Dieci anni I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX: Anti-«manifesto» neon-avanguardista: (original) (raw)
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Un manifesto per la modernità: venti anni di Utopia e disincanto
Biblioteca di Studi di Filologia Moderna, 2021
The current essay aims to highlighting the importance of Magris’ Utopia e disincanto. The year of its first publication (1999) was a watershed moment in his career, as it paved the way to a new season of public engagement and historical analysis, which can be also seen in his later essays and novels. Twenty years later, Utopia e disincanto is still a manifesto for modernity, a deeply contemporary book where Magris’ analytical view is headed towards an idea of universal literature, an idea of Weltliteratur that should be a tool to understand the changes in which mankind is involved. Literature is meant to be a tool to investigate the dark sides hidden among the folds of History
La propaganda antisocietaria fascista attorno alla metà degli anni trenta
ITALIA CONTEMPORANEA, 2013
La politica estera del fascismo è stata studiata spesso in relazione alla centralità del tema del consenso interno per il regime. Questo approccio si rintraccia già nelle importanti riflessioni sulle caratteristiche della diplomazia mussoliniana svolte negli anni trenta da Salvemini 1 . Quantomeno, da allora, storici e studiosi con convinzioni politiche e specializzazioni differenti hanno in generale concordato sullo stretto legame fra la 'bellicosità' delle affermazioni mussoliniane e del sistema comunicativo fascista proiettata verso l'esterno -si trattasse della comunità internazionale o di singole entità statuali o governative -e il bisogno di mantenere in stato di fibrillazione la popolazione italiana in ottemperanza all'ideologia stessa propagandata dal regime. Il bellicismo, il non venire a patti, l'evitare come precondizione culturale la politica del compromesso erano infatti valori fondanti della visione fascista del mondo, un voler e dover essere che ha segnato il "regime di parole" per l'intero ventennio.
TRENT'ANNI DI "RIFORME" NEOLIBERISTE CONTRO LA SCUOLA PUBBLICA - Conclusione
Lucia R. Capuana, 2020
Dopo circa trent’anni di apparente immobilismo, a partire dagli anni novanta del secolo scorso, il sistema di istruzione italiano ha subito ben quattro imponenti trasformazioni complessive, definite “riforme” che ne hanno trasfigurato obiettivi finali e pratiche quotidiane. L’elevato numero di dispersioni scolastiche certificato da istituti di statistica, l’incremento di analfabetismo funzionale e di ritorno ben presente nella nostra società e anche esso ben certificato ci impongono una riflessione analitica di ciò che non funziona e tentare di comprenderne le cause per porre rimedio a ciò che influisce su tutto il paese, la drastica riduzione dei livelli culturali della nostra società. È questo l’obiettivo principale di quest’analisi facendo un excursus storico-politico delle scelte che hanno determinato lo stato attuale delle cose ed evidenziando i sottesi collegamenti ideologici.
ALAI: rivista di cultura del libro dell’Associazione Librai Antiquari d’Italia, 2016
Il collezionismo di reperti tipografici del futurismo italiano ha — tra i tanti — il merito di aver posto in evidenza l'esistenza di una peculiarissima categoria: quella dei «manifesti» quale tipo bibliografico estremamente specifico. Volantini, fogli e bifoli sciolti recanti il testo di un manifesto, stampati quali supporti di diffusione privilegiata del testo programmatico e di propaganda. L'utilizzo del «manifesto» in quanto forma prescelta di comunicazione ha avuto infatti come contraltare tipografico un'ampia produzione di materiale a stampa dotato di caratteristiche tipologiche affatto peculiari, ripetitive, seriali (formato, layout, impaginazione): documenti che si stagliano nel maremagnum delle effemeridi, andando di fatto a formare una zona a sé, a statuto autonomo e non assimilabile al semplice volantino promozionale, poster, affiche o cartolina. [...] La sempre crescente attenzione riservata alla raccolta, e dunque allo studio, dei manifesti futuristi ha fatto emergere in tempi molto recenti la stringente necessità di lavori di consistente scandaglio bibliografico [...]. L’argomento è dunque caldissimo, la materia tutta in divenire, e non troppo inutili — benché provvisorie — potranno risultare queste notarelle, con duplice intento: focalizzare l’attenzione sul tipo bibliografico del manifesto (escludendo tutti gli eventuali altri supporti di trasmissione del testo) e, in questo ambito, su quei manifesti che presentino una vicenda editoriale complicata. In un’ottica ‘di servizio’ e senza alcun tipo di pretesa filologica esaustiva.
History of the first three years of the publication "Il Manifesto" by a group of Italian communists
La giovane destra neofascista italiana e il '68 Il gruppo de «L'Orologio»
Storicamente, 2009
Nel 1970, uno fra i più lucidi intellettuali di destra, Adriano Romualdi, tentò di proporre un'analisi approfondita della contestazione studentesca. Attraverso le sue riflessioni cercò di chiarire le cause per le quali la rivolta giovanile, oltre che per motivi contingenti, si era orientata definitivamente a sinistra. L'intellettuale, innanzitutto, sosteneva che la protesta studentesca, oltre che essere la risultante dei guasti prodotti dal consumismo e dall'americanismo, rappresentava la «rivolta dei capelloni-scriveva-, degli zozzoni, dei bolscevichi da salotto, di una gioventù che, più che bruciata, si potrebbe definire stravaccata». Attraverso quella provocazione, in realtà, si intendeva muovere un pesante atto d'accusa, rivolto da destra, al ruolo svolto fino a quel momento dal MSI. Il movimento studentesco così povero di riferimenti culturali-a parere di Romualdi-era stato capitalizzato dalla sinistra perché la destra aveva scelto di praticare un «perbenismo imbecille», fondato sulla garanzia «sicuramente nazionale, sicuramente cattolica, sicuramente antimarxista», delegando ad altri la bandiera della protesta e della rivolta contro l'ordine borghese. Come mai una «rivoluzione»-scriveva-così sfacciatamente inautentica è riuscita a imporsi alla gioventù, e non solo a quella più conformista, ma anche Storicamente, 5 (2009)
Novecento contro. Il secolo delle antinomie
Vita e Pensiero, 2024
The need for radical palingenesis characterizes the past century. Rather than “short century,” we are the children of the century of conflict, of contradiction. A reinterpretation ranging from Ugo Spirito to Koestler to Canetti. But conflict cannot have the last word.
Anarchici e sinistra contro il nazismo- la resistenza tedesca dimenticata
La pagina della resistenza tedesca contro il fascismo è pressoché sconosciuta in Italia. La Germania non ebbe il suo 8 settembre e mancò una resistenza di massa. La resistenza contro il nazionalsocialismo fu resa più difficile dalla passività e fedeltà al regime da parte della maggioranza della popolazione tedesca. Nonostante ciò esisteva. Ma in Germania vengono celebrati ufficialmente soltanto i movimenti “identitari e riconosciuti” dalla storiografia statale. La conoscenza dei movimenti di resistenza contro il nazionalsocialismo nelle due Germanie era molto differenziata. Ancora oggi la resistenza anarchica non viene ricordata e quella della sinistra soltanto parzialmente o ”con fatica”. In questo volume l’autore ha voluto ricordare la resistenza “non celebrata” dalla storiografia ufficiale e nella consapevolezza popolare, quella taciuta e quella “trasversale”.
2014
Ripubblicazione de Il Manifesto di Ventotene nell'edizione del 1944, con: I Parte. Ventotene. - Introduzione di Allegri e Bronzini (2014) - Prefazione di Eugenio Colorni (1944) - Per un'Europa libera e unita. Progetto di un Manifesto di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi - Tesi politiche di Fondazione del Movimento Federalista Europeo (MFE) - Dal Manifesto di Ventotene alla fondazione del MFE. 1941-1943. Intervista con Altiero Spinelli, di Sonia Schmidt. II Parte. Un Manifesto per il futuro. Con saggi di: Luciana Castellina Pier Virgilio Dastoli Luigi Ferrajoli Lucio Levi Antonio Negri Un'appendice finale di Norberto Bobbio (1974).