Musica e musicisti nel ventennio fascista (original) (raw)


Il contributo italiano alla storia del pensiero, vol. 6: Musica, a. c. di Sandro Cappelletto, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana

La musica sotto il fascismo

L'esperienza coloniale italiana si esaurisce nell'arco di sessant'anni, tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima del Novecento (1882-1943). Dopo una prima fase sotto il governo liberale, durante l'ultimo ventennio la politica imperialista dell'Italia è guidata dal governo fascista con un consistente investimento sulla propaganda culturale, sia in patria che nelle colonie. Il presente lavoro rappresenta un'analisi pionieristica dei prodotti culturali, nello specifico musicali, del colonialismo italiano.

La violenza, materiale e psichica, di cui la Grande Guerra era stata levatrice attraversò la società europea dei due decenni successivi, fomentando dittature e resistenze, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. In Italia, le istanze di scontro e violento riordinamento politico-sociale rispondevano tanto alla natura del fascismo, quanto dei suoi oppositori. Il tessuto sociale si permeava così di una dialettica assai articolata che coinvolgeva anche soggetti indifferenti all’ideologia del regime, tacitamente consenzienti o contrari. Oltre che da azioni politiche e di propaganda esplicita, quella dialettica fu veicolata da fattori culturali e artistici – fra cui talune tendenze musicali. Dalle avanguardie colte, alle varie declinazioni dell’Opera, dalla musica funzionale per marce e celebrazioni, al nuovo fenomeno del jazz e della musica da ballo: certe violenze foniche e modi di scrittura, fra trasgressioni e ritorni all’ordine, stabilivano analogie e metafore di vario tipo con la realtà della vita quotidiana, o con quella restituita dai testi letterari, oppure esigevano movimenti del corpo di inaudita energia. Al pari di altre arti, la musica si fece specchio e fattore di una fase storica controversa non solo in quanto conflittuale, ma anche nel generale rapporto con la modernità. Le contraddizioni poterono scaturire da superficiali ragioni di opportunismo, come da impegnative dialettiche morali e filosofiche.

La possibilità di osservare, oggi, con un unico respiro l’intero XX secolo confe-risce inedite profondità alle considerazioni degli storici attorno al tema del-l’associazionismo, fenomeno tra i più rilevanti del secolo precedente (il XIX), capace non solo di inventare o riconsiderare le molte vie collettive delle prati-che culturali (bande, cori, orchestre, teatri…) e spettacolari (attività fi siche, musei, cortei, giostre…), ma pure di ripensare quelle della politica e dell’eco-nomia (partiti, consorzi, cooperative, mutuo soccorso…).

Arte, devozione e musica in onore di S. Maria dell’Iconavetere. Saggi per il ventennale della “Cappella Musicale Iconavetere” della Basilica Cattedrale di Foggia, a cura di Emanuele d’Angelo e Agostino Pio Ruscillo, COMUNE DI FOGGIA 2003

MUSICA E MUSICISTI A FOGGIA TRA XVI E XX SECOLO

Alcuni documenti dell'Archivio Storico Diocesano di Foggia hanno permesso di ricostruire alcune vicende storico-musicali della città dal XVI al XX secolo. I documenti archivistici sono trascritte in appendice.

Alternative solutions, voices of dissent that disrupt the regime‘s mythography, come from the theater, and in particular from the opera. Such a reflection leads to the theme of this article, which tries to undergo the figure of the Jewish musician Vittorio Rieti (1898–1994), who lived between Italy and Europe, thus detached from a precise terri- torial reality and distant from the mentality and politics of the regime, at least until histor- ical circumstances — after the promulgation of racial laws in 1938 — will explicitly explain this distance geographically. Like Pirandello, Malipiero and Benelli, Rieti fits imperfectly into the context of the fascist state, and his art expresses this dystonia, developing a critical attitude‚ breaches the regime symbology, identifying its weak points. Two works will be examined — the Barabau ballet (1925) and the opera libretto Teresa in the woods (1934) —, which despite having had a limited distribution in Italy, present a significant controversial reading of ideology and fascist society.

My contribution focuses on the archival resources and special collections available in music libraries and archives (in and outside Italy), which are of interest for the study of Fascist persecution against Jewish musicians, composers, singers, and music critics, both Italian and foreigners.

in Il Gran Principe Ferdinando de' Medici (1663-1713), ed. by Riccardo Spinelli, Catalogue of the exhibition (Florence, Uffizi, 26 June-3 November 2013)

Il Granprincipe Ferdinando e la Musica