Comunicare a Delfi: lo Ione euripideo e le Etiopiche di Eliodoro. (original) (raw)
1. Costantinopoli, circa la metà del VI secolo. Nel portico di un santuario un gruppo di amici si ritrova per leggere e discutere le Etiopiche di Eliodoro: tra questi, il filosofo neoplatonico Filippo, che opponendosi all'opinione di molti dei convenuti, volta a dileggiare il romanzo, ne tenta una coraggiosa difesa in chiave allegorica, suggerendo di cogliere nella tormentata vicenda amorosa di Cariclea e Teagene la metafora del cammino di avvicinamento dell'anima a Dio. 1 La polemica riportata nella c.d.
Cnemone, analisi di un personaggio delle Etiopiche di Eliodoro
In my BA dissertation I chose to analyse one of the most interesting characters of Heliodorus's "Aethiopica", Knemon. Beginning from the fundamental studies of Winkler, Morgan and Paulsen I have tried to give an account as detailed as possible of the various features and behaviours showed by Knemon during the story. I have split my analysis into three sections according to different roles performed by Knemon: Knemon as narrator, as narratee and as friend/helper. The first section is the largest: it includes a narratological examination of Knemon’s tale and compares his narrative techniques to those of Kalasiris. The second and the third deal mainly with Knemon’s relationships with other characters of the novel. In the conclusions there are some considerations about his leaving the “stage” of "Aethiopica" and also a final picture that briefly tries to make clear and put together all the complex shades of this character.
Euripide, Ione (a cura di M. S. Mirto)
Classici Greci e Latini BUR (Rizzoli), 2009
Euripide IONE È il primo dramma in cui troviamo insieme gli elementi della forma comica standard, quale poi si vedrà in Menandro, Plauto, Shakespeare, Molière fi no a Oscar Wilde. Bernard Knox Alternando i colori cupi della tragedia a quelli brillanti di una commedia ironica, lo Ione mette in scena l'incontro della principessa ateniese Creusa con il fi glio adolescente, da lei abbandonato alla nascita per tenere segreto lo stupro di cui è stata vittima. Autore della violenza è Apollo, dio della verità oracolare, che ha salvato il bambino e lo ha fatto crescere nel suo santuario di Delfi . Nell'intreccio si susseguono equivoci, rivelazioni, un avvelenamento e una condanna a morte sventati in extremis. Il riconoscimento tra madre e fi glio, voluto dalla provvidenza divina ma favorito dal caso, garantisce alla fi ne, non senza ombre, la felicità dei protagonisti. L'introduzione e il ricco commento evidenziano, nell' originale disegno di questa moderna tragedia "a lieto fi ne", i modi in cui la drammaturgia di Euripide dissacra il mito di fondazione di Atene e della stirpe ionica. Di Euripide (- a.C.) BUR sta pubblicando l' opera completa. Maria Serena Mirto insegna Storia della cultura e della tradizione classica all'Università di Pisa. Per BUR ha curato anche l'Eracle, sempre di Euripide. In copertina: Adamo Tadolini, Amore cacciatore (part.) Roma, Museo Mario Praz © Foto Scala, Firenze Progetto grafi co Mucca Design www.bur.eu 12,00 Euripide IONE a cura di Maria Serena Mirto testo greco a fronte C L A S S I C I G R E C I E L A T I N I
L'inconscio. Rivista italiana di filosofia e psicoanalisi, 2017
Una riflessione sulla fine del soggetto diviso e dell'antropologia nevrotica che fin qui ci è stata familiare, e un'apertura su ciò che forse verrà. Finita la società dei soggetti, inizierà sotto le forme di quella che molti temono come la psicosi generalizzata, quella che potremmo chiamare la società degli insetti?
Etiopico ’ellē: a proposito di un’ipotesi recente
In un contributo recente si è ipotizzato che nell'elemento onomastico o ellé, sicuramente attestato in nomi regali aksumiti, debba ravvisafsi un sostantivo °el(l)é;l l'elemento non avrebbe quindi niente a che vedere con il pronome relativo plurale °el/a, né potrebbe tantomeno valere come singolare dello stesso pronome in etiopico (o in una sua varietà dialettale, o in una lingua ad esso affine).2 L'autore della nuova ipotesi prende da questa prima conclusio-• Le considerazioni che seguono sono state in parte esposte in una conferenza, dedicata ad un esame d'insieme dei tratti paleografici, linguistici e filologici peculiari dell'etiopico antico ('Gastvortrag' «Charakteristika athiopischer Handschriften: einige palliographische, sprachliche und philologische Daten»), tenuta al Seminar flir Sernitistik und Arabistik della Freie Universitat Berlin nel maggio 2004, su invito del prof. Rainer Voigt, cui va il mio più sincero ringraziamento. -Abbreviazioni: DAE = ENNO LITTMANN, Deutsche Aksum-Expedition herausgegeben von der Generalverwaltung der koniglichen Museen zu Berlin. Band IV. Sabaische, griechische, und altabessinische Inschriften (Berlin: Verlag von Georg Reimer, 1913); RIÉ = ÉTIENla bibliografia qui di seguito indicata si limita intenzionalmente all'essenziale; in essa si troveranno dettagli ed ulteriori riferimenti; alcune delle argomentazioni qui esposte si trovano già in GIANFRANCO FIACCADORI, «Sembrouthes 'Gran Re' (DAE IV 3 = R/Éth 275). Per la storia del primo ellenismo aksumita», La Parola del Passato, 59/2 [335] (2004), pp. 103-157, spec. pp. 109 sg.
Euripide, Filosseno e il Ciclope di Antifane
Prometheus Rivista Quadrimestrale Di Studi Classici, 2008
Nella vasta produzione del comico Antifane 1 figurava anche un Ciclope (Kuv klwy), di cui ci resta poco meno di una ventina di versi, distribuiti in tre frammenti 2. Nella ricostruzione del possibile contenuto della commedia perduta ha giocato un ruolo importante l'idea che il Kuv klwy antifaneo dipendesse dal famoso ditirambo di Filosseno di Citera Kuv klwy h] Galav teia (PMG 815-824) 3 , parodiato già da Aristofane nella parodo del Pluto (290 ss.), dove Carione, scherzando con il coro, fa buffonescamente il verso a Polifemo innamorato, che saltella canticchiando qrettanelo e ragiona con le sue pecore 4. In effetti, l'elemento più innovativo nella trattazione del mito da parte di Filosseno era, secondo le testimonianze giunte fino a noi, proprio l'introduzione del motivo del ridicolo amore del Ciclope per la ninfa Galatea, destinato ad avere ampia fortuna, non solo nelle arti figurative 5 e nella poesia 1
Al di là di Apollo. Ricostruire un politeismo greco a Delfi
2016
Delphi, one of the best known sanctuaries of the ancient world, has been studied in many different ways, especially with a specific attention to the cult of Apollo, the Oracle, the Panhellenic Games. The studies about the “other gods” of the sanctuary are, today, sporadic and dated. The present work has a double purpose. At first, we want to collect the sources proving the presence of the extra Apollonian cults at Delphi, considering archeological, epigraphical and literary sources. Following, we want to propose a religious-historical interpretation of the gods analized, underlining their role and value into the greek polytheism. The multi-disciplinary method, anchored in the concrete data, let us going beyond the source's informations and consider the meaning of the greek holy sphere, of what was proper, with the intermediation of myth and ritual, of the greek way to think about the world.
Su alcune citazioni euripidee in Ateneo
2005
Nei Deipnosofisti si contano poco meno di un'ottantina 1 di citazioni da Euripide, 33 delle quali da drammi pervenuti integralmente; di quelle tratte da drammi frammentari, 31 sono tramandate anche da altre fonti di tradizione indiretta, le rimanenti solo da Ateneo. Scopo del presente contributo è esaminarne alcune per confrontare il testo di Ateneo con quello delle altre fonti e discutere alcuni casi di divergenza tra le lezioni offerte dalla tradizione 2 .