Camastra all’inizio del XIX secolo architetture per una rinascita (original) (raw)
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Bollettino Storico Piacentino, 2010
Il presente contributo si propone di ricostruire tempi e modi di un processo che, dalla fine dell'Ancien Régime alla conclusione dell'episcopato del vescovo Giovan Battista Scalabrini (1905), ha interessato nella diocesi di Piacenza la proprietà ecclesiastica, in particolare il patrimonio architettonico urbano, nell'ambito del più generale processo di formazione dello Stato moderno. Nel Ducato di Parma e Piacenza l'età delle riforme, iniziate dal governo borbonico (dal 1764 al 1769) e proseguite da quello francese (dal 1805 al 1810), impone non solo una politica di equità fiscale, ma anche la riorganizzazione del clero regolare e secolare. Le soppressioni degli ordini religiosi determinano l'avvio di una riflessione sulla nuova destinazione d'uso di un ingente patrimonio immobiliare che verrà selezionato, in base a criteri prevalentemente stilistici, in stretto legame con la definizione, in età postunitaria, della nascente legislazione dei beni culturali. I risultati di tale operazione-favorita anche dall'abolizione dell'istituto del fedecommesso e maggiorascato-diventano il presupposto per la creazione di nuovi patrimoni immobiliari che contribuiscono al processo di trasformazione della società.
Bollettino Storico Piacentino, 2010
Il presente contributo si propone di ricostruire tempi e modi di un processo che, dalla fi ne dell'Ancien Régime alla conclusione dell 'episcopato del vescovo Giovan Battista Scalabrini (1905), ha interessato nella diocesi di Piacenza la proprietà ecclesiastica, in particolare il patrimonio architettonico urbano, nell'ambito del più generale processo di formazione dello Stato moderno. Nel Ducato di Parma e Piacenza l'età delle riforme, iniziate dal governo borbonico (dal 1764 al 1769) e proseguite da quello francese (dal 1805 al 1810), impone non solo una politica di equità fi scale, ma anche la riorganizzazione del clero regolare e secolare. Le soppressioni degli ordini religiosi determinano l'avvio di una rifl essione sulla nuova destinazione d'uso di un ingente patrimonio immobiliare che verrà selezionato, in base a criteri prevalentemente stilistici, in stretto legame con la defi nizione, in età postunitaria, della nascente legislazione dei beni culturali. I risultati di tale operazione -favorita anche dall'abolizione dell'istituto del fedecommesso e maggiorascato -diventano il presupposto per la creazione di nuovi patrimoni immobiliari che contribuiscono al processo di trasformazione della società.
Una “bizzarra” costruzione: restauri e progetti tra diciottesimo e ventunesimo secolo
La Casa dei Crescenzi. Storia e restauri, numero monografico a cura di Marina Docci e Maria Grazia Turco, con saggi di M.L. Accorsi, S. Benedetti, L. Bianchi, F. Bilancia, R. Chiovelli, F. Di Marco, M. Docci, M-G. Turco, 2015
Il numero monografico del «Bollettino del Centro di Studi per la Storia dell’Architettura» è dedicato alla Casa dei Crescenzi, sede dell’Associazione fin dalla sua fondazione, voluta da Gustavo Giovannoni nel 1939 e raccoglie una serie di contributi indirizzati a riassumere criticamente l’intera storiografia sulla ‘bizzarra torre’. Questo contributo analizza nello specifico trasformazioni e restauri subiti dall’edificio tra XVIII e XIX secolo, con un approfondimento su alcuni disegni di rilievo e di progetto, in gran parte inediti, conservati presso l’Archivio privato di Vincenzo Fasolo.
Bollettino Storico Piacentino , 2010
Il presente contributo si propone di ricostruire tempi e modi di un processo che, dalla fi ne dell'Ancien Régime alla conclusione dell 'episcopato del vescovo Giovan Battista Scalabrini (1905), ha interessato nella diocesi di Piacenza la proprietà ecclesiastica, in particolare il patrimonio architettonico urbano, nell'ambito del più generale processo di formazione dello Stato moderno. Nel Ducato di Parma e Piacenza l'età delle riforme, iniziate dal governo borbonico (dal 1764 al 1769) e proseguite da quello francese (dal 1805 al 1810), impone non solo una politica di equità fi scale, ma anche la riorganizzazione del clero regolare e secolare. Le soppressioni degli ordini religiosi determinano l'avvio di una rifl essione sulla nuova destinazione d'uso di un ingente patrimonio immobiliare che verrà selezionato, in base a criteri prevalentemente stilistici, in stretto legame con la defi nizione, in età postunitaria, della nascente legislazione dei beni culturali. I risultati di tale operazione -favorita anche dall'abolizione dell'istituto del fedecommesso e maggiorascato -diventano il presupposto per la creazione di nuovi patrimoni immobiliari che contribuiscono al processo di trasformazione della società.
BullCom CXXII, 2021
Nel corso della seconda metà del XVI secolo, verosimilmente non oltre l’ultimo ventennio, quest’area a ridosso della via Cassia, nelle adiacenze del punto di confluenza del Fosso dei Frati con quello dell’Acquatraversa28 (fig. 7, C), viene interessata da una frequentazione a carattere artigianale/ produttivo
2012
Il volume discute, sulla base di un'ampia ricerca documentaria e cartografica, le trasformazioni settecentesche del patrimonio religioso e residenziale capuano, nelle loro diverse declinazioni, a partire dagli interventi meramente funzionali sino alle riedificazioni ab fundamentis, esaminando, inoltre, la fitta trama di relazioni tra l'ambiente della cittadina leborina, avamposto militare del regno meridionale, e la cultura architettonica napoletana, da un lato, e capitolina, dall'altro.
IL MONUMENTO AI CADUTI DI ACQUASPARTA NELL’ESTETICA DELLA NUOVA 'CITTA’ TERMALE’
Uno studio intorno al Monumento ai Caduti di Acquasparta disegnato dall’architetto Alessandro Limongelli che, dimostra la congruenza della sua vicenda costruttiva con le modifiche urbane conseguenti alla trasformazione della cittadina in località turistica termale, evidenziando diversi argomenti culturali e figure di rilievo di respiro nazionale, importanti per la storia della cittadina del primo trentennio dello scorso secolo. In primo luogo la consonanza del Monumento con l’estetica della ‘città termale’, concretamente individuata attraverso l’analisi del suo linguaggio architettonico, molto affine ai caratteri stilistici del Déco e lo studio della sua ubicazione che, rileva lo stretto rapporto con l’urbanistica termale e le dinamiche della vita di villeggiatura. Il notevole livello di gestione e consapevolezza delle trasformazioni dello spazio urbano, dettato principalmente dal progetto termale, nel quale sono confluiti tutti gli sforzi dell’intera comunità nel disegno di uno scenario futuro d’idea di città.
L’uso del ‘bianco’ nel restauro architettonico a Roma nel XIX secolo
2016
The essay highlights how the debate on the approach to restoration interventions that is still currently ongoing, could already be recognised in the great restoration projects carried out in Rome in the first two decades of the 19th century, together with some of the maintenance practices undertaken throughout the whole century. Attention is especially placed on the external finishings of architectural structures, and in the practice of the so-called whitewashing of the facades during the 19th century. Although very commonly used for conservation and urban regeneration purposes, these practeces were strongly criticised and occasionally attacked by personalities of the field of restoration that were more sensitive to the importance of safeguarding the 'patina' which time had left on the surface of architectural structures, and that would otherwise be inevitably lost. Some of today's theoreticians of restoration find food for thought in those issues, which they continue to...