Dalla bottega al castello. Trasformazione delle élite cittadine a Reggio fra XIV e XVI secolo, in La mobilità sociale nel Medioevo. Vol. 2: La Lombardia del Tre-Quattrocento, a cura di A. Gamberini, Roma, Viella 2017, pp. 119-139. (original) (raw)
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viella libreria editrice via delle Alpi, 32 I-00198 ROMA tel. 06 84 17 758 fax 06 85 35 39 60 www.viella.it Volume pubblicato con il contributo del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (PRIN 2012: La mobilità sociale nel medioevo italiano) e con il contributo dell'Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio (Fondi PRID 2015)
A partire dall'età di Azzone Visconti, e dunque dagli anni '30 del Trecento, nella gran parte delle città lombarde il Popolo cessò di costituire la base dell'ordinamento politico locale. Il saggio intende mostrare come questo processo sia strettamente correlato alla diffusione delle fazioni come ordinario strumento di governo delle periferie: fatto comprensibile però solo a partire dalla considerazione del carattere "largo", "popolare", delle fazioni stesse.
La capacità della Chiesa e delle sue risorse materiali e immateriali di cambiare le condizioni sociali colpiva gli uomini del medioevo, e viene sostenuta da molti storici. Il volume analizza dunque la natura e l'effettiva consistenza di quello che è considerato un classico canale di mobilità sociale a disposizione della società medievale. In che modo una carica ecclesiastica influiva sulla posizione di un singolo e di una famiglia nelle gerarchie sociali? Come permetteva di modificare tale posizione? Quali strumenti l'ecclesiastico metteva a disposizione del suo ambiente e della sua famiglia? Come mutavano a seconda delle cariche, delle epoche e degli ambienti? Come il mondo ecclesiastico (con i suoi beni materiali, le sue relazioni, le sue valenze ideologiche) rappresentava una risorsa per quanti volevano affermarsi nella società laica? Contributi di Giulia Barone, Cristina Carbonetti, Sandro Carocci, Tommaso di Carpegna, Federica Cengarle, Paolo Grillo, Armand Jamme, Stefano G. Magni, Michele Pellegrini, Daniela Rando, Anna Maria Rapetti, Mauro Ronzani, Andrea Tilatti, Giacomo Todeschini, Kristjan Toomaspoeg, Gian Maria Varanini
2009
La mobilità sociale delle elites nella Firenze tardo medievale: ricerche sulle famiglie Cerchi e Spini. Introduzione. Temi di indagine e relative questioni storiografiche. __________ p. 1 La società fiorentina nella storiografia corrente. _____-__ p. 3 La storia della famiglia. _______________________________ p. 24 La mobilità sociale. ___________________________________ p. 33 Le fonti. ____________________________________________________ p. 47 Parte Prima. Gli Spini. Una famiglia dell'aristocrazia di età albizzesca. Gli Spini. ____ p. 65 Dalle origini al Quattrocento. _______________________________ p. 68 'sotto lo stesso nome'. ________________________________ p. 75 Il ramo di Ugo..... ____________________________________ p. 78 .e quello di Manetto. _________________________________ p. 88 Dal lato di Ugo. L'eredità di Nepo degli Spini.__________ p. 94 La partecipazione politica. Gli uffici e le ambasciate. _________ p. 98 Cristofano di Anfrione, espressione del reggimento albizzesco. _____________________________________________________ p. 102 Doffo di Nepo Spini__________________________________ p. 117 Dal lato di Manetto: l'eredità di Cristofano di Anfrione Spini._____________________________________________________ p. 128 I CORE Metadata, citation and similar papers at core.ac.uk
La mobilità sociale nel Medioevo italiano Competenze, conoscenze e saperi tra professioni e ruoli sociali (secc. XII-XV) a cura di Lorenzo Tanzini e Sergio Tognetti viella Copyright © 2016 -Viella s.r.l. Tutti i diritti riservati Prima edizione: maggio 2016 ISBN 978-88-6728-597-6 viella libreria editrice via delle Alpi, 32 I-00198 ROMA tel. 06 84 17 758 fax 06 85 35 39 60 www.viella.it Volume pubblicato con il contributo del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (PRIN 2012: La mobilità sociale nel medioevo italiano) e con il contributo dell'Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio (Fondi PRID 2015) Indice Lorenzo Tanzini, Sergio TogneTTi Introduzione 7 i. Tecnici, maestranze e mondo del lavoro DonaTa DegraSSi L'impresa mineraria nel tardo Medioevo: competenze tecniche, organizzazione, mobilità geografica e sociale 25 Maria PaoLa zanoboni Mobilità sociale e lavoro femminile nelle grandi città italiane 51 Franco FranceSchi Mobilità sociale e manifatture urbane nell'Italia centro-settentrionale dei secoli XIII-XV 77 giuLiano PinTo Manifatture rurali, attività mercantili e mobilità sociale nei piccoli centri dell'Italia comunale (secoli XIV-XV) 103 ii. Ceti urbani e poteri regi nell'Italia catalano-aragonese FranceSco PaoLo Tocco Ceti cittadini e poteri regi nelle Sicilia aragonese 131 anna Maria oLiva Mobilità sociale, ceti cittadini e potere regio nella Cagliari catalana 153 PierLuigi Terenzi Forme di mobilità sociale all'Aquila alla fine del Medioevo 1. La mobilità sociale nel medioevo, a cura di S. Carocci, École française de Rome, Roma 2010; S. Carocci, Social mobility and the Middle Ages, in «Continuity and Change», 26/3 (2011), pp. 367-404. 2. http://prin.mobilitasociale.uniroma2.it/. 3. Dando per acquisiti a questo riguardo i contenuti del fondamentale saggio di É. Anheim e F. Menant, Mobilité sociale et instruction: clercs et laïcs du milieu du XIII e au milieu du XIV e siècle, in La mobilità sociale nel medioevo, pp. 341-379.
Notariato e mobilità sociale nell'Italia cittadina del XIV secolo * Oggi fare storia dei notai è prerogativa dei diplomatisti, ossia degli specialisti di diplomatica, la scienza del documento. È prerogativa in particolare dei diplomatisti italiani, in quanto il notariato moderno è invenzione del tardo Medioevo italiano, ossia dell'Italia dei Comuni cittadini. (…) E dato che il notaio è l'autore di pressoché tutta la documentazione medievale italiana, ecco il perché dell'essere, oggi, la storia dei notai settore privilegiato del lavoro dei diplomatisti. 1 * Desidero ringraziare Attilio Bartoli Langeli per aver letto criticamente il testo, Nadia Covini, Isabella Lazzarini, Lorenzo Tanzini e Sergio Tognetti per gli spunti fornitimi durante il seminario che ha ospitato in forma orale il presente contributo e Beatrice Del Bo e Paolo Grillo per aver discusso con me alcune delle tematiche trattate. 1. A. Bartoli Langeli, Il notaio, intellettuale organico della città comunale, in Intellettuali: preistoria, storia e destino di una categoria, a cura di A. D'Orsi, F. Chiarotto, Aragno, Torino 2010, pp. 21-30: 21.
RECENSIONI in un frangente in cui "hanno la necessità, Lombardia ed Europa, di saper 'pensare storicamente'. E di farne, in pressoché ogni circostanza di natura politica od economica, un buon uso" (p. xv). maria rita ruggEri lucia aiEllo -marco BascaPè -danilo Zardin (a cura di), Milano e le sue associazioni. Cinque secoli di storia cittadina (xvi-xx secolo), Milano, Scalpendi Editore, 2014, pp. 179.