Daniele Di Bartolomeo, recensione a Zygmunt Bauman, Retrotopia, Laterza 2017, in L'Indice dei Libri del Mese, gennaio 2018 (original) (raw)
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Recensione di Z. Bauman, Il demone della paura, trad. it. di Savino D’Amico, Laterza, Roma-Bari 2014
Il fenomeno inedito della globalizzazione ha provocato profondi mutamenti sul piano politico, economico e sociale. Gli stati nazionali hanno perduto forse per sempre la loro sovranità in ogni settore dell’economia e della finanza. Trionfano forze che nessuno stato nazionale è in grado di contenere o controllare in qualsiasi modo. L’impotenza dello stato e della politica è sotto gli occhi di tutti, come dimostra la situazione di anarchia in cui versa qualsiasi settore della vita associata. Evasione fiscale, delocalizzazione delle imprese, trasferimento di denaro all’estero, i traffici illegali, ecc. sono fenomeni persistenti rispetto ai quali lo stato è paralizzato e inerme. Le persone sono sempre più consapevoli di non potersi fidare di nessuno, di poter contare esclusivamente sulle proprie risorse per sopravvivere. Gli stati nazione, che erano un baluardo con frontiere ben definite, stanno perdendo la capacità di svolgere il loro ruolo in un mondo in cui il potere reale è sempre più nelle mani di alcuni grandi gruppi finanziari internazionali, che si destreggiano sulla scena globale, scegliendo di volta in volta la residenza fiscale più conveniente, ma senza alcuna considerazione per la sorte dei dipendenti di queste imprese, messi in libertà da un giorno all’altro.
Recensione di: Zygmunt Bauman, Intervista sull'identità, a cura di Benedetto Vecchi, trad. it., di Fabio Galimberti, Laterza, Roma-Bari 2009, nona edizione. di Claudio Tugnoli L'identità è qualcosa che va inventato piuttosto che scoperto. L'identità gode o soffre, a seconda dei punti di vista, di uno stato di precarietà e incompletezza interminabili. L'idea di identità secondo Bauman non è un prodotto naturale dell'esperienza umana, in particolare l'idea di identità nazionale sarebbe nata dalla crisi dell'appartenenza e dall'esigenza, dallo sforzo di colmare il divario tra essere e dover essere. L'identità nata come finzione aveva bisogno di un notevole dispiegamento di coercizione e convincimento per divenire realtà. Lo stato moderno celebra il suo matrimonio con la nazione e ha bisogno dell'ubbidienza dei suoi sudditi.
Introduzione alla riedizione di Zygmunt Bauman, Memorie di classe, PM edizioni, Varazze (SV), 2020
2020
Sociorama I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell'Editore. Titolo originale: Memories of Class. The PreHistory and AfterLife of Class. All Rights Reserved. Authorised translation from the English language edition published by Routledge, a member of the Taylor & Francis Group.
Recensione di Z. Bauman, Stranieri alle porte, 2016
La concomitanza della crisi economica con flussi migratori dirompenti aggrava l'impatto di entrambi sull'opinione pubblica, col rischio che si percepiscano nessi causali inverificabili tra i due fenomeni. Pochi mettono in discussione che dall'accoglienza si debba passare all'integrazione attiva mediante corsi di formazione linguistica, storica e civica, prevedendo un percorso che culmini nella conquista di un posto di lavoro e di una casa per i nuovi arrivati. Le voci contrarie esprimono un reale, per quanto spesso dissimulato sentimento comune, per cui l'afflusso massiccio di migranti comporta una crescita abnorme della disponibilità di forza lavoro sul mercato e quindi della concorrenza, con la conseguente occupazione, da parte degli stranieri, di posti di lavoro che sarebbero destinati agli autoctoni, nonché la riduzione dei livelli salariali già molto bassi rispetto al resto d'Europa. Si potrebbe obiettare che i bassi salari dovrebbero contribuire a scoraggiare il fenomeno di delocalizzazione delle aziende, perciò dovrebbe preoccupare maggiormente la diffusione della robotica, destinata a rimpiazzare la forza lavoro umana con umanoidi sempre più capaci di sostituire gli esseri umani in (finora quasi) tutte le loro funzioni. Ora, la robotizzazione delle attività produttive è un fenomeno inarrestabile, che toglie argomenti a coloro che considerano i migranti dei ladri di posti di lavoro; infatti l'automazione sempre più diffusa e sofisticata danneggia irreversibilmente sia gli autoctoni che i gli alloctoni. Non i migranti, ma i robot dovrebbero rappresentare una fonte di preoccupazione per l'erosione del lavoro umano che le macchine e l'intelligenza artificiale provocano ogni giorno di più. Eppure all'orizzonte non si vede alcuna riesumazione aggiornata del luddismo.
Zygmunt Bauman - Le sorgenti del male
''Che cos’è il male oggi? In che modo si può dire che le sue manifestazioni, le sue spinte, le sue modalità di aggredire il tessuto del mondo e delle persone che lo abitano si siano modificate? Zygmunt Bauman, uno dei più grandi pensatori viventi, già nel 1989, con Modernità e olocausto, aveva riletto le atrocità del Terzo Reich sovvertendo l’opinione comune che si fosse trattato un «incidente» della Storia e dimostrando che invece la «società dei giardinieri» della modernità aveva raggiunto con l’olocausto il suo risultato più esemplare. In questo libro Bauman compie un ulteriore decisivo passo avanti nell’identificazione del «male» ai giorni nostri.''