Gli Spiriti in Birmania, Laos, Thailandia (original) (raw)

Spiriti, Riti e Pratiche Magiche in Cambogia

Nota di Lunaria: avevo già trattato Cambogia, Laos, Vietnam, Myanmar e la Thailandia, ma per questioni di spazio non posso ora riportare qui tutto l'approfondimento. Per uno studio globale su questi paesi, vedi:

PIRAMIDI DI GIZA E PIRAMIDI NEI MOINTI DI ASIA

Delle tre piramidi di Giza, le due più alte (Cheope e Chefren), hanno quasi la stessa altezza, la più piccola è alta meno della metà. Mostriamo che le altezze relative sono virtualmente le stesse, riferite alla prominenza e non al livelloo del mare, relative ai due monti sacri Rakaposhi e Hunzakunji, associati alla valle di Hunza in Pakistan, luogo assai speciale, ed al monte Kailash, il Meru tibetano, il più sacro dei monti. Si suggerisce che delle tre piramidi di Giza la più importante sia quella di Micerino.

Spiritismo e possibili realtà

Speravo, desideravo con tutte le mie forze, che con il passare degli anni si sarebbe arrivati a una concezione della vita, ed in particolare della morte, più vicina ad una possibile realtà… ed invece domina ancora il dogma, ed il superficiale spazia anche tra persone serie, oneste, motivate nel conoscere. Si potrebbe scrivere per anni su questo argomento, io ora cercherò di sintetizzare ciò che ho vissuto e ritengo utile per molti. Nei primi anni '60 iniziai anche con lo spiritismo. Ebbi la fortuna d'incontrare un gruppo serio e onesto negli intenti che portava avanti un lavoro da oltre trent'anni. Il suo medium era morto, per meglio dire "aveva superato la soglia del visibile", ed il gruppo cercava qualcuno che potesse chiudere le storie che aveva accumulato con sedute medianiche di vario tipo e con la scrittura spontanea o diretta, quella che ti porta a scrivere o veder scrivere senza che il pensiero influisca, apparentemente, sui contenuti. Fui scelto io, avevo vari tipi di fenomeni, anche sonori, luminosi e fisici. Incominciai e dalla prima riunione rimasi molto colpito dal cane sopravvissuto al medium, un barboncino. Ero seduto con gli altri, intorno ad un tavolo tondo, e lui mi saltò addosso, leccandomi il viso, felice… come se avesse rivisto il suo padrone scomparso…! Bene, andai avanti per qualche tempo, mi trovavo bene con loro e insieme terminammo una storia sul mondo antico, subito dopo l'impatto del grande meteorite di migliaia di anni fa. Un mondo sconosciuto si profilava sempre più preciso con nomi di località, tipologie di piante e di animali, nomi di persone e… poi con gli anni… ebbi modo di ritrovare quasi tutto e in modo molto preciso. Si parlava, durante quegli incontri, anche di sistemi di canali che portavano acqua nell'attuale Sudan, attraversando le foreste di allora presenti nel Sahara (cose trovate poi dagli anni '70 con i satelliti e le sonde spaziali…!). Mi accorsi, durante queste esperienze, che anche i miei sogni erano diventati più chiari e ne trattenevo meglio il ricordo. Dopo pochi mesi però, durante le sedute che iniziavano verso le 22.00 e finivano al mattino tra le 4.00 e le 6.00, mi accorsi che ciò che dicevo o scrivevo, in vari modi, passava dalla mia mente, e

Geografia dello Spirito

Verso l'anima e le cose Geografia dello Spirito Premessa Guardo dall'uomo al mondo. Vengo ingaggiato da una certa capacità umana di voler tendere a coniugare la propria essenza. Mi accorgo di essere suggerito nel quotidiano da una infinita variazione di forma le cui cose sono soggette, che mi spinge con costanza a rimodulare i significati di ciò che percepisco. Sono parte creatrice della realtà in qualità di regista, attore e spettatore, immerso in un atto a cui partecipo come uno e sono partecipato dall'insieme. Agisco in quanto uomo nel mondo. Sono folgorato dalle impressioni a cui lo specchio posizionato in noi, è capace di mediare e rimandare la molteplicità a cui siamo invitati. Da esso estrapoliamo i significati dove tende a sedimentarsi la forma rappresentativa della comunità umana nelle diversità delle nostre manifestazioni. Qui nel luogo in cui siamo, constatiamo di essere un'entità confrontandoci con la realtà al di fuori di noi, e specularmente riflessi nei simboli e trasformazioni che imprimiamo al circostante, prendiamo la forma a noi sospinta da forze interne. La reciprocità e mutevolezza del rapporto che dispiega la collettività dell'uomo nella natura e nei regni dell'esistenza, mi appare come la costante di una metamorfosi simbolica, di un'espansione tra realtà e irrealtà, tra veglia e sogno, tra vita e morte. A tutto sento l'essere umano prendere atto, alla natura, al proprio creare. Al tutto dispiegarsi con una duplice costante:-la rappresentazione esteriore di sé-la manifestazione interiore di sé La presenza dell'uomo mi si rivela manifesta attivamente, sospinta e sorretta da forme di espressione cosciente divergenti. Mi si presenta come fatto sensoriale che fa di me, dell'uomo, un essere mutevole di applicazione fattuale: scinde il percepito in quanto rappresentazione razionale. Mi si presenta inoltre come rappresentazione simbolica in costante ricreazione ed astrazione che tende a separare la corporeità dalla sua matrice fisica, per forze all'uomo in un primo momento occultate. Intendo la dualità che percepisco in atto come espressione costitutiva del manifestare umano. In essa risiedono l'applicabilità e l'inapplicabilità delle espressioni costanti del corpo nella misura di esistenza separata e inseparabile.. Uomo come relazione di opposti, di manifesto e non manifesto, di corpo e spirito. E' nel ricercare che la ricerca si compie, non vi è altro da aggiungere. Nella mia visione dell'esperienza vitale incontro quelli che considero come elementi, fatti, contorni della dualità. Vivo ciò che ne deriva in quanto forme dell'essere umano. Li traduco come categorie concettuali che operano nella divisione che tende alla conoscenza dei propri significati. Elaborando lo scritto non ho posto alcun obiettivo accademico e neppure ideologico, seppur in ogni caso l'attività del pensiero sia originalità dell'individuo. Per questo motivo non posso prescindere dalla mia visione, dagli autori a cui faccio riferimento, dalla proiezione applicata del mio pensare alla vita quotidiana. L'impegno non è formalmente concettuale, ma idealmente rivoluzionario. Genesi. Capitolo zero. Siamo dei liberi pensatori! Figli della vita, del bene e del male, della guerra per la giustizia tra gli uomini, per la pace e l'equilibrio delle comunità della Terra. Siamo liberi di essere pensatori! Liberi di scegliere individualmente per la strada che ci vede uniti nella diversità. Siamo liberi di pensare per noi stessi e per tutti come mai prima d'ora, e con sempre maggiore frequenza ogni aspetto della vita diventa interconnesso. Le relazioni fisiche che ci coinvolgono nella gestione delle nostre cose sono proiettate e alimentate da connessioni dal carattere globale. Ogni cosa si è estesa a mondi un tempo lontani, e la società nel suo complesso vive i rapporti più vari, dove i confini, reali e percepiti, fisici ed astratti, ricevono continue rivisitazioni. Siamo figli di nuovi rapporti. Imprescindibilmente legati ad una definizione del pensiero, che forse nel mondo delle idee non vive più. Mi chiedo, quanto il globale sia ancora una meta da raggiungere? E quanto componga la realtà del quotidiano? Cosa voglia essere vivere il quotidiano oggi? Finalmente siamo liberi di essere un'umanità, liberi di pensarci in ogni momento come un'unità. Frammentati nelle stesse differenze di rappresentazione e manifestazione riusciamo a visualizzare l'interezza dell'uomo. Ma qualcosa è cambiato così in fretta da non essere visto, per adesso, come una rivoluzione in atto. Qualcosa è stato lasciato per sempre e qualcos'altro è già presente. Mentre l'uomo continua la sua lotta indifferentemente, il cambiamento si può introdurre come: il corpo delle cose ha assorbito lo spirito per intero. Il baricentro della composizione generale dell'uomo, che lo avvede unirsi come un corpo e qualcosa di altro legato a sé e diverso da ciò che vive, varia. Con lui anche la relazione con il circostante: il suo operare nella realtà, il suo percepirsi e il suo rappresentarsi. Perché accade? Cosa vuol dire? Nel mutare la comunità è cambiata. Come è accaduto già nel tempo, attraversando una radicalità ci avviciniamo ad un cambio di stato di coscienza. E' avvenuto quando da un popolo di raccoglitori siamo diventati agricoltori. E ora da agricoltori a industriali. Tra un cambio e l'altro accadono variazioni dal carattere universale, tra l'oblio più buio ed il cielo più stellato. Nel nostro tempo la comunità muta gli involucri del mondo precedente: dalle funzioni territoriali, alla logica, ai criteri dell'estetica, del linguaggio in generale applicato a tutti i campi espressivi, artistici e manipolatori: dei valori. Nella scala dei cambiamenti siamo di fronte ad una sezione

Pap Khouma, una vita tra l'Italia e gli spiriti africani

IL SEGNALE, percorsi di ricerca letteraria, anno XXVIII, n.82, pp. 3-8, 2009

La scrittura di Pap Khouma, primo sguardo letterario - agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso - sui grandi temi legati al processo migratorio verso l'Italia e alle nuove identità plurilinguistiche e transculturali. Scrittura che è anche racconto proteso verso l'Africa con le narrazioni "del ritorno" avvolte in un realismo magico e onirico.

Le vie spirituali dei briganti in Europa e in Asia

Il filo conduttore che unisce fra loro i diversi contributi specialistici che compongono questo volume non è semplicemente la storia delle diverse organizzazioni della furfanteria e del brigantaggio tra l'Europa e l'Asia. Da questo punto di vista, come da quello sociologico, esistono già numerosi studi, anche se si avverte una certa lacuna per quanto riguarda il mondo islamico. 1 Muovendo questa volta da un punto di vista più propriamente storico religioso, il tentativo ambizioso che si è qui solo abbozzato è quello di far emergere, con la maggior nettezza possibile per le diverse aree culturali, le specifiche credenze e pratiche, sia religiose sia parareligiose, di ladri e briganti. Ma anche la loro integrazione, o meno, con le grandi tradizioni spirituali delle rispettive civiltà d'appartenenza. Si è cercato dunque di ricostruire alcuni frammenti di un cosmo religioso non ancora riconosciuto come tale, e della relativa fenomenologia. Una particolarissima tipologia di spiritualità espressa nei secoli passati, e in qualche misura ancora oggi, da una categoria di individui e di organizzazioni sempre vissute ai margini della società. Un aspetto e un capitolo della storia spirituale dell'umanità che fino a oggi è stato assai poco documentato, anche per via dei molti pregiudizi riguardo alla sua problematicità, che è sempre stata molto reale e concreta. Ma, soprattutto in vista di una più ampia analisi comparativa, tale aspetto dev'essere finalmente riconosciuto almeno sul piano culturale 2 , come avevano fatto nel recente passato studiosi quali Walter Benjamin, Gershom Scholem e Piero Camporesi. Scrive in particolare Walter Benjamin, pur mantenendo ancora una sorta di romantica distinzione fra ladro e brigante 3 :

La boemia altrove

Caietele Echinox, 2017

The paper deals with some non-Czech literary reflections of Bohemia and its culture/cultures: in Central-European history the notion of Czech culture is not univocal and the perception of Czech Bohemia is not continual. The region, situated in the same centre of Europe, since medieval times has been the theatre of crossings and encounters, as well as the scene of conflicts and removals. Literature preserves and restores, recalls traces and restitutes values from oblivion, creating at the same time fictional characters and places, which can conceal the real ones or at least change their nature and shape. An elusive Bohemia, located somewhere else, thus mythical, is frequent in its German literary reflections.