Il bambino e il migrante: ontogenesi umana e trapianto simbolico (original) (raw)
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Trasformazione e germinazione: per una nuova filosofia della nascita
Thaumàzein, 2016
The thesis of this paper is that – in order to avoid trivializations – a Philosophy of Birth needs to elaborate a precise concept of transformation and distinguish it carefully from that of adaptation. While transformation goes beyond the limited self-referential perspective of an individual and, on the social level, of the gregarious identity, adaptation aims at strengthening or preserving the old self-referential equilibrium. Transformation is driven by what Zambrano has called, with an exceptionally happy expression, the “hunger to be born completely”. Such a hunger pushes one to continue one’s own birth through the encounter with the Other. Transformation has a creative feature that is made possible by two factors: the surplus of the effect over the cause, and the priority of the real over the possible. These premises lead to a radical questioning of the primacy of the possible on the real, at least as it has been conceived so far in mainstream Western philosophy, with few exceptions, such as Schelling, Bergson and Scheler. In the first part of this text, I shall consider a new Philosophy of Birth in the light of the concept of transformation and in this regard deal with several core themes such as the hunger to be born completely, the new beginning, creative time, the priority of the real over the possible, the limits of finalism, the surplus of effect over cause, and the creative force that expresses itself in the act of ideation. In the second part, I shall analyze the relation between birth and death and focus especially on their intimate and reciprocal connection by referring to the image of the seed that, after falling on the ground, germinates and breaks its own integument.
The WiseBaby / Il poppante saggio, 5/1, 2022
In Perché abbiamo ignorato Freud “pediatra”? il “crimine” che risuona nell’autoanalisi di Freud veniva cercato nelle stanze del policlinico di Baginsky. Ma la cosa era più sottile. Una bambina circoncisa c’era, ma era sbucata come un fantasma dal passato di una donna di trent’anni che Freud vedeva regolarmente nella sua stanza di analisi. La “scena di circoncisione femminile” che Freud ottiene in analisi, è così individuata come il luogo in cui le vite del medico e della paziente si incrociano e si annodano. Insieme alla scoperta che Freud non aveva circonciso nessuno dei tre figli maschi, questa scena illumina la tesi avanzata da Ferenczi nel Diario clinico per cui Freud avrebbe abbandonato la teoria del trauma reale nel momento stesso in cui “l’abisso del controtransfert” si era spalancato dinnanzi a lui.
Antropogenesi del salto verso il pensiero simbolico (2017)
Periagoge, 2017
La condivisione emotiva è un processo antropogenetico, tanto che esiste un nesso molto preciso fra condivisione emotiva e formazione umana. In che rapporto si pone il processo di singolarizzazione con le pratiche di sharing emotions? Che cosa succederebbe se, all'improvviso, un bambino di pochi anni si trovasse a vivere immerso nella natura e privato della possibilità di condividere emozioni con i suoi simili? Avrebbe la possibilità di diventare quell'homme naturel frutto dello stato di natura tanto decantato da Rousseau in quanto preservato da ogni contatto con la corrotta civilisation? Oppure, semplicemente, perirebbe?
Sangue geni e cognomi Tecnologie e metafore dell’identità parentale
Blood, names, genes . Technologies and metaphors of kinship (Paper given in Caserta, for the seminar “Ipermodernità e forme del l’ identità. Un confronto interdisciplinare " 18 novembre 2014) The ego's problem ( it's vacuum of kinship terms to designate itself) From consanguineal substance of common identity to the genetic language of network and descent. Family names and
Genere, migrazioni e nascite de-territorializzate Uno studio del parto a Lampedusa
Erreffe. La ricerca folklorica, 75, 29-42., 2020
This article focuses on the history of childbirth in one of the Italian and European borderlands, such as Lampedusa island. First, we describe the main changes that occurred in childbirth assistance since the beginning of the 20th century to present, namely the transformation of childbirth from a non-medical event to a hospital experience, which takes place under medical control. The article underlines how, for the women from Lampedusa, this historical change is coupled by the need to look for new places where to give birth, as a hospital assistance is not available on the island. Secondly, we highlight some of the social, economic and health consequences related to the need to give birth elsewhere. Finally, we focus on the population of pregnant migrant women, who disembark in Lampedusa after a migratory journey via the Mediterranean Sea. Through a comparative study, we analyse how the sentiment of competition native women from Lampedusa feel towards the immigrants overshadows the fact that both populations face reproductive injustices in relation to childbirth assistance.
Ontogenesi: embrione e persona. Sullo statuto personale dell'embrione umano
Il Nuovo Principio Persona, 2013
1. Introduzione 1.1. Il metodo. L'attuale condizione della bioetica e dei suoi problemi, nonostante il convergere su di essa di tante ricerche e attenzioni, non può non apparire alquanto precaria, per la difficoltà a fare emergere "evidenze" condivise. L'urgenza di trovare soluzioni ai dilemmi morali suscitati dal progredire di tecnologie che realizzano un potere di disposizione sulla vita, ha il suo peso nell'indirizzare verso elaborazioni precipitose. In questo quadro assume valore emblematico il tema dell'embrione umano, in cui si combinano la sua "inapparenza", ossia il suo ridursi a qualcosa di quantitativamente e dimensionalmente minimo, e il costituire un crocevia imprescindibile, perché in esso ne va della comprensione dell'uomo e della vita. Naturalmente con la questione dell'embrione emerge in tutta la sua forza la domanda sulla persona. Il chiarimento del concetto di persona appare un luogo centrale per avviare a soluzione molti problemi con cui la bioetica si confronta. Se da un lato l'idea che si debba rispettare la persona risulta quasi universalmente accettata (è una sorta di valore ecumenico), occorre ammettere che non di rado si è d'accordo solo a parole. Non è infrequente che nella ricerca sulla identificazione della persona, particolarmente complessa nei casi di confine, vengano ritagliati concetti di persona ad hoc tra loro distanti. Un tale evento si verifica in ambito bioetico, dove quella identificazione è messa alla prova in modo diretto. Le scienze biologiche non sanno della persona: con la riflessione su di essa ci si colloca al di fuori della biologia, si accede alla sfera del sapere filosofico. Volgendosi verso le cose stesse, il metodo della filosofia cerca, diversamente alla scienza che opera un esteso processo di "disontologizzazione" (legittimo, sul suo piano), l'ordine, il valore e per così dire il "sapore" dell'essere. Nel progetto scientifico moderno l'uomo è visto come sdoppiato in un livello in cui è considerato soggetto inalienabile (la persona, interpretata soprattutto come titolare di diritti), e in un altro in cui è oggetto, ossia parte della natura fisico-biologica, su cui sovrintende la mano della scienza-tecnica. La prospettiva qui perseguita, pur assegnando rilievo alla ricerca degli indizi che possano segnalare la presenza della persona, non ritiene che l'esser persona o il divenirlo siano accertabili solo funzionalmente o empiricamente (e questo in particolare negli stati-limite), ma che siano argomentabili razionalmente entro una concezione dell'essere e dei suoi diversi gradi, capace di apprendere nella misura massima possibile dalle scoperte della scienza, non limitandosi però solo ad esse,
Individuo e persona. Il possibile collasso del transgenerazionale
International Journal of Psychoanalysis and Education, 2010
Considering the transgenerational dimension requires to deal with "multipersonal fields" during the psychotherapeutic situation, in order make speakable the stories and collective memory. This device is especially important in therapy with children, adolescents and young adults suffering from serious psychopathological problems because the narrative capacity is reduced further and it becomes necessary to hear other witnesses and narrators of the family scene. In human culture, the transgenerational has always had that enormous therapeutic power of storytelling that creates connections to the passing of eras, such as myths and fairy tales. As we are taught by anthropological sciences in the last 150 years occurred substantial cultural changes: the life stories are no longer fixed in a territorial unit within conservative culture with stable and ancestral myths organizers of social, but we are all moving between migration and displacement, and this determines a distance from...