Recensione a: Gian Luca D'Errico (a cura di), Il Corano e il pontefice. Ludovico Marracci fra cultura islamica e Curia papale, Carocci, Roma 2015, in «Annali di storia dell'esegesi», 35/1 (2018), pp. 271-274. (original) (raw)
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Il Corano non definisce gli Arabi né preferiti (verbo faddala) né tantomeno eletti (verbo istafa), e anzi il rifiuto che inizialmente molti di loro opposero all’evidenza coranica non li sottrae in quanto “popolo” al castigo infernale. Quel che li distingue è aver dato i natali a Muhammad, latore del Libro ultimativo che si trova nella loro lingua essendo stato destinato alla loro comprensione. Eletto è il profeta, la cui figura risulta ampiamente prioritaria sulla nozione di “popolo”; e il Libro, l’autentico elemento costitutivo di una figura profetica, è prioritario su colui che lo rende noto alla propria comunità.
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