Intelligence e storia (original) (raw)

Saggistica per la cultura di Intelligence

Se la cultura di Intelligence e la sua diffusione ha iniziato il suo cammino, seppur con lento passo ma con grande impegno ed efficacia proprio da parte del Sistema Informativo, ancora agli antipodi trovasi un’altra componente, fondamentale all’intelligence istituzionale e che mai come ora occorre dargli inizio di interesse e alto livello di attenzione, questi non è altro che la Ricerca

Intelligence – dalle origini ai giorni nostri

La necessità di venire a conoscenza delle potenzialità, capacità e soprattutto della volontà di un avversario, non è qualcosa di recente, si tratta in realtà di una necessità, un'esigenza che si perde nella notte dei tempi. Un breve e senza pretese excursus storico per introdurre quello che è considerato uno dei "mestieri" più antichi del mondo, quello dell'operatore intelligence.

Tra storia e teoria

Tra storia e economia

Tra storia e teoria: note sulla vicenda italiana di storia economica e storia del pensiero economico «Storiografia marxistica», così si è soliti chiamare un insieme culturale molto complesso, un capitolo essenziale della storia della storia, della storia della cultura nel nostro paese. Ebbene a proposito di «storiografia marxista», in particolare per la vicenda concernente l'esperienza italiana nel venticinquennio che segue il secondo dopoguerra, sembra si sia venuto consolidando, ormai da lungo tempo, un giudizio di insufficiente chiarezza nei confronti dei propri presupposti metodologici. In sostanza, si sostiene, «in Italia (...) l'approccio al marxismo non fu euristico ma politico, funzionale alle scelte strategiche del Partito comunista». Mancò, insomma, «un confronto metodologico» 1. È vero che in termini così espliciti e affatto semplificatori il giudizio viene espresso, in genere, da studiosi di ascendenze filosofiche o politologiche, con scarsa dimestichezza della letteratura lato sensu economica. In termini magari più sfumati, qualche volta decisamente più problematici, però, gli echi di quel giudizio si avvertono anche in studiosi di storia, per di più appartenenti a generazioni diverse, ed in particolare in studiosi della generazione più giovane, peraltro spesso assai criticamente avvertiti 2. Il massimo delle concessioni è il riferimento ad alcuni nomi ormai canonici, citati, peraltro, come eccezione: Sereni, Dal Pane. Di solito li si cita per metterne in evidenza la dimensione solitaria, e subito dopo per sottolineare lo scarso seguito avuto tra gli storici «marxisti» che vennero formandosi nel dopoguerra. Anche qui, naturalmente, con qualche eccezione: Villani, Zangheri, eventualmente Villari.

Intelligence - di cosa parliamo

Si è scritto molto in Italia e all’estero di intelligence, servizi segreti e, più in generale, di attività informativa ma siamo sicuri che l’oggetto della discussione sia sempre chiaramente definito e compreso? Parliamo tutti della stessa cosa? Sappiamo di cosa parliamo?

La cultura dell'intelligence da Roma ai nostri tempi

La cultura dell'intelligence è un tema che ha attraversato i secoli, da Roma ai tempi moderni. In questo excursus, si esaminerà il suo sviluppo nel corso dei secoli, come si è evoluta e si è adattata alle diverse situazioni storiche. Sin dai tempi antichi, Roma era consapevole dell'importanza della raccolta dati e dell'analisi per il successo militare e la prosperità dell'impero. I Romani facevano affidamento su informatori e spie per ottenere informazioni dettagliate sui nemici e sui territori da conquistare. La loro intelligenza nel raccogliere e analizzare informazioni è stata un fattore cruciale per la costruzione del loro vasto impero. Durante le guerre, la cultura dell'intelligence ha svolto un ruolo ancora più cruciale, in particolare durante l'Impero Romano, l'intelligence era importante non solo per scopi militari, ma anche per la raccolta di informazioni sulla popolazione dell'impero e per garantirne la sicurezza interna. I Romani disponevano di una vasta rete di informatori, che fornivano dati preziosi su diverse città e territori dell'impero.Nel corso dei secoli, la cultura dell'intelligence è stata influenzata da diverse tecnologie e sviluppi sociali. L'introduzione delle tecnologie digitali ha permesso una maggiore raccolta di informazioni e una maggiore accessibilità alle fonti di informazione. Allo stesso modo, lo sviluppo delle democrazie ha comportato una maggiore trasparenza nelle raccolte di dati governativi e un maggiore coinvolgimento dei cittadini nella loro analisi e utilizzo. La cultura dell'intelligence rappresenta un fattore importante per il successo degli imperi antichi e delle nazioni moderne. La sua evoluzione lungo i secoli ha dimostrato l'adattabilità e la flessibilità della stessa cultura dell'intelligence, che rimane un elemento vitale nella risoluzione di problemi complessi e nella pianificazione di attività strategiche. L'intelligence, nel suo contesto multidimensionale, ha attraversato un viaggio intrigante e mutevole nel corso della storia umana. Nel cuore dell'antica Roma, l'articolazione di informazioni strategiche ha giocato un ruolo cruciale nelle decisioni politiche e militari dell'epoca. Tuttavia, il concetto di intelligence ha subito metamorfosi profonde nel corso dei secoli, riflettendo i cambiamenti culturali, sociali e tecnologici. Questo articolo si propone di esplorare il percorso affascinante dell'intelligence, dall'epoca d'oro di Roma fino ai giorni nostri. La visione romana dell'intelligence, intrisa di pragmatismo politico e acume militare, ha gettato le basi per concetti che sono sopravvissuti attraverso i secoli.

Dialoghi con la storia?

«Spolia. Journal of Medieval Studies», 2016

Osservazioni in merito alla datazione di Charon e Antonius di Giovanni Pontano.

La storia nascosta nei dati

in "Opening the Past 2014. Immersive Archaeology. Pisa 23/05/14", 2014

You need to think about the archaeological data as a common good (like the water!). To transform the data in a common good, in addition to open them (essential condition), it is also necessary that they are accessible to all. The archaeological data, as many of the raw data of other scientific disciplines, are cryptic words whose meaning is known only by a restricted community. Now, if an archaeologist does not need someone to explain him the story behind the Harris matrix because its expertise and background allow him to see what is written beyond numbers and links, for a "non-archaeologist" those same data are inaccessible and unusable. So it seems that a narrative passage is essential. In this way, the publication of open archaeological data, as well as being an important contribution to the archaeological community, could be a source of inspiration for different professions in the field of tourism, education , business, etc.