Italia e Stati Uniti. L'alleato ingombrante (1943 - 1949) (original) (raw)

L'alleato naturale. I rapporti tra Italia e Germania Occidentale dopo la seconda guerra mondiale (1945-1955)

La storia dei rapporti tra Italia e Germania dopo la seconda guerra mondiale è una delle chiavi per capire le contraddizioni dell'Europa contemporanea. L'Italia fu tra i principali sostenitori della rinascita di uno Stato tedesco affrancato dall'influenza sovietica: i due paesi dovevano far parte dello stesso sistema di relazioni economiche e politiche. Partendo dall'analisi del punto di vista italiano sulla «questione tedesca», il volume ricostruisce, anche attraverso le reciproche percezioni, le matrici politiche ed economiche alla base delle relazioni bilaterali dalla fine della seconda guerra mondiale alla metà degli anni Cinquanta. In questo decennio presero forma quelle peculiari condizioni geopolitiche su cui si sarebbero fondati i rapporti tra Italia e Repubblica Federale durante il periodo della guerra fredda.

“AMICIZIE PERICOLOSE”. L’AMERICA DI DONALD TRUMP E L’ITALIA

Tra storia internazionale e diplomazia parallel, 2021

The purpose of this essay is to analyse the international situation of Italy towards the United States Russian Federation and the Russian Federation during the administration of Donald Trump

Roma -Tel Aviv, fratelli d'armi, alleati di guerra

2014

Partnership antica e consolidata quella che lega militarmente l'Italia a Israele. Un'alleanza cresciuta all'ombra di Washington e della Nato, ma che specie negli ultimi anni anni ha conseguito sempre maggiori spazi di autonomia, nel nome e per conto dei rispettivi complessi finanziari-industriali nazionali, affermati produttori ed esportatori di sofisticati sistemi di distruzione e morte a livello mondiale. Una data in particolare consacra l'affermazione di quello che è oggi il patto strategico d'acciaio Roma-Tel Aviv: il 16 giugno 2003, quando i governi italiano e israeliano firmarono il "memorandum" d'intesa in materia di cooperazione nel settore militare. Il "memorandum" è a tutti gli effetti un accordo quadro generale, cioè non solo un accordo tecnico, ma regola la reciproca collaborazione nel settore della difesa, con particolare attenzione all'interscambio di materiale di armamento, all'organizzazione delle forze armate, alla formazione e all'addestramento del personale e alla ricerca e sviluppo in campo industriale-militare.

I bombardamenti alleati e il nemico interno tra fascismo e Repubblica (1944-1954)

QualeStoria. Rivista di storia contemporanea, 2019

Many rumors and legends arose after the bombings on Italian cities during the Second World War. According to one of these rumors, some Italian – namely members of the Resistance – reported to the Allied air forces which civilian targets to hit. After the war, neo-fascist press spread the rumor, and some lawyer did the same during the trials against collaborationists. Former partisans, while firmly rejecting these accusations, testified that the Resistance provided to Allies information only about military targets, always recommending them to spare civilian facilities. The article focuses on the birth and metamorphosis of the rumor, used from 1944 to 1954 in order to attack anti-fascist political counterparts.

I prigionieri di guerra italiani negli Stati Uniti e il dilemma della cooperazione (1944-46)

Diacronie. Studi di Storia Contemporanea , 2009

Nella variegata realtà della prigionia di guerra italiana nell’ultimo conflitto, ha avuto sue precise peculiarità la vicenda dei 50.000 militari detenuti negli Stati Uniti. Dopo l’8 settembre, da nemici, essi diventarono “alleati” degli anglo-americani. I comandi statunitensi proposero loro un’adesione volontaria e individuale ad un programma di cooperazione, senza avere mai l’avallo ufficiale del governo Badoglio. Per i prigionieri non si trattò di una scelta semplice. Sperando in un miglioramento delle condizioni materiali e maggiori libertà, la maggioranza scelse di collaborare, ma a spingerli fu soprattutto la stanchezza dopo lunghi anni di guerra. Marginali furono invece le scelte motivate politicamente. Chi decise di non cooperare non ebbe vita facile. Emblematico è il caso del campo Hereford, dove emerse un gruppo di ufficiali con provenienze ideologiche eterogenee che diede vita ad una vivace dialettica politica e culturale.

Da nemico ad alleato

Da nemico ad alleato Saggio storico sull'occupazione del Giappone Comuni obiettivi, metodi diversi Alla fine degli anni Sessanta un giovane storico statunitense, illustrando in un breve saggio interpretativo l'occupazione americana del Giappone, segnalò la stridente contraddizione che si nascondeva dietro l'ambizioso progetto dell'amministrazione di Washington. Il Giappone doveva essere smilitarizzato dai militari, decentrato da una gerarchia, democratizzato dall'alto. Significava procedere a una rivoluzione dall'esterno, senza spargimento di sangue e senza rivoluzionari 1 .

Italia anni '70: nemico di Stato vs. Stato nemico

Storicamente, 2005

Negli anni Settanta in Italia si registrò una impressionante diffusione della violenza politica. Forte di elaborazioni teoriche atte a giustificarne legittimità e necessità, essa iniziò ad entrare nel repertorio delle forme d'azione di sempre più numerosi attori collettivi. Il fenomeno raggiunse poi le sue manifestazioni più esasperate nelle formazioni dedite alla lotta armata sovversiva [1]. Peculiare del contesto politico e sociale italiano fu inoltre il simultaneo passaggio alla lotta armata da parte di attori di orientamento tra loro diametralmente opposto, così da dare luogo ad un duplice fenomeno: un terrorismo stragista di orientamento prettamente reazionario da un canto e uno eminentemente antisistema e mosso da finalità antirivoluzionarie dall'altro. Proprio in virtù della spiccata connotazione anti-Stato del terrorismo di sinistra, nel presente contributo ci si concentrerà esclusivamente su quest'ultimo. L'impianto analitico di questo articolo verte sul paradigma del "nemico di Stato" inteso come prospettiva privilegiata da cui affrontare questioni relative alla cultura politica italiana. L'intero saggio sarà sviluppato a partire dall'ipotesi che furono le stesse organizzazioni terroristiche-ed in particolare la principale di queste, le Brigate Rosse-a proporsi in prima persona, attraverso le loro dichiarazioni di guerra allo Stato e la volontà di colpirne "il cuore", come nemico di Stato per eccellenza. Al centro della ricerca saranno pertanto poste sia le modalità di autorappresentazione delle