La Banca Popolare di Ravenna - Le mura repubblicane (original) (raw)

Considerazioni sulle mura arcaiche e repubblicane a Roma

Le mura della Roma arcaica sono state per molti anni un argomento dibattuto e spesso oggetto di un accanito negazionismo, legato direttamente all'immagine primitiva della comunità di Roma nei primi secoli della sua storia, secondo la vulgata di una storiografia ipercritica sulle fonti letterarie dell'età regia ed alto repubblicana. Tuttavia le ricerche condotte in Italia centrale tirrenica negli ultimi quaranta anni hanno contribuito a modificare profondamente lo stato delle conoscenze sull'urbanistica tra Bronzo Finale ed età del Ferro, sottolineando il carattere difeso dei maggiori abitati fin dal X-IX secolo a.C. 1 ed ovviamente anche quello dei centri di epoca arcaica 2 . A livello archeologico non vi è ormai più ragione di dubitare che tra il VI e il I secolo a.C. Roma venne difesa da un perimetro di fortificazioni lungo circa 11 chilometri che includeva un'area stimabile intorno ai 400 ettari, corrispondente alla tradizionale città dei sette colli, dimensioni che la pongono tra i maggiori centri fortificati dell'epoca in area mediterranea 3 .

Le mura repubblicane di Mutina

Rinvenimenti riferibili alle fortificazioni e note di urbanistica mutinense Mutina è ricordata nelle fonti letterarie antiche come città fortificata ben prima della sua deduzione come colonia di diritto romano. Infatti, già nel 218 a.C., ossia all'inizio della seconda guerra punica, la città era cinta da mura ed era controllata da un presidio dell'esercito romano. È ben noto il racconto di Polibio che, descrivendo la rivolta dei Galli Boi poco prima dell'arrivo di Annibale in Pianura Padana, ricorda che i triumviri che stavano completando l'assegnazione delle terre nelle colonie di Piacenza e Cremona si ritirarono dietro le mura di Mutina, che venne cinta d'assedioi(1). La città, dunque, fin dalle prime fasi della romanizzazione della pianura padana, costituì un importante polo strategico, trovandosi lungo la via Emilia, arteria stradale di primaria importanza, che univa Ariminum (Rimini) a Placentia (Piacenza), realizzata a partire dal 187 a.C. dal console Marco Emilio Lepido, verosimilmente seguendo un più antico tracciato.

Nuove mura per Roma repubblicana. Questioni aperte e spunti di ricerca

Roma medio repubblicana, dalla conquista di Veio alla vittoria di Zama, Roma 2020, pp. 235-253.

Most of the remains of the ancient city walls of Rome, known as the Servian Walls, can be attributed to the reconstruction carried out at the beginning of the 4th century BC with large square blocks of “yellow tufa of Grotta Oscura” (today technically defined as “yellow tufa of the Via Tiberina” or TGVT), whose quarries were located in the territory of influence of the Etruscan city of Veio, conquered in 396 B.C. Almost ninety years after the masterly publication of Säflund, we try to take stock of the state of research today. We will therefore examine here the problems linked above all to the reasons that led to the decision to build a new city wall, the choice of material and route, and finally its specific characteristics, even if it is not possible to propose definitive solutions to the proposed questions.

Le Case del popolo comuniste in provincia di Ravenna

La storia politica e sociale della Romagna è profondamente legata ad un modello di "vita associata" peculiare, al tempo stesso capace di suscitare grande interesse, aperta ammirazione ed immancabile preoccupazione 1 . Fin dalla metà dell'Ottocento, palesandosi apertamente in occasione del famoso dibattito parlamentare sulla reale natura delle associazioni esistenti in Romagna 2 , la propensione di queste popolazioni per la politica ha dunque calamitato l'interesse generale degli osservatori 3 . Al punto che tale stretto rapporto, confermato e approfondito nei successivi decenni, ha finito per trasformarsi in vero e proprio tratto identitario 4 . Abbiamo quindi a che fare con un carattere 1 Maurizio Ridolfi, tra gli studiosi che maggiormente hanno indagato il ruolo delle pratiche sociali quali elementi costituitivi della dimensione politica locale, nota come, per questa regione, si possa senz'altro parlare della "vita associata" quale «fattore genetico e persistente dell'identità delle genti emiliano-romagnole nell'ultimo secolo» Maurizio Ridolfi, La terra delle associazioni. Identità sociali, organizzazione degli interessi e tradizioni civiche, in Storia d'Italia. Le regioni dall'Unità a oggi. L'Emilia-Romagna, a cura di Roberto Finzi, Einaudi, Torino, 1997, p. 370). Dello stesso autore si vedano anche Associazionismo e forme di socialità in Emilia-Romagna fra '800 e '900 (a cura di Maurizio Ridolfi e Fiorenza Tarozzi, in «Bollettino del Museo del Risorgimento» di Bologna, XXXII-XXXIII, 1987-1988); Le radici dell'"Italia rossa" (Nel segno del voto. Elezioni, rappresentanza e culture politiche nell'Italia liberale, Carocci, Roma, 2000, pp. 149-154); Una storia dualistica? Il territorio emiliano e romagnolo («Memoria e Ricerca», n. 22, maggio-agosto 2006, pp. 67-84) e Le tradizioni civiche (in Storia dell'Emilia-Romagna, a cura di Maurizio Montanari, Maurizio Ridolfi, Renato Zangheri, 2, Dal Seicento ad oggi, Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 76-91).

Le acque di Roma repubblicana

A. D'Alessio, M. Serlorenzi, Ch. Smith, R. Volpe (a cura di), Roma medio repubblicana. Dalla conquista di Veio alla battaglia di Zama (Atti del Convegno Internazionale, Roma, 5-6-7 aprile 2017), Roma 2020, 2020

Dalle cave della via Tiberina alle Mura repubblicane di Roma

in Arquelogía de la Construcción IV. las canteras en el mundo antiguo: sistemas de explotación y procesos productivo. Convegno Internazionale di Studi (Padova, 22-24 novembre 2012) (Anejos de Archivo Espanol de Arqueologia LXIX), Madrid-Mérida 2014, pp. 61-71.

Much of what has been preserved of the ancient walls of Rome (known as Servian Walls) can be attributed to the reconstruction carried out in the early fourth century BC. The square blocks that constitute them, in fact , are of “yellow tuff of Grotta Oscura” (today technically called “yellow tuff of the via Tiberina” or TGVT, a tufa volcanic district pertaining to the Monti Sabatini, north of Rome), whose quarries were in the territory of influence of the Etruscan city of Veii, conquered in 396 BC. The aim of this study is to determine the reasons for the choice of this material, by calculating how much work and how much manpower can be served to extract such a quantity of blocks and put them in place; moreover, in what way and by what means it must have been organized the transfer of the blocks along the Tiber, and then within the city up to the various construction sites. Keeping this in mind, the signs engraved on the blocks before their setting up should perhaps be interpreted as distinguishing marks of a particular sector of quarrying, maybe accounting for the attribution of each fluvial load to a certain site. It is therefore proposed the hypothesis that the cultivation of these quarries was already active, although to a lesser extent, before the construction of the Walls, and that the choice of the material is then due to the existence of quarries already organized, able to provide huge amount of material, which could quickly come to Rome via the river.