Con donna o con uomo cortese (Donne ch'avete intelletto d'amore, 67), «Filologia italiana», 9 (original) (raw)
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"Intendersi" tra intelletto e amore nella "Commedia".docx
Come risulta dall’analisi lessicale e semantica dei testi di Dante, il verbo "intendere" e i suoi derivati occupano uno spazio notevole sia nelle opere minori che nel poema. In questo contributo si propone di analizzare l’uso del verbo intendersi nel Purgatorio XV 73, dove esso ha suscitato più volte discordie fra i commentatori perché attribuito o al campo semantico dell’amore o a quello della vista. A rendere più complessa l’interpretazione del verbo è il fatto che esso, come indica Domenico Consoli nell’"Enciclopedia Dantesca", può appartenere nella Commedia sia ad una serie di concetti teologici e filosofici, sia al linguaggio dei trovatori. A testimoniare l’importanza del valore teologico del verbo intendersi è l’uso del medesimo nella terzina che descrive l’azione come intrinseca alla Santa Trinità (Paradiso XXXIII 124 – 126); dall’altro lato, l’uso cortese si riscontra in Dante solo due volte, una delle quali sarebbe proprio la terzina in questione del XV canto del Purgatorio. Esplorando l’etimologia del verbo e i suoi significati in Dante, nei poeti provenzali e in alcuni teologi a lui contemporanei, si cerca di capire in che modo nella poetica del XV del Purgatorio i campi semantici di conoscenza e affetto si intrecciano fra di loro attraverso un solo lessema che probabilmente funge da spia dell’armonia fra l’amore e l’intelletto nella Commedia.
Da un decennio, ormai, l'empireo delle eroine femministe ha accolto nelle sue schiere la formidabile figura della protagonista del romanzo L'arte della gioia, caso letterario postumo, acclamato in Italia solo dopo la fortuna riscossa oltralpe 1. La storia di Modesta ha fatto sì che la sua autrice, la catanese Goliarda Sapienza, venisse scoperta e apprezzata soprattutto dalle lettrici che, nelle vicende della «tosta carusa» sfuggita caparbiamente al «destino coatto» 2 cui pareva condannarla lo status natale di povera e di donna, hanno riconosciuto la protesta "antistorica" auspicabile per il secondo sesso 3. Una ribellione condotta seguendo un disegno di auto-affermazione talmente poco ortodosso da sconfinare nella spregiudicatezza del machiavellismo, del «male necessitato» 4 1
Folchetto e l'eccellenza d'amore ('Paradiso' IX, 97-102), «L'Alighieri», 58 (2021/2), pp. 103-116
L'Alighieri, 2021
The article is focused on the three mythological comparisons that appear in the self-presentation of Folquet de Marselha in Paradiso IX. The analysis aims above all to highlight Dante’s strategy of allusion to Ovid’s Heroides – from which the exempla are drawn – considering the medieval school practice of moralization of Ovidian poetry. The figures of Dido, Phyllis and Hercules are therefore studied in detail in view of their belonging to the Ovidian work, so as to show the moral reasons underlying the poetic choice of Dante. In particular, the article seeks to clarify the identity of «Iole» (v. 102), proposing a partial identification with the figure of Omphale in light of the confusion on woman’s name present in some ancient comments and in medieval culture in general.
PACINI EDITORE, 2020
Il presente volume è stato pubblicato con il contributo del MIUR-progetto «CoVo. Il corpus del vocabolario italiano delle origini: aggiornamento filologico e interoperabilità (PRIN 2015)», a cui l'Università per Stranieri di Siena ha partecipato con una propria Unità di ricerca. I risultati del progetto trovano applicazione nei due saggi di G. Marrani e di A. Decaria che aprono il volume e che sono dedicati ai primi secoli della poesia italiana. La pubblicazione di questo volume è stata approvata dal comitato scientifico della collana. Successivamente è stata sottoposta al giudizio di due referee anonimi.
A misura di donna. L’uomo nella scrittura femminile di fine Ottocento
Kepos. Semestrale di Letteratura Italiana, 2022
Feminist criticism has often focused on the construction of women by female authors denouncing, at the same time, those created by male writers, often vessel of men’s dominance and fears. However, male characters created by women have deserved little attention. Set at the end of the 19th Century Italy – when female writers began to conquer a space as a specific group in the editorial universe – this essay engages with early works by Carolina Invernizio and Matilde Serao to analyze a shared practice: the construction of the failed, imperfect, feeble male writer as a character. While engaging in highly metafictional literature – a creative strategy rarely considered by critics of women writers– Invernizio and Serao use these male figures as a vehicle to reflect on their own starting professions.
Lidia Palumbo, recensione al volume di B. Centrone apparsa in ATENE E ROMA, NUOVA SERIE SECONDA., 2020
Recensione del volume di Bruno Centrone, uno studio sulle origini della melancolia, cioè di quella condizione dell’anima, di genio e di follia, che è stata al centro degli interessi della medicina, della psicologia e della filosofia fin dai tempi antichi
Amor ipse intellectus est. Amore e conoscenza in Guglielmo di Saint-Thierry
Il contributo è pubblicato negli Atti del seminario di ontologia trinitaria tenutosi al San Raffaele di Milano tra il 28-30 aprile. L’oggetto materiale della presentazione muove da una domanda che ha costituito, per così dire, lo sfondo concettuale costante del Seminario internazionale svoltosi a Trento nel dicembre 2014: quale tipo di conoscenza per un’ontologia trinitaria? Ovvero, quale il punto prospettico di una domanda sul senso ultimo della realtà che non voglia semplicemente fissare concetti o determinare elementi conoscitivi al fine di possederli in un sistema cristallizzato, ma che esprima, con umiltà e audacia, la dinamica donativa dell’essere? Per indagare le profondità di questo interrogativo ho scelto un autore, Guglielmo di Saint-Thierry, monaco benedettino e poi cistercense del XII secolo, solitamente noto solo per essere stato un fiero avversario di Abelardo e un discepolo obbediente. Il giudizio frettoloso su Guglielmo sarà rimesso in discussione attraverso la lettura di alcune sue pagine suggestive sul rapporto amore e conoscenza. Secondo Guglielmo ciò che l’intelletto procedente per immagini non può afferrare, può essere accostato solo con l’intelletto illuminato dall’amore, inteso non come una dimensione puramente affettiva o l’affermazione di una mistica apofatica, ma come il più alto atto di intellezione spirituale, come il punto di contatto con la realtà del tu che non si vuole possedere ma accostare, come, in ultima analisi, uno spazio da abitare.