Il carteggio Pica-Pagliara (original) (raw)
Related papers
Il carteggio fra Giovanni Virginio Schiaparelli e Quintino Sella
2015
One of the most important correspondence of the Risorgimento and unification period is that exchanged between Giovanni Virginio Schiaparelli (1835-1910) and Quintino Sella (1827-1884) not only for scientific and political stature of the two protagonists, but also for the opportunity it offers to discover new aspects and perspectives on histories of mathematics, astronomy, sciences and society. They concern, for example, the Turin and national university context, the cultural policies related to the development of research and improvement of scientific teachings, what kind of organization to prepare for meteorology and what instruments to equip observatories. The correspondence also reveals the ideals and aspirations of the two friends, as well as the difficulties and obstacles that they were able to overcome with determination, tenacity and strong sense of ethics.
Il carteggio fra Carlo Ignazio Giulio e Quintino Sella
Rivista di Storia dell'Università di Torino, 2017
The correspondence between Carlo Ignazio Giulio (1803-1859) and Quintino Sella (1827-1884), one of the most important protagonists of the Risorgimento, holds great importance for the history of the University of Turin, by shedding new light on their role in the scientific organization and their political involvement in the establishment of technical-scientific schools in Turin, the R. Istituto Tecnico (1852) and the R. Scuola di Applicazione per gli Ingegneri (1859). Interesting details emerge about the scientific collections of the institutions, such as the realization of geometric and crystal models and the purchase of engineering instruments. It also reveals the international relationships the two protagonists had with well-known scientists and instruments makers, mostly thanks to their travels and participation in international exhibitions.
Il carteggio fra Pietro Conti e Quintino Sella (1874-1878)
Rivista di Storia dell’Università di Torino, 2022
The correspondence between the military engineer Pietro Conti (1827-1878) and Quintino Sella (1827-1884) covers four years. The main topic is Conti's works Studi sull'attrito and Sulla resistenza alla flessione della pietra serena that he presented to the Accademia dei Lincei in 1874 and 1875 to be published. In the first paper he tried to invalidate Coulomb's friction's law; in the second one he studied the deformation of a specific type of stone in function of the weight put on it. The correspondence shows how much Conti was unable to follow the proper process for a publication causing difficulties to the review board. His scarce knowledge of mathematics prevents him to create a proper theory for his results.
Il carteggio tra Luigi Schiaparelli e Carlo Cipolla (1894-1916)
2020
Of the long correspondence between the Veronese Carlo Cipolla, professor of modern history first in Turin and then in Florence, and his student Luigi Schiaparelli from Turin, more than four hundred letters and postcards remain, in which, for reasons of asymmetry of communication and conservative reasons, those of the student to the master prevail. More than twenty years of dialogue by letter (1894-1916), the publication of which now offers an important contribution of knowledge on the years of apprenticeship and the beginning of Schiaparelli's career, the first great modern scholar of diplomacy and palaeography that Italy has had, and on the contrasting events of the last part of Cipolla's career. This also enlightened various aspects of the history of historical studies in Italy (and partly in Germany) in the decades between the nineteenth and twentieth centuries, until the watershed of the First World War. The correspondence offers endless unpublished glimpses and lively accounts of the figures, events and discussions that animated this intense period of medieval research. Del lungo colloquio epistolare intrecciato tra il veronese Carlo Cipolla, professore di storia moderna prima a Torino e poi a Firenze, e il suo allievo degli anni torinesi Luigi Schiaparelli, restano più di quattrocento tra lettere e cartoline, in cui prevalgono, per ragioni di asimmetria comunicativa e accidenti conservativi, quelle dell’allievo al maestro. Più di un ventennio di dialogo per lettera (1894-1916), la cui pubblicazione offre ora un importante contributo di conoscenza sugli anni di apprendistato e l’esordio della carriera di Schiaparelli, il primo grande studioso moderno di diplomatica e paleografia che l’Italia abbia avuto, e sulle vicende contrastate dell’ultimo tratto della carriera di Cipolla. Ne risultano illuminati anche svariati aspetti della storia degli studi storici in Italia (e in parte in Germania) nei decenni tra l’Ottocento e il Novecento, fino allo spartiacque della prima guerra mondiale. Il carteggio offre infiniti squarci inediti e resoconti vivaci sulle figure, gli avvenimenti, le discussioni che animarono questa intensa stagione della ricerca medievistica.
Scrivere agli altri, scrivere di sé, scrivere per sé. Niccolò Tommaseo e i generi epistolografia, autobiografia, diario, Atti del Convegno internazionale di studi (Verona, 14-16 aprile 2021), a cura di Fabio Danelon, Michele Marchesi, Maddalena Rasera, 2021
Il saggio prende in esame il carteggio fra Tommaseo e Manzoni, recentemente pubblicato dalla stessa autrice nei volumi dei Carteggi letterari dell'Edizione nazionale ed europea delle Opere di Alessandro Manzoni. Il dialogo epistolare, formato da appena 32 lettere nell'arco di cinquant'anni, a dispetto della apparente esiguità, si mostra di assoluto rilievo critico per entrambi gli interlocutori, poiché testimonia un serrato confronto che li impegna, spesso da posizioni non concordi, intorno a questioni centrali della loro riflessione e produzione narrativa e saggistica: sul versante letterario, la forma del romanzo, e del romanzo storico, e del rapporto tra storia e invenzione; su quello linguistico, l’identità della lingua italiana moderna, con il rapporto tra lingua degli autori e lingua dell’uso.
IL PENTALOGO DI PITAGORA, 2019
L'autore in questo scritto indaga il destino umano attraverso i fatti della sua vita e della sua terra, la Calabria, e ha così scoperto l'etica universale, la sola capace di dare la felicità agli individui e il buon ordinamento agli Stati. Essa si basa sui cinque princìpi, spontaneamente praticati nella Prima Italia, formalizzati da Pitagora e diffusi da Cristo, a cui arrivarono attraverso i circoli pitagorici di Egitto e Israele. Egli sostiene che l'umanità dispone col Pentalogo di un mezzo straordinario di salvezza e che dalla Calabria, dove è nata l'Italia, nasce ora il Governo Mondiale delle Donne per fare della Terra la casa armoniosa di tutti i viventi.
Il carteggio Bobbio-Garin (1942-1999)
Bollettino di Storiografia 16, 2012
I NIZIATO durante la seconda guerra mondiale -quando erano entrambi trentenni, più 0 meno -il lungo dialogo tra i coetanei Norberto Bobbio e Eugenio Garin prosegue per i successivi sessantanni della loro lunghissima vita. E fa in tempo, naturalmente, a diventare tante cose diverse, fino al malinconico scambio delle ultime due lettere di questo straordinario documento, edito impeccabilmente per i tipi di Nino Aragno da Tiziana Prowidera e Oreste Trabucco (i quali firmano, oltre all'asciutto commento, una postilla finale e un analitico studio iniziale). Ultimo scambio malinconico che investe il potere della memoria, non meno della forza dell'oblìo. Bobbio scrive a Garin, facendogli gli auguri per i suoi novant'anni, il 15 maggio 1999: «Sto ripensando a quando ci siamo conosciuti la prima volta. La mia memoria è sempre più annebbiata, trattiene più i ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza. Tu, te lo ricordi?» (p. 76). Distrutto per la morte della moglie Maria, avvenuta nel dicembre precedente, Garin lascia cadere l'interrogativo dell'amico : per lui la memoria è piuttosto un tormento : «faccio uno sforzo continuo per tirare avanti, ma non è facile. Il ricordo non aiuta» (p. 77), Indubbiamente non sono pochi gli interrogativi che suscita la lettura di questo carteggio, composto di una cinquantina di «pezzi» (quindi pochi, una volta sottratte le comunicazioni più operative, o di circostanza). Ma il documento è curato impeccabilmente -starei per dire : edizione esemplare -perché offre al lettore, in tre appendici, parecchi altri testi e osservazioni, tra i quali un inedito preziosissimo, La disfatta, scritto da Bobbio nel marzo 1991, su Cossiga e Gladio: recensioni «incrociate», interventi, interviste che consentono di saltare al di là * NORBERTO BOBBIO -EUGENIO GARIN, «Della stessa leva». Lettere (1942Lettere ( -1999, a cura di Tiziana Prov videra e Oreste Trabucco, con una premessa di Maurizio Torrmi. Tonno, Nino Aragno, 2011 Ringrazio Francesco Cardarelli per aver ospitato una prima versione di questo scritto nel sito del Consiglio nazio naie delle ricerche (www.ttrp.cnr.it/divulgatone).