Il monumento ai Caduti di Giuseppe Graziosi a Sassuolo (original) (raw)

Giuseppe Graziosi (1879-1942) nelle collezioni modenesi

catalogo della mostra, 64° Fiera di Modena – Fierarte, 20 aprile - 1 maggio 2002, Modena, 2002

Dalla mostra, organizzata dal Centro Studi “L.A.Muratori” di Modena presso Fierarte 2002, con opere di collezioni private, emerge la straordinaria versatilità di Giuseppe Graziosi che, uscito dall’Istituto d’Arte modenese, dal 1898 si perfezionò all’Accademia di Firenze, docente l’anziano macchiaiolo Giovanni Fattori. Fondamentale il soggiorno parigino del 1903, con l’amico Ardengo Soffici, per la diretta conoscenza della scultura di Rodin e, in generale, delle correnti del post impressionismo. Alla brillante carriera presso le Accademie di Brera a Milano, di Napoli, di Firenze, s’accompagneranno i riconoscimenti nelle più prestigiose esposizioni – a partire dal 1900 all’Universale di Parigi, con ben 19 presenze alla Biennale di Venezia -, e imprese di vasta risonanza come la Fontana delle razze a Lima. Nella fecondissima attività di scultore, Graziosi saprà fondere, in un linguaggio individuale, suggestioni da Rodin, Maillol, Medardo Rosso, con la rilettura della più nobile tradizione italiana; mentre in pittura parteciperà alla più fertile stagione del post impressionismo, rimeditando gli esempi di Renoir e di Cézanne, della Cassat e di Bonnard, in consonanza con Spadini, Bazzaro, de Pisis, come ha evidenziato Gabriella Guandalini, a cui si deve il fondamentale studio sulle opere della Gipsoteca “Giuseppe Graziosi” del Museo Civico di Modena. Dunque personalità di rilievo nazionale e oltre, Graziosi è autore come altri pochi amato dai modenesi, sia come artefice delle splendide fontane cittadine e di tanti monumenti nell’area provinciale, sia come interprete acuto e partecipe della vita contadina, alla quale appartengono le sue radici familiari, nonché le radici della stessa società modenese.

Giulio Cozzoli e i monumenti ai Caduti della Grande Guerra

Egli faceva dell'arte una realtà mentre l'arte faceva di lui una verità (epigrafe posta a Molfetta in via Rattazzi, 11 all'ingresso della casa natale di Giulio Cozzoli) I monumenti ai Caduti della Grande Guerra (1915)(1916)(1917)(1918) cominciarono ad essere realizzati, prima che essa cessasse, direttamente sui campi di battaglia. Così come avvenne sulle Tre Cime di Lavaredo, furono eretti memoriali, talvolta improvvisati, ricavati con materiali poveri e di recupero provenienti dalle trincee. Nei luoghi in cui avvenne lo spargimento di sangue nacquero i cimiteri dovendo procedere alla sepoltura dei soldati deceduti in battaglia, dopo averne effettuato il riconoscimento e il recupero dei corpi e degli effetti personali 1 . Tuttavia, la maggior parte dei soldati ricevette una frettolosa sepoltura in fosse comuni 2 , segnalate da memoriali utilizzati per la triste circostanza ( 3 .

Giulio Barberi e il monumento ai caduti di Ascoli Satriano rid

After the first world war in Italy, as in all European countries, were erected monuments to the soldiers died during the conflict. This became the way for the small and large town to call artist, sculptors and architects, for art competition which had as a theme the memory. Although this war was one of the more large carnage of the XX century, the Art was called to remember at the people who died. It was a special season for the Sculpture “the language died” as Arturo Martini wrote in 1945. From 1919 to 1935 ca. was a time full of activities for the artists, and also in the large Province of Foggia, from the little villages as towns contributed to the erection of monuments and tombstones in memory of the Great War. The sculptor Giulio Barbéri was one of the several Italian artists who worked at the Monumento ai Caduti of the city of Ascoli Satriano (Foggia).

Il Monumento ai caduti di Oristano

La memoria della Grande Guerra in Sardegna attraverso i monumenti ai caduti e le lapidi commemorative: un'analisi sul monumento ai caduti di Oristano e sul suo autore

Cento anni del monumento ai Caduti di Angiari 1923-2023

Cento anni del monumento ai Caduti di Angiari 1923-2023, 2023

Il 18 marzo 1923 veniva solennemente inaugurato il monumento ai Caduti di Angiari (Verona), opera degli scultori veronesi Eugenio Prati ed Egisto Zago. L'opuscolo ripercorre le travagliate vicende che portarono a innalzare il monumento e, attraverso le foto storiche, mette in evidenza le modifiche intervenute al manufatto nel corso degli ultimi cento anni.

Spunti di classicismo nei monumenti siciliani ai caduti della Prima Guerra Mondiale

Antico e (è) contemporaneo, 2021

After the end of World War I, all the Italian municipalities began to raise commemorative monuments to the soldiers dead in the immense conflict. An aspect deserving of special attention, in these memorials, is the very considerable use of forms and elements derived from the Greek and Roman antiquity. Single iconographies and typological patterns, properly refashioned, could well fit these new celebratory contexts too and strengthen their meaning. Sicily seems to be a good case study to show the potential of such an analysis: in the towns of this region, as in the entire national territory, there is a great many monuments where we can recognize figurative motifs drawn from the classical world. Of special interest are some cases, in which not only generic motifs shared by many other Italian memorials were refashioned, but also elements directly derived from the material vestiges of the antiquities of the island.

Il classicismo illustrativo dei monumenti ai Caduti della Grande Guerra

La cultura dell’Antico nelle arti figurative dalla Restaurazione alla Grande Guerra, Atti del Convegno Internazionale Università degli Studi di Napoli Federico II 24-25-26 nov. 2021, a c. di M. Osanna e I. Valente, Naus Editoria Napoli, 2023, 531-539

This contribution will regard models derived from antiquity that will be widely used in the large production of monuments regarding the First World War in Italy. First, and in some cases unique, chance for local communities to commit an artwork exhibiting a civic value in the public space, monuments for the First World War, originated from the need to grieve for the loss of thousands of young people, represent the level of artistic culture and historical consciousness of most o cities and towns in Italy. The wide realization of monuments, with the aim to celebrate National Unification and its heroes, stated and disseminated a series of typological and iconographic models that found in the Vittoriano in Rome main occasion of elaboration and diffusion. Subsequent commemorations of Italian victory in the First World War could take advantage, therefore, of a figurative lexicon not only widely used, but even significantly augmented, resorting to elements derived from antiquity, from the decorative and symbolic details but also from the embodiment. Based on the classification realized by the Ministry for Cultural Heritage, we have collected observations related to artworks with different artistic quality and relevance in all Italian regions. We can, in this way, perform observations and comparisons which let us identify how much classical antiquity was recognised as an identity heritage and historization element. E' severamente vietata la diffusione e riproduzione del presente pdf. Ogni abuso sarà perseguito ai sensi di Legge. flora antologia di arti figurative tra antico e contemporaneo 5 Copyright © Naus Editoria. E' severamente vietata la diffusione e riproduzione del presente pdf. Ogni abuso sarà perseguito ai sensi di Legge.