a discipline which falls within moral philosophy, despite the fact its reference area has been mysteriously declared the exclusive preserve of aesthetics, by a prejudice that would deny the moral philosopher the right to exercise his specialty. In taking charge of the role of the spectator, the ethics of images rediscovers: a) the role of efficacy in the communication process; b) similarities between knowing moral and hermeneutic knowledge; c) the irrevocability of the role of objectivity.