LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA SULLA TUTELA PENALE DELL’AMBIENTE: RAGIONI DELLA RIFORMA E STRUTTURA OFFENSIVA DELLE FATTISPECIE PREVISTE (original) (raw)

L'ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA EUROPEA SULLA TUTELA DELL'AMBIENTE TRAMITE IL DIRITTO PENALE

2011

Intervento al Convegno "La riforma del diritto penale dell'ambiente in prospettiva europea", Associazione Internazionale di Diritto Penale, Gruppo italiano, Roma, 4 febbraio 2010. 1 Direttiva 2008/99/ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 sulla tutela penale dell'ambiente, in GU L 328/28; Direttiva 2009/123/ce del parlamento europeo e del consiglio del 21 ottobre 2009 che modifica la direttiva 2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni per violazioni, in GU L 280/53. 2 Il Trattato di Lisbona ha esteso al settore della cooperazione penale tutte le garanzie giurisdizionali che in precedenza erano previste soltanto per gli atti del primo pilastro, vale a dire la possibilità di esperire la procedura di infrazione, il ricorso pregiudiziale ed il ricorso per annullamento. Sul tema, B. NASCIMBENE, Le garanzie giurisdizionali nel quadro della cooperazione giudiziaria penale europea, in Dir. pen. proc., 2009, p. 522 e s., C. AMALFITANO, Spazio giudiziario europeo e libera circolazione delle decisioni penali, in Studi sull'integrazione europea, 2009, p. 113 e s.; nonché, V. HATZOPOULOS, In generale, sulle funzioni della Corte di Giustizia nel quadro della riforma attuata a Lisbona, si legga la relazione del giudice A. Ó CAOIMH, The Lisbon Treaty

LA PROCEDURA ESTINTIVA AMBIENTALE: L’IDEA DELL'INOFFENSIVITÀ/NON PUNIBILITÀ IN OTTICA RIPARATORIA E DEFLATTIVA

Lexambiente, 2022

Il presente contributo, nell’analisi della nuova disciplina di cui agli art. 318-bis ss. T.U.A., ha l’obiettivo di evidenziare che il requisito dell’assenza del danno o del pericolo concreto e attuale che permette l’accesso alla procedura estintiva ambientale deve essere valutato “in concreto” sul piano dell’offensività/non punibilità. Tale disciplina premiale ambientale può così costituire un importante strumento di non punibilità, insieme con la particolare tenuità del fatto (art. 131-bis cod. pen.), utile a ridurre il carico dei procedimenti penali e, al contempo, a ripristinare l’ambiente leso. Tuttavia, si ritiene necessario che la procedura estintiva ambientale sia estesa anche agli enti collettivi, spesso unici soggetti capaci di reintegrare l’ambiente e di corrispondere la sanzione impartita.

LA NOVELLA SULLA RESPONSABILITÀ AMBIENTALE NELLA« LEGGE EUROPEA» DEL 2013

nuove leggi civili commentate, 2013

SOMMARIO: 1. La rilevanza dell'art. 25 della «legge europea 2013 »: considerazioni intro duttive. -2. La direttiva sulla responsabilità ambientale 2004/35/CE. 3. La disciplina attuativa e la questione dei criteri di imputazione della responsabilità ambientale. -4. L'incidenza della novella sull'ambito dei soggetti responsabili e sui criteri di imputazio ne. -5. Le tecniche rimediali nel codice dell'ambiente. -6. L'incidenza della novella sui profili rimediali. -7. Problemi di diritto transitorio: la revivisccnza della disciplina della quantificazione del risarcimento ex art. 181. n. 349/86 per i fatti dannosi precedenti l'en trata in vigore del codice dell'ambiente. -8. L'incidenza della novella sulla disciplina della bonifica dci siti contaminati. -9. Disciplina transitoria su accordi di programma e transazioni ambientali. [ * ] Contributo pubblicato previo parere favorevole formulato da un componente del Comitato per la valutazione scientifica. Per tutti GIAMPIETRO, La responsabilità per danno all'ambiente, Milano, 2006, pas sim. Si consenta il rinvio, tra i primi commenti, a SALANITRO, La nuova disciplina della re sponsabilità per danno all'ambiente, in Resp. ci!"., 2006, p. 678 ss. (2) Dir. 2004/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale (in G.U.CE. n. L 143 del 30 aprile 2004). (3) Sforzo che ho profuso in tutti i miei lavori, tra i quali si ricordano: SALANITRO, Il ri sarcimento del danno ambientale: un confronto tra vecchia e nuova disciplina, in Riv. giuro amb., 2008, p. 939 ss.; lo., Il danno ambientale, Roma, 2009, passim. Sforzi analoghi, sep pure con risultati diversi, si trovano nei contributi di MELI, Il principio chi inquina paga nel codice dell'ambiente, e di CASTRONOVO, La natura del danno all'ambiente e i criteri di im putazione della responsabilità, entrambi in NICOTRA e SALANITRO (a cura dD, Il danno am bientale tra prevenzione e riparazione, Torino, 2010, p. 69 ss., 121 ss., nonché in BENOZZO, La disciplina del danno ambientale, in GERMANò, BASILE, BRUNO E BENOZZO, Commento al codice dell'ambiente, Torino, 2013, p. 914 ss.

INTERVISTA SU "IL GEOLOGO" - LA TUTELA RISARCITORIA CONTRO I DANNI AMBIENTALI TRA DIRETTIVA 2004/35/CE E D.LGS. 152/2006

Il Geologo - Il periodico dell’Ordine dei geologi della Toscana, 2019

Pubblicato da Aracne Editrice nel mese di Aprile 2018, La tutela risarcitoria contro i danni ambientali tra direttiva 2004/35/CE e d.lgs. 152/2006 è un interessante ed approfondito volume che l’avvocato Antonio Aruta Improta ha scritto sul tema della prevenzione e riparazione del danno all’ambiente. Antonio Aruta Improta ha frequentato la Pontificia Università Lateranense, dove ha conseguito la laurea Magistrale in Giurisprudenza nel 2014, discutendo una tesi in Diritto internazionale-ambientale. Nel 2016 ha superato l’esame di abilitazione all’esercizio della professione Forense. Contemporaneamente, ha frequentato il Master in Diritto dell’ambiente presso l’Università degli Studi Roma Tre, all’esito del quale ha intrapreso un’esperienza formativa al Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale. È membro del movimento dei volontari per il decoro urbano “Retake Roma”. Lo scopo dell’opera è quello di ricostruire, in tale ambito, la frammentaria disciplina sulla tutela risarcitoria contro i danni ambientali offerta dalla normativa comunitaria, ossia la direttiva 2004/35/CE, e quella italiana, contenuta nel D.L.vo 152/2006. In particolare, la critica muove dalla molteplicità di significati attribuiti all’ambiente e dalla stessa definizione di danno ambientale, per poi arrivare all’analisi del regime della responsabilità ambientale e delle azioni finalizzate alla prevenzione e alla riparazione dei pregiudizi arrecati alle risorse naturali, con le relative modalità di attuazione. Da ultimo, l’opera affronta le ipotesi della molteplicità di responsabili dello stesso danno ambientale e della responsabilità del proprietario o gestore dell’area compromessa. Gli argomenti trattati in questo libro sono un’occasione importante di approfondimento per noi geologi, in quanto, sempre più presente nella pratica professionale, il tema della tutela e salvaguardia ambientale, impone l’acquisizione di strumenti di lettura ed interpretazione nel campo giuridico e normativo. Occorre infatti ampliare culturalmente il nostro orizzonte e iniziare un percorso di formazione che ci consenta di dialogare ed interagire con il mondo della giurisprudenza, soprattutto verso coloro che, in questo ambito professionale, si sono specializzati nel campo del diritto ambientale. In tale logica ho proposto all’Autore di percorrere, insieme, gli aspetti prioritari contenuti nel testo, per aiutarci nell’approccio ad una materia e ad argomenti che richiedono il supporto di testi specialistici e qualificati.

AMBIENTE E DIRITTO PENALE: BREVI RIFLESSIONI FRA LE MODIFICHE AGLI ARTT. 9 E 41 COST. E LE PROSPETTIVE DI RIFORMA IN AMBITO INTERNAZIONALE

2023

Il contributo analizza l’impatto che il recente inserimento dell’ambiente in Costituzione può dispiegare in ambito penale, tanto rispetto all’ambiente quale oggetto della tutela penale, quanto sul versante della selezione dei modelli di illecito, soffermandosi in particolare sul problema delle possibili ricadute penalistiche del nuovo vincolo di solidarietà ecologica di tipo intergenerazionale. Seguendo il fil rouge del bene giuridico, la seconda parte del saggio ricostruisce invece i punti critici e le prospettive di sviluppo del diritto penale ambientale internazionale, alla luce della nozione di ambiente quale bene giuridico comune ed universale.