"RESTAURATIONI", "RIFATTIONI", "REEDIFICATIONI". L’architettura a Capua nel XVIII secolo tra memoria dell’antico e istanze di rinnovamento. (original) (raw)

Il perduto mosaico della cattedrale di Capua (1130 ca.) nell’erudizione Sei e Settecentesca: una premessa al concetto di «arte riformata»?

Perspectives Médiévales , 2020

La cattedrale di Capua, pesantemente trasformata in seguito ai danni bellici, era dominata fino alla prima metà del XVIII secolo da un mosaico absidale commissionato dal vescovo Ugone (1129-1135). Noto da testimonianze grafiche Seicentesche, era presentato dagli eruditi locali come una sintesi dei mosaici absidali delle tre principali chiese paleocristiane perdute dell’antico centro (Santa Maria Maggiore, SS. Stefano e Agata e San Pietro in Corpo): una tesi che ne fece, ante litteram, un prodotto artistico della riforma gregoriana. Lo studio della reliquia iconografica del mosaico ugoniano rispetto ai suoi pretesi modelli paleocristiani consente di relativizzare la lettura e di interpretarla alla luce del contesto capuano sei e settecentesco. Enfatizzando il legame tra l’antica e la nuova Capua in un particolare momento politico-ecclesiastico, il mosaico di Ugone offre nuovi argomenti per una revisione del mito storiografico dell’arte della riforma.

Una “bizzarra” costruzione: restauri e progetti tra diciottesimo e ventunesimo secolo

La Casa dei Crescenzi. Storia e restauri, numero monografico a cura di Marina Docci e Maria Grazia Turco, con saggi di M.L. Accorsi, S. Benedetti, L. Bianchi, F. Bilancia, R. Chiovelli, F. Di Marco, M. Docci, M-G. Turco, 2015

Il numero monografico del «Bollettino del Centro di Studi per la Storia dell’Architettura» è dedicato alla Casa dei Crescenzi, sede dell’Associazione fin dalla sua fondazione, voluta da Gustavo Giovannoni nel 1939 e raccoglie una serie di contributi indirizzati a riassumere criticamente l’intera storiografia sulla ‘bizzarra torre’. Questo contributo analizza nello specifico trasformazioni e restauri subiti dall’edificio tra XVIII e XIX secolo, con un approfondimento su alcuni disegni di rilievo e di progetto, in gran parte inediti, conservati presso l’Archivio privato di Vincenzo Fasolo.

Da una lucerna figurata del Museo Campano alle architetture di età moderna. Nuovi studi sulla città di Capua del gruppo di ricerca del Dipartimento di Lettere e Beni culturali,

in Intorno a Capua nova. Ricerche tra antichità ed età moderna, a cura di M. G. Pezone, Eidos, Castellammare di Stabia 2022, 2022

INTRODUZIONE Da una lucerna figurata del Museo Campano alle architetture di età moderna. Nuovi studi sulla città di Capua del gruppo di ricerca del Dipartimento di Lettere e Beni culturali Maria Gabriella Pezone ANTICHITÀ E MEDIOEVO Su una lucerna figurata in metallo dal Museo Provinciale Campano di Capua: tra archeometria, iconografia e collezionismo Paola Carfora La monetazione di Capua nella fase longobarda: qualche considerazione Rosa Vitale La chiesa dei Santi Rufo e Carponio a Capua Nicola Busino-Silvana Rapuano Stratificazioni linguistiche nelle pergamene longobarde di Capua Rossana Ciccarelli Tracce nell'oblio a Capua vetus e nova: due casi emblematici Agnese Parente ETÀ MODERNA La chiesa di San Benedetto a Capua e la committenza di Giovanni Battista de Angelis all'inizio del Cinquecento Andrea Improta Architetti, artisti e maestranze nel cantiere dell'Annunziata di Capua tra Cinque e primo Settecento Lucia Giorgi Le trasformazioni della cattedrale di Capua nel Settecento e la costruzione del succorpo con il tempietto del Santo Sepolcro Maria Gabriella Pezone Un "bellico spaventevole apparato". Alcune considerazioni sulla rappresentazione a stampa di Capua nel Settecento Giuseppe Pignatelli Gli architetti Luca e Bartolomeo Vecchione nella Capua settecentesca Mariaimmacolata Tedesco

Edifici di culto nella Capua altomedievale: nuove interpretazioni tra riusi, memoria ed obliterazioni successive

Hortus Artium Medievalium, 2018

In the last two years, research has been specifically dedicated to Early Medieval churches in the city of Capua, a territory belonging to the province of Caserta (Italy) and situated near the river Volturno. The research topic is one of the most relevant regarding this city which was founded in the middle of the IX century by the Lombard aristocracies after the decline of Capua vetus. Despite the difficulties arising from written sources and material data, new interpretations concerning the individual churches can be obtained which contribute to the specific study of the IX-X century urban profile.

Capys, Decio Magio e la nuova Capua nel Rinascimento

Ancient history played an important role for the cultural identity of Capuan élites during the Renaissance. The new Capua, founded by the Lombards in the 9th century, exploited the material and immaterial heritage of the ancient Capua (nowadays Santa Maria Capua Vetere), which in late Middle Ages and Modern Ages was a rural settlement belonging to the Capuan district. The illumination of the founder Capys was used in a juridical manuscript of 1480, a ‘pocket book’ exhibited in the courts of the Kingdom of Naples in order to defend the town’s privileges. Historical and mithological information about the ancient Capua, althought not deeply discussed, were quoted in a legal apology which supported the right of Capua to precede Aversa in public ceremonies (ante 1513). Decio Magio, the symbol of civic virtue and fidelity, was celebrated in the flamboyant entry of emperor Charles V (1536).

“SCAENOGRAPHIA” E “AEDIFICATIO” NELL’ARCHITETTURA DELLE CITTÀ VESUVIANE

Bollettino d'Arte, fascicolo 14 (APRILE-GIUGNO 2012); pp. 1-24., 2012

""Scaenographia” and “Aedificatio” in the Architecture of the Vesuvian Cities The essay discusses the complex connection between Pompeian illusionistic wall–painting — the so–called Second Style — and architecture, proposing two keys to its understanding. The first deals with the relationship between wall decoration and built architecture, and provides an opportunity to think about how decoration affects both the character of the rooms of a domus as well as how these rooms were used. The second refers to the connection — as it pertains to the fictitious dimension of the painting — between representation and that which is represented, between the trompe–l’oeil and its subject matter, which, in the case of the Second Style, is strictly architectural in nature. The hypotheses as to the origins of the Second Style’s figurative repertoire — for which the Theatre seems one of the most probable sources — are explained with reference to the main interpreters of a long–standing debate, full of cultural implications. Moreover, Theatre — the quintessential ‘stage of vision’ — recalls the complex issue of perspective in antiquity in two well–known Vitruvian passages. Different scholars see ancient perspective, either as an early imperfect beginning of modern perspective, or as the result of a different idea of spatial representation rooted in ancient culture and not without a certain theoretical rigour. Il saggio tratteggia le complesse relazioni tra la pittura parietale pompeiana a carattere illusionistico – il cosiddetto II stile - e l’architettura, proponendo due chiavi di lettura. La prima riguarda il rapporto tra la decorazione parietale e l’architettura nella sua dimensione reale, ed offre occasione di riflettere sul modo in cui la decorazione partecipa della funzione e del carattere dei diversi ambienti della domus. La seconda riguarda invece il rapporto, tutto risolto nella dimensione fittizia del dipinto, tra la rappresentazione ed il rappresentato, ovvero tra il trompe-l’oeil e i suoi soggetti, che nel caso del II stile possiedono carattere squisitamente architettonico. Le ipotesi sulle origini di tale repertorio figurativo vengono esposte in riferimento ai principali interpreti di un dibattito lungo e denso di implicazioni culturali, che individua nella scena teatrale una delle fonti più probabili. Il tema del teatro, ‘luogo della visione’ per antonomasia, richiama inoltre immancabilmente – attraverso due noti passi vitruviani – quello assai controverso della ‘prospettiva’ degli antichi, che scuole di pensiero diverse hanno interpretato o come un esordio imperfetto della teoria prospettica a noi familiare, o come il frutto di una diversa idea di rappresentazione dello spazio, espressione della cultura del suo tempo e non priva di un certo rigore.""