Sbarcati sulla "quarta sponda". Il Friuli Occidentale e la guerra di Libia nel 1911, in "la Loggia", n.s., 14 (2011), n. 15, pp. 49-66 (paginazione definitiva) (original) (raw)
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Una guerra per la “Quarta sponda”: il «Giornale d'Italia» e l'impresa coloniale in Libia (1909-1912)
2018
Quale ruolo ebbe Sidney Sonnino e il suo «Giornale d'Italia» nella campagna di stampa per la guerra Italo-Turca? Quale fu la posizione di Sidney Sonnino nelle scelte di politica coloniale italiana? Questa ricerca intende ripercorrere la storia politica di un uomo e delle proprie creature di carta stampata. Il suo ruolo, per quanto non propriamente evidente, fu determinante in quasi tutte le imprese coloniali a cui l'Italia diede vita sin dai tempi della guerra in Eritrea e Somalia. Le questioni di opportunismo politico e quelle di orizzonti ideali di un uomo che fu centrale nella vita di un Regno d'Italia appena formato verranno analizzate grazie al supporto della letteratura critica, di una inedita revisione degli articoli del periodico romano fino a toccare dei brevi, seppur significativi, inediti del carteggio Sonnino-Bergamini conservati nell'archivio della Biblioteca comunale di San Giovanni in Persiceto. Altra supporto documentale saranno le lettere scritte da Sonnino, durante uno dei suoi brevi governi, al direttore della Banca d'Italia Bonaldo Stringher conservate nell'Archivio Storico della Banca d'Italia. Il lavoro è il frutto della tesi di laurea magistrale, di cui stato relatore il Prof. Gianluca Fiocco (Tor Vergata) e co-relatori Prof.ssa Daniela Felisini (Tor Vergata) e William Mulligan (UCD).
In Joanot Martorell's Tirant lo Blanc, some Italian noblemen join the Christian army that fights for the Greek Empire, while others side with the Turkish army and are thus regarded as traitors. Constantine Marinescu's Nouvelles recherches sur Tirant lo Blanch (Boletín de la Real Academia de Buenas Letras de Barcelona, 1959) shed light on this issue: the names of the Italian traitors closely match those of noblemen who rebelled against Ferrante at the death of his father King Alfonso the Magnanimous; conversely, the names of those who defended the Greel empire are found amongst the noblemen who remained loyal to King Ferrante. In Martorell's fiction, the enemies of Ferrante were identified with the enemies of the Greek Emperor's army commanded by Tirant. In this essay I intend to prove that, in a similar fashion, the fictional episode dealing with the siege of Rhodes (including the stratagem of the `shrewd seaman´) dwelled on the siege of Bonifacio (1420-21).
Il 16 aprile 1809 si combatté nei Camolli, vasta zona allora paludosa tra Sacile, Brugnera, Porcia e Fontanafredda, una grande battaglia fra le truppe francesi, guidate dal figliastro di Napoleone e vicerè d'Italia Eugenio di Beauharnais, e quelle austriache, condotte dall'arciduca Giovanni d'Asburgo, che alla fine risultarono vincitrici 1 . Ormai di quel sanguinoso scontro, che causò migliaia di morti e di feriti, sappiamo praticamente tutto, e abbiamo ancora negli occhi l'imponente ricostruzione storica svoltasi nella primavera di quest'anno a Porcia per rammentarla. In quest'occasione vogliamo dunque fornire qualche ragguaglio documentario non sulla battaglia, ma più in generale sull'anno nel quale essa si svolse. Attingeremo da un'unica fonte, sei voluminosissime buste di documenti conservate all'Archivio di Stato di Treviso nel fondo archivistico Prefettura, Prima serie, dove sono contenute le carte della Prefettura del Tagliamento, che aveva sede appunto a Treviso, ma comprendeva allora anche il Pordenonese, oltre al Trevigiano 2 . Prima di cominciare, ci pare doveroso però riassumere concisamente i fatti salienti del 1809, con particolare riguardo alle nostre zone, allora comprese nel napoleonico Regno d'Italia 3 . Agli inizi di quell'anno Napoleone era duramente impegnato nella penisola iberica, tanto in Portogallo quanto in Spagna, dalle forze anglo-spagnole, così da dover indebolire sempre di più lo sbarramento di truppe sul fronte danubiano e orientale. L'Austria, dopo le sconfitte e le umiliazioni patite nel 1805 per mano del Grande Corso, era ansiosa di rivincita e cercò di approfittare del momento opportuno, mettendo in moto un nutrito esercito per una rapida campagna di sorpresa. Così il 9 aprile, senza una vera e propria dichiarazione di guerra, gli Austriaci attaccarono i Francesi. Una parte dell'esercito austriaco, guidata dall'arciduca Giovanni d'Asburgo, fratello dell'imperatore, oltrepassò la frontiera del Regno d'Italia in più punti, invadendo il territorio friulano sotto il dominio francese e dirigendosi speditamente verso ovest. Fu all'interno di questa avanzata che pochi giorni dopo i due eserciti si scontrarono prima a Pordenone il 15 aprile e poi, il giorno seguente, ai Camolli. La vittoria austriaca in quest'ultima località non fu certo definitiva: Eugenio, sconfitto, si ritirò verso il Piave e poi più indietro ancora, verso l'Adige, Un reenactor (figurante) durante la rievocazione della battaglia dei Camolli (3 maggio 2009).
FrancoAngeli Milano, 2006 Quattro storie «extravaganti». Rinnegati milanesi all'estrema frontiera mediterranea (1568-1617) * di Gianclaudio Civale La mia ricerca può essere definita, usando un'espressione di Carlo Maria Cipolla, «extra vagante» rispetto ai temi trattati in questo volume. Eppure, una linea di continuità con l'argomento generale credo possa essere riconosciuta. Milanesi sono i protagonisti e inesorabilmente «di frontiera» sono state le loro esistenze e l'ambiente in cui sono vissuti. Le vicende dei quattro lombardi che costituiscono il principale oggetto del presente studio, infatti, si svolgono in quel Marocco che, dopo il freno dato all'espansione ottomana con la battaglia di Lepanto (1571) e la definitiva perdita cristiana dello strategico caposaldo di Tunisi (1574), divenne il principale punto d'attrito tra gli schieramenti confessionali.