F. BENENTE, N. CAMPANA (2013). Archeologia di un territorio: il Museo Archeologico di Chiavari e il Sistema Museale di Sestri Levante e di Castiglione Chiavarese, in Notiziario. Ministero Per i Beni Culturali e Ambientali. Ufficio Studi, pp. 46-49 (original) (raw)

M. CANCELLIERI, Premessa. Priverno. Un Sistema nel Sistema: la rete museale urbana. Museo Archeologico. Museo Medievale. L’Area Archeologica Privernum, in M. CANCELLIERI (a cura di), Monti Lepini. Sistema Museale Territoriale, Pontinia 2008, pp. 9-10; 25-38

P er l'Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, una pubblicazione sul Sistema Museale dei Monti Lepini rappresenta un atto molto importante. Non tanto o non solo perché si tratta di un testo che offre una panoramica esauriente della ricca offerta di servizi culturali del territorio a cavallo tra la Provincia di Roma e quella di Latina, ma perché verte su un'area del Lazio particolarmente ricca dal punto di vista storico e artistico. Questo volume illustra sia musei pubblici, completati o che stanno ultimando il loro allestimento, sia musei e collezioni private. Tra i sistemi museali, quello dei Monti Lepini offre infatti un esempio particolarmente significativo e variegato e vede la presenza di musei archeologici, storico-artistici, demoetnoantropologici, scientifici. È anche grazie al sostegno e al coordinamento fornito dalla Regione Lazio che i Musei Lepini hanno saputo, in questi ultimi anni, crescere e svilupparsi, nell'ottica di una fertile collaborazione tra amministrazioni comunali e direttori, facendosi non solo luoghi da visitare per ammirare ciò che contengono o gli edifici stessi che li ospitano, ma trasformandosi anche in promotori di ricerca scientifica e di identità territoriale: al servizio del cittadino residente, del turista ospite e dello studioso. D'altra parte, come detto, stiamo parlando di un territorio fondamentale per l'identità culturale della nostra regione: il sud del Lazio, con l'abbazia di Fossanova, l'oasi di Ninfa e l'immensa ricchezza del folklore e dell'arte del territorio dei Lepini, presenta molti spunti di eccellenza, che la Regione, anche in futuro non mancherà di valorizzare e promuovere; con la tutela, con il marketing territoriale ma, soprattutto, con un sostegno costante all'opera insostituibile di catalogazione e conservazione svolta dai nostri sistemi museali.

G. SPADEA, F. BENENTE, et al., Archeologia urbana a Chiavari. Nuovi dati e prospettive di lettura archeologica di un centro medievale di nuova fondazione, in Atti del VI Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Firenze 2012, pp. 713-723.

1. chiavari: la ricerca archeologica per la conoscenza e per la tutela della città medievale Le indagini sistematiche nel sottosuolo di Chiavari rappresentano una strategia di conoscenza e tutela piuttosto recente, esito della fattiva collaborazione tra Comune e Soprintendenza in un mutato clima di consapevolezza culturale e di piena condivisione dei principi che hanno ispirato il Codice per i beni culturali e per il paesaggio e la regolamentazione dell'archeologia preventiva. L'opera di vigilanza archeologica continua nei cantieri aperti dall'Amministrazione Comunale per interventi di pubblico interesse (asse stradale Via Ravaschieri-Piazza della Fenice; largo Marana) e in alcuni casi lo scavo preventivo (complesso della Cittadella; sotto portico Palazzo Portici Neri), anche in contesti di privati (Villa Giorgi; area ex Cinema nuovo; complesso di San Bernardino), hanno messo in evidenza stratigrafie e modifiche del tessuto urbano tra XII e XIX secolo ( ).

Pasquale Favia, Roberta Giuliani, Maria Luisa Marchi, Montecorvino. Note per un progetto archeologico: il sito, i resti architettonici, il territorio, in A. Gravina (a c. di), Atti 27° Conv. Naz. Preist.-Protost.-Storia della Daunia (San Severo 25-26 novembre 2006), San Severo 2007, pp. 233-262).

Nel 2006 è stato avviato un programma di ricerche archeologiche che ha come oggetto l'insediamento abbandonato di Montecorvino (fig. 1); ricadente nel territorio comunale di Volturino, il sito è ubicato su uno dei primi rilievi dei Monti della Daunia, lungo i percorsi di collegamento con il Molise interno. Dell'antico abitato si conservano ancora emergenze architettoniche imponenti ( ), quali le vestigia della chiesa cattedrale 1 e di una torre. Le strutture della cattedrale medievale si elevano ancora, in certi punti, fino a oltre 3 metri consentendo la lettura dei suoi principali elementi planivolumetrici; le rovine della torre si ergono ancora fino ad un'altezza di circa 24 m. e sono visibili anche da lunga distanza, costituendo un elemento di grande effetto scenografico, assurgendo quasi a simbolo del sito e della sua vicenda storica. 1 La chiesa è ancora oggi meta di un pellegrinaggio di grande devozione popolare, in onore di Sant'Alberto, secondo la tradizione agiografica uno dei primi vescovi di Montecorvino (Acta Sanctorum, Apr. I, cc. 432-435).

5 www.bollettinodiarcheologiaonline.beniculturali.it BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE. LA NECROPOLI DE LE CASTAGNE A CASTEL DI IERI (AQ): CULTURA MATERIALE E INQUADRAMENTO TERRITORIALE. GLI SCAVI 1983 E 1989

The necropolis of Le Castagne and the fortified site of Colle Cipolla (Castel di Ieri and Castelvecchio Subequo; AQ), close to the mountainous pass of Forca Caruso in the Abruzzo region, were investigated on several occasions between 1983 and 2002. The necropolis, composed approximately by 300 tumulus tombs, was individuated by Ezio Mattiocco, a local expert, and confirmed by aerial photograph monitoring, that evidenced its wide extension. A first excavation was carried out during 1983, bringing to light 11 tombs, 7 of which concentrated in a single area. The tombs, characterised by shallow pits for single inhumations covered by a huge amount of earth and stones, were partially disturbed by post-depositional events, although a certain part of their grave goods was preserved. They can be dated to a period between the 8 th and the beginning of the 6 th century BC, and the burial rite adopted is quite homogenous and typical of the inner area of the Abruzzo region: male individuals marked by the deposition of offensive weapons (daggers, swords, spears) and women characterised by jewellery and other ornaments (neck-laces, fibulae, belts and also ornamental drilled disks), in addition to a small number of pottery vessels for each grave. During the same year, the site of Colle Cipolla was investigated, sampling a part of the defensive walls, made by irregular stones. Another sample was carried out inside the settlement, without finding any structural evidence. Instead, a large tumulus tomb was localised just in the middle of the site. Based on the finds, the area was frequented since the Neolithic and the Copper Age, but the fortified site was probably settled together with the use of the necropolis (8 th-6 th century BC). In 1984 a bronze sheet jug was found in the area of the necropolis and, in 1989, the excavation of the tumulus localised inside the site of Colle Cipolla revealed the presence of two quite contemporary graves: one of an adult man and the other of a woman, with typical grave goods (weapons, fibulae, some pottery vessels), both dated during the second half of the 6 th century BC. It is quite possible that the end of the site of Colle Cipolla was marked by the building of this tumulus, as a ritual abandonment act and, probably, the community originally settled in, moved to another location, which can be individuated in the low-valley site of Superaequum. Since the middle-republican times, Supaeraquum became the main centre in the surrounding area, controlled by the Roman authority, but its role began to increase since the end of the 6 th century, as demonstrated by the first establishing of the funerary area of Macrano, with a monumental tumulus grave, similar to that in Colle Cipolla, originally occupied by two fossa pits (one of a man and the other of a woman).