La svolta narrativa di Piazza Fontana (original) (raw)

La strage di Piazza Fontana tra storia e fiction

Nuova Storia Contemporanea Bimestrale Di Studi Storici E Politici Sull Eta Contemporanea, 2012

Quando un film avente ad oggetto una vicenda storica nonché giudiziaria si annuncia mediante una pubblicità che ripete spesso: <<la verità esiste>>, e quando il regista dichiara che <<il vero senso del film è spiegare ai ragazzi d'oggi cos'è stato quel tempo e quell'età>> 1 , allora, per forza di cose, l'opera deve essere valutata secondo criteri storiografici, oltre che cinematografici. E' il caso di Romanzo di una strage, il film sull'attentato di Piazza Fontana-e, in parte, sulla morte di Pinelli e sull'omicidio Calabresiproiettato in centinaia di sale in tutta Italia nella primavera 2012, diretto da Marco Tullio Giordana. Intorno a Romanzo di una strage, al libro Il segreto di Piazza Fontana del giornalista Paolo Cucchiarelli (Ponte alla Grazie, Milano, prima edizione 2009) dal quale il film è stato < 2 e ai temi ivi trattati si è aperto un ampio dibattito, veicolato dalla grande stampa, dalla televisione e da Internet. Al film e al libro-tra i quali esistono differenze, ma secondarie rispetto alle analogie-i commentatori hanno mosso numerosi rilievi. Nella presente esposizione si darà conto di essi nonché delle repliche degli interessati ma, più ancora, si passeranno in rassegna questioni che nel corso della discussione sono state invece trascurate, quali i motivi che inizialmente indussero gli inquirenti a indirizzarsi verso Valpreda, la solidarietà delle sinistre nei suoi confronti, l'evoluzione della verità giudiziaria attraverso gli anni, le azioni del SID a copertura di Giannettini, il movente della strage, il modo in cui le istituzioni e i partiti gestirono la drammatica situazione e altro ancora. Critiche di metodo al film di Giordana Come ha osservato Corrado Stajano sul <>, se il regista avesse fatto della vicenda di Piazza Fontana una sorta di <<tragedia greca, con personaggi immaginari, avrebbe potuto dire quel che voleva. Ma ha imboccato la via del realismo nutrita di finzione>>, commettendo così un errore <<in cui non sono caduti né Francesco Rosi né Gillo Pontecorvo nei loro grandi film>> 3. Più che di errore, credo si debba parlare di rischio difficilmente controllabile, nel senso che Giordana e gli sceneggiatori si sono posti da soli nella scomoda condizione di dover essere precisi e rigorosi usando uno strumento espressivo, il film, che per sua natura si presta male allo scopo, molto meno di un libro. Il genere cinematografico ha canoni diversi, più spettacolari, più semplicistici e tempi più ristretti, essendo necessario condensare in circa due ore discorsi che i volumi, solitamente, sviluppano in forma più lunga e articolata. Uno degli illustri predecessori di Giordana citati da Stajano, Francesco Rosi-regista di Salvatore Giuliano, Le mani sulla città e altre famose pellicole di forte impegno civile-a proposito di Romanzo di una strage ha dichiarato che <<quando si trattano avvenimenti che riguardano la nostra vita pubblica, l'unica cosa che bisogna tener presente è la verità giudiziaria, bisogna procedere senza mai perderla di vista>> (<>, 31 marzo 2012). Viceversa, Romanzo di una strage si è discostato spesso e volentieri dalle sentenze, come mano a mano mostreremo e, all'interno della vasta letteratura sull'argomento, ha incautamente eletto quale suo principale riferimento un libro che dagli esperti aveva ricevuto molte più stroncature che consensi. Il dissenso rispetto ai giudicati penali è pieno diritto di tutti, ma andava esplicitato ed evidenziato. Poiché invece nei titoli di coda del film si legge che esso si basa su atti giudiziari e, sui giornali, Giordana si è premurato di far sapere che lui e gli sceneggiatori Sandro Petraglia e Stefano Rulli hanno studiato a fondo le carte processuali, lo spettatore poco informato è indotto a credere erroneamente che la ricostruzione cinematografica sia in linea con le ricostruzioni giudiziarie. Le scarne informazioni sugli esiti di taluni procedimenti penali date nei titoli di coda stessi non bastano affatto, ovviamente, a rettificare le impressioni suscitate dalle scene. Scene inventate e scene alterate A proposito di scene, in mezzo alla grande maggioranza di esse che è sufficientemente corrispondente a episodi documentati, ce ne sono alcune inventate di sana pianta, formalmente indistinguibili dalle prime, e ce ne sono altre che mescolano realtà storica e realtà virtuale oppure deformano la realtà introducendovi elementi che non le appartengono. Laddove consapevolmente si lavora in tutto o in parte di fantasia, bisognerebbe mettere gli

Romanzo di una strage: Piazza Fontana e le trame del terrorismo italiano

Chi attraverso lo studio e le narrazione di terzi, chi per esperienza diretta, tutti ricordano gli anni della contestazione e quelli del terrorismo politico italiano, sfociati nel clima teso degli anni di Piombo. Dopo 43 anni, Marco Tullio Giordana ha deciso di affrontare nuovamente questo periodo decisivo per la nostra storia inscenando il racconto della più grande e drammatica strage di quegli anni, Piazza Foantana. Romanzo di una strage è un film che ripercorre gli eventi che vanno dall’autunno ‘caldo’ del ’69 alla morte del Commissario Calabresi nel ’72. La ricostruzione storica viene filtrata dalla prospettiva del registra che intende dare un certo taglio alla narrazione dei fatti, alla presentazione dei personaggi e alla indagine storica e giuridica della strage.

Piazza Fontana 43 anni dopo. Tra fiction e history, le verità di cui abbiamo bisogno

“La verità è rivoluzionaria, recitava uno slogan all’alba degli anni Settanta. È ora di crederci. Ma prima, di mettere a fuoco cosa essa sia. Non un’illusione. Non un feticcio per anime belle. Ma neppure un banale reperto rinvenibile sulla scena del crimine.” Milano, 12 dicembre 1969, ore 16,37, una bomba squarcia la Banca Nazionale dell’Agricoltura. Uccide 17 persone e ne ferisce più di novanta. Cambia la storia d’Italia. Sotto la spinta d’imponenti trasformazioni sociali esplose negli anni Sessanta, si aprono i Settanta, decennio segnato da stragi e violenza politica. E gettano le basi della crisi, tutt’ora in corso, della nostra Repubblica. Più di quarant’anni dopo, nel marzo 2012, un fi lm tenta di raccontare la vicenda. È Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana. E l’Italia di nuovo si lacera. Sui fatti, sulle responsabilità, sul senso del passato e sull’utilità di rievocarlo per il futuro. C’è chi dice che i tempi non sono maturi per raccontare gli anni “inquieti”. Chi, tartufesco, suggerisce di «piantarla lì». Sottotraccia, la sensazione che destino dell’Italia sia rimanere ostaggio di arcana imperii. Eppure Piazza Fontana è una strage senza condannati, non senza colpevoli. E una delle verità di cui abbiamo bisogno, perché nelle sue tragiche e comiche maschere ritroviamo tratti rilevanti della crisi di oggi. Una verità da difendere, quindi, se vogliamo trasferire ai più giovani quel senso del passato necessario a progettare il futuro oltre la retorica dei giorni della memoria. Alla verità, quindi, e al suo rapporto con quel passaggio chiave della nostra storia, dedicano in questo libro la propria riflessione il giudice Guido Salvini, artefi ce dell’ultima indagine sulla strage, Luciano Lanza, amico di Giuseppe Pinelli e memoria storica dell’anarchia milanese, Francesco Barilli e Matteo Fenoglio, autori delle graphic novels sulle stragi italiane, fi losofi come Roberta De Monticelli, Paolo Costa, Andrea Zhok, storici come David Bidussa e Maurizio Cau, esperti della produzione e dei consumi letterari come il direttore editoriale di Longanesi, Giuseppe Strazzeri. Funzionari, ognuno per la sua parte, di quella verità alla quale, contro ogni deriva scettica e fumisteria sofi stica oggi non di rado trionfanti, dobbiamo seriamente tornare a credere.

DOPO LE BOMBE. PIAZZA FONTANA E L'USO PUBBLICO DELLA STORIA

DOPO LE BOMBE. PIAZZA FONTANA E L'USO PUBBLICO DELLA STORIA, 2019

È davvero un mistero irrisolto quello della strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969? Tra le tante incognite a cui si è cercato di restituire coerenza storiografica e politica nei cinquanta anni trascorsi dell'attentato che inaugurò la strategia della tensione in Italia, è forse questa la domanda che si è ripresentata più volte e alla quale tentano di rispondere gli autori del volume "Dopo le bombe. Piazza Fontana e l'uso pubblico della storia" (Mimesis 2019).

F.M. Biscione, "Un'operazione governativa finita male. Un’ipotesi per piazza Fontana", in "La strategia della tensione tra piazza Fontana e l'Italicus. Fenomenologia, rappresentazioni, memoria", a cura di M. Cuzzi, M. Dondi e D. Guzzo, Milano, Biblion, 2022, pp. 263-278.

Sappiamo molte cose sulla strage del 12 dicembre 1969 in piazza Fontana a Milano, soprattutto sugli effetti, i lutti, le indagini, i processi. Sappiamo invece di meno sul perché qualcuno pose quell’ordigno. Conosciamo gli ambienti dove nacque l’intento provocatorio e parte della manovalanza che eseguì l’attentato, ma rimane inappagata l’esigenza di conoscere la concreta dinamica e la catena (o le catene) di comando che portarono alla strage. La questione appare rilevante anche perché è prevedibile che in futuro sarà sempre minore l’attività della magistratura sul caso, circostanza che aumenta di molto l’importanza della ricerca. L’ipotesi qui proposta nasce innanzitutto dalla lettura delle testimonianze di Aldo Moro e di Paolo Emilio Taviani, al tempo uomini politici di prima grandezza, ed è bene quindi partire da loro.

(2015) Domenico Fontana e la sistemazione urbanistica della Piazza di San Luigi

Geometria e arditezza tecnica nelle scale napoletane del Settecento a matrice poligonale 123 Salvatore Di Liello _ Università degli Studi di Napoli 'Federico II' 'Il bono architetto deve essere più tosto timido che soverchio'. Austera magnificenza nell'architettura napoletana di Giovan Battista Cavagna nel secondo Cinquecento 149 Indice Giuseppe Pignatelli _ Seconda Università degli Studi di Napoli Alcune considerazioni sulla collocazione della statua equestre di Filippo V Ostaggi a Barcellona per sindrome da padiglione. Il Santuario de la Virgen del Camino a León e la ricostruzione della cattedrale di Capua 219 Indice dei nomi 229 Indice dei luoghi 235 Indice delle illustrazioni fuori testo 239 4 Premessa Nell'ambito delle iniziative promosse dal Dottorato di ricerca in Storia e Tecnologia dell'Architettura e dell'Ambiente della Facoltà di Architettura della Seconda Università di Napoli, è stata organizzata nel 2011 una giornata di studi sul tema Napoli/Barcellona, a cui hanno partecipato Joan Ramon Triadò e Rosa Maria Subirana Rebull dell'Universitat de Barcelona.

La “svolta iconica” della medievistica

«Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari», 2006

EDIZIONI V A SOMMARIO ELISABETTA PODDIGHE, Ateniesi infami (atimoi) ed ex Ateniesi senza i requisiti (apepsephismenoi). Nuove osservazioni in margine al fr. 29 Jensen di Iperide sulle diverse forme di esclusione dal corpo civico di Atene -ENRICO TRUDU, Atriis Graeci quia non utuntur neque aedificant. Tipologie abitative di età ellenistica e romana in Eolia, Ionia e Caria -PIERGIORGIO FLORIS, C. Valerius Triarius. Nota su un senatore della tarda Repubblica -CRISTINA COCCO, L'opera letteraria come "frutto": un uso metaforico di poma (da Marziale a Leon Battista Alberti) -MARIA LUISA FELE, Obtentus -FRANCO PORRÀ, Sulla presunta flaminica dell'iscrizione sarda CIL X, 7602 -ATTILIO FLORE, Notizie di città assediate nelle Noctes Atticae di Aulo Gellio: cenni occasionali e testi artisticamente elaborati -ALESSANDRO TEATINI-ANTONIO IBBA, Il sarcofago di Iulia Severa da Porto Torres -CLAUDIO NONNE, La chiesa di Santa Lucia di Usellus. Contributo all'architettura romanica sarda -IGNAZIO SIDDI, In margine al Capitolo del finocchio al Bronzino dipintore del Varchi -BACHISIO PORCU, I "Nuovi Mondi". Dai viaggi di Cristoforo Colombo lo spunto per un'indagine cartografica che rivela una nuova lettura delle grandi scoperte geografiche -CECILIA TASCA, La formazione di nuove Serie documentarie nell'Archivio Storico del Comune di Bosa e Il Regolamento per la corretta tenuta del bilancio civico del 1766 -NICOLA GABRIELE, Un'esperienza condivisa. La collaborazione di Tuveri e Siotto Pintor al «Movimento Sardo» -SUSANNA SITZIA, Nietzsche e l'Orfismo nella poetica di Dino Campana -ANNA MARIA NIEDDU, Pragmatismo e Trascendentalismo: discendenze, oltrepassamenti, incaute assimilazioni -GIAN LUCA SANNA, John Dewey: il dramma della soggettività nella scelta razionale dei valori -CLAUDIA ATZORI, Neutralità dello Stato ed eguale rispetto in Patterns of Moral Complexity di Charles Larmore -MARCELLO TANCA, Lo strano caso del mare del Nord. Oggetti sociali ed oggetti geografici -NINO C. MOLINU, Ermeneutica e odologia -LUCA VARGIU, La "svolta iconica" della medievistica -ANTONIO LOI, L'acqua è un bene primario! -MYRIAM FERRARI, Alcune questioni sulla partecipazione politica femminile -ALMA AURORA PINTORE, Pastori di Desulo. Geografi per necessità. Linee di ricerca. Vai all'Indice per selezionare l'Autore del contributo che vuoi consultare Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta in qualsiasi forma a stampa, fotocopia, microfilm o altri sistemi senza il permesso dell'Autore o dell'Editore EDIZIONI AV EDIZIONI AV LUCA VARGIU LA "SVOLTA ICONICA" DELLA MEDIEVISTICA SOMMARIO: 1. Le esigenze e le linee-guida del dibattito. -2. Funzionalismo e «atteggiamenti estetici». Imago e immaginazione. -3. Questioni di legittimità. ( 1 ) La paternità dei termini 'iconic turn' e 'pictorial turn' spetta, rispettivamente, a Gottfried Boehm e a William J. Thomas Mitchell. Essi sono comparsi in G. M. BLAY (dir.), Grand dictionnaire de la Philosophie, Paris 2003, pp. 523-525. LUCA VARGIU 424

Piazza Rossini: l'evoluzione storica di un importante sagrato bolognese

«Strenna Storica Bolognese», Anno LXXI (2021), 2021

Questa ricerca analizza l'evoluzione storica Piazza Rossini, nel centro storico di Bologna lungo via Zamboni, dalla sua formazione in epoca medievale legata alla basilica di San Giacomo Maggiore, al consolidamento dell'assetto spaziale con l'edificazione dei palazzi Magnani e Malvezzi de' Medici-caso, attraverso diverse mutazioni nelle destinazioni d'uso degli edifici e nella fruizione dello spazio urbano fino ai giorni nostri. In conclusione vengono descritti gli interventi più recenti per la rigenerazione della piazza nel contesto del progetto R.O.C.K (Regeneration and Optimization of Cultural heritage in creative and Knowledge cities) 2017-2020, finanziato dall’Unione Europea.

La strage di Piazza Fontana e l'inizio della strategia della tensione

2021

Il lavoro si pone l'obiettivo di analizzare le origini della strategia della tensione, soffermandosi in particolare sulla madre di tutte le stragi: la strage di Piazza Fontana. Per comprendere al meglio le cause che hanno portato a quel tragico evento, è stato necessario fare riferimenti al contesto sociopolitico italiano e internazionale degli anni sessanta e settanta. Si è deciso di trattare anche due avvenimenti strettamente correlati con i fatti del 12 dicembre: le morti di Giuseppe Pinelli e di Luigi Calabresi.

Oreste Veronesi - La strage di Piazza Fontana nelle pagine de "L'Arena" (1969-1972)

L’aspra dicotomia che segna la società italiana realizza una delle sue forme più compiute. La strage di Piazza Fontana ha evidenziato in molti casi la subalternità del giornalismo italiano che, abdicando alla sua funzione di quarto potere, si è piegato di fronte alle istituzioni e alle verità costruite, costituendo così un’aggravante della crisi della democrazia in Italia