L'intermissione dei cigni. Cinquantanove giorni alla frontiera della letteratura (original) (raw)
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La fede nella realtà non sarà il nostro argomento, se non come assenza e nevrosi. Certo, si potrà lecitamente obbiettare che una fede assente è pur sempre una fede, e che per negare qualcosa è necessario, prima, averlo posto. Pare invero che un tempo la fede nel mondo sia stata possibile, e che la scrittura abbia trovato il suo fondamento implicito e la sua giustificazione nella rappresentazione di esso. La fine del grande romanzo borghese, rassicurante nella sua buona fede, coincide con lo sprofondare del mondo borghese stesso nel pantano di fine secolo. La realtà appare, ad un tratto, irrappresentabile. Non più fuga dalla realtà, ma fuga della realtà: la morte di Dio come annuncio della fine di ogni metafisica non ne è che la metafora più esplicita.
A Brescia [...] giunsero delle notizie false e fantastiche. Si parlava d'una grande vittoria delle truppe piemontesi e dell'esercito austriaco in ritirata; un proclama del comitato repubblicano di pubblica difesa avvalorava queste notizie, e ne dava di più fantastiche ancora. E Brescia insorse. Insorse violentemente ed eroicamente. La lotta, come è noto, durò dieci giorni; e il generale Hainau non entrò nell'eroica città che sulle rovine di oltre 300 case incendiate, tra un monte di cadaveri, e fucilando una cinquantina di prigionieri. (VISCONTI VENOSTA 1959, p. 124) Giovanni Visconti Venosta riassume così, in modo sintetico, ma forse un po' troppo semplicistico, le cause che portarono alla rivolta bresciana, liquidando l'eroica resistenza degli insorti in modo sbrigativo, non senza mettere in rilievo la crudeltà con cui il generale austriaco Haynau, soprannominato 'la Iena di Brescia', represse i disordini.
Il 1° febbraio 1893 il notabile palermitano Emanuele Notarbartolo venne assassinato in una carrozza ferroviaria sulla linea che corre fra Termini e Palermo. Le indagini e i processi che seguirono negli anni successivi rappresentano il primo momento nella storia d’Italia in cui «l’emergenza mafia si impone non solo alla Sicilia, ma all’intera nazione». Un secolo dopo Sebastiano Vassalli farà della vicenda Notarbartolo una tappa fondamentale della sua inchiesta sul “carattere nazionale degli italiani” con il romanzo Il Cigno. All’indomani delle stragi di Capaci e via D’Amelio, e in anni di forti tensioni e rivolgimenti all’interno del fronte antimafia, quest’opera incentrata sulla figura del principale imputato dell’omicidio Notarbartolo, l’onorevole Raffaele Palizzolo, susciterà forti polemiche, specie per l’accusa di omertà lanciata da Vassalli all’opera di Leonardo Sciascia. Di questa discussa prova vassalliana, così come delle aspre polemiche che ne scaturirono, forniremo qui un’analisi che partendo dai moventi che sono all’origine dell’operazione di Vassalli, condotta da una prospettiva, per così dire, “esterna” rispetto all’humus siciliano, tenta di leggerne la strategia dialettica attraverso gli strumenti messi a disposizione dagli studi postcoloniali.
La letteratura come confine: incroci di generi e autori in "Meridiano di sangue"
Il Chiasmo, Treccani, 23 November 2018, 2018
Lettura in chiave metaletteraria del personaggio del giudice Holden e dell'intreccio intertestuale che caratterizza Blood Meridian (1985) di Cormac McCarthy. Link al sito della rivista: http://www.treccani.it/magazine/chiasmo/lettere\_e\_arti/Frontiere\_confini/cormac\_mccarthy.html
La commedia del Cinquecento fra palco e libro
«Ecdotica» 19, 2022
L’analisi dei teatrali di primo ‘500 - in una fase storica in cui il teatro riscoperto dall’antico sta elaborando i propri codici espressivi e l’idea stessa di drammaturgia- deve coniugare la filologia con la concreta storia dello spettacolo, prestando una specifica attenzione ai contesti materiali della loro produzione e circolazione. Solo una prospettiva olistica consapevole dell’apporto decisivo dei destinatari, che stanno imparando a ‘riconoscere’ e condividere l’esperienza inedita di essere spettatori (a corte, in accademia o all’interno di brigate e compagnie di piacere), consente di decifrare la specifica destinazione recitativa e musicale di scritture ancora molto vicine all’oralità, che spesso diventano “commedie” nel loro farsi scenico grazie soprattutto all’apporto dei primi stampatori volgari che traducono in “libretti da bisaccia” la memoria delle rappresentazioni per un nascente e remunerativo mercato dell’intrattenimento.
Scritture di frontiera. L’esodo giuliano-dalmata nella letteratura di confine
Novecento.org, 2025
Tassello italiano del più articolato mosaico degli spostamenti forzati di popolazione che interessarono l'Europa nell'immediato dopoguerra, l'esodo giuliano-dalmata ha faticato a trovare spazi di riconoscimento nella distratta Italia del dopoguerra e in quella dei decenni successivi. In questo senso, ad anticipare il lavoro degli storici e della storiografia è intervenuta la letteratura: le riflessioni di poeti, scrittori e letterati costituiscono dunque un prezioso punto di riferimento cui guardare e con il quale dialogare per analizzare i passaggi salienti del lungo Novecento istriano che ha nell'esodo uno snodo cruciale. Il confronto con la letteratura dell'esodo, vero e proprio genere narrativo, consente dunque di indagare le cause, i processi e le dinamiche di un processo che, attraversandola trasversalmente, rappresentò un trauma collettivo per l'intera comunità italiana, sia per quanti partirono, sia per coloro, una minima parte, che decisero invece di restare, trovando proprio nella letteratura uno strumento fondamentale per mantenere viva e coltivare la propria italianità. L'esodo giuliano-dalmata: un quadro fattuale Territorio di confine, segnato da un variegato paesaggio linguistico, identitario e culturale, l'area dell'Alto Adriatico orientale fu attraversata, nel corso del Novecento, da una storia tumultuosa e traumatica, sulle cui linee si intersecarono nazionalismi, fascismo, nazismo e comunismo titino, che portarono a stravolgimenti politici e mutamenti confinari, trasformandola in un luogo di tensioni, violenze e attraversamenti forzati di popolazione.