La battaglia delle Egadi. A proposito di ritrovamenti recenti (original) (raw)

Nuova iscrizione su un rostro proveniente dalla battaglia delle Egadi

A four-lines inscription found on the ram of a ship certainly involved and wrecked in the battle of the Egades (241 B.C.) is published here for the very first time. The paleography and morphology of this inscription perfectly fit the age of this find; moreover the mention of sex viri never attested before allows us to introduce a very important integration of petr., Satyr., 30, 1-2.

Il sito della battaglia delle Isole Egadi: Ricerche e osservazioni del 2015

La Battaglia della Egadi Atti del Convengno, At Favignana, Sicily, 2015

As Co-Director with Sebastiano Tusa of the Egadi Islands Survey Project, I have been privileged with the opportunity to conduct and coordinate research for the battle site of the final conflict of the First Punic War. Over ten years of seasonal field work and to a greater extent research has culminated in this conference and amazing museum exhibit. A tremendous amount of information has been gleaned from the artifacts from the site that include bronze production, warship construction and tactics, and the economic underpinnings of naval warfare. Additionally, the finds have furthered the studies of epigraphy, iconography, and historiography of the period. Although the finds have been significant, the research effort has reached a point where an archaeological responsible change in field and research methodology must be enacted if the site is to be properly studied. This paper provides a summary of the site investigation, the artifacts collected, and the developing hypotheses in hopes of tying together the multiple lines of investigation and how they relate to future site research.

Gli ultimi ritrovamenti e una scultura erratica

La scultura dagli scavi di San Vincenzo al Volturno: Itinerario figurativo attraverso le opere inedite, con prefazione di F. Marazzi, IX Settimana della Cultura (Museo Archeologico di Castel S. Vincenzo, 12-20 maggio 2007), Napoli 2007, pp. 28-47., 2007

Un aspetto di primo piano per lo studio delle dinamiche evolutive che interessarono la produzione artistica attiva nei cantieri dell'abbazia vulturnense, è costituito dalla straordinaria quantità e varietà tipologica dei reperti di arredo scultoreo conservati nei magazzini della Missione. Seppure, nella maggior parte dei casi, il materiale rinvenuto è riferibile all'epoca classica e tardoantica, sistematicamente riutilizzato e riadattato all'interno dei nuovi sistemi ornamentali concepiti per gli spazi di culto altomedievali e romanici, il ritrovamento di una, oramai, cospicua quantità di pezzi di scultura medievale ha consentito di ampliare ulteriormente i margini delle nostre conoscenze in proposito. Come è avvenuto in parte per la pittura, nel caso della produzione plastica è stato possibile attestare in tal modo l'esistenza, se non di una vera e propria tradizione scultorea, quantomeno di un'effettiva attività di lavorazione della pietra, praticata all'interno delle officine del monastero sia in quanto realizzazioni ex novo, sia in quanto operazioni di rilavorazione degli antichi materiali. La rassegna dei manufatti qui di seguito presentata, inoltre, se da un lato testimonia della totale assenza (almeno allo stato attuale delle nostre conoscenze) di sculture appartenenti al genere più comune, quello delle transenne o recinzioni d'altare, dall'altro documenta l'utilizzo di un repertorio iconografico piuttosto eterogeneo, carico di elementi originali e dotato, in alcuni casi, di una marcata e autentica cifra stilistica. Tuttavia, solo attraverso l'indagine approfondita delle problematiche storico-artistiche che investirono la realtà culturale dell'abbazia di san Vincenzo tra la fine dell'VIII e i primi anni dell'XI secolo sarà possibile comprendere a pieno i caratteri specifici della scultura prodotta nei cantieri del monastero. Si tratta in definitiva di ripercorrere gli itinerari tracciati dal passaggio delle correnti artistiche che coinvolsero in quegli anni il territorio vulturnense, per arrivare a definire i confini culturali entro i quali operarono gli esecutori di queste opere, nate certamente dalla sintesi tra le suggestioni del passato, i modelli contemporanei e il legame imprescindibile con la propria terra. 5 Le schede dei reperti analizzati sono state redatte da: Lara Catalano (RN 4709-RN 4835-RN 4957-RN 3983-RN 2333) e Pasquale Raimo (RN 6136-RN 6141-RN 6148-Scultura erratica). Forsyth, J. Higgitt, D. Parsons, Stamford 200 1 PACE 1982 = V. PACE, Campania Xl secolo. Tradizioni e innovazioni in una terra normanna, in Romanico padano, romanico europeo, Parma 1982, pp. 225-256.

Mozia tra IV e III sec. a.C. : nuovi dai dagli scavi della Sapienza, in S. Tusa - C. Buccellato (a cura di), La Battaglia delle Egadi. Atti del convegno (20-21 novembre 2015)

The re-appraisal of Motya even after Dionysious’s siege and violent destruction of 397/6 BC started with Vincenzo Tusa’s work at the 'Cappiddazzu' Temple and it was resumed in the last decade by Sapienza University of Rome in the Sacred Area of the Kothon, where Sanctuary C3 was uncovered, and in Areas B and D, where remains of later occupation where also brought to light. A careful screening of available data showed that the island hosted from the one side rural villas ( ‘Casa dei Mosaici’ and possibly in the ‘Cappiddazzu’ area) and, from the other, industrial activities ( ‘Industrial Area’, pottery kilns along the collapsed and plundered city-walls). Some sparse remains of Roman/Carthaginian presence seem also relevant, like the Punic pugio found east of the Kothon itself, when the sacred pool of Baal had already been transformed into a fish farming device. The Area of ‘Cappiddazzu’ hosted a villa rustica at the time or a sanctuary, soon transformed into an Early Christian complex (as a recently uncovered table altar testifies to), and, after then in the 9th century AD, into a small mosque.

E. Percivaldi, NOTIZIE DAL CAMPO: "Le tombe degli Avari", in STORIE DI GUERRE & GUERRIERI n. 32 (2020), Sprea Editori, pp. 72-75.

Storie di Guerre & Guerrieri, 2020

Un’importante scoperta è stata effettuata nella città di Vinkovci, nella zona orientale della Croazia, a breve distanza dal confine con la Serbia. Durante la risistemazione del locale cimitero cattolico sono state riportate alla luce due tombe di guerrieri àvari databili al VII-VIII secolo: un ritrovamento di grande valore, perché permetterà di conoscere meglio un periodo, quello altomedievale, per molti versi ancora poco conosciuto e ricco di interrogativi.