"Dalla mekteb alla scuola di Stato. Genere, spazio e gerarchia nell’educazione delle bambine musulmane nella Sarajevo austro-ungarica”, Maria Cristina La Rocca, Saveria Chemotti (editors), Il genere nella ricerca storica, Il Poligrafo, Padova, 2015, pp. 282-99. (original) (raw)
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Abstract Gypsies occupy the geographical and symbolic periphery of our society and are described as sexist and pre-modern deniers of women’s rights. However, the ethnographic analysis of the complex, gender structure among the Roma, shows that it is the result of an active, family and social teaching, a complex non-formal and informal education. And this education is strongly infl uenced by the social confl ict between Roma and gagé. Then, the possibility of transforming gender dynamics between Roma are entrusted to their self-organization, to a contemporary overcoming the economic and cultural oppression that our society imposes on many Roma and, last but not least, to an analysis of Roma specifi c educational needs, which is yet to be conducted. Keywords: Roma, gender, intersectionality, educational needs. Riassunto Gli ‘zingari’ occupano la periferia fi sica e simbolica della nostra società e vengono descritti come maschilisti e premoderni negatori dei diritti delle donne. L’analisi etnografi ca della struttura di genere tra i rom evidenzia però come, tra luci e ombre, questa sia comunque frutto di una attiva formazione familiare e sociale, di una complessa educazione non formale e informale, e come sia fortemente condizionata dalla contrapposizione sociale che oppone i rom ai gagé. Le possibilità di trasformazione delle dinamiche di genere tra i rom vanno allora affi date all’auto-organizzazione dei rom, a un contemporaneo superamento di quella struttura di oppressione socioeconomica e culturale che la nostra società impone a moltissimi rom e, ancor prima, a un’analisi (ancora tutta da condurre) dei loro concreti bisogni educativi. Parole-chiave: Rom, genere, intersezionalità, bisogni educativi.
About Gender, 2024
Con uno stile di scrittura lineare e piacevole che rende accessibili alla divulgazione riflessioni e contenuti solidamente scientifici, Margherita Picchi introduce nel dibattito storico italiano un contributo sull'agency delle donne islamiste nel contesto dell'Egitto contemporaneo. Come afferma l'autrice, infatti, L'ombra dei fratelli offre un'analisi "del discorso sulla questione femminile nell'Egitto del Novecento, volto a rendere conto dell'ampio spettro dei posizionamenti ideologici sul tema e ad evitare il più possibile ogni falso binarismo tra fondamentalismo e progressismo, tradizione e modernità, laico e religioso, occidentale e islamico, e così via" (p. 18). La prefazione al volume ad opera di Lucia Sorbera-una tra le più affermate storiche dell'Egitto in prospettiva di genere-sottolinea l'attenzione del lavoro di Picchi nello "storicizzare e contestualizzare" il pensiero e le esperienze delle Sorelle musulmane, in un'operazione che le libera "dalla marginalità alla quale sono state relegate dai vari filoni della storiografia" (p. 9), sia sull'Egitto che sulla Fratellanza Musulmana stessa.
The article, based on primary and secondary sources in Arabic, Farsi and English, offers a gender perspective on the construction and the development of the late-modern and contemporary Middle East. A special attention is devoted to the cases studies of Egypt, – historically the most populous and important Arab country – Iran, – the heart of “political Shi’sm” – and the “Holy Land”, the cradle of the three major monotheistic religions: many of the revolutions and the anti-colonial movements and struggles that have shaped the most these areas and the broader region have been ignited and/or strongly influenced by local women. -------- Con l’ausilio di fonti primarie e secondarie in farsi, arabo e inglese, l’articolo offre una prospettiva di genere in relazione alla formazione e allo sviluppo del Medio Oriente tardo-moderno e contemporaneo, soffermandosi in particolare sui casi dell’Egitto, – storicamente il Paese arabo più popoloso e importante – dell’Iran, – fulcro dello “sciismo politico” – e della “Terra Santa”, culla delle tre religione monoteiste: molte delle rivoluzioni e delle lotte anti-coloniali che più hanno plasmato lo sviluppo delle aree analizzate e, di riflesso, di larga parte del resto della regione, sono state innescate e/o profondamente influenzate da figure di donne locali.
Il contributo si pone entro il panel "Madri-matrigne e sorelle-sorellastre? Dinamiche economiche, generazionali e affettive nella Repubblica veneta in età moderna", che affronta il tema di quali fossero i margini di libertà e gli obblighi morali delle donne, nell’assunto che esse restino comunque soggetti socialmente deboli - o più deboli –, anche quando hanno la facoltà di esercitare i propri diritti , e questo in quanto legate a pressioni, ricatti e imposizioni che derivano da un ambito ‘altro’, di tipo affettivo oltre che sociale e culturale. L’ambivalenza di un simile ruolo materno, non per scelta ma certamente per necessità, viene evidenziata tramite tre case-studies (Fiorenza Cappello sposata Grimani, morta nel 1605, che può tutelare solo post mortem il destino di una figlia posta in monastero a Padova da un marito/ padre violento; Donata Tiepolo sposata Trevisan, che insieme alle figlie si oppone nel 1637-1638 alle disposizioni testamentarie del marito, tese alla perpetuazione del nome e della celebrazione del casato ma a danno degli interessi delle figlie; Lucrezia Gradenigo sposata Foscarini e la figlia Bettina, dove quest’ultima negli anni 1617-1622 si oppone al destino claustrale impostole da padre e fratelli, sospettando però una madre ostile, mentre quella invece segretamente tentava anche di costruirle una rete protettiva), per proporre infine un ripensamento delle relazioni affettive e gerarchiche dentro la famiglia e il lignaggio veneziano, forse finora interpretate aderendo troppo alla lettura di fonti convenzionali e a cliché storiografici.
2009
Fuxia block is a critical project born at the University of Padua, in order to study the deconstruction of symbols, speeches and of bio-political knowledge. Starting from our personal experience, we have tried to formulate the hypothesis that there is a relevant amount of conflicts in our society linked to the bio-political sphere of sexuality, to the government of life and to the reproduction area and these conflicts cannot be regulated inside the male/female frame anymore. In the last two years, under the title of De generibus disputandum est we have held some meetings and conferences in which we have tried to analyze the present debate about civil unions, procreation, abortion, bioethics and violence on women comparing different points of view on the gender matter. In these meetings we have pointed out that there are still difficulties in communication between generations while, on the other hand, we are now assisting to the outcome of new necessities and new forms of relationships within people in society. The goal of our project is to verify our hypothesis, through the -partial- point of view of the movements that are now born in our society around these contradictions.