Poster Session 4-La costruzione dell[e]' identità oltre la morte. Tra tanatometamòrfosi e antropopòiesi (original) (raw)

LEBOLE C.M., DI GANGI G. (BOANO R., FULCHERI E., GRILLETTO R.), 2006, La tanatometamòrfosi in età medievale: un problema da definire, in Morte e trasformazione dei corpi. Interventi di tanatometamòrfosi, ed. F. Remotti, Milano, Mondadori, pp. 115-136

Lo studio relativo alla tanatometamòrfosi -per quanto attiene all'età medievale -è difficile da definire, in quanto l'avvento del cristianesimo annulla, anche se talvolta solo teoricamente, le ritualità pagane legate alla morte.

Processi di tanatometamorfosi: pratiche di scolatura dei corpi e mummificazione nel Regno delle Due Sicilie

In the summers of 2005 and 2006 the paleopathology team of the University of Pisa carried out a survey in north-eastern Sicily to investigate the funerary structures of Modern Age attested there, but still largely ignored and misunderstood. A particular kind of funerary apparatus is preserved in the crypts under the churches: after the death, the corpses of laymen and priests were placed in special structures named “colatoi” (“strainer rooms” used to desiccate the bodies, eliminating the bodily fuids). Two typologies are identified: the “sitting colatoi” and the “horizontal colatoi”; the survey permitted to propose an interpretation about their use and destination. An inventory of the abundant human mummiàed remains still in situ was also drawn up. The research was extended to the draining and mummification practices attested in other regions of southern Italy in the XVIII and XIX centuries, with a reflection about the concept of death in terms of duration and of secondary burial first developed by Hertz and Van Gennep. From the present study it emerges how these concepts, which seemed to have been uprooted by the Catholic Church, tenaciously resisted in the heart of modern Mediterranean Europe.

ANTROPOLOGOS FESTIVAL - TERZA EDIZIONE - LINGUA IDENTITÀ IDIOMI. Relazione di Gianluca Bocchinfuso su Nuove identità e nuovi stili negli scrittori translingue italofoni

Sabato 6 aprile 2019, ore 16,45. Sala Zanoni, Via del Vecchio Passeggio 1 Cremona

[ITA] Scopo principale di questo incontro è quello di presentare un fenomeno letterario che negli ultimi anni - dopo avere abbandonato il momento iniziale dell’autobiografia - è diventato una concreta corrente della Letteratura italiana, che dimostra vivacità e mescolanza, con voci e temi diversi. Alcuni di questi autori, per efficacia espressiva, riescono a leggere concretamente la stratificazione dell’attuale società italiana e stanno determinando non solo un cambiamento del canone letterario, ma anche dell’identità italiana come multiculturalità. Fanno letteratura in prosa e poesia, con un uso puntuale della lingua italiana e con contenuti narrativi originali. [ENG] The main aim of this meeting is to present a literary phenomenon that in recent years - after abandoning the initial moment of autobiography - has become a concrete current in Italian literature, demonstrating vivacity and mixture, with different voices and themes. Some of these authors, due to their expressive efficacy, are able to concretely read the stratification of the current Italian society and are determining not only a new trend in Italian literature, but also a new way of life. Some of these authors, by their expressive effectiveness, manage to concretely read the stratification of current Italian society and are determining not only a change in the literary canon, but also in Italian identity as a multiculturality. They produce literature in prose and poetry, with a precise use of the Italian language and original narrative content.

"Non so più che giorno è" Recupero dal coma, eterocronia e ricerca antropologica

2016

This article refers to an ethnography of specific practices and events in facilities to treat people with acquired severe cerebral lesions. It will focus mainly on the impact that the systematic representation of different time segments may have on the complex experience of people (and families) crossing the so-called phases of "coma recovery scale". Connecting ethnographic fragments of biomedical (clinical practice), relational (role of the family) and bodily (suffered person) dimension it will analyze the transformative and generative tension between the different space-time segments in new naturalization processes. In other words, this article will argue the heterochrony of chronotropic showing the complex experience of agency emerging from their conflicting social effects. Il tempo sospeso L'unità Gravi Cerebro-Lesioni Acquisite si trova al terzo e ultimo piano del padiglione Est dell'ospedale di Fonterchi 1 , piccolo comune del centro Italia. Per poterla raggiungere dall'ingresso principale della struttura è necessario attraversare il piano terra percorrendo tutto il padiglione Est, fino all'antro che si chiude con la rampa di scale e gli ascensori. Giunti al piano, la piccola sala d'attesa senza finestre introduce al reparto, che si sviluppa come una lunga corsia divisa da un più ampio spazio con la stanza degli infermieri e la postazione di accoglienza, spesso sguarnita. A destra vi sono le stanze, variabili per dimensioni e posti letto, a sinistra gli ambulatori e le due palestre per la riabilitazione. Tutto è abbastanza nuovo, ordinato e pulito. In un primo pomeriggio di estate il reparto è silenzioso e appare sospeso in una straniante immobilità. Da qualche ora è stato distribuito il pranzo e lo staff infermieristico dopo aver ultimato il "giro" di controllo dei pazienti, si è ritirato nella stanzetta posta a metà della corsia. Porte e finestre sono chiuse e il soffio dell'aria condizionata diffonde il forte odore dei disinfettanti mescolato a quello del pasto già consumato, con l'aspro della frutta e il vapore della minestra. Il silenzio 1 Fonterchi è un nome di fantasia. Per tutelare la privacy, i nomi dei luoghi e delle persone coinvolte nella ricerca sono stati cambiati. Desidero ringraziare Selenia Marabello per l'attenta revisione del saggio e Margherita per aver contribuito in maniera rilevante alla realizzazione di questo studio.

Postfazione: L'antropologia, il non umano e l'ontological turn

2016

Questa postfazione ha due scopi: un breve bilancio critico del cosiddetto "ontological turn" nelle scienze umane, e un commento a qualcuno dei temi sollevati dagli articoli riuniti in questa sezione tematica sull'antropologia del non-umano. Argomento, in accordo a quanto sottolineato da tutti i contributi, che la questione di come pensare il politico e i rapporti di potere è cruciale per qualsiasi valutazione di questa nuova "svolta". Un esame del modo in cui Descola, Latour, Viveiros de Castro e i loro seguaci hanno trattato questo tema deve considerare le differenze che esistono tra i loro approcci teorici, come anche tra il tipo di implicazioni politiche che questi studiosi ne traggono. In ogni caso, agli approcci "ontologici" nel loro insieme sembra sfuggire la complessità di fattori che mediano i rapporti tra ontologia e politica. Tutti gli articoli di questo numero speciale affrontano questo nodo, attraverso studi di caso etnografici che rigua...

Epistemophilia: Lentezza, fratture, paresi dell’auto-ricerca verso un’antropologia-non-antropocentrica

MATRIZes

La ricerca percorre la mia esperienza personale prima di entrare all'università e dopo, da quando ho iniziato a insegnare e a fare ricerca. L'identità del ricercatore si pluralizza dopo aver criticato il metodo della dialettica e della sintesi, per affermare una visione transitiva basata su una costellazione mobile che richiama alcuni concetti mutanti e fondamentali: feticismo, sincretismo, polifonia, eteronomia, diaspora, amicizia, stupore, ubiquità, genere , indisciplina e Marx66. L'etnografia si presenta come un tentativo di attraversare antropologia e filosofia visto trovarsio al crocevia del chiasma.

Commento al Timeo, IV Parte – Il Cosmo colmato di viventi – I sezione

Decimo Dono del Dio al Cosmo: le quattro specie di viventi I. Introduzione “[E tutto il resto sino alla generazione del tempo era ormai stato realizzato a somiglianza del modello], anche se, dentro di sé, non comprendeva ancora tutti gli esseri viventi che in seguito vi furono generati, ed in questo era ancora dissimile rispetto al suo modello. Ciò che rimaneva da compiere il Dio lo realizzò imitando la natura del modello.” “Come dunque il suo intelletto osserva, nell'essere vivente che è, quali e quante specie vi si contengono, così pensò che tali e tante anche questo mondo dovesse avere.” A. Spiegazione generale B. Spiegazione di 'ὃ ἔστιν ζῷον' II. Due corollari delle proposizioni precedenti III. Opinioni degli Antichi 1. Amelio 2. Numenio 3. Giamblico “Esse sono quattro: una è la stirpe celeste degli Dei, un'altra quella alata che vaga per l'aria, una terza è la specie acquatica, la quarta è quella pedestre che cammina sulla terra.” I. Ordine del discorso II. Sulla Tetrade dei Modelli esemplari 1. Che cosa è la Tetrade stessa 2. Quali sono i quattro Modelli esemplari 3. Diverse considerazioni a. I quattro Generi nel Modello e nel Demiurgo b. γένος ed εἶδος, “stirpe e specie” c. Fuoco celeste e fuoco sub-lunare II. Stelle fisse e Pianeti “Per quanto riguarda la specie divina, il Dio la realizzò in larga parte di fuoco, perché fosse la più splendente e la più bella a vedersi” “e rendendola simile al tutto la rese perfettamente rotonda” “e la collocò nell'intelligenza del circolo più potente in modo che lo potesse seguire, distribuendola intorno per tutto il cielo, perché fosse per lui un reale e vario ornamento in tutta la sua interezza.” “Assegnò due movimenti a ciascuno degli Dei: l'uno nello stesso punto ed uniforme, poiché in se stessi pensano lo stesso intorno alle stesse cose, l'altro orientato in avanti, poiché sono dominati dall'orbita del medesimo e del simile; rispetto invece agli altri cinque movimenti, li rese immobili e stabili, in modo che ciascuno di essi diventasse il più possibile migliore.” I. Spiegazione del testo 1. Introduzione 2. Sui due movimenti di ciascun Astro 3. Come leggere il testo II. Diverse considerazioni 1. Numero dei movimenti e gerarchia degli esseri 2. Cosa significa 'movimento in avanti' per le Stelle fisse? 3. Critica della teoria della precessione. a. In virtù della rivelazione divina b. In virtù dei fenomeni “Per questa ragione dunque furono generati quegli astri che non sono vaganti, esseri viventi divini ed eterni i quali, roteando con moto uniforme nello stesso punto, stanno sempre fermi: gli astri invece che mutano il loro corso e vagano in varie direzioni, come si è detto prima, in conformità con quelli furono generati.” I. Spiegazione del testo 1. Le Stelle fisse 2. I Pianeti II. Diverse considerazioni 1. Composizione sostanziale dei Pianeti e delle loro sfere 2. I satelliti dei Pianeti 3. I Pianeti ed il Tempo 4. Il Cielo è fatto di fuoco 5. Difficoltà poste da Aristotele 6. Superiorità delle Stelle fisse sui Pianeti

Cap. IV-Sulla concezione tomista dell'essere e la nozione di esse ipsum (per se subsistens)

2016

Cap. IV-Sulla concezione tomista dell'essere e la nozione di esse ipsum (per se subsistens) 1. Nel Novecento gli studi sulla concezione dell'essere dell'Aquinate si sono susseguiti con notevole frequenza, ed anche oggi, nonostante la relativa disattenzione al suo pensiero in talune aree, le dottrine tomiste dell'essere e di Dio, dell'actus essendi, della conoscenza, dell'anima e del nesso materia-forma continuano a sollecitare storici e filosofi. Ciò sembra accadere meno in area continentale-ermeneutica che anglosassone-analitica dove si è potuto parlare di un tomismo analitico; inoltre in ambito anglosassone sono uscite opere in cui la concezione tomista dell'essere e della mente è stata presa in considerazione e sottoposta ad esame critico. Il processo va salutato con interesse, per quanto si debba aggiungere che per molti decenni e forse ancora oggi è esistita una considerevole disattenzione reciproca tra anglosassoni e continentali anche nel campo degli studi tomisti, col risultato che in specie i primi sembrano riscoprire nuclei centrali dell'ontologia di Tommaso che erano stati oggetto di elaborazioni primarie alcuni decenni prima da parte di filosofi continentali. Qui non mi propongo di commentare questa situazione, ma di soffermarmi dapprima sulle nozioni di esse ipsum (per se subsistens) e di actus essendi, illustrandone il significato e la legittimità dinanzi ad obiezioni che sono state loro rivolte, allargando poi lo sguardo ad altri temi nodali dell'ontologia tomista. Cercherò di effettuare il compito riferendomi in specie (ma non esclusivamente) alle obiezioni che in Italia E. Berti ha formulato verso l'esse ipsum e l'idea di actus essendi che poi si sono via via sciolte e forse venute meno. Si tratta di temi su cui mi ero espresso già a partire dal 1998 e che ora riprendo in modo più ampio. Mi orienta verso la questione dell'ipsum esse, oltre la sua intrinseca importanza, il desiderio di avvalorare la mia posizione sulla terza navigazione nella storia della metafisica, svolta in specie in Terza navigazione. Nichilismo e metafisica 1. Per "terza navigazione" intendo uno sviluppo ed un progresso dell'ontologia metafisica dell'Aquinate rispetto al quadro ontologico ellenico (platonico ed aristotelico). Due 1 Terza navigazione. Nichilismo e metafisica, Armando, Roma 1998. Il volume da tempo esaurito è stato ripubblicato in ed. ampliata presso lo stesso editore nel 2004 col titolo Nichilismo e metafisica. Terza navigazione (trad. inglese, Suny Press, 2014), ossia invertendo titolo e sottotitolo.

Ornarsi oltre la vita: l’antropomorfizzazione dell’urna a Villa Bruschi Falgari (Tarquinia), PPE XII vol. II

La tendenza nel mondo villanoviano ad assimilare l’urna al corpo del defunto è riconoscibile grazie a diverse classi di indizi. Le recenti indagini nella necropoli di Villa Bruschi Falgari permettono di verificare quanto il cinerario possa essere considerato compensazione del corpo bruciato sul rogo nell’ambito dei rituali della comunità protourbana tarquiniese. Sono stati analizzati gli elementi che permettono di ipotizzare la presenza di tessuto intorno all’urna, dagli ornamenti ad esso applicati alle tracce lasciate dalla disposizione della cenere nei pozzetti, insieme alla posizione delle urne stesse ed alle caratteristiche delle coperture. Sulla base dello studio delle associazioni tra elementi attribuibili esclusivamente al “vestito dell’urna” (ad es. collane, borchiette, piccole fibule rinvenute intorno o ai piedi del cinerario), nettamente distinti dalla parure intesa come insieme di ornamenti indossati dal defunto, si è individuato un modello che può essere applicato anche a quei contesti privi di dati di scavo esaurienti circa l’esatta collocazione degli oggetti rinvenuti. Si è messo in luce come la vestizione dell’urna fosse riservata solo a determinate classi sociali.

2009 - Il motore immobile tra teofania e antropologia

Intorno all'uomo, 2009

Saggio critico intorno all'opera scultorea di Andrea Jori. P. Bertelli, Il "motore immobile" tra teofania e antropologia, in Intorno all'uomo. Sculture di Andrea Jori, catalogo della mostra (Reggio Emilia, Museo dei Cappuccini, 18 aprile - 14 giugno 2009), a cura di S. Provinciali, San Martino in Rio (Re), 2009, pp. 21-25.