Tecnologie Didattiche e disabilità (original) (raw)

Vulnerabilità “tecnogena” e condivisione tecnologica nell’esperienza della disabilità

Shift. International Journal of Philosophical Studies, 2021

In this essay, I address the vulnerable positionings that can be experienced by disabled people in the employment of assistive technologies. In particular, I take into account two examples: (I) the vulnerability that can emerge from the dependence on other subjects in the management of technologies, and (II) how they can directly impact bodily matter. The topic is introduced by the analyses of Disability Studies regarding the nature of vulnerability and technological encounters, whereas referred to disabled people. They are juxtaposed with posthumanism and technofeminism, while transhumanism is instead framed as less productive in the matter. Lastly, I highlight how these contextual forms of vulnerability can be actively inhabited by disabled people, producing a collaborative effort that weaves them together with affective relationships or wider networks, and that minimises risks and harms.

I LIMITI DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN AMBITO DIDATTICO

CONFERENCE PROCEEDINGS "TECNOLOGIA E COMPETENZA SOCIALE" - NAPLES, ITALY, 2019

L’erogazione di contenuti didattici attraverso unità minime di apprendimento (Microlearning), supportata dall’utilizzo delle tecnologie multimediali, se da un lato sembra essere in linea con gli attuali meccanismi di apprendimento dei “nativi digitali”, dall’altro evidenzia un grosso rischio: quello di favorire la frammentazione delle conoscenze e la perdita della visione unitaria del sapere disciplinare. La tentazione di semplificare i contenuti e sintetizzare i concetti di una lezione non deve esimere i docenti dall’impegno di guidare i propri studenti verso un utilizzo consapevole delle nuove tecnologie, favorendo un’appropriazione critica delle conoscenze e non la semplice banalizzazione del sapere. Questo breve contributo presenta alcune riflessioni sui rischi connessi all’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica scolare, fornendo alcuni suggerimenti affinchè le tecnologie stesse non rappresentino un limite, ma una concreta opportunità di accesso ad un nuovo modello di conoscenza.

TIC E DISABILITÀ INTELLETTIVA

Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e in particolare le risorse che fornisce Internet, sono sempre più presenti nella vita quotidiana dei cittadini. In materia d’istruzione costituiscono un eccellente mezzo per promuovere i processi d’insegnamento e d’apprendimento. Gli studenti con disabilità intellettiva, in ogni fase della formazione non possono rimanere al di fuori di esse. È quindi essenziale indagare sulle esigenze educative della comunità, e dare la priorità sui contenuti e la metodologia, per elaborare proposte didattiche adeguate che facilitino la loro partecipazione. Allo stesso modo, un'adeguata formazione degli insegnanti è un requisito fondamentale in tutto il processo

Tecnologie didattiche a scuola, oltre i luoghi comuni

2012

684 Aggiornamenti Sociali settembre-ottobre 2012 (684-694) approfondimenti Basta la sola presenza di tecnologie didattiche a scuola per migliorare i risultati dell'apprendimento? Che uso fanno gli insegnanti dei nuovi media? Hanno una formazione che consenta loro di sfruttare al meglio le potenzialità offerte da questi strumenti? In questo studio l'A. ci conduce oltre la retorica equazione per cui la sola presenza dei media a scuola significa migliorare la didattica, aiutandoci a comprendere come essi possano essere utilizzati in modo adeguato.

Risorse digitali dantesche

1. W. Wordsworth, the prelude, V, vv. 45-49: «oh, perché mai la mente umana non possiede un qualche elemento, di natura più simile alla propria, su cui imprimere la sua immagine? Perché mai, pur dotata del grande potere di esprimere il proprio spirito, la mente umana è obbligata a trovar riparo in templi così fragili?» (trad. mia). risorse digitali dantesche: testi, commenti, metrica, filologia riccardo castEllaNa 1. PreLuDIo I «templi fragili» entro i quali la mente umana è costretta a dimorare sono ovviamente i Libri del titolo, e le biblioteche che li custodiscono: «shrines», 'templi', ma anche 'sacrari, reliquiari' con riferimento all'espressione "shrine of knowledge" (che è solo parzialmente traducibile in italiano come 'culla del sapere', metafora dotata di connotazioni di segno diametralmente opposto all'originale). Fragili, cioè condannati a scomparire e a consumarsi, perché fatti di materia troppo debole per resistere all'usura del tempo, benché la loro fun-96 allegoria Note e CoNtroNote 97 Note e CoNtroNote risorse digitali dantesche: testi, commenti, metrica, filologia zione sia proprio, paradossalmente, quella di eternare la memoria. ma i libri sono fragili anche perché troppo distanti dalla «natura» della mente umana; perché -altro paradosso -, a causa della finitudine e della staticità della loro stessa struttura, sono incapaci di riprodurre la dinamicità e l'infinitezza che caratterizzano invece la vita dello spirito, secondo una tradizione che risale sino a Platone e alla sua condanna della scrittura. Vi è infatti in Platone la convinzione che la parola scritta, cristallizzando il pensiero, lo devitalizzi e lo corrompa, disperdendone lo spirito vivo che solo risiederebbe nel carattere orale della parola, nella realtà performativa dell'atto linguistico, nel qui e ora dell'idea che diventa suono e dialogo, condiviso tra chi parla e chi ascolta. e partendo da tali premesse, l'oralità diventa una sorta di primum ontologico rispetto al quale la parola scritta si pone inevitabilmente come un corpo estraneo: una superfetazione o meglio un'"interfaccia" (come ha scritto W. J. ong 2 ), che permette sì di comunicare con l'esterno, ma a scapito della perdita della verità originaria che solo la parola parlata, più simile alla struttura del pensiero, può incarnare.