I viaggi italiani del Moro (original) (raw)

Le origini intellettuali della rivoluzione italiana: il '68 e la sua genesi, in “Scienza & Politica”, 30, 59, 2018, pp. 79-103.

Scienza & Politica, 2018

Italiano Il '68 italiano, rispetto allo stesso movimento in altri paesi europei, si caratterizza per la sua lunga durata e per la sua particolare intensità. Si tratta infatti di un movimento che ha prodotto effetti potenti e duraturi sulla società italiana per almeno un decennio, con un impatto ben visibile nella persistente memoria storica dell'evento che si ripresenta anche ai giorni nostri. Ma lo scoppio del '68, come le conquiste sociali e legislative degli anni '70, devono le loro condizioni di possibilità a una rottura, politica ma soprattutto teorica, che si è verificata in precedenza, all'inizio degli anni '60. Risalire alla genesi della rottura dell'immaginario conservatore degli anni '50, oltre ad essere un'operazione di storia intellettuale, può essere utile per indagare come emerge la "novità teorica", in questo caso attraverso una rottura con la tradizione tesa però alla sua riattivazione. English '68 in Italy, compared to the same movement in other European countries, is characterized by its long duration and its particular intensity. It is in fact a movement that has produced powerful and lasting effects on the Italian society for at least a decade, as it is visible in its central presence in the historical memory of the country, still today. But the outbreak of '68, like the social and legislative achievements of the 70s, owe their conditions of possibility to a break-a political break but above all a theoretical break-which occurred earlier, at the beginning of the 1960s. Going back to the genesis of the breakdown of the conservative imagery of the 1950s, while being an operation of intellectual history, can be useful to investigate how the "theoretical novelty" emerges, in this case through a break with its own tradition, albeit aiming to its reactivation.

Il 68 e la la distruzione del pensiero dialettico in Italia. Note semifilosofiche sugli anni '60 e '70.

Figure e interpreti del '68, 2019

The essay intends to demonstrate and discuss, in the context of a critique of the so-called “Italian Theory”, the theoretical weakness of Della Volpe’s and Colletti’s Marxism from on side and Mario Tronti's operaism from the another. An extremely reductive evaluation of Hegel's dialectic and philosophy has delivered Della Volpe-Colletti to an uncritical empirical approach, which has prevented them from understanding how the basis of Marx's Captiale is the model of historical-social science, profoundly different front the natural science, originally conceived by idealism German by Fichte and Hegel. This devaluation of the dialectic has profoundly conditioned Tronti's thought, leading him to propose a Gentilian theory of the act as a principle of class action and of its presumed “a priori” revolutionary nature.

Althusser in Italia : saggio bibliografico (1959-2009)

2011

L’intervento di Althusser ha toccato i grandi temi della filosofia e della politica degli anni Sessanta e Settanta – la dialettica, lo storicismo, l’umanesimo, il determinismo sociale – e continua a interrogare in profondità lo statuto della filosofia. Questo libro documenta la diffusione e la ricezione in Italia dell’opera del filosofo marxista francese Louis Althusser (1918-1990). I documenti di un dibattito culturale oggi dispersi, frammentari e di difficile reperimento (un paradosso dell’information overflow), sono raccolti, descritti e schedati alla luce degli attuali standard bibliografici internazionali. Ne risulta un libro che ha l’ambizione di rappresentare il repertorio definitivo ed esauriente delle pubblicazioni di e su Althusser in Italia e inoltre un saggio innovativo, e metodologicamente aggiornato, sul fenomeno della ricezione. La copertura cronologica del repertorio va dal 1959, anno di pubblicazione della prima recensione all’opera di Althusser dedicata a Montesquieu da parte di Norberto Bobbio, alla scoperta delle inedite riflessioni sul materialismo aleatorio e sul destino della filosofia. La bibliografia è corredata di indici per autore, per rivista, per argomento. Il volume è arricchito da alcuni saggi che ricostruiscono le diverse fasi della ricezione e i differenti orientamenti critici (marxismo storicistico, e altre forme eterodosse di marxismo, ma anche fenomenologia e pensiero cattolico) che si sono confrontati con Althusser. Pur nel rigore imposto da un saggio bibliografico, l’autore ci offre uno spaccato su cinquant’anni di storia filosofica italiana.

Il mondo mistico del Capitale. Scienza, critica e rivoluzione in Lucio Colletti

Consecutio Rerum, 2018

Taking the cue from some of Lucio Colletti's unpublished letters and writings , this article will focus on Colletti's work from the 1967-1973 period. Here, Col-letti interprets Marx's theory of value in terms of a «real abstraction»-i.e. in terms of the alienation of individual private labours. By turning this abstraction into an object and by reifying it, capital becomes for Colletti an inherently "upside-down" social reality, the knowledge of which can only be acquired through the critique and upturning of its idealism. The originality of Colletti's Marxism lies in the powerful link it establishes between political economy and critique, between Marxism and the critique of idealism, between science and revolution.

Sulla storia della "Rivista trimestrale". Una intervista

The interview traces the different stages of the story of the «Rivista Trimestrale» and reconstructs the role that it had in the political cultural and philosophical Italian debate since the sixties. In the interview, Marcello Mustè shows the way in which many of the insights and reflections that were developed within this research laboratory have anticipated historical scenarios which have been outlined starting from the 1989, and continue to provide valuable tools for the reflection about our contemporaneity.

Laicità, democrazia e critica della società del superfluo. Storia della «Rivista Trimestrale». Intervista a Marcello Muste

The interview traces the different stages of the story of the «Rivista Trimestrale» and reconstructs the role that it had in the political cultural and philosophical Italian debate since the sixties. In the interview, Marcello Mustè shows the way in which many of the insights and reflections that were developed within this research laboratory have anticipated historical scenarios which have been outlined starting from the 1989, and continue to provide valuable tools for the reflection about our contemporaneity.

"Materialismo Storico" 1/2018 (IV): Un ricordo di Domenico Losurdo - Rivoluzioni e restaurazioni, guerre e grandi crisi storiche. Cento anni dalla Rivoluzione d'ottobre - Parte seconda

Materialismo Storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane afferente al Dipartimento di studi umanistici dell'Università di Urbino e con il patrocinio della Internationale Gesellschaft Hegel-Marx fuer dialektisches Denken, 2018

EDITORIALE DOMENICO LOSURDO 1941-2018, IN MEMORIAM Stefano G. Azzarà BIBLIOGRAFIA COMPLETA E APPROVATA DI DOMENICO LOSURDO ___________________________ SAGGI RIVOLUZIONE D’OTTOBRE E RIVOLUZIONE ANTICOLONIALE Domenico Losurdo MATERIALISMO E RIVOLUZIONE: LIMITI DI UN PARADIGMA Roberto Finelli NEI QUADERNI FILOSOFICI DI LENIN: LO STUDIO DELLA LOGICA E LA LETTURA DEL PROPRIO TEMPO Emiliano Alessandroni LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE COME RINASCITA DELLA CULTURA Marcos Aurélio da Silva LETTERATURA E RIVOLUZIONE: UNA DIALETTICA APERTA Salvatore Ritrovato _________________________ STUDI DIVERSI ERIC WEIL: LA STORIA COME PROBLEMA FILOSOFICO Edoardo Raimondi __________________________________ NOTE DA SPINOZA A GRAMSCI: INTERVISTA AD ANDRÉ TOSEL (30 MAGGIO 2016) – SECONDA PARTE Gianfranco Rebucini SULLA PIÙ RECENTE TRADUZIONE ITALIANA DEL LIBRO PRIMO DE IL CAPITALE Alessandro Cardinale FORTINI E I «POETI DEL NOVECENTO» Pier Vincenzo Mengaldo ___________________________ RECENSIONI Mustè (Dettori) PERSONE

Christine Buci-Glucksmann tra Althusser e Gramsci (1969-1983)

Quarant’anni fa (1975), usciva Gramsci et l’État di Christine Buci-Glucksmann, libro pionieristico e per certi versi ancora attuale nel tentativo di seguire “il ritmo del pensiero” dei Quaderni sulla base dell’edizione critica allora in via di pubblicazione, nel rifiuto di ogni contrapposizione tra il Gramsci degli scritti politici e del carcere, nell’insistenza sul nesso tra biografia politica e riflessione teorica dell’autore. Ma il volume in questione rappresenta soprattutto uno dei maggiori punti d’incontro tra l’opera di Althusser (fondamentale nella formazione della giovane studiosa nella temperie culturale e politica della fine degli anni Sessanta, tra esigenze di rinnovamento del comunismo e istanze femministiche) e quella di Gramsci, e più in generale un momento decisivo della ricezione francese di quest’ultima. Infatti, pur prendendo apertamente le distanze dai giudizi estremamente critici espressi da Althusser nei confronti di Gramsci (successivamente attenuati e corretti dal riconoscimento dei suoi meriti storici), Buci-Glucksmann si serve largamente di concetti (surdeterminazione, apparati ideologici, rottura epistemologica) e soprattutto metodi (lettura sintomale) tipici del pensiero althusseriano per interpretare, in modo originale e fecondo anche se non privo di schematismi e rigidità, gli appunti carcerari gramsciani. Il libro del 1975 costituisce una tappa decisiva anche nello sviluppo del pensiero di Buci-Glucksmann, che aveva esordito qualche anno prima con una difesa della Dialettica della natura di Engels e di Materialismo ed empiriocriticismo di Lenin (Engels et la philosophie marxiste, 1971) e quindi, sempre sulla scia dell’althusserismo, aveva introdotto la traduzione francese di Ideologia e società di Colletti presentandone in luce sostanzialmente favorevole la lettura dellavolpiana del Marx “scienziato” (Presentation a De Rousseau à Lenine, 1973). Nel frattempo, soprattutto grazie alla lettura dei Quaderni filosofici di Lenin, aveva iniziato a comprendere l’importanza del pensiero hegeliano nella stessa costituzione del materialismo storico, misconosciuta dal primo Althusser ma a suo giudizio decisiva nella ricerca di una sorta di “terza via” tra stalinismo e marxismo occidentale (Hegel, Lenin e la teoria marxista in Francia, 1972; Philosophie et politique, 1973). Su questo terreno avviene l’incontro dell’autrice con Gramsci, cui prima della monografia aveva dedicato un paio di saggi (Gramsci et la question scolaire, 1972; Gramsci et l’état, 1974) e che sarà ancora al centro della sua riflessione tra la fine degli anni Settanta e l’inizio del decennio successivo, con una sempre maggiore insistenza sull’originalità della lettura gramsciana del marxismo e del leninismo che, nella sua estraneità alle due incarnazioni novecentesche del pensiero marxiano – socialdemocrazia e socialismo “reale” – si sforza ora di presentare in chiave di continuità con la proposta politica dell’eurocomunismo (Sui problemi politici della transizione, 1977; voci del Dictionnaire critique du marxisme, 1981; Le défi social-démocrate, 1981; La gauche, le pouvoir, le socialisme, 1983). Ben presto, tuttavia, Buci-Glucksmann prende le distanze anche da questa prospettiva e, attraverso Baudelaire e Benjamin, “scopre” l’estetica, l’arte barocca, il cinema ecc. (La raison baroque, 1984), avviando una nuova stagione di ricerche e di saggi che dura tuttora, e nella quale sarebbe interessante ricercare le tracce (dirette e indirette), del giovanile incontro con Gramsci.