Lettera ad un giovane discepolo (original) (raw)
Related papers
Lettera ad uno studente. Tra utopia e realtà
2017
Tra utopia e realtà. Analisi e riflessioni sul presente Lettera ad uno studente "Io tra un professore indifferente e uno maniaco preferisco il maniaco. Uno che abbia un pensiero suo o un filosofo che gli va bene" (Lettera a una professoressa). Ciao studente, forse non ti ricorderai più di me; invece io, spesso, ho ripensato a te, ai tuoi compagni, ai giorni passati insieme. Ti guardavo mentre venivi a scuola, mentre passavi le tue giornate nei banchi, mentre sciamavi nei corridoi. Ti guardavo e mi chiedevo: cosa ci fai qui? La prima volta che ti vidi, fu uno shock, mi sentivo inadeguato e spaventato, parlavo intimidito a bassa voce (quello lo faccio ancora oggi) in quell'aula a forma di anfiteatro. Da allora di tempo ne è passato, la scuola, e anche io, siamo molto cambiati. E forse oggi, più di allora, diventa centrale la domanda: perché esiste la scuola? Me lo chiedo davvero, perché mi sembra di scorgere un fondo di inutilità in tutto ciò che accade tra le mura della scuola. Un luogo che sempre più, nel corso di questi anni, ha accentuato la riflessione sulle procedure, sui regolamenti, sulle griglie di valutazione, inseguendo il "mito" della qualità. "La qualità... sappiamo cos'è eppure non lo sappiamo. Questo è contraddittorio. Alcune cose sono meglio di altre cioè hanno più qualità. Ma quando provi a dire in che cosa consiste la qualità astraendo dalle cose che la posseggono, paff, le parole ti sfuggono di mano. Ma se nessuno sa cos'è, ai fini pratici non esiste per niente. Invece esiste eccome. Su cos'altro sono basati i voti, se no? Perché mai la gente pagherebbe una fortuna per certe cose, e ne getterebbe altre nella spazzatura? Ovviamente alcune sono meglio di altre... ma in cosa consiste il «meglio»?. 1 Qual è allora la finalità dell'istruire? Ecco la domanda che da tanti anni continua a ronzarmi in mente. Educare, formare ma come e perché? Come coniugare l'essere maestro ("dà al ragazzo tutto quello che crede, ama, spera")con l'essere professore? Nel corso degli anni, ho coltivato un'utopia o, forse, un'illusione: pensare che per te l'esperienza scolastica fosse un'occasione formativa fondamentale della tua vita, che, al di là della mera acquisizione di contenuti, potesse contribuire a formare la tua personalità, il tuo essere uomo o donna capace di sviluppare una riflessione critica sul reale. Utopia o, forse, presunzione. E'così? Lo sforzo che tanti docenti compiono riesce davvero a scardinare alla radice alcune logiche aziendalistiche dell'istituzione scolastica? Pensiamo ad un primo aspetto: l'utopia della scuola come strumento di elevamento sociale. "…allora è più onesto dire che tutti i ragazzi nascono uguali e se in seguito non lo sono più, è colpa nostra e dobbiamo rimediare". Nella loro lettera i ragazzi di 2 Barbiana mettono più volte l'accento sulla selezione e su come questa colpisca fondamentalmente i "poveri". Quante volte ti ho detto, ragazzo, di studiare per poterti assicurare un futuro migliore, d'altronde io stesso che"per quanto grande sia, son della razza mia il primo che ha studiato"(Guccini), ne sono una esemplificazione: vi raccontavo che mio padre era un operaio e mia madre una casalinga, quindi era stata propria la scuola a darmi la possibilità di costruirmi una vita "migliore". Ma io sono un docente privilegiato ed insegno a voi studenti liceali, che siete studenti privilegiati. Perché? Mi chiedi.
Vedo, ottimo Diogneto, che tu ti accingi ad apprendere la religione dei cristiani e con molta saggezza e cura cerchi di sapere di loro. A quale Dio essi credono e come lo venerano, perché tutti disdegnano il mondo e disprezzano la morte, non considerano quelli che i greci ritengono dèi, non osservano la superstizione degli ebrei, quale amore si portano tra loro, e perché questa nuova stirpe e maniera di vivere siano comparsi al mondo ora e non prima.
Perché questo libro mi ha entusiasmato? In primo luogo perché è scritto da una persona che conosce profondamente le cose di cui parla. In secondo luogo perché è animato da un amore profondo e sofferto per la scuola. In terzo luogo perché è insieme un libro di critica e di speranza. In quarto luogo perché è un libro pragmatico e non ideologico. E queste caratteristiche: conoscenza, amore, consapevolezza critica, speranza, pragmatismo sono le caratteristiche fondamentali necessarie per affrontare, con successo, qualsiasi riforma importante e non solo quella della scuola. [...] Come dice Maculotti: «Ciò che è sempre mancato alla scuola italiana è un approccio pragmatico e non ideologico. Misurare gli effetti di ogni intervento e poi provare a raggiungere gli obiettivi con altri metodi, se quelli utilizzati in precedenza non sono andati a buon fine, dovrebbe essere lo stile di ogni riforma. E invece no. Si propongono ogni volta panacee di tutti i mali che si rivelano rapidamente pannicelli caldi, e si continua per decenni sulla stessa onda, mentre la delusione cresce sempre di più. Una svolta è necessaria e improcrastinabile». (Marco Vitale, Il sole 24 ore, 25-04-2008)
Come i bambini che scrivono per chiedere qualche dono a Babbo Natale o alla Befana, anche noi come associazione locale facciamo un elenco delle cose che vorremmo nell'anno nuovo. Come i bambini: quando sanno come fare una cosa e capiscono che per venire bene deve essere fatta in quel modo, poi ti chiedono PERCHE' NON LO FAI COSI? Quando spieghi come funziona, allo spirito schietto del bambino sembra ovvio che lo si faccia in quel modo, ed ingiusto farlo più compicato o più costoso... Oggi non chiediamo prezzi bassi, sconti alti, saldi veri, tariffe congrue, servizi efficienti.... Vorremmo che l'anno nuovo portasse ad ogni consumatore (adulto o bambino):
Lettera aperta al nuovo presidente del consiglio Italiano
https://www.spawhe.eu/it/2346-2/ lettera- aperta- al- nuovo- presidente- del –consiglio- del governo- italiano-Mario- Draghi, in- materia- di ambiente- energia-e-sanità-pubblica/ , 2021
Lettera aperta al nuovo presidente del consiglio del governo italiano, Mario Draghi, in materia di ambiente, energia e sanità pubblica. Riassunto Avevo già scritto questo articolo dedicato al nuovo presidente del consiglio del governo italiano, certamente, uno dei migliori economisti mondiali, quando sono stato sorpreso piacevolmente dalla sua adesione a costituire un ministero della "Transizione Ecologica". Sono stato sorpreso piacevolmente perché ho apprezzato la sua sensibilità verso l'ambiente, ma le parole "transizione ecologica" non mi dicono niente, come non mi dicono niente nemmeno le attuali "energie rinnovabili". Nell'articolo che segue, le spiego le ragioni scientifiche di questa mia opinione. Se proprio vuole costituire un ministero veramente innovativo, lo chiami "Ministero della Transizione Energetica Interattiva". Dopo questa breve premessa, riprendo l'articolo e lo pubblico nel modo in cui lo avevo già scritto. Iniziando con alcune domande, a cui nel corso dell'articolo, provo anche dare delle risposte. Non so se le condivide. Se lo desidera, può sempre smentirmi. Io, come inventore scomodo per i centri di potere mondiali in materia di ambiente, energia, sanità, sono abituato a scrivere lettere aperte agli uomini pubblici potenti, che molto raramente hanno risposto, purtroppo, in tempi non recenti. Cosa possono fare gli economisti mondiali per salvare il pianeta, se la scienza mondiale ha sbagliato i principi fondamentali dell'energia e delle depurazioni? Conseguentemente ha sbagliato anche i principi dell'economia sostenibile? Che cosa è l'economia mondiale? Un insieme di regole burocratiche, oppure un insieme di concetti scientifici?
Andate e fate discepoli tutti i giovani: Verso una pastorale giovanile evangelizzatrice
2021
Sulla scia di Evangelii gaudium e del cammino del Sinodo sui giovani, il testo studia l’identità della pastorale giovanile come un servizio all’evangelizzazione nell’ottica del discepolato missionario. Dalla consapevolezza che è l’intera comunità che evangelizza ed educa i giovani, i diversi capitoli approfondiscono le dinamiche di una pastorale giovanile caratterizzata come sinodale, popolare, vocazionale e missionaria. In un tempo tanto promettente quanto provocatorio come l’attuale, il volume si prefigge di favorire la conversione della pastorale con i giovani orientandola verso la sua centratura in Cristo.
Lettera aperta agli amici di Rodafà
Rodafà - Rivista online di liturgia del quotidiano , 2019
Il nostro compito, dunque, cari amici, è di mantenere viva la nostra lacerazione, di lasciare che la tensione d’amore che anima le nostre vite le consumi fino al midollo, nel tentativo di dare fuoco al fuoco dello spirito. Condivido il pensiero di chi ha detto che: “dobbiamo morire a qualcosa per diventare desideranti, desideranti del vero desiderio al di là del bisogno, con l’amore come sola guida”. In questi tempi in cui tutti – e in questi tutti ci sono anche molti cristiani – sembrano impazziti per la rivendicazione identitaria, per la salvaguardia d’interessi economici e politici, per la libidine della notorietà, il nostro mestiere sarà quello di desiderare che la parola del Vangelo ribalti l’ordine del discorso e permetta a tutti di liberarsi dagli inganni del potere.
Testo pubblicato il 14 febbraio 2017 http://timesicilia.it/candidato-sindaco-ciro-lomonte-scrive-ai-palermitani-innamorato-pazzo-palermo-della-nostra-identita