La monetazione attribuita a Pallanum (original) (raw)
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in La storia della moneta, 26, in L’Arte della Moneta, 48, giugno 2016, pp. 2-6
e della scomunica come arma politica e di governo, luci ed ombre di un regno che, mutando ed adattandosi al trascorrere tempo, sarebbe arrivato fino a noi, pur se molto ridimensionato, nelle moderne vesti dello Stato del Vaticano, dove ancor oggi potere spirituale e temporale si raccolgono nelle mani nel pontefice.
nel volume di recente pubblicazio-neZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA C o in a g e LKJIHGFEDCBA & M o n e y u n d e r th e R o m a n R e p u b l i c i , affrontando il problema della ripresa della monetazione bronzea siciliana nel II secolo a.c., propone di riconosèervi "a monetary system"introdotto da Roma contemporaneamente ai provvedimenti presi da Rupilio in seguito alla prima rivolta schiavile. A tale proposito evidenzia che almeno una monetazione, quella di Kalacte, sembra appartenere a questo periodo. Dal Crawford viene dunque la prima precisa proposta di datazione perle serie kalactine: infatti, finora, i cataloghi, le silloii, gli studi di cronologia, probabilmente senza tenere in considerazione il chiaro indizio offerto dalla tipologia del nominale· superiore ispirata a quella delle s t e p b a n e p b o r o i , si erano limitati ad inserire tali emissioni nell' arco di anni compreso tra il 241 e il 210 a. C. oppure a definirle, ancor più genericamente, di età romana>. * Sono qui pubblicati i risultati di una ricerca condotta all'interno di un seminario di studi sulla monetazione siciliana in età romana, diretto nell' a.a. 1984/85 dalla prof.ssa Maria CACCAMO CALTABIANO,che sentitamente ringrazio per i preziosi suggerimenti ed il costante incoraggiamento. 1 M.H. CRAWFORD, C o in a g e & M o n e y u n d e r th e R o m a n R e p ub lic , London 1985, pp. 113-5. 2 Si vedano le opere citate a p. 132. 3 Il luogo dove, a distanza di quasi mezzo secolo, sarebbe sorta Kalacte era già stato segnalato dagli Zanclei ai Samii, nel 494 a.c., per una colonizzazione. L'idea sarebbe stata quella di ionicizzare la zona, e infatti: è7tE:KUì..ÉOVTO TOÙç"Icovcç Èç KUAilv 'AKtT'\V. 130lJAOIlE:V01 u&r6fh 1tOAtVxrtotn 'Icòvov (Herod. 6,22). Ma è legittimo dedurre da tale affermazione che la zona fosse già nota ed abitata, come varii studiosi (cfr. P. FIORE, C o n tr ib u to a ll'id e n tific a z io n e d e ll'a n tic a C a la c ta , in "Sicilia Archeologica" XIII, 1971,. pp. 55-6; D. ADAMESTEANU, L 'E l l e n i a a z i o n e d e lla S ic ilia e il m o m e n to d i D u c e z io , in "Kokalos" VIII, 1962, p. 192) hanno ipotizzato, agli inizi del quinto secolo a.c.? Una
La monetazione in bronzo di Festòs
F. Carbone, in S. De Caro, F. Longo, M. Scafuro, A. Serritella (a cura di), Percorsi. Scritti di Archeologia di e per Angela Pontrandolfo, Vol. 2, Paestum 2017, pp. 149-162., 2017
La realizzazione e la stampa di questi due volumi è stata resa possibile anche grazie al contributo del grafico Massimo Cibelli.
La monetazione tradizionale di Carlo V per Milano
Comunicazione - Bollettino della Società Numismatica Italiana, 2022
Le coniazioni milanesi a nome di Carlo V d'Asburgo sono state spesso oggetto di studi numismatici, soprattutto relativi alle simbologie classicheggianti delle emissioni sul piede dello scudo d'argento e all'operato dello Scultore Cesareo Leone Leoni presso la zecca di Milano. Tutte le altre emissioni risultano spesso solamente descritte nei testi di riferimento catalogico; non vi sono studi specifici circa questioni di ordine cronologico, innovazione iconografica e collocazione nel variegatissimo (e caotico!) panorama del circolante monetario milanese negli anni '30 e '40 del XVI secolo. In questa sede tenteremo quindi di gettare luce su queste emissioni meno note e ancor meno comprese appieno nella loro logica economica.
La monetazione di Onorio, 2018
A causa dell'inflazione che colpì l'economia degli anni tra la fine del III e gli inizi del IV secolo, si ebbe una perdita del potere di acquisto della moneta e il conseguente rialzo dei prezzi, tanto che nel 305, Costantino dovette procedere ad una nuova riforma monetale, il cui caposaldo fu la moneta in oro, il solido, emesso con il peso di 1⁄74 di libbra, equivalente a 4,54 g 1 , a cui furono affiancate anche due frazioni, il semisse e il tremisse, rispettivamente ½ e ⅓ di solido. Nel 368 d.C., durante il regno di Valentiniano I e Valente, fu imposta sulla moneta aurea la sigla OB. La sigla comparve per la prima volta nel campo dei solidi di Costantinopoli emessi per i quinquennalia di Valentiniano e Valente (26 febbraio 368 d.C.), e subito dopo si spostò all'esergo, unita alle iniziali delle varie zecche (TROB, MDOB, AQOB, ecc.) 2 . Alcuni ritengono che OB stia per "72" in numerali greci, e si riferisca quindi al peso del solido in 1/72 di libbra d'oro, come la cifra latina LXXII che era apparsa su alcuni solidi alla fine dell'età costantiniana 3 ; va tuttavia notato come la stessa sigla comparirà poi su alcuni multipli e frazioni del solido, pertanto non può essere un'indicazione di peso. È molto più verosimile, per non dire certo, che la sigla sia l'abbreviazione di "(aurum) Ob(ryzum)", cioè oro purissimo e sia quindi un marchio di garanzia della purezza del metallo 4 . Questo marchio fu temporaneamente sospeso durante le campagne contro Magno Massimo nel 388 quando, in oriente, la coniazione aurea fu accentrata a Costantinopoli che continuò ad usare la sigla CONOB, mentre in occidente l'oro fu inizialmente contrassegnato dalle sole lettere COM, che indicano l'autorità responsabile dell'emissione, il "Com(es auri, o sacratum largitionum)" 5 . Dopo la morte di Magno Massimo e il ritorno dell'occidente sotto Teodosio, le zecche occidentali aggiunsero nel campo le loro iniziali. Infine, dopo la sconfitta di Eugenio (settembre 394 d.C.), fu ripristinato il marchio di garanzia OB aggiungendolo, nell'esergo, alle lettere COM, e da allora in occidente l'oro fu regolarmente contrassegnato dalla sigla COMOB all'esergo, quasi sempre accompagnata dalle iniziali delle zecche nel campo. Nei primi anni del IV secolo la riforma costantiniana previde la rimozione dal mercato delle emissioni in argento introdotte da Diocleziano, con l'inserimento di nuovi nominali, siliqua e miliarense, la prima coniata a 1⁄96 di libbra, 3,41 g e il secondo a 1⁄72 di libbra, con peso di 4,23 g. Come per le produzioni auree, anche sull'argento venne posto un marchio che ne assicurava la purezza, PS, pusulatum, "purificato", un dato confermato anche in questo caso da analisi recenti. La siliqua sotto i Valentiniani, tende a diminuire progressivamente di peso, stabilizzandosi poi sui 2,27 g (1/144 di libbra) 6 . Dopo l'elevazione di Teodosio all'impero (379 d.C.) le zecche occidentali iniziarono a coniare anche la mezza siliqua di 1,137 g (1/288 di libbra), 14-15 mm) 7 che ha come tipo normale una vittoria a sinistra ed è per questo chiamata "vittoriato". Per la monetazione in lega di rame 8 la riforma di Costantino prevede inizialmente un "follis" di 6,5 g, un peso che viene ridotto rapidamente 9 , fino a raggiungere 1,36 g. Non esistono molte fonti che possano illustrare con certezza quale tipo di moneta in lega di rame fosse utilizzata in questo periodo, ma alcuni dati sono presenti in passaggi del Codex Theodosianus; quello datato 354/356 d.C. dichiara che maiorinae vel centenionalis erano le uniche emissioni ammesse alla circolazione 10 . I tentativi di interpretazione di questi testi e il collegamento con le produzioni monetali di questo periodo sono molteplici 11 , perciò, per ovviare all'uso di 1 8 In questa analisi si considerano produzioni in lega di rame anche emissioni come l'AE2 FEL TEMP REPARATIO che dovrebbero contenere ca. 2,5% di argento nella lega. 9 Dal RIC VII, 310 = g 5,20; 312 = g 4,5; 314 = g 3,75; 318 = g 3,35; 322 = g 3,00; 330 = g 2,25; 335 = g 1,50. 10 Codex Theodosianus., IX.23.1; "pecunias quae more solito maiorinas vel centenionales communes appellant vel veteras quas vetitas esse cognoscunt".
La monetazione annibalica di Petelia
- Cfr. ad esempio il passo del Gervasio indicato nella nota precedente. 37) FORTI, Cero Gnathia, pago 119. 38) Cfr. C.V.A. Villa Giulia III, IV Bq, 4, 1,2. 39) Cfr. J. et L. JEHASSE, La nécropole préromaine d'Aléria, pago 199, 379 e tav. 99. 40) Cfr. ad esempio A. D. TRENDALL, Vasi Antichi Dipinti del Vaticano -Vasi Italioti ed Etruschi a figure rosse, Città del Vaticano 1955, fase. II, pago 268.
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Un insolito rinvenimento monetale dall’area del Palazzo imperiale
in Notiziario del Portale Numismatico dello Stato, 3. L’eredità salvata. Istituzioni, collezioni, materiali a Milano tra numismatica e archeologia (Catalogo della mostra, Milano, 22 novembre – 20 dicembre 2013), a cura di G. FACCHINETTI, S. PENNESTRÌ, Roma 2013, p. 66., 2013