Roma, 16 ottobre 1943. Anatomia di una deportazione, a cura di Silvia Haia Antonucci, Claudio Procaccia, Gabriele Rigano, Giancarlo Spizzichino, Milano, Guerini e Associati, 2006 (original) (raw)

Bibliografia italiana sulla deportazione (selezione al 2004)

Sulla bibliografia relativa alla deportazione e allo sterminio Sistema bibliotecario urbano -Via della Cittadella, 5 -10122 TORINO -Tel. 011 4429812 Améry, Jean Intellettuale a Auschwitz / Jean Améry ; presentazione di Claudio Magris. -Torino : Bollati Boringhieri, 1987. -162 p. ; 22 cm. -Trad. di Enrico Ganni. -ISBN 8833904180 CIVICA CENTRALE: 441.E.68 DECENTRATE: 940.547 AME (VILLA AMORETTI, CASCINA MARCHESA, REGIO PARCO, D. REBAUDENGO, C. PAVESE, A. PASSERIN D'ENTRÈVES) Arendt, Hannah La banalità del male : Eichmann a Gerusalemme / Hannah Arendt ; traduzione di Piero Bernardini. -Milano : Feltrinelli, 1999. -316 p. ; 22 cm. -(Campi del sapere). -ISBN 8807102668 CIVICA CENTRALE: 708.D.85 Bauman, Zygmunt Modernità e olocausto / Zygmunt Bauman. -Bologna : Il mulino, c1992. -280 p. ; 22 cm. -(Le occasioni ; 48). -Trad. di Massimo Baldini. -ISBN 8815036865 CIVICA CENTRALE: 509.F.72 Breitman, Richard David Himmler : il burocrate dello sterminio / Richard Breitman. -Milano : A. Mondadori, 1991. -XI, 396 p. ; 23 cm. -(Le scie). -ISBN 8804335300 Sulla bibliografia relativa alla deportazione e allo sterminio Sistema bibliotecario urbano -Via della Cittadella, 5 -10122 TORINO -Tel. 011 4429812

Levia Gravia 13 (2011) - «Scrivere per vivere». La memorialistica della deportazione

Il secondo volume di questo "nuovo inizio" di «Levia Gravia» è dedicato alle scritture della deportazione, esaminate nei loro valori letterari e culturali. Il volume si apre con gli studi critici sull'argomento presentati e discussi da Claudio Sensi nell'ambito di un'importante esperienza universitaria condotta in collaborazione con l'Istituto Piemontese "Antonio Gramsci": un seminario annuale ideato, come "presidio" della memoria, sul finire degli anni Novanta da Marziano Guglielminetti e portato avanti da Mariarosa Masoero. Le testimonianze dei reduci dagli orrori dei campi di concentramento hanno sollecitato una partecipazione, da parte di Claudio Sensi, anche molto sofferta e sempre sostenuta da quella profonda sensibilità religiosa con cui si è ogni volta accostato ai testi, scegliendo di preferenza quelli le cui problematiche indagavano il mistero della vita e della morte nelle sue stesse contraddizioni storico-esistenziali. A legare fra loro questi suoi saggi sono le parole che nascono da quello stravolgimento della dignità umana che ancora in tempi recenti ha rivelato la crudeltà dell'uomo, facendolo precipitare in quegli inferni rispetto ai quali si leva solo la forza della testimonianza a rivendicare i diritti conculcati della giustizia e dell'umanità per non far morire la speranza. Seguono i contributi presentati da studiosi del tema, amici di Claudio, in occasione della giornata tenutasi presso l'Università di Torino nel primo anniversario della sua scomparsa: «Dare ali al pensiero». La letteratura e la vita nell'insegnamento di Claudio Sensi. Due tappe di un percorso: Dante, la memorialistica della deportazione (20 aprile 2012). L'attenzione si è soffermata su autori, italiani e stranieri, che hanno fatto della testimonianza un fattore etico fondamentale della loro opera, oltre che un impegno quotidiano della loro vita, da Bruno Vasari a Primo Levi, da Peter Weiss a Dieter Schlesak, da Jean Améry a Jorge Semprún, dalle tante donne deportate ai bambini coinvolti e travolti dalla drammatica esperienza del viaggio verso i Lager. A supporto e coronamento dell'intenso e partecipato incontro il prezioso e stimolante contributo di Pier Vincenzo Mengaldo, Testimoni e interpreti della Shoah, lucida e incisiva sintesi delle diverse posizioni interpretative e insieme punto di partenza per nuovi studi sull'argomento. A lui va uno speciale ringraziamento.

Il Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione interna (1930-1940). Per una storia della politica migratoria del fascismo, Editoriale Umbra, Foligno 2015

2015

L’Agro pontino, la Libia, l’Africa Orientale, le città nuove della Sardegna, il quartiere romano dell’E42: questi furono i più importanti scenari dell’attività del Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione interna nel corso degli anni Trenta. Creato grazie all’impulso del sindacalista agrario Luigi Razza, il Commissariato fu incaricato di gestire e controllare la mobilità territoriale dei lavoratori italiani in una fase decisiva per la storia del nostro paese: con la chiusura degli sbocchi tradizionali della grande emigrazione diretta verso l’estero, il fascismo dovette inventarsi una nuova politica migratoria che facesse i conti con le gravi difficoltà economiche dell’epoca e il nuovo contesto internazionale. Di fronte alla presenza minacciosa di masse di disoccupati, gli interventi promossi rappresentavano la chiave per la stabilità del regime e si legarono profondamente alla politica coloniale di aggressione in Africa e alle ambizioni imperiali e totalitarie del fascismo. Il Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione interna fu un attore fondamentale per la buona riuscita di queste politiche. Questo libro ne ricostruisce per la prima volta la storia, fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale.

Migrazioni, Einaudi, Torino 2009. 2 Cfr. Gianfausto Rosoli, Presentazione, in Un secolo di emigrazione italiana, 1876-1976, a cura di Gianfausto Rosoli

Annali della Fondazione Ugo La Malfa, 2019

Il perimetro della cittadinanza tra eccessi dello "ius sanguinis" e sottovalutazione dello "ius culturae" e cittadinanza Nell'oggi della disciplina sull'acquisto e soprattutto sulla conservazione della cittadi-nanza italiana attraverso le generazioni, sembra esservi la dimostrazione dell'incapacità del nostro legislatore di seguire il passo dei tempi ed in particolare la metamorfosi dell'I-talia da paese di emigrazione a terra di immigrazione. Infatti la legge n. 91 del 1992, è segnata da una prospettiva conservativa, preoccupata, per un verso, di restringere i varchi di ingresso alla cittadinanza per i residenti immigrati dai paesi terzi e per altro verso di-zione esponenziale del criterio dello ius sanguinis, rendeva e rende l'Italia un paese cone soprattutto una moltitudine-tra i 60 e gli 80 milioni, secondo le diverse stime-di stra-nieri di origine italiana che potrebbero, in base alla disciplina vigente, vedersi riconoscere Come lo stesso vocabolo in parte fa presagire, l'immagine delle due patrie, una delle tratte dal pubblico dibattito del divenire nazionale, tra la nascita del Regno d'Italia, l'aspi-cultura, l'emergere prepotente del fenomeno emigratorio italiano negli anni Settanta del 1. La grande migrazione italiana, tra Ottocento e Novecento-tra i 13 ed i 14 milioni di 2-fu 1 Su cui, per tutti, Piero Bevilacqua-Andreina De Clementi-Emilio Franzina (a cura di), Storia dell'emigrazione italiana. Vol. 1. Partenze