Rota e i suoi primi film: canzoni, film e leitmotiv (original) (raw)

Prima della Dolce Vita. Nino Rota e il popolare tra cinema, radio e canzoni

Philomusica on-line, 2022

Nell’immaginario del grande pubblico, il nome di Nino Rota è indissolubilmente legato a quello di Federico Fellini, con il quale ha collaborato a partire da Lo sceicco bianco (1952) fino a Prova d’orchestra (1979), firmando le musi- che per diciassette film del regista riminese. La carriera cinematografica del compositore, tuttavia, si è sviluppata ben oltre tale connubio: la sua filmografia comprende 157 titoli di 67 registi, tra i quali compaiono diversi tra i maggiori autori del cinema italiano e internazionale degli anni ’40-’70, come Luchino Visconti, Francis Ford Coppola, King Vidor, Mario Monicelli, Luigi Comencini, Alberto Lattuada, Eduardo De Filippo, Mario Soldati, Raffaele Matarazzo. Dopo un esordio precoce nel 1933 in Treno popolare di Matarazzo, a partire dai primi anni ’40 fino alla morte, avvenuta nel 1979, Rota è stato ininterrottamente attivo nel panorama cinematografico, toccando il massimo di produttività con le 101 partiture per il cinema scritte tra il 1947 e il 1957. Durante la sua lunga carriera egli ha avuto modo di confrontarsi con modelli di produzione molto diversi, dal cinema d’autore a quello di genere, dal film a grande budget ai documentari televisivi, affermandosi come uno dei protagonisti di tre decenni tra i più intensi nella storia del cinema italiano (e non solo). Il presente numero monografico si focalizza sulle musiche per film compo- ste da Rota negli anni ’40 e ’50, un periodo molto prolifico per il compositore, ma raramente affrontato dalla letteratura musicologica, la quale si è concen- trata prevalentemente sulla collaborazione con Fellini e sulle grandi produ- zioni dei due decenni successivi, dopo il discrimine segnato da La dolce vita (1960).

Rota nel cinema italiano degli anni Quaranta. Genesi di un atteggiamento compositivo

Prima della Dolce Vita. Nino Rota e il popolare tra cinema, radio e canzoni, 2022

After an isolated experience with cinema in the early 1930s, Nino Rota had his second film debut in 1942 with Giorno di Nozze. It is thus from the early 1940s that the composer establishes a continuous and indissoluble relationship with the Seventh Art, and it is in the tragic context of this decade that he becomes the ‘habitual’ composer of Lux Film, the most important Italian film production company in that troubled decade. With this contribution I intend first of all to demonstrate the determinant influence of Lux film on Nino Rota’as compositional activity, at least in the first phase of his film career. Thus, in the research, the production strategies of this production company in the specific field of music (a field of research almost completely unexplored in Italy) were defined; some ideas about music for film, circulating within the major, very close to the composer’s approach in this field, were analyzed; a film score by Vincenzo Tommasini, composed for a Lux film (Un colpo di pistola, directed by Renato Castellani) and much appreciated within the production company, was identified, as one to have influenced Rota in the compositional manner in which he defined his musical writing during these years of work with the Seventh Art. Although he proved to be perfectly capable at ‘working on commission’, noting those skills typical of the specialist willing to adapt to tyrannical production schedules and to use music-writing techniques congenial to the language of film, in these often less than memorable films of the 1940s, Rota also displays an extraordinary resilience to stubbornly pursue his own artistic path. It is in this period, moreover, that the imaginative archive, made up of themes, motifs and musical cues that would resonate in Rota’s music until the end of his career, was formed and enriched. Thus, if on the one hand, not even the continuous confrontation with the most wide-ranging musical styles and genres succeeds in decaying his musical discourse into an impersonal eclecticism, on the other hand, the film also represents an ideal field of action to test themes, melodic cues and techniques of variation, in that circular path that involves all Rota’s music, filmic and non-filmic.

Fame di film. Cibo e generi nel cinema muto italiano

L’ipotesi di partenza di questa ricerca è che l'analisi delle rappresentazioni cinematografiche della sfera alimentare, attraverso gli studi degli antropologi presi in considerazione, permetta di cogliere alcune strutture sociali dell'epoca che le ha prodotte. Lo studio antropologico del cinema di finzione, affrontato in particolare attraverso lo studio della messinscena della cultura del cibo, permette di scoprire che l’approccio sociale al film è in grado di avanzare proposte di ricerca dotate di tesi coerenti e pertinenti in merito alle dinamiche culturali e sociali di una data comunità. Il cinema è infatti un’istituzione che da una parte rappresenta la società e dall'altra ne alimenta l’immaginario collettivo, interpretando i fenomeni sociali e fornendo indicazioni sugli spettatori. Come ogni altra produzione culturale, anche quella cinematografica si crea e si mantiene viva all’interno di uno spazio liminare che vede la dimensione dell’immaginario e quella del reale entrare strettamente in connessione, al punto da sovrapporsi e confondersi, permettendo di estrarre informazioni sulla società mediante un’analisi del film di matrice socio-antropologica.

Cinema, sorrisi e canzoni. Il film musicale italiano degli anni Sessanta

Rubbettino, 2020

Il film musicale italiano degli anni Sessanta è un capitolo significativo ma ancora poco studiato della storia del cinema popolare nazionale. Questo libro offre la prima analisi a tutto campo dei così detti musicarelli - una serie di film che raccoglie la partecipazione dei divi musicali dell’epoca (Mina, Adriano Celentano, Gianni Morandi, Rita Pavone) accompagnati dalla loro musica - con lo scopo di mostrare come hanno saputo sfruttare i cambiamenti della società ai tempi del boom economico per dialogare con le nuove generazioni di spettatori appassionati di pop music. Attraverso diverse prospettive d’analisi, lo studio si concentra sugli aspetti più rilevanti del filone: le routine produttive dei film a basso costo, le dinamiche economiche che ne spiegano il successo, le forme espressive e narrative per mezzo delle quali la canzone viene incorporata nel linguaggio audiovisivo e contemporaneamente usa il cinema per promuovere se stessa assieme ai riti che la riguardano. Ma il libro prende in considerazione anche i comportamenti concreti, troppo spesso trascurati, alla base del consumo quotidiano di film e canzoni, e la capacità del cinema musicale di raccontare un pezzo della storia dei giovani in un decennio di trasformazione dei costumi nei rapporti tra i sessi e i ruoli di genere.

Le prime storie del cinema (muto) italiano [2013]

in “Scritti sul cinematografo. ‘Memorie e Confessioni (15 anni d’Arte Muta)’ seguito da ‘La parabola del cinema italiano’” (a cura di Denis Lotti), 2013

I memoriali di Emilio Ghione (1879-1930) si suddividono in due pubblicazioni. Il primo è “Memorie e Confessioni. 15 anni di Arte Muta” pubblicato nel corso del 1928, a episodi in inserti staccabili e rilegabili, a margine della rivista “Cinemalia”, il testo è pressoché sconosciuto recentemente ritrovato dal curatore per la prima volta pubblicato nella sua interezza; l’altro scritto, più noto, è “La parabola del cinema italiano”, saggio con ambizioni storiche pubblicato postumo in Francia, per l’occasione tradotto in italiano.